Ep. 56: Espérance Hakuzwimana - Il viaggio di una scrittrice tra identità e letteratura
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- เผยแพร่เมื่อ 3 ธ.ค. 2024
- Nata in Rwanda nel 1991 e adottata da una famiglia italiana all'età di quattro anni, il percorso di Espérance Hakuzwimana verso la scrittura è una testimonianza di determinazione incrollabile e del potere trasformativo del racconto. Oggi autrice affermata con quattro libri pubblicati da prestigiose case editrici italiane, la sua storia si intreccia con il panorama letterario torinese, affrontando temi cruciali di identità, rappresentazione e accessibilità culturale.
La scrittura è stata la compagna costante di Hakuzwimana fin dall'infanzia. "Le storie per me sono stati un modo per non diventare una bugiarda", riflette, descrivendo il suo primo rapporto con la scrittura. A dodici anni, scoprì l'esistenza di una scuola di scrittura su un giornale, che per lei equivaleva a "una scuola per maghi". Questa scoperta l'avrebbe poi portata alla Scuola Holden di Torino, anche se il percorso non è stato lineare.
La decisione di frequentare la Scuola Holden a 24 anni è stato un investimento significativo nel suo futuro, sia finanziariamente che personalmente. "Ho fatto un debito che ho ripagato in nove anni", condivide, evidenziando le barriere economiche nell'accesso all'educazione culturale. "Per me è molto importante dire questo perché non tutti i luoghi di cultura sono accessibili. Sappiamo benissimo che per poter arrivare a certi livelli bisogna pagare, a volte soldi veri, a volte con altre cose."
Torino ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di Hakuzwimana come scrittrice. Si innamorò della città durante una gita scolastica, incantata dalle bancarelle di libri lungo via Po. "Non credevo possibile che esistesse un posto con così tanti libri, esistesse un posto con così tante librerie", ricorda. Quello che doveva essere un soggiorno di due anni per il master si è esteso a una residenza decennale.
Il suo lavoro affronta importanti temi di rappresentazione nell'editoria e nell'educazione italiana. "Quando parlo del mio ruolo all'interno del mondo dell'editoria, del mio posizionamento, è inevitabile parlare e tirare fuori l'argomento della solitudine", spiega. Il suo libro "Tra i bianchi di scuola" affronta la solitudine che provano le persone razzializzate con background migratorio nel sistema scolastico italiano, un tema che si rispecchia nelle sue osservazioni sull'industria editoriale.
Hakuzwimana sottolinea l'importanza di diversificare le voci nell'editoria italiana, non solo tra gli autori ma in tutto il settore. "Perché non ci sono editor, perché non ci sono correttori di bozze, perché non ci sono persone all'interno del sistema decisionale con background migratorio?", si chiede, collegando questo alle più ampie questioni di accessibilità e leggi sulla cittadinanza in Italia.
Piuttosto che impegnarsi in quella che descrive come la scena letteraria più elitaria, Hakuzwimana preferisce costruire comunità attraverso librerie indipendenti e biblioteche civiche. "Più che parlare di scena letteraria per me è molto più importante parlare di comunità, comunità che legge, comunità educante", spiega, enfatizzando l'importanza di creare spazi sicuri e accessibili per lo scambio culturale.
Guardando al futuro, Hakuzwimana vede il suo percorso estendersi oltre i confini italiani. Pur riconoscendo le basi che Torino le ha fornito per la sua carriera, aspira a scrivere storie che risuonino a livello europeo. "Questo paese potrebbe farti scrivere la stessa cosa per sempre", osserva, "e io non posso pensare di fare questa cosa perché mi ucciderebbe come artista ma anche come essere umano."
La sua visione artistica abbraccia molteplici generi e pubblici. "Voglio scrivere tutto", dichiara, "romanzi, saggi, per bambini, fantasy, gialli." Tuttavia, mantiene che il suo lavoro rimarrà sempre intrinsecamente connesso alla sua identità e ai suoi valori, plasmati dalle sue esperienze e dalla loro attenta elaborazione.
Attraverso il suo viaggio da giovane ragazza che sognava di diventare scrittrice a autrice affermata, la storia di Hakuzwimana riflette sia il trionfo personale che le sfide continue nel panorama culturale italiano. Il suo lavoro continua a spingere i confini, promuovendo una maggiore inclusività mentre mantiene un impegno incrollabile per una narrazione autentica.