Il qui e ora non restringe il"campo", se dici questo lo stai confondendo con qualcos'altro e lo hai dimostrato quando hai fatto l'esempio del caffè. Se mentre bevi il caffè ti accorgi che c'è qualcosa che ti "disturba" (per esempio un certo pensiero) e lo allontani, questo non è vivere nel qui e ora. Questo è proprio il contrario, perché vuol dire rinnegare il qui ed ora facendo finta di vivere in un "parco giochi" continuando a godersi il proprio caffè senza brutti pensieri. Il qui e ora invece ci aiuta ad accogliere quel "disturbo" (come lo hai definito tu); ma proprio grazie alla consapevolezza, invece che seguire inconsapevolmente quel disturbo (facendo quindi una serie di ragionamenti inconsapevoli che mi portano chissà dove), lo noto, lo osservo, senza farmi rapire e portare via; ma non devo neanche rinnegarlo quel disturbo. Semplicemente lo accolgo come parte della realtà di quel momento ed ecco che faccio un piccolo passo in avanti nella conoscenza di me stessa, perché quel pensiero, e in generale il mio modo di pensare, può dirmi molto di me stessa (se non scappo e se non mi faccio rapire inconsapevolmente da tutto ciò). Ecco che vivere nel qui ed ora non restringe il campo ma lo allarga. Come dice Thich Nhat Hanh, la presenza mentale porta alla visione profonda
Non accogli nulla con il portare l'attenzione su una certa cosa. Cerchi solamente di abbassare la quantità di pensieri che ti fronzolano in quel momento nella testa.
Grazie, sono un counselor, abituato per lavoro a concepire effettivamente il qui e ora secondo una concezione del reale radicata nella dimensione concreta e immanente della vita, e questo vostro contributo mi offre un serio spunto di riflessione, prima di tutto su me stesso.
Se fosse la società del qui e ora saremmo tutti sani di mente, oltre che persone felici. A mio avviso esiste una fortissima la dualità. Il che evidenza la “fuori centratura“ dell’individuo occidentale.
il qui e ora non restringe alcun campo vivere qui e ora ti espande. studiare matematica ad esempio restringe. difatti mentre studi non puoi essere qui e ora. nel qui e ora c'è tutto. non c'è alcun limite. e noi viviamo nel qui e ora, sì. ma non ce ne rendiamo conto. se hai un tesoro nascosto in casa, ma tu non lo sai, puoi dirti ricca?
Credo che più di ogni altro questo argomento meriti un approfondimento ampio... L'unica tradizione che ê stata utilizzata con risvolti clinici nella psicologia e nella psichiatria é quella "pali" da cui la Mindfulness. Nel testo di Kabat Zin vi é una trasposizione psicologica con risvolti pratici della tradizione che non viene affatto snaturata. Vero é che sarebbe consigliabile approcciare a tali pratiche con alle spalle tutta una serie di conoscenze propedeutiche per comprendere le intenzioni di fondo. Cito testualmente : "... rispecchia cioé il dato di fatto dello stato ordinario di identificazione col fluire interiore di percezioni ed emozioni, ma non coglie il fatto altrettanto reale che questa identificazione non é necessaria. E non lo coglie perché viene posto il primato ontologico della consapevolezza: per cui é possibile osservare, nel "qui e ora", le nostre sensazioni - emozioni da un "luogo" che non coincide con quelle sensazioni - emozioni" . Essere nel qui ed ora quindi come vegliare le porte della mente e conseguentemente rispondere e non reagire...
L'attenzione (negli studi psicofisiologici viene classificata tra i "livelli di vigilanza") è solo il punto di partenza per arrivare alla consapevolezza/contemplazione. (Detto con uno slogan).
Ma noi siamo sempre nel qui ed ora, anche il passato ed il futuro sono presenti nel qui ed ora diventando ricordi e desideri. Forse nella meditazione puoi riuscire ad osservarli dal di fuori ma non eliminarli. L'uomo senza ricordi ne desideri, senza passato ne futuro é semplicemente morto.
Scusa Maura, ma come molti fanno, hai travisato il concetto del "qui e ora", che è da un lato molto piú semplice ed in pratica molto piú complesso di quello che dici. Il qui e ora è semplicemente concentrare tutta l'attenzione sulle sensazioni che stiamo vivendo in quel preciso istante. Sensazioni pure, senza interpretazioni che in qualche modo sono legate al passato, né progetti funzionali su quello che posso fare con quello che sto vivendo o previsioni di quello chesuccederá. Parlo di sensazioni e non di percezioni, che giá sottintendono una interpretazione delle sensazioni brute. Assolutamente non è un tentativo di sfuggire al dolore, infatti se sto vivendo una sensazione dolorosa, che puó essere anche una emozione, mi concentro su quella, non sulla sua interpretazione, sul suo ricordo, né sulla sua causa, sulla sua soluzione, semplicemente sulle informazioni brute che arrivano dai sensi. Questo, poco a poco, permette una trasformazione radicale del nostro sentire, giá che in genere tutta la nostra attenzione sta nell'interpretazione delle sensazioni (che trasformiamo in percezioni) e non nelle sensazioni, in sé e le nostre interpretazioni creanocontinuamente un mondo che non esiste e nel quale crediamo di vivere. Tutto questo non restringe il campo anzi lo allarga all'infinito, le sensazioni non hanno limite, le interpretazioni non possono essere che limitate. Per esempio Ii corpo a livello di sensazioni è infinito, mentre a livello di interpretazioni è limitato e misurabile. La spiritualitá in realtá, come parola è giá un controsenso perché ci fa ripiombare nel mondo della dualitá ovvero della interpretazione che erroneamente divide il materiale dal non materiale, quando sono semplicemente due prospettive della stessa identica cosa. Siamo talmente abituati a interpretare, e quindi ritornare al passato, al conosciuto, all'esperienza che risiede nel passato, con la finalità di prevedere, ovvero di ottenere un qualsivoglia risultato, che facciamo un fatica tremenda a fare quello che gli animali ed i neonati fanno con assoluta naturalezza, e, per certi versi, enorme efficienza. Miliardi di anni della storia dell'universo hanno fatto bellamente a meno delle interpretazioni "razionali" (che poi razionali non sono) raggiungendo risultati incredibili.
Non é il qui e ora a salvarci! È il capire che il futuro é incerto anche tra 1 secondo.... Non c'é versi, solo capendo dell'incertezza del futuro pongo la mente nel fare del migliore dei modi ogni cosa è a prendere quelli che la vita mida. Quindi faccio e se va storto ci penso dopo, se va bene festeggio
Hai tracciato la differenza tra mindfulness come puro esercizio per liberarsi dai pensieri ( molto utilizzato in Occidente) e meditazione vipassana come meditazione profonda che amplia le prospettive
se fosse cosi semplice...ha volte immersi nel quotidiano dimentichiamo la nostra vera essenza,serve sempre una coscienza sveglia e credo sopratutto un corpo sempre in asse ed equilibrio...padronanza dei sensi, una pratica costante...templari...samurai...questi erano i veri guerrieri dello spirito.grazie per la chiarezza con quale esprime i concetti.
Complimenti per il video. Ti scrivo anche dopo aver letto i commenti (oddio ce ne fosse stato uno che avesse azzeccato. ma del resto internet fa nascere nuovi finti tuttologi). Le tue considerazioni sono molto buone. Permettimi di farti fare una riflessione. stare nel qui e ora e essere presenti sono 2 cose separate. stare nel qui e ora vuol dire appunto fare attenzione a ciò che si sta facendo. essere presente invece vuol dire fare attenzione in cio che si sta facendo, ma accorgendoti che tu esisti, che sei tu. un esempio: guardati la mano. questo è essere nel qui e ora. ora guardati la mano ma senti che sei tu che stai guardando la mano e che esisti. questo è essere presenti. Cordiali saluti e molto brava.
mmm no. Non ci siamo proprio, qui è ora non è affatto un monito "psicologico" (per definizione la psiche si muove nel tempo tra memorie del passato e tensioni per il futuro), perdonami ma è legato a tutt'altro il qui e ora, e tu sembri legarlo alla fissazione sensoriale vincolata e ristretta alla materia. Il punto è ben altro - ed è il motivo per cui in tutti gli insegnamenti si parla di "stare desti", "vigilare", "risvegliarsi" - e cioè che esiste una parte di noi, seppellita sotto strati psichici, che è "fuori dal tempo" - quello che nelle Upanishad è considerato il Testimone e riassunto nell'immagine di due uccelli su un ramo, uno becca l'albero (agisce) e l'altro osserva immobile (il testimone), è un apparente gioco duale, i due sono in osmosi, sono lo stesso uccello, ma quello che agisce morirà (cioè il corpo) quello che osserva no, è immortale (Atman) - ecco, per avere accesso e poi nutrire questa parte "fuori dal tempo" la chiave è proprio l'attenzione, la vigilanza, la presenza che non può che avvenire nel presente....si parte dal caffè NON per restringere, ma per svincolare le funzioni dall'ancoraggio mentale, e allora osservazione nel presente dei pensieri che passano, delle emozioni che scorrono e del corpo con i suoi impulsi va ridestando il Testimone... questa attenzione che si allarga a cogliere più dettagli man mano che si amplia diventa consapevolezza sferica, per nulla ristretta, e poi lo "stargate " per esperienze che esulano dall'ordinario ancoraggio ai dati sensoriali e dai confini del corpo, INGLOBANDO il corpo (visto che citi Aurobindo). Dallo stato ordinario (di disturbo psico-emotivo) ad Aurobindo ci sono dei passaggi no? Bene il veicolo di questi passaggi è proprio l'attenzione all'hic et nunc. Applausi, Grazie, Sipario (e rimango umile)
Maura Gangitana è un mostrodi bravura. Il suo eloquio e seditissimo. Non pennsa e parla. Parla solamente con temi molto stretti nel seguirla, i tempi si accorciano. Per capirla e seguirla è meglio leggerla. Indubbiamente è una persona di enorme sapere in virtù che ha tanto le letto. Quella precisazione fra il cellulare ed il libro mi è tanto piaciuta. Stavo sulla cattiva strada,appunto . Brava,molto brava.
dicevano una volta.....Dio è amore ed è qui in questo istante.....vi è la caduta nel cuore....ma la consapevolezza ha bisogno di una base su cui poggiare se no c è il vuoto e ci si può spaventare .....bisogna essere qualcuno per riuscire a essere nessuno ....conoscere il vuoto senza perdersi.... l infinito senza perdersi....spero di riuscire a crescere abbastanza ,,,grazie
Possiamo forse dire più in generale che nel senso psicologico è concentrazione e in quello meditativo è contemplazione in senso ampio che può partire comunque dalla concentrazione ma con il fine di raggiungere maggiore riccettività? Almeno è come lo intendo io. Certo fermarsi a godersi la vita quotidiana è un po' limitante anche se c'è chi parla di illuminazione come la capacità di essere felici nel mondo "reale"
È molto piacevole questo tipo di video con i libri dietro e questa luce naturale, non mi piacciono molto gli altri video con sfondo neutro, fanno molto Black Mirror. Detto questo comunque mi piacete molto e vi seguo sempre con interesse, grazie per i video.
In certe circostanze non possiamo frenare un pensiero l'unica cosa che si può fare "sempre dipende dalle situazioni" solo osservare come facciamo con i sogni, in realtà a mio modesto parere non abbiamo la padronanza assoluta dei nostri pensieri come i nostri gesti e le azioni quotidiane più semplici come bere un caffè quello che più ci influenza e ciò che mangiamo beviamo respiriamo e di chi ci circonda e non di chi ci circondiamo perché pure in quest'ultimo non abbiamo la padronanza più assoluta .
Ma il qui e ora non dovrebbe essere inteso come vivere nel mondo ordinario ma vivere nel presente trascendendo il passato e il futuro..proprio perché destano preoccupazione e consolidano le convinzioni..il pregiudizio..e il senso di importanza personale..non vedo un legame tra il qui e ora ed il mondo ordinario..ma poi non mi sembra che l’uomo occidentale viva il presente..anzi!!se riuscisse a farlo si avvicinerebbe a qualcosa che potrebbe definirsi spirituale
ciao grazie per questo video.credo che il succo stia che ogni individuo ha un proprio cammino singolare e che lo stare nel qui ed ora non fa per tutti allo stesso modo,come divevi tu,è su molti livelli.infatti mica è facile puntualizzare su questo argomento.io per esempio ,pur studiando per capire ste cose per stare meglio ,ci provavo ma ,pur capendo il perche lo facevo,non ci riuscivo se non sporadiche volte.alla fine dopo tanta sofferenza e tanti anni passati non perdwndo la vitalita fino in fondo,accade qualcosa dentro di me.pero ho anche visto che coincide con il non cercare e pretendere più di star bene o quella idea la.io ora vedo abbastanza che sono uno strumento della vita e che lo sono sempre stato e non lo sapevo.lo ho letto tante volte ma ora inizio a viverlo un po e mi accorgo che tutto è stato e sara parte di un qualche tipo di disegno a cui io chiamato a partecipare se lo voglia o no.ho parlato di spiritualità con arroganza fino ad un po fa,e da quando vivo più spesso in questo modo non parlo più cosi.ma volgio dire che le cose accadono quando devono accadere.ai può parlare di tutto questo ,ma almeno per me ,ho provato a mettere un branco di saperi dentro di me,ma poi vedo che succede quando deve succedere,e non è il quante cose so di sapere,è quanto sei pronto a lasciare che la vita passi atrscerso di te senza che tu ti lamenti o sgomenti. con questo non voglio insegnare nulla,era solo un contributo in poche righe. buona vita a tutti
Bè, io sono un Eckart Tolliano, penso che prima di riuscire a vivere il "qui ed ora" bisognerebbe avere un buon controllo sulla propria mente, ma se come penso, quasi nessuno riesce a stare senza un pensiero in testa per non più di pochissimi secondi, o forse meno, non credo riesca a vivere nel "qui ed ora" tanto facilmente.
vedo che non sei pienamente a conoscenza del qui e ora,,,, Leggi il potere di adesso di e. Tolle magari da quel libro capirai che vuol dire qui e ora... stai un po confusa
Di base molto interessante come avvio per un'argomentazione più ampia. Non sono molto d'accordo con la scissione tra spiritualità e psicologia. Sono due macroaree molto più dialoganti di quanto si pensi. Non possiamo fare a meno delle connessioni soprattutto quando parliamo di un tema (quello spirituale) che non ha confini e non è facilmente inquadrabile all'interno di confini... Spiritualizzare la materia, elevarla in un certo qual modo, ha un impatto sul mondo ordinario. Eccome se ce l'ha...
Si vede che non hai mai sperimentato la meditazione (qui e ora, dappertutto e sempre) solo allora comprenderesti ciò che solo mentalmente, ed in modo confuso, stai cercando di capire.
Condivido pienamente. Il consiglio del qui e ora è funzionale solo al riportare L concentrazione sul momento. Ma la spiritualità come dice lei ci permette di apprezzare le cose da mille e più sfaccettature. Il problema del vivere moderno è capire perché la nostra spiritualità ci riporta sempre più facilmente a vedere gli aspetti da un punto di vista negativo che positivo. Io sono sempre più convinto che la spiritualità sia un concetto non individuale ma comune e solo con lo sforzo di molti può essere armonizzata. Complimenti per i suoi interventi.
Per pensare al futuro bisogna avere idee,immaginazione,fantasia e anche soldi.Quindi bisogna avere un cervello che funzioni a mille.Io al massimo riesco ad organizzarmi la cena.Oltre non vado.
Mi spiace, ma non hai spiegato veramente il qui è ora , hai sempre filosofeggiato e basta, citando anche la spiritualità, manca sempre l'esperienza. Brava studiosa, ma non conosci veramente neanche Socrate!!!!!
Il qui e ora restringe il campo se cerchi di forzarti nel qui ed ora: "devo bere un caffè e basta!". È ovvio che così si restringe il campo, ma solo perché l'esercizio lo stai facendo male, non accettando i disturbi che ci sono e non ponendoti dal punto di vista di un osservatore, ma di un tiranno. Andrebbe secondo me approcciata non come una costrizione, neanche come un esercizio, ma come una cosa che viene da se dal momento che ho capito e condiviso quella mentalità. Solo dopo, se ne sento davvero la necessità e se ho capito che mi serve, mi verrà in automatico. Credo che non abbia senso parlare di un esercizio di consapevolezza se prima non si ha consapevolezza dell'esercizio stesso (mi riferisco ai praticanti). Ovviamente ormai è tutto trasformato in culto.... Quindi non viene compreso ma solo praticato nella fede di un risultato promesso da un "maestro", il quale dovrebbe invece solo consigliare e dare degli spunti personali da poi personalizzare in un percorso personale di vita.
È proprio la mente che t’impedisce di vivere nel qui e ora, la mente andrebbe usata come una sedia solo quando ne hai bisogno. la mente restringe il campo della consapevolezza
Cioè brava, ma quello che dici non è del tutto centrato. Il "qui e ora" è uno dei passi che per altro e totalmente contrario alla metà delle psicologie-psicoterapie che cercano di farti vivere nel passato e nelle riflessioni infinite. Spiegati un po' meglio. Credo che tu sia contraria a tutte quelle discipline di risveglio spirituale che dicono che la salute spirituale corrisponde a un benessere materiale. Bè posso capirti, ma al momento... sono tutte... non c'è un'alternativa, perché tutti si sono stufati di aspettare un'altra vita per essere felici.
concordo perfettamente, e per inciso Aurobindo da lei citato voleva far "discendere" la Shakti, l'energia creatrice , proprio NEL corpo, a differenza di tutte quelle pratiche ascetiche volte solo alla "fuga" nella trascendenza, ma l'evoluzione prevede che ciò che è fuori dal tempo modifichi ciò che è nel tempo. Lo Spirito si fa carne.
non procrastinare immanenza è nietzschiano dasein è un invito di Heidegger, essere attivi e personali nel mondo alienare ad altri, procrastinare è Cristiano Sto scrivendo fregnacce? Non ho capito il tema?
non si può parlare di spiritualità in modo corretto solo se si è ragionato sui libri,si vede che non hai avuto esperienza di certi stati quindi non dovresti occupartene,l'unica cosa corretta del video e che nozioni spirituali hanno reso ancora più ipocrite certe persone,ma tu per il momento dovresti limitarti a linakare tolle o brizzi.
Mi dispiace, sei un pò confusa, si vede che non è la tua "materia"...quello di cui parli è il Bypass Spirituale...pratica, pratica, pratica se ti interessa dire qualche cosa di interessante sulla meditazione, che ovviamente non è filosofia....
infatti mi confermi ancora che non hai capito la cosa più importante! quello di cui parli te non è il Bypass Spirituale...è lasciare la vecchia identità (senso del se) e prendere una nuova identità illuminata egoica..che può essere fatto anche in maniera cosciente dai Guru per avere potere, controllo, ecc... Il bypass (dall'inglese = andare intorno senza attraversare) spirituale è un movimento più sottile, è andare intorno a quella che potrebbe essere l'ombra, in termini Jungiani, o più semplicemente le emozioni scomode ed usare il trascendere = quindi stare nel vuoto = shunyata nel Buddismo = to bliss out = per non affrontare i problemi. In psicologia potrebbe essere la negazione, il denial in Inglese.
Claudio Corbelli No. Siamo gli editori di Mariana Caplan, che ha scritto un libro molto interessante su questo argomento. Sul rivestimento spirituale puoi approfondire qui: facebook.com/associazionetlon/videos/1127410054065089/
John Welwood è colui che ha coniato il termine. E ha scritto: “Quando caschiamo nel ‘Bypass Spirituale’ usiamo la meta dell’illuminazione o liberazione per razionalizzare ciò che chiamo ‘trascendenza prematura’. Proviamo ad elevarci oltre il lato reale della nostra umanità prima di esserci confrontati veramente con essa, e averne fatto pace. Cerchiamo inoltre di usare la verità assoluta per squalificare le nostre necessità umane, le nostre difficoltà nei rapporti o il nostro scarso sviluppo. Credo che questo è una specie di pericolo proprio delle pratiche spirituali, posto che la spiritualità porta con sé l’idea di andare oltre la nostra condizione karmica attuale”.
si visto....boh fai un pò come ti pare, la faccia ce la metti te, comunque il mio insegnante di counselling diceva sempre : "se una persona ti dice una cosa può essere la sua proiezione, se 2 forse anche, tre magari...ma se son dieci che ti dicono tutti la stessa cosa forse inizia ad ascoltare.....PS: vedi tutti i comment sotto! buon lavoro!
Grande confusione! Troppo filosofa per comprendere il qui e ora, troppa mente che mente! Ti consiglierei una buona lettura di Osho, accantonando per un attimo la filosofia!
Il qui e ora nel cristianesimo cattolico ė quello che gurdjieff chiama terza forza, la banalità dell istante che irrompe come un imprevisto. Per questo l uomo fa fatica a risvegliarsi, riduce a quello che c è all apparenza il caffè, ma non si accorge che l impressione ė sempre nuova. Nel cristianesimo l istante ė sempre dato, donato come nuovo. Hai letto gurdijeff ma non hai mai fatto un esperienza. Continua a leggere.
....bla...bla...bla.. ...bla...bla...bla.. ... promossa.. la vita è molto più semplice e naturale di quello che si può pensare.... tutto il resto è filosofia.... bla...bla..bla... si potrebbe andare avanti per ore
spiegava molto bene e, mi sia permesso, anche in modo un pò più simpatico, de crescenzo in "così parlò bellavista"........ma alle belle donne si perdona tutto
Il qui e ora non restringe il"campo", se dici questo lo stai confondendo con qualcos'altro e lo hai dimostrato quando hai fatto l'esempio del caffè. Se mentre bevi il caffè ti accorgi che c'è qualcosa che ti "disturba" (per esempio un certo pensiero) e lo allontani, questo non è vivere nel qui e ora. Questo è proprio il contrario, perché vuol dire rinnegare il qui ed ora facendo finta di vivere in un "parco giochi" continuando a godersi il proprio caffè senza brutti pensieri. Il qui e ora invece ci aiuta ad accogliere quel "disturbo" (come lo hai definito tu); ma proprio grazie alla consapevolezza, invece che seguire inconsapevolmente quel disturbo (facendo quindi una serie di ragionamenti inconsapevoli che mi portano chissà dove), lo noto, lo osservo, senza farmi rapire e portare via; ma non devo neanche rinnegarlo quel disturbo. Semplicemente lo accolgo come parte della realtà di quel momento ed ecco che faccio un piccolo passo in avanti nella conoscenza di me stessa, perché quel pensiero, e in generale il mio modo di pensare, può dirmi molto di me stessa (se non scappo e se non mi faccio rapire inconsapevolmente da tutto ciò). Ecco che vivere nel qui ed ora non restringe il campo ma lo allarga. Come dice Thich Nhat Hanh, la presenza mentale porta alla visione profonda
Non accogli nulla con il portare l'attenzione su una certa cosa. Cerchi solamente di abbassare la quantità di pensieri che ti fronzolano in quel momento nella testa.
Grazie, sono un counselor, abituato per lavoro a concepire effettivamente il qui e ora secondo una concezione del reale radicata nella dimensione concreta e immanente della vita, e questo vostro contributo mi offre un serio spunto di riflessione, prima di tutto su me stesso.
GRAZIE ❤️💙
SEI UNA DONNA molto preparata e mi fa un enorme piacere sentirla.
Questo video è l'esempio del perchè sarebbe meglio non parlare di ciò che non si conosce.
Se fosse la società del qui e ora saremmo tutti sani di mente, oltre che persone felici. A mio avviso esiste una fortissima la dualità. Il che evidenza la “fuori centratura“ dell’individuo occidentale.
Qui ed ora serve a diventare cosciente del proprio respiro per potersi allineare con il tutto e trascendere l'illusione di tutte le possibili realtà.
il qui e ora non restringe alcun campo
vivere qui e ora ti espande. studiare matematica ad esempio restringe. difatti mentre studi non puoi essere qui e ora.
nel qui e ora c'è tutto. non c'è alcun limite.
e noi viviamo nel qui e ora, sì. ma non ce ne rendiamo conto. se hai un tesoro nascosto in casa, ma tu non lo sai, puoi dirti ricca?
Credo che più di ogni altro questo argomento meriti un approfondimento ampio... L'unica tradizione che ê stata utilizzata con risvolti clinici nella psicologia e nella psichiatria é quella "pali" da cui la Mindfulness. Nel testo di Kabat Zin vi é una trasposizione psicologica con risvolti pratici della tradizione che non viene affatto snaturata. Vero é che sarebbe consigliabile approcciare a tali pratiche con alle spalle tutta una serie di conoscenze propedeutiche per comprendere le intenzioni di fondo. Cito testualmente : "... rispecchia cioé il dato di fatto dello stato ordinario di identificazione col fluire interiore di percezioni ed emozioni, ma non coglie il fatto altrettanto reale che questa identificazione non é necessaria. E non lo coglie perché viene posto il primato ontologico della consapevolezza: per cui é possibile osservare, nel "qui e ora", le nostre sensazioni - emozioni da un "luogo" che non coincide con quelle sensazioni - emozioni" .
Essere nel qui ed ora quindi come vegliare le porte della mente e conseguentemente rispondere e non reagire...
L'attenzione (negli studi psicofisiologici viene classificata tra i "livelli di vigilanza") è solo il punto di partenza per arrivare alla consapevolezza/contemplazione. (Detto con uno slogan).
Ma noi siamo sempre nel qui ed ora, anche il passato ed il futuro sono presenti nel qui ed ora diventando ricordi e desideri.
Forse nella meditazione puoi riuscire ad osservarli dal di fuori ma non eliminarli. L'uomo senza ricordi ne desideri, senza passato ne futuro é semplicemente morto.
Brava. Non pensavo ci fosse una così.
Su che pianeta vivi?
Scusa Maura, ma come molti fanno, hai travisato il concetto del "qui e ora", che è da un lato molto piú semplice ed in pratica molto piú complesso di quello che dici. Il qui e ora è semplicemente concentrare tutta l'attenzione sulle sensazioni che stiamo vivendo in quel preciso istante. Sensazioni pure, senza interpretazioni che in qualche modo sono legate al passato, né progetti funzionali su quello che posso fare con quello che sto vivendo o previsioni di quello chesuccederá. Parlo di sensazioni e non di percezioni, che giá sottintendono una interpretazione delle sensazioni brute. Assolutamente non è un tentativo di sfuggire al dolore, infatti se sto vivendo una sensazione dolorosa, che puó essere anche una emozione, mi concentro su quella, non sulla sua interpretazione, sul suo ricordo, né sulla sua causa, sulla sua soluzione, semplicemente sulle informazioni brute che arrivano dai sensi. Questo, poco a poco, permette una trasformazione radicale del nostro sentire, giá che in genere tutta la nostra attenzione sta nell'interpretazione delle sensazioni (che trasformiamo in percezioni) e non nelle sensazioni, in sé e le nostre interpretazioni creanocontinuamente un mondo che non esiste e nel quale crediamo di vivere. Tutto questo non restringe il campo anzi lo allarga all'infinito, le sensazioni non hanno limite, le interpretazioni non possono essere che limitate. Per esempio Ii corpo a livello di sensazioni è infinito, mentre a livello di interpretazioni è limitato e misurabile.
La spiritualitá in realtá, come parola è giá un controsenso perché ci fa ripiombare nel mondo della dualitá ovvero della interpretazione che erroneamente divide il materiale dal non materiale, quando sono semplicemente due prospettive della stessa identica cosa. Siamo talmente abituati a interpretare, e quindi ritornare al passato, al conosciuto, all'esperienza che risiede nel passato, con la finalità di prevedere, ovvero di ottenere un qualsivoglia risultato, che facciamo un fatica tremenda a fare quello che gli animali ed i neonati fanno con assoluta naturalezza, e, per certi versi, enorme efficienza. Miliardi di anni della storia dell'universo hanno fatto bellamente a meno delle interpretazioni "razionali" (che poi razionali non sono) raggiungendo risultati incredibili.
Non é il qui e ora a salvarci! È il capire che il futuro é incerto anche tra 1 secondo.... Non c'é versi, solo capendo dell'incertezza del futuro pongo la mente nel fare del migliore dei modi ogni cosa è a prendere quelli che la vita mida. Quindi faccio e se va storto ci penso dopo, se va bene festeggio
Hai tracciato la differenza tra mindfulness come puro esercizio per liberarsi dai pensieri ( molto utilizzato in Occidente) e meditazione vipassana come meditazione profonda che amplia le prospettive
Splendida
se fosse cosi semplice...ha volte immersi nel quotidiano dimentichiamo la nostra vera essenza,serve sempre una coscienza sveglia e credo sopratutto un corpo sempre in asse ed equilibrio...padronanza dei sensi, una pratica costante...templari...samurai...questi erano i veri guerrieri dello spirito.grazie per la chiarezza con quale esprime i concetti.
Complimenti per il video. Ti scrivo anche dopo aver letto i commenti (oddio ce ne fosse stato uno che avesse azzeccato. ma del resto internet fa nascere nuovi finti tuttologi). Le tue considerazioni sono molto buone. Permettimi di farti fare una riflessione. stare nel qui e ora e essere presenti sono 2 cose separate. stare nel qui e ora vuol dire appunto fare attenzione a ciò che si sta facendo. essere presente invece vuol dire fare attenzione in cio che si sta facendo, ma accorgendoti che tu esisti, che sei tu. un esempio: guardati la mano. questo è essere nel qui e ora. ora guardati la mano ma senti che sei tu che stai guardando la mano e che esisti. questo è essere presenti. Cordiali saluti e molto brava.
mmm no. Non ci siamo proprio, qui è ora non è affatto un monito "psicologico" (per definizione la psiche si muove nel tempo tra memorie del passato e tensioni per il futuro), perdonami ma è legato a tutt'altro il qui e ora, e tu sembri legarlo alla fissazione sensoriale vincolata e ristretta alla materia. Il punto è ben altro - ed è il motivo per cui in tutti gli insegnamenti si parla di "stare desti", "vigilare", "risvegliarsi" - e cioè che esiste una parte di noi, seppellita sotto strati psichici, che è "fuori dal tempo" - quello che nelle Upanishad è considerato il Testimone e riassunto nell'immagine di due uccelli su un ramo, uno becca l'albero (agisce) e l'altro osserva immobile (il testimone), è un apparente gioco duale, i due sono in osmosi, sono lo stesso uccello, ma quello che agisce morirà (cioè il corpo) quello che osserva no, è immortale (Atman) - ecco, per avere accesso e poi nutrire questa parte "fuori dal tempo" la chiave è proprio l'attenzione, la vigilanza, la presenza che non può che avvenire nel presente....si parte dal caffè NON per restringere, ma per svincolare le funzioni dall'ancoraggio mentale, e allora osservazione nel presente dei pensieri che passano, delle emozioni che scorrono e del corpo con i suoi impulsi va ridestando il Testimone... questa attenzione che si allarga a cogliere più dettagli man mano che si amplia diventa consapevolezza sferica, per nulla ristretta, e poi lo "stargate " per esperienze che esulano dall'ordinario ancoraggio ai dati sensoriali e dai confini del corpo, INGLOBANDO il corpo (visto che citi Aurobindo). Dallo stato ordinario (di disturbo psico-emotivo) ad Aurobindo ci sono dei passaggi no? Bene il veicolo di questi passaggi è proprio l'attenzione all'hic et nunc.
Applausi, Grazie, Sipario (e rimango umile)
Come dic......zzzzzzzzzzz.............hops, scusa mi sono addormentato, cosa dicevi?
Maura Gangitana è un mostrodi bravura. Il suo eloquio e seditissimo. Non pennsa e parla. Parla solamente con temi molto stretti nel seguirla, i tempi si accorciano. Per capirla e seguirla è meglio leggerla. Indubbiamente è una persona di enorme sapere in virtù che ha tanto le letto. Quella precisazione fra il cellulare ed il libro mi è tanto piaciuta. Stavo sulla cattiva strada,appunto . Brava,molto brava.
H. Devanagari, esatto, la lettura psicologistica del "qui e ora" fatta nel video non coglie la portata del senza tempo che esso ha, anzi, che esso è.
dicevano una volta.....Dio è amore ed è qui in questo istante.....vi è la caduta nel cuore....ma la consapevolezza ha bisogno di una base su cui poggiare se no c è il vuoto e ci si può spaventare .....bisogna essere qualcuno per riuscire a essere nessuno ....conoscere il vuoto senza perdersi.... l infinito senza perdersi....spero di riuscire a crescere abbastanza ,,,grazie
Possiamo forse dire più in generale che nel senso psicologico è concentrazione e in quello meditativo è contemplazione in senso ampio che può partire comunque dalla concentrazione ma con il fine di raggiungere maggiore riccettività? Almeno è come lo intendo io. Certo fermarsi a godersi la vita quotidiana è un po' limitante anche se c'è chi parla di illuminazione come la capacità di essere felici nel mondo "reale"
Qualcuno sa dirmi la differenza tra il qui ed ora di cui parla Maura nel video e il "ricordarsi di sé" di Gurdjeff ?
È molto piacevole questo tipo di video con i libri dietro e questa luce naturale, non mi piacciono molto gli altri video con sfondo neutro, fanno molto Black Mirror. Detto questo comunque mi piacete molto e vi seguo sempre con interesse, grazie per i video.
Ci colleghiamo dopo.Ora mi sembrerebbe di collegarmi con tutti coloro che sono lì.Ciao ciao
In certe circostanze non possiamo frenare un pensiero l'unica cosa che si può fare "sempre dipende dalle situazioni" solo osservare come facciamo con i sogni, in realtà a mio modesto parere non abbiamo la padronanza assoluta dei nostri pensieri come i nostri gesti e le azioni quotidiane più semplici come bere un caffè quello che più ci influenza e ciò che mangiamo beviamo respiriamo e di chi ci circonda e non di chi ci circondiamo perché pure in quest'ultimo non abbiamo la padronanza più assoluta .
Ma il qui e ora non dovrebbe essere inteso come vivere nel mondo ordinario ma vivere nel presente trascendendo il passato e il futuro..proprio perché destano preoccupazione e consolidano le convinzioni..il pregiudizio..e il senso di importanza personale..non vedo un legame tra il qui e ora ed il mondo ordinario..ma poi non mi sembra che l’uomo occidentale viva il presente..anzi!!se riuscisse a farlo si avvicinerebbe a qualcosa che potrebbe definirsi spirituale
Credo che al qui e ora ci si arriva dopo un percorso di dolore ed è normale voler allontanare finalmente, in un certo senso, il dolore
A proposito del caffè, la meditazione non vuol dire concentrazione sono due cose ben distinte!
Condivido!
Ciao Maura cosa ne pensi dell "esch shook" ? C è una mia cara amica che pratica questa cosa e mi fa dei sermoni sul qui e ora! Grazie
Il qui e ora é la porta della trascendenza. E la politica non è qui e ora
ciao grazie per questo video.credo che il succo stia che ogni individuo ha un proprio cammino singolare e che lo stare nel qui ed ora non fa per tutti allo stesso modo,come divevi tu,è su molti livelli.infatti mica è facile puntualizzare su questo argomento.io per esempio ,pur studiando per capire ste cose per stare meglio ,ci provavo ma ,pur capendo il perche lo facevo,non ci riuscivo se non sporadiche volte.alla fine dopo tanta sofferenza e tanti anni passati non perdwndo la vitalita fino in fondo,accade qualcosa dentro di me.pero ho anche visto che coincide con il non cercare e pretendere più di star bene o quella idea la.io ora vedo abbastanza che sono uno strumento della vita e che lo sono sempre stato e non lo sapevo.lo ho letto tante volte ma ora inizio a viverlo un po e mi accorgo che tutto è stato e sara parte di un qualche tipo di disegno a cui io chiamato a partecipare se lo voglia o no.ho parlato di spiritualità con arroganza fino ad un po fa,e da quando vivo più spesso in questo modo non parlo più cosi.ma volgio dire che le cose accadono quando devono accadere.ai può parlare di tutto questo ,ma almeno per me ,ho provato a mettere un branco di saperi dentro di me,ma poi vedo che succede quando deve succedere,e non è il quante cose so di sapere,è quanto sei pronto a lasciare che la vita passi atrscerso di te senza che tu ti lamenti o sgomenti. con questo non voglio insegnare nulla,era solo un contributo in poche righe. buona vita a tutti
zzzzzzzzzz.............hops, scusa mi sono addormentato, cosa dicevi?
Bè, io sono un Eckart Tolliano, penso che prima di riuscire a vivere il "qui ed ora" bisognerebbe avere un buon controllo sulla propria mente, ma se come penso, quasi nessuno riesce a stare senza un pensiero in testa per non più di pochissimi secondi, o forse meno, non credo riesca a vivere nel "qui ed ora" tanto facilmente.
vedo che non sei pienamente a conoscenza del qui e ora,,,, Leggi il potere di adesso di e. Tolle magari da quel libro capirai che vuol dire qui e ora... stai un po confusa
Leggete E.Tolle, "Power of now"
Meglio vivere ovunque e sempre ;)
Di base molto interessante come avvio per un'argomentazione più ampia. Non sono molto d'accordo con la scissione tra spiritualità e psicologia. Sono due macroaree molto più dialoganti di quanto si pensi. Non possiamo fare a meno delle connessioni soprattutto quando parliamo di un tema (quello spirituale) che non ha confini e non è facilmente inquadrabile all'interno di confini... Spiritualizzare la materia, elevarla in un certo qual modo, ha un impatto sul mondo ordinario. Eccome se ce l'ha...
Si vede che non hai mai sperimentato la meditazione (qui e ora, dappertutto e sempre) solo allora comprenderesti ciò che solo mentalmente, ed in modo confuso, stai cercando di capire.
caro Lenzi può essere..
la mia era una provocazione...
buon cammino😉😀
Il "ricordo di sé"
Condivido pienamente. Il consiglio del qui e ora è funzionale solo al riportare L concentrazione sul momento. Ma la spiritualità come dice lei ci permette di apprezzare le cose da mille e più sfaccettature. Il problema del vivere moderno è capire perché la nostra spiritualità ci riporta sempre più facilmente a vedere gli aspetti da un punto di vista negativo che positivo. Io sono sempre più convinto che la spiritualità sia un concetto non individuale ma comune e solo con lo sforzo di molti può essere armonizzata.
Complimenti per i suoi interventi.
Per pensare al futuro bisogna avere idee,immaginazione,fantasia e anche soldi.Quindi bisogna avere un cervello che funzioni a mille.Io al massimo riesco ad organizzarmi la cena.Oltre non vado.
la famigerata " presenza" è la stessa cosa del qui e ora?
È la filosofia del dubbio!
Bella domanda
bella interpretazione... spirituale.....
Mi spiace, ma non hai spiegato veramente il qui è ora , hai sempre filosofeggiato e basta, citando anche la spiritualità, manca sempre l'esperienza. Brava studiosa, ma non conosci veramente neanche Socrate!!!!!
Il qui e ora restringe il campo se cerchi di forzarti nel qui ed ora: "devo bere un caffè e basta!". È ovvio che così si restringe il campo, ma solo perché l'esercizio lo stai facendo male, non accettando i disturbi che ci sono e non ponendoti dal punto di vista di un osservatore, ma di un tiranno.
Andrebbe secondo me approcciata non come una costrizione, neanche come un esercizio, ma come una cosa che viene da se dal momento che ho capito e condiviso quella mentalità. Solo dopo, se ne sento davvero la necessità e se ho capito che mi serve, mi verrà in automatico.
Credo che non abbia senso parlare di un esercizio di consapevolezza se prima non si ha consapevolezza dell'esercizio stesso (mi riferisco ai praticanti).
Ovviamente ormai è tutto trasformato in culto.... Quindi non viene compreso ma solo praticato nella fede di un risultato promesso da un "maestro", il quale dovrebbe invece solo consigliare e dare degli spunti personali da poi personalizzare in un percorso personale di vita.
ciao maura,non credi che qualsiaSI REALIZZAZIONE SPIRITUALE SI POSSA FARE CON LA MENTE ,E SE NON CON LA MENTA CON COSA ?
È proprio la mente che t’impedisce di vivere nel qui e ora, la mente andrebbe usata come una sedia solo quando ne hai bisogno. la mente restringe il campo della consapevolezza
Cioè brava, ma quello che dici non è del tutto centrato. Il "qui e ora" è uno dei passi che per altro e totalmente contrario alla metà delle psicologie-psicoterapie che cercano di farti vivere nel passato e nelle riflessioni infinite. Spiegati un po' meglio. Credo che tu sia contraria a tutte quelle discipline di risveglio spirituale che dicono che la salute spirituale corrisponde a un benessere materiale. Bè posso capirti, ma al momento... sono tutte... non c'è un'alternativa, perché tutti si sono stufati di aspettare un'altra vita per essere felici.
concordo perfettamente, e per inciso Aurobindo da lei citato voleva far "discendere" la Shakti, l'energia creatrice , proprio NEL corpo, a differenza di tutte quelle pratiche ascetiche volte solo alla "fuga" nella trascendenza, ma l'evoluzione prevede che ciò che è fuori dal tempo modifichi ciò che è nel tempo. Lo Spirito si fa carne.
non procrastinare
immanenza è nietzschiano
dasein è un invito di Heidegger, essere attivi e personali nel mondo
alienare ad altri, procrastinare è Cristiano
Sto scrivendo fregnacce? Non ho capito il tema?
La Vita spirituale non è utile al mondo ordinario... In che senso? Cosa intende lei per "vita spirituale"?
Penso che con "mondo ordinario" intendesse la vita nel pensiero del mondo occidentale che coinvolge noi stessi occidentali, forse?
Ma perché banalizzi continuamente concetti spirituali cosi profondi. Mescoli i piani in una maniera assurda
non si può parlare di spiritualità in modo corretto solo se si è ragionato sui libri,si vede che non hai avuto esperienza di certi stati quindi non dovresti occupartene,l'unica cosa corretta del video e che nozioni spirituali hanno reso ancora più ipocrite certe persone,ma tu per il momento dovresti limitarti a linakare tolle o brizzi.
Leggiti eckart tolle
Non ha centrato la questione, troppo mentali le sue considerazioni
Mi dispiace, sei un pò confusa, si vede che non è la tua "materia"...quello di cui parli è il Bypass Spirituale...pratica, pratica, pratica se ti interessa dire qualche cosa di interessante sulla meditazione, che ovviamente non è filosofia....
Claudio Corbelli facebook.com/associazionetlon/videos/1123027077836720/
Buona visione!
infatti mi confermi ancora che non hai capito la cosa più importante! quello di cui parli te non è il Bypass Spirituale...è lasciare la vecchia identità (senso del se) e prendere una nuova identità illuminata egoica..che può essere fatto anche in maniera cosciente dai Guru per avere potere, controllo, ecc... Il bypass (dall'inglese = andare intorno senza attraversare) spirituale è un movimento più sottile, è andare intorno a quella che potrebbe essere l'ombra, in termini Jungiani, o più semplicemente le emozioni scomode ed usare il trascendere = quindi stare nel vuoto = shunyata nel Buddismo = to bliss out = per non affrontare i problemi. In psicologia potrebbe essere la negazione, il denial in Inglese.
Claudio Corbelli No. Siamo gli editori di Mariana Caplan, che ha scritto un libro molto interessante su questo argomento. Sul rivestimento spirituale puoi approfondire qui: facebook.com/associazionetlon/videos/1127410054065089/
John Welwood è colui che ha coniato il termine. E ha scritto: “Quando caschiamo nel ‘Bypass Spirituale’ usiamo la meta dell’illuminazione o liberazione per razionalizzare ciò che chiamo ‘trascendenza prematura’. Proviamo ad elevarci oltre il lato reale della nostra umanità prima di esserci confrontati veramente con essa, e averne fatto pace. Cerchiamo inoltre di usare la verità assoluta per squalificare le nostre necessità umane, le nostre difficoltà nei rapporti o il nostro scarso sviluppo. Credo che questo è una specie di pericolo proprio delle pratiche spirituali, posto che la spiritualità porta con sé l’idea di andare oltre la nostra condizione karmica attuale”.
si visto....boh fai un pò come ti pare, la faccia ce la metti te, comunque il mio insegnante di counselling diceva sempre : "se una persona ti dice una cosa può essere la sua proiezione, se 2 forse anche, tre magari...ma se son dieci che ti dicono tutti la stessa cosa forse inizia ad ascoltare.....PS: vedi tutti i comment sotto! buon lavoro!
Grande confusione! Troppo filosofa per comprendere il qui e ora, troppa mente che mente! Ti consiglierei una buona lettura di Osho, accantonando per un attimo la filosofia!
Il qui e ora nel cristianesimo cattolico ė quello che gurdjieff chiama terza forza, la banalità dell istante che irrompe come un imprevisto. Per questo l uomo fa fatica a risvegliarsi, riduce a quello che c è all apparenza il caffè, ma non si accorge che l impressione ė sempre nuova. Nel cristianesimo l istante ė sempre dato, donato come nuovo. Hai letto gurdijeff ma non hai mai fatto un esperienza. Continua a leggere.
il qui è adesso è una merda :)
....bla...bla...bla..
...bla...bla...bla..
... promossa..
la vita è molto più semplice e naturale di quello che si può pensare....
tutto il resto è filosofia....
bla...bla..bla...
si potrebbe andare avanti per ore
io invece spero che ti guardi bene allo specchio e cioè vedi che quel" bla bla bla" che hai detto lo hai detto a te! non lo sapevi? buon cammino
spiegava molto bene e, mi sia permesso, anche in modo un pò più simpatico, de crescenzo in "così parlò bellavista"........ma alle belle donne si perdona tutto