Ho sentito cantare in due modi: di maschera e di "affondo" così detto perché si emette il suono spingendo verso il basso la laringe e, al tempo stesso, si spinge in fuori la zona ventrale. Il pover'uomo già si spaccava nel la bemolle....Chissà perché non si segue l'emissione naturale (attenzione, non spontanea ma sempre naturale) attraverso l'aria che esce dai condotti aerei e, con essa, il suono. In definitiva, utilizzando la posizione base dello sbadiglio, con la quale, appunto, la voce è emessa correttamente ed acquista le giuste risonanze superiori naturali, senza bisogno di invenzioni stravaganti. Provare per credere ed è semplicissimo cantare. Avere una voce cantabile, però, è un'altra cosa ma ognuno può far risuonare musicalmente la propria voce, col suo timbro personale che non sempre è armonico e armonioso. Comunque si può evitare di strillare come un cappone sgozzato o abbaiare come un cane o muggire come un bue.... Importantissimo è NON imitare qualcuno, soprattutto chi già in qualche maniera canta. In conclusione, provate ad emettere il suono delle cinque vocali nella posizione iniziale dello sbadiglio (sbadigliate e mantenete la posizione cantando una nota con le quattro vocali nell'ordine: "a; o; u; e; i" tenendo l'ultima e smorzandola. Alzate di un semitono alla volta fin dove arrivate, raccogliendo progressivamente la pronuncia della vocale ma senza esagerare (la "a" rimane "a" anche se tende ad "o"). Vedrete che così sentirete la voce nella maschera del viso e nei seni frontali. Ricordatevi che sbadigliare non significa deformare la bocca ma solo socchiuderla quel tanto che basta. Un'ultima cosa, implicita comunque nell'emissione sullo sbadiglio: la fonazione NON deve mai avvenire con una contrazione e cioè: mai dire "ha" e neanche con un'aspirazione scorretta nella dizione della vocale che deve essere invece semplice e piana e proiettata verso le cavità superiori delle fosse sopraciliari frontali. Attenzione: è solo il mio parere personale, senza alcuna pretesa di verità.
Grazie per mantenere viva la vera fiamma del vero canto,. Lei e' un bravo tenore. Saluti.
😮
Ho sentito cantare in due modi: di maschera e di "affondo" così detto perché si emette il suono spingendo verso il basso la laringe e, al tempo stesso, si spinge in fuori la zona ventrale. Il pover'uomo già si spaccava nel la bemolle....Chissà perché non si segue l'emissione naturale (attenzione, non spontanea ma sempre naturale) attraverso l'aria che esce dai condotti aerei e, con essa, il suono. In definitiva, utilizzando la posizione base dello sbadiglio, con la quale, appunto, la voce è emessa correttamente ed acquista le giuste risonanze superiori naturali, senza bisogno di invenzioni stravaganti. Provare per credere ed è semplicissimo cantare. Avere una voce cantabile, però, è un'altra cosa ma ognuno può far risuonare musicalmente la propria voce, col suo timbro personale che non sempre è armonico e armonioso. Comunque si può evitare di strillare come un cappone sgozzato o abbaiare come un cane o muggire come un bue.... Importantissimo è NON imitare qualcuno, soprattutto chi già in qualche maniera canta. In conclusione, provate ad emettere il suono delle cinque vocali nella posizione iniziale dello sbadiglio (sbadigliate e mantenete la posizione cantando una nota con le quattro vocali nell'ordine: "a; o; u; e; i" tenendo l'ultima e smorzandola. Alzate di un semitono alla volta fin dove arrivate, raccogliendo progressivamente la pronuncia della vocale ma senza esagerare (la "a" rimane "a" anche se tende ad "o"). Vedrete che così sentirete la voce nella maschera del viso e nei seni frontali. Ricordatevi che sbadigliare non significa deformare la bocca ma solo socchiuderla quel tanto che basta. Un'ultima cosa, implicita comunque nell'emissione sullo sbadiglio: la fonazione NON deve mai avvenire con una contrazione e cioè: mai dire "ha" e neanche con un'aspirazione scorretta nella dizione della vocale che deve essere invece semplice e piana e proiettata verso le cavità superiori delle fosse sopraciliari frontali. Attenzione: è solo il mio parere personale, senza alcuna pretesa di verità.