Grazie Francesco, conosco personalmente David Donnini e ho i suoi libri 📚 ..riuscire a trovare questi interessantissimi video è un gran piacere.🥰❤❤❤💪💪💪👏👏👏🙏🙏🙏
di questi mitici vangeli giudeo-cristiani nessuno possiede gli originali, sono quasi degli pseudo-biblia e in ogni caso nessuno sa cosa dicevano, cosa dimostra inoltre che siano stati distrutti dalla chiesa e soprattutto a che scopo?
Per il monopolio culturale (e non solo) del cristianesimo dal quarto secolo in poi. Cancellare ogni traccia del gesuanesimo di stampo politco-messianico per abbracciare una vera e propria religione.
ancora la conferma che di tutti questi scritti dobbiamo "fare finta che" leggerli per eventuali ipotesi, ma comunque non considerarli delle basi per verità o certezze
Ammetto che ho una certa difficoltà a trovare un punto fermo di coerenza logica. Ho trovato una ricca letteratura che tenta di dimostrare con argomentazioni anche convincenti che il cristianesimo è fondamentalmente una invenzione di San Paolo. Poi ho trovato un altro filone che tenta di dimostrare con altrettanta estrema coerenza e dati incontrovertibili che San Paolo è un apostolo immaginario e non è mai esisistito. Sono veramente in difficolta ognuno delle due tesi sembrano suffragati da fatti abbastanza solidi ma è ovvio che una nega l'altra. O San Paolo ha inventato il cristianesimo o altrimenti, se non è esistito, non poteva essere un suo parto...però il cristianesimo esiste ..come la mettiamo ?. Bah ai posteri l'ardua sentenza ....
Gli illuminati hanno inventato Paolo che ha inventato il cristianesimo e Gesù. ahahahahaha Se Paolo avesse inventato il cristianesimo e Paolo fosse un invenzione allora chi ha inventato tutto quest è un genio pazzesco al quale voi dovete comunque baciare piedi perché neanche ci sareste a dire scemenze se foste in un bel paese con la shariah.
No. Semplicemente tra il 33 ed il 36 d.C. è stato messo a morte un partigiano antiromano di nome Yeshua (Giosuè/Gesù) per ordine del procuratore/prefetto Ponzio Pilato, in seguito (forse) alle accuse di una certa fetta della casta sacerdotale ebraica filoromana. Su questo messia davidico sconfitto si è creata un'interpretazione spiritualista, e completamente divergente con la comunità di origine (quella gerosolimitana), per mano di un ex-fariseo commerciante di tende di nome Saul (Paolo). Da qui è nato l'embrione di quello che poi verrà conosciuto come Cristianesimo. Nessun complotto, niente illuminati e niente massoneria. Solo storia del cristianesimo antico. E della più elementare, aggiungerei.
Francesco quello che presenta come storia non ha nessuna documentazione reale e completa, ma sono solo interpretazione a partire da spunti. Quello che si voleva farle capire è che si trovano teorie di tutti i tipi pur di screditare il cristianesimo, al punto da ottenere dei paradossi. Paoio inventa il cristianesimo, no Paolo non è mai esistito, quindi lo ha inventato Lucio Anneo Capatosta o Ippolito da Castellammare di Stabia. Ma vi rendete ridicoli. La prima cosa da lei riportata è il dato documentale reale, il resto sono interpretazioni dettate da ideologia sua e non dati. Vede il commerciante di tende che non aveva la LAURA, se avesse inventato i testi dei Vangeli, la loro complessa simbologia che a lei sfugge, sarebbe non un genio, ma un avatar. Siccome l'avatar è più probabile che per coerenza sia stato Gesù, a Paolo resta il ruolo di primo teologo. Ora siccome lei non crede al trascendente non solo non accetta Paolo che è un teologo, ma misconosce il simbolo di Cristo, che è evidentemente NON UMANO. Un povero venditore di tende inventa un testo i Vangeli, un simbolo universale che tratta cose universali, un Dio, e tutto questo per poter giustificare la sua ambizione di essere un teologo? Ma si rende conto della cazzata? Un teologo che scrive lettere ha inventato i Vangeli che sono completamente diversi per struttura e natura dalle lettere paoline, e lo fa, essendo un MERO UOMO, per godere qualche anno la segreta soddisfazione di aver preso per il culo le comunità cristiane, nascondendo loro di essere il vero autore del "capolavoro", e aspettando di morire di spada tanto per chiudere in bellezza e in coerenza l'opera. Capisce le contraddizioni o devo farle un disegno?
Il punto è questo: Paolo non era un "povero" venditore di tende. Produrre e vendere le tende che servivano per gli accampamenti per l'esercito romano era un lavoro estremamente redditizio; inoltre Paolo era una persone estremamente istruita: in quanto cittadino romano e commerciante aveva visitato praticamente tutte le città più importanti dell'allora mondo conosciuto, potendo conoscere viso a viso le più famose dottrine filosofiche ed esoteriche del tempo; e in quanto discepolo del rabbi fariseo Gamaliele era un profondo conoscitore della legge e del metodo di interpretazione farisaica. Paolo non era uno sprovveduto. Era uno che sapeva il fatto suo, ma che si è dovuto scontrare con un preciso contesto storico del tempo. In quanto cittadino del mondo e filoromano, la sua battaglia contro il movimento gesuano/gerosolimitano (così chiamato da tutti gli specialisti del settore: che siano laici o teologi) è stato inevitabile. Non potendo fronteggiare quel preciso movimento messianico con le armi (come aveva fatto per esempio con l'uccisione di Stefano, ebreo ellenista), allora ha deciso di combatterlo sul piano dottrinale tentando di screditarlo e spoliticizzarlo. Peccato che, come si evince dalle sue stesse letttere (Prima Tessalonicesi, le due Corinzi, Galati, Romani, Filippesi e Filemone), persino le comunità che lui stesso aveva fondato (Corinto per esempio) dubitavano fortemente di lui, in quanto i veri Apostoli che avevano conosciuto Gesù in vita professavano una dottrina differente (i famosi Arciapostoli dileggiati da Paolo); differente dal "vangelo" che Paolo affermava di non aver ricevuto da alcun uomo, ma dal Cristo della resurrezione in visione. E come scrive mons. Antonio Pitta (un teologo, uno dei massimi esperti di Paolo in Italia): "Risalta per l'esegesi di Paolo e della sua libera modalità di citare l'AT, secondo alcune finalità argomentative proprie per REINTERPRETARE qualsiasi passo delle Scritture. Dal vaglio delle citazioni dell'AT risalta la notevole DECONTESTUALIZZAZIONE. Di fatto non sembra che Paolo conferisca molta attenzione ai contesti originari dei passi citati, ma che si appropri, senza troppe reticenze, delle citazioni per inserirle in contesti NUOVI E PROPRI." (Paolo, la scrittura e la legge. Antiche e nuove prospettive. EDB, p.38). Ti ho citato un famoso teologo ed uno dei maggiori esperti di Paolo in Italia. Penso sia chiaro dalla citazione fatta che si parla chiaramente di un processo d'invenzione da parte di Paolo :) Saluti :)
Aggiungo un'ultima cosa: i Vangeli prendono spunto dalla tradizione paolina, ma sono documenti la cui stratificazione è varia e le cui fonti multiple sono a volte indipendenti fra loro. Paolo ha dato il via ad un processo di interpretazione ed un movimento conosciuto come "Cristianesimo"; e questo lungo processo di interpretazione ha dato vita a varie correnti nell'arco dei primi tre secoli (tant'è che sono esistiti almeno una trentina di cristianesimi differenti, prima che ne venisse scelto uno ed ufficializzato con il Concilio di Nicea del 325).
anzi, ci sono tre Gesu nella Bibbia ... il Gesu Messia e attivista politico ... il Gesu guru e maestro spirituale ... il terzo Gesu e quello astroteologico e simbolico, o quello dei miracoli, della morte per tre giorni e della resurrezione ...
ho visionato tanti video del sig.David.Trovo che non ha ancora idee ben chiare su Saul di Tarso,in certi filmati afferma un fatto ed in altri filmati lo cita come buono, trovo in sig. David confusione di storie o fatti.speriamo che trovi la Verita"
Giuseppe Flavio non tratta solo di Gesù e di Giacomo ('fratello' di Gesù), ma anche del martirio di Giovanni Battista... E si tratta di evidenti rimandi alla vita di Gesù... Riguardo alla verginità di Maria, ricordiamoci che se Paolo non è esplicito, lo è il suo più fedele seguace: LUCA l'Evangelista...
Paolo è chiaro: Gesù è nato da donna secondo la legge. Non accenna in nessun modo a nascite miracolose o verginali. Luca l'evangelista (sempre se è il Luca che TRADIZIONALMENTE corrisponde al Luca discepolo di Paolo) scrive circa 30 anni dopo in cui Paolo dà quell'unica nota biografica di Gesù; e quando l'interpretazione spirituale su quest'ultimo è già molto maturata.
Ti ricordo che il LUCA EVANGELISTA è lo stesso autore degli ATTI DEGLI APOSTOLI. Negli atti c'è un momento preciso (se ben ricordo quando Paolo passa in Grecia) che il verbo diventa al plurale... Ovvero LUCA (EVANGELISTA) si è unito a Paolo e quindi il soggetto del racconto passa al plurale... Il NATO DA DONNA (l'unico riferimento a Maria da parte di San Paolo, nella lettera ai Galati) è secondo alcuni studiosi una vera e propria bestemmia per gli ebrei. Ti riporto un breve estratto da un articolo di Fausto Ferrari. LA DONNA E LA LEGGE Il ventre della donna è la tenda della nuova umanità perché è la grotta del natale di Dio. Non si è uomini senza una donna e non c'è Dio incarnato senza la donna: «Fatto da donna»! il Concilio di Efeso (431) ne ebbe tanta consapevolezza che i 200 padri presenti proclamarono all'unanimità Maria, la donna, Tbeotòkos/Madre di Dio. Solo Dante riesce a esprimerne la profondità, ma anche lui deve ricorrere ad altri 3 ossimori stridenti e per questo sono poesia pura: «Vergine-Madre, figlia-del-tuo-figlio, umile-ed-alta più che creatura» (Par. XXXIV, 1-2). San Paolo ha coscienza di quello che afferma, perché l'espressione «fatto da donna» è una bestemmia di fronte alla religione giudaica, un obbrobrio per la filosofia greca! Dio l'Onnipotente, il Creatore, il Liberatore, il Salvatore, il Padre d'Israele che si accorcia così tanto fino a diventare sarx/carne di fragilità nell'impuro ventre di una donna. L’ebreo maschio, infatti, ogni mattina prega: «Benedetto sei tu, Signore nostro Dio e re dell'universo, che non mi hai fatto nascere pagano/idolatra... che non mi hai fatto nascere schiavo... che non mi hai fatto nascere donna» (Ufficio del mattino, Barùk). Essere donna, secondo la legge e la tradizione è paragonabile all'idolatria e al paganesimo, cioè all'essere spregevole davanti a Dio. Per questo la donna, consapevole della sua condizione di emarginazione e non riponendo alcuna fiducia nell'uomo, perché disprezzata anche da coloro che l'amano, a differenza dell'arroganza dell'uomo, si abbandona totalmente alla volontà del Signore, senza pretendere di averne spiegazione. Anche lei infatti ogni mattina prega come il suo uomo, ma con una piccola variante: «Benedetto sei tu, Signore... che non mi hai fatto pagana/idolatra. ..schiava... e mi hai fatto nascere secondo la tua volontà». Nella donna si compie la Legge, perché la volontà dell'Onnipotente si assume la forma del ventre di una donna: «Ecco, vengo! Nel rotolo del libro sta scritto per me di fare la tua volontà. Sì, mio Dio, lo voglio: la tua Toràh/Legge (è/sta) in mezzo alle mie viscere» (Sal 40/39,8-9). Insomma, in tre semplici (all'apparenza per noi moderni anche in qualche modo SUPERFICIALI) parole, PAOLO ha in realtà condensato il MISTERO DI MARIA...
Vorrei anche io ricordarti che Vangelo di Luca e Atti sono stati scritti, lo ripeto, circa trent'anni dopo in cui Paolo scriveva. Il fatto che poi si sia passati ad un plurale durante la narrazione non significa assolutamente nulla. Gli Atti degli Apostoli sono un tentativo da parte di un discepolo di Paolo di far credere che non vi fosse nulla di insanabile fra la comunità gerosolimitana (capeggiata da Giacomo, fratello di Gesù) e i paolinisti (la scuola di Paolo). Peccato che siano le stesse lettere paoline (quelle accademicamente riconosciute da laici e teologi: Prima Tessalonicesi, le due di Corinzi, Galati, Romani, Filippesi e Filemone) a contraddire la descrizione irenica che ci viene dipinta negli Atti degli Apostoli. Su quel "nato da donna secondo la legge", il sig. Fausto Ferrari compie un lavoro di interpretazione teologica che è avulsa dal contesto storico di riferimento. Rispetto lo stralcio dell'articolo che mi hai postato, ma non fa parte della sfera dell'indagine storica a cui mi rifaccio :)
A dire il vero negli Atti degli Apostoli emergono tutti i contrasti interni al cristianesimo che si manifestano poi anche nelle lettere paoline. Si legge dei contrasti tra cristianesimo dei GIUDEI e cristianesimo dei PAGANI, dell'evangelista Marco che si allontana da Paolo, per poi riavvicinarsi dopo anni, dei contrasti tra San Pietro e San Paolo, dello sviluppo DOPO ANNI dalla conversione paolina del cristianesimo tra ciprioti, abitanti dell'Anatolia, della Grecia e di Roma, del 'primo concilio' di Gerusalemme, dell'evidenza in San Pietro della necessità di diffondere il cristianesimo anche tra i pagani, ecc. ecc. Semplicemente le lettere paoline mettono a fuoco una per una dei precisi momenti della storia cristiana in quelle terre, con precisi interventi di San Paolo contro le discordie interne (con tanto di allontanamento dei discepoli 'ribelli'), contro dei cristiani che sviluppano uno 'pre-gnosticismo' e che producono un proprio 'vangelo', contro chi si dice cristiano, ma non segue la sana dottrina e la morale cristiana. Del resto perché un 'commerciante di tende' avrebbe dovuto inventarsi tutto il cristianesimo, per essere continuamente attaccato dai propri connazionali, per essere allontanato a sassate dalle sinagoghe, per essere continuamente messo a morte dai 'giudei', per condurre poi una vita ascetica di stenti, senza accettare compensi dai propri fedeli, senza sesso e donne, continuando a lavorare per mantenersi e venendo continuamente imprigionato nei propri viaggi per le continue opposizioni riscontrate? Già ho sentito Biglino descrivere gli apostoli di Gerusalemme come dei veri e propri 'mafiosi' che uccidono i cristiani che non consegnano loro i propri beni, ma ora? Si fanno passare i noti contrasti tra le varie iniziali comunità cristiane per delle faide familiari tra clan mafiosi? Un po' come quelle voci messe in giro dagli ebrei fin dall'Antichità per cui San Paolo avrebbe fatto uccidere San Giacomo a Gerusalemme?? Come se San Paolo avesse predicato bene e poi razzolato male? Come se San Paolo avesse condotto sempre una vita agiata in qualche villa californiana senza interessarsi dei confratelli di Gerusalemme? Eppure uno dei suoi assilli nelle Lettere è quello di farsi carico della necessità di aiuto della comunità poverissima di Gerusalemme, organizzando collette presso le varie comunità sparse nel Mediterraneo...
Mi spiace deluderti, ma non è così. Gli Atti non hanno potuto mascherare fino in fondo il profondo dissenso che viene descritto nelle lettere, di come Paolo definiva gli "arciapostoli" (li considerava addirittura dei falsi nella Lettera ai Filippesi), e come secondo lui solo il suo Vangelo derivante dal Cristo risorto fosse il vero, al contrario di quello che veniva professato dalla comunità gerosolimitana. Le collette erano obbligatorie se voleva TENTARE di far parte di quella comunità che dal 50 in poi (dalle lettere pervenuteci) ha iniziato a disprezzare profondamente, tanto da inimicarsela (definendo la Legge e la circoncisione superate). Non ti consiglio il mio libro, ma gli studi per esempio del dott. Mauro Pesce o di Mons. Antonio Pitta "Paolo, la scrittura e la legge", dove viene descritto in maniera molto chiara tale dissenso. Buona giornata :)
comunque credere o non credere YAHSHUA IL CRISTO FA ANCORA PARLARE DI SE quindi CÉ del vero IN LUI - peró !!! cercare non fa male arrivare alla veritá non veritá. POICHE tutto ció che si fa nella vita, o nella carne! deve perforza venire da una Coscienza NON VISTA IN SE STESSI peró vivi.
Grazie Francesco, conosco personalmente David Donnini e ho i suoi libri 📚 ..riuscire a trovare questi interessantissimi video è un gran piacere.🥰❤❤❤💪💪💪👏👏👏🙏🙏🙏
David e’ un gran divulgatore, e’ sempre un piacere ascoltarlo
Lavoro interessante , sono teorie come tante altre ma migliori di quelle spacciate dalla religione cattolica. Grazie per il vostro impegno !
È sempre un piacere ascoltare David Donnini
rosanna puliss Z.
Secondo te dice la verità
Interressante Grazie
di questi mitici vangeli giudeo-cristiani nessuno possiede gli originali, sono quasi degli pseudo-biblia e in ogni caso nessuno sa cosa dicevano, cosa dimostra inoltre che siano stati distrutti dalla chiesa e soprattutto a che scopo?
Per il monopolio culturale (e non solo) del cristianesimo dal quarto secolo in poi. Cancellare ogni traccia del gesuanesimo di stampo politco-messianico per abbracciare una vera e propria religione.
Grandissimo David!
ancora la conferma che di tutti questi scritti dobbiamo "fare finta che" leggerli per eventuali ipotesi, ma comunque non considerarli delle basi per verità o certezze
Condivido :)
Potrebbe essere collegato alla figura di. Maria nel vangelo di Giovanni, ( trasformazione dell'acqua in vino)
Qualcuno sa come si intitola il libro di Francesco Esposito?
Ecco a te: unoeditori.com/saggistica-e-storia/574-il-cristianesimo-un-invenzione-di-san-paolo.html
Grazie in anticipo per il supporto ;)
Ci vorrebbe un Donnini anche per il corano
Ammetto che ho una certa difficoltà a trovare un punto fermo di coerenza logica. Ho trovato una ricca letteratura che tenta di dimostrare con argomentazioni anche convincenti che il cristianesimo è fondamentalmente una invenzione di San Paolo. Poi ho trovato un altro filone che tenta di dimostrare con altrettanta estrema coerenza e dati incontrovertibili che San Paolo è un apostolo immaginario e non è mai esisistito. Sono veramente in difficolta ognuno delle due tesi sembrano suffragati da fatti abbastanza solidi ma è ovvio che una nega l'altra. O San Paolo ha inventato il cristianesimo o altrimenti, se non è esistito, non poteva essere un suo parto...però il cristianesimo esiste ..come la mettiamo ?. Bah ai posteri l'ardua sentenza ....
Gli illuminati hanno inventato Paolo che ha inventato il cristianesimo e Gesù. ahahahahaha Se Paolo avesse inventato il cristianesimo e Paolo fosse un invenzione allora chi ha inventato tutto quest è un genio pazzesco al quale voi dovete comunque baciare piedi perché neanche ci sareste a dire scemenze se foste in un bel paese con la shariah.
No. Semplicemente tra il 33 ed il 36 d.C. è stato messo a morte un partigiano antiromano di nome Yeshua (Giosuè/Gesù) per ordine del procuratore/prefetto Ponzio Pilato, in seguito (forse) alle accuse di una certa fetta della casta sacerdotale ebraica filoromana.
Su questo messia davidico sconfitto si è creata un'interpretazione spiritualista, e completamente divergente con la comunità di origine (quella gerosolimitana), per mano di un ex-fariseo commerciante di tende di nome Saul (Paolo). Da qui è nato l'embrione di quello che poi verrà conosciuto come Cristianesimo.
Nessun complotto, niente illuminati e niente massoneria. Solo storia del cristianesimo antico. E della più elementare, aggiungerei.
Francesco quello che presenta come storia non ha nessuna documentazione reale e completa, ma sono solo interpretazione a partire da spunti. Quello che si voleva farle capire è che si trovano teorie di tutti i tipi pur di screditare il cristianesimo, al punto da ottenere dei paradossi. Paoio inventa il cristianesimo, no Paolo non è mai esistito, quindi lo ha inventato Lucio Anneo Capatosta o Ippolito da Castellammare di Stabia. Ma vi rendete ridicoli.
La prima cosa da lei riportata è il dato documentale reale, il resto sono interpretazioni dettate da ideologia sua e non dati. Vede il commerciante di tende che non aveva la LAURA, se avesse inventato i testi dei Vangeli, la loro complessa simbologia che a lei sfugge, sarebbe non un genio, ma un avatar. Siccome l'avatar è più probabile che per coerenza sia stato Gesù, a Paolo resta il ruolo di primo teologo. Ora siccome lei non crede al trascendente non solo non accetta Paolo che è un teologo, ma misconosce il simbolo di Cristo, che è evidentemente NON UMANO. Un povero venditore di tende inventa un testo i Vangeli, un simbolo universale che tratta cose universali, un Dio, e tutto questo per poter giustificare la sua ambizione di essere un teologo? Ma si rende conto della cazzata? Un teologo che scrive lettere ha inventato i Vangeli che sono completamente diversi per struttura e natura dalle lettere paoline, e lo fa, essendo un MERO UOMO, per godere qualche anno la segreta soddisfazione di aver preso per il culo le comunità cristiane, nascondendo loro di essere il vero autore del "capolavoro", e aspettando di morire di spada tanto per chiudere in bellezza e in coerenza l'opera. Capisce le contraddizioni o devo farle un disegno?
Il punto è questo: Paolo non era un "povero" venditore di tende. Produrre e vendere le tende che servivano per gli accampamenti per l'esercito romano era un lavoro estremamente redditizio; inoltre Paolo era una persone estremamente istruita: in quanto cittadino romano e commerciante aveva visitato praticamente tutte le città più importanti dell'allora mondo conosciuto, potendo conoscere viso a viso le più famose dottrine filosofiche ed esoteriche del tempo; e in quanto discepolo del rabbi fariseo Gamaliele era un profondo conoscitore della legge e del metodo di interpretazione farisaica.
Paolo non era uno sprovveduto. Era uno che sapeva il fatto suo, ma che si è dovuto scontrare con un preciso contesto storico del tempo. In quanto cittadino del mondo e filoromano, la sua battaglia contro il movimento gesuano/gerosolimitano (così chiamato da tutti gli specialisti del settore: che siano laici o teologi) è stato inevitabile. Non potendo fronteggiare quel preciso movimento messianico con le armi (come aveva fatto per esempio con l'uccisione di Stefano, ebreo ellenista), allora ha deciso di combatterlo sul piano dottrinale tentando di screditarlo e spoliticizzarlo. Peccato che, come si evince dalle sue stesse letttere (Prima Tessalonicesi, le due Corinzi, Galati, Romani, Filippesi e Filemone), persino le comunità che lui stesso aveva fondato (Corinto per esempio) dubitavano fortemente di lui, in quanto i veri Apostoli che avevano conosciuto Gesù in vita professavano una dottrina differente (i famosi Arciapostoli dileggiati da Paolo); differente dal "vangelo" che Paolo affermava di non aver ricevuto da alcun uomo, ma dal Cristo della resurrezione in visione.
E come scrive mons. Antonio Pitta (un teologo, uno dei massimi esperti di Paolo in Italia): "Risalta per l'esegesi di Paolo e della sua libera modalità di citare l'AT, secondo alcune finalità argomentative proprie per REINTERPRETARE qualsiasi passo delle Scritture. Dal vaglio delle citazioni dell'AT risalta la notevole DECONTESTUALIZZAZIONE. Di fatto non sembra che Paolo conferisca molta attenzione ai contesti originari dei passi citati, ma che si appropri, senza troppe reticenze, delle citazioni per inserirle in contesti NUOVI E PROPRI." (Paolo, la scrittura e la legge. Antiche e nuove prospettive. EDB, p.38).
Ti ho citato un famoso teologo ed uno dei maggiori esperti di Paolo in Italia. Penso sia chiaro dalla citazione fatta che si parla chiaramente di un processo d'invenzione da parte di Paolo :)
Saluti :)
Aggiungo un'ultima cosa: i Vangeli prendono spunto dalla tradizione paolina, ma sono documenti la cui stratificazione è varia e le cui fonti multiple sono a volte indipendenti fra loro. Paolo ha dato il via ad un processo di interpretazione ed un movimento conosciuto come "Cristianesimo"; e questo lungo processo di interpretazione ha dato vita a varie correnti nell'arco dei primi tre secoli (tant'è che sono esistiti almeno una trentina di cristianesimi differenti, prima che ne venisse scelto uno ed ufficializzato con il Concilio di Nicea del 325).
anzi, ci sono tre Gesu nella Bibbia ... il Gesu Messia e attivista politico ... il Gesu guru e maestro spirituale ... il terzo Gesu e quello astroteologico e simbolico, o quello dei miracoli, della morte per tre giorni e della resurrezione ...
ho visionato tanti video del sig.David.Trovo che non ha ancora idee ben chiare su Saul di Tarso,in certi filmati afferma un fatto ed in altri filmati lo cita come buono, trovo in sig. David confusione di storie o fatti.speriamo che trovi la Verita"
Giuseppe Flavio non tratta solo di Gesù e di Giacomo ('fratello' di Gesù), ma anche del martirio di Giovanni Battista... E si tratta di evidenti rimandi alla vita di Gesù...
Riguardo alla verginità di Maria, ricordiamoci che se Paolo non è esplicito, lo è il suo più fedele seguace: LUCA l'Evangelista...
Paolo è chiaro: Gesù è nato da donna secondo la legge. Non accenna in nessun modo a nascite miracolose o verginali.
Luca l'evangelista (sempre se è il Luca che TRADIZIONALMENTE corrisponde al Luca discepolo di Paolo) scrive circa 30 anni dopo in cui Paolo dà quell'unica nota biografica di Gesù; e quando l'interpretazione spirituale su quest'ultimo è già molto maturata.
Ti ricordo che il LUCA EVANGELISTA è lo stesso autore degli ATTI DEGLI APOSTOLI. Negli atti c'è un momento preciso (se ben ricordo quando Paolo passa in Grecia) che il verbo diventa al plurale... Ovvero LUCA (EVANGELISTA) si è unito a Paolo e quindi il soggetto del racconto passa al plurale...
Il NATO DA DONNA (l'unico riferimento a Maria da parte di San Paolo, nella lettera ai Galati) è secondo alcuni studiosi una vera e propria bestemmia per gli ebrei. Ti riporto un breve estratto da un articolo di Fausto Ferrari.
LA DONNA E LA LEGGE
Il ventre della donna è la tenda della nuova umanità perché è la grotta del natale di Dio. Non si è uomini senza una donna e non c'è Dio incarnato senza la donna: «Fatto da donna»! il Concilio di Efeso (431) ne ebbe tanta consapevolezza che i 200 padri presenti proclamarono all'unanimità Maria, la donna, Tbeotòkos/Madre di Dio. Solo Dante riesce a esprimerne la profondità, ma anche lui deve ricorrere ad altri 3 ossimori stridenti e per questo sono poesia pura: «Vergine-Madre, figlia-del-tuo-figlio, umile-ed-alta più che creatura» (Par. XXXIV, 1-2). San Paolo ha coscienza di quello che afferma, perché l'espressione «fatto da donna» è una bestemmia di fronte alla religione giudaica, un obbrobrio per la filosofia greca! Dio l'Onnipotente, il Creatore, il Liberatore, il Salvatore, il Padre d'Israele che si accorcia così tanto fino a diventare sarx/carne di fragilità nell'impuro ventre di una donna.
L’ebreo maschio, infatti, ogni mattina prega: «Benedetto sei tu, Signore nostro Dio e re dell'universo, che non mi hai fatto nascere pagano/idolatra... che non mi hai fatto nascere schiavo... che non mi hai fatto nascere donna» (Ufficio del mattino, Barùk). Essere donna, secondo la legge e la tradizione è paragonabile all'idolatria e al paganesimo, cioè all'essere spregevole davanti a Dio.
Per questo la donna, consapevole della sua condizione di emarginazione e non riponendo alcuna fiducia nell'uomo, perché disprezzata anche da coloro che l'amano, a differenza dell'arroganza dell'uomo, si abbandona totalmente alla volontà del Signore, senza pretendere di averne spiegazione. Anche lei infatti ogni mattina prega come il suo uomo, ma con una piccola variante: «Benedetto sei tu, Signore... che non mi hai fatto pagana/idolatra. ..schiava... e mi hai fatto nascere secondo la tua volontà».
Nella donna si compie la Legge, perché la volontà dell'Onnipotente si assume la forma del ventre di una donna: «Ecco, vengo! Nel rotolo del libro sta scritto per me di fare la tua volontà. Sì, mio Dio, lo voglio: la tua Toràh/Legge (è/sta) in mezzo alle mie viscere» (Sal 40/39,8-9).
Insomma, in tre semplici (all'apparenza per noi moderni anche in qualche modo SUPERFICIALI) parole, PAOLO ha in realtà condensato il MISTERO DI MARIA...
Vorrei anche io ricordarti che Vangelo di Luca e Atti sono stati scritti, lo ripeto, circa trent'anni dopo in cui Paolo scriveva. Il fatto che poi si sia passati ad un plurale durante la narrazione non significa assolutamente nulla. Gli Atti degli Apostoli sono un tentativo da parte di un discepolo di Paolo di far credere che non vi fosse nulla di insanabile fra la comunità gerosolimitana (capeggiata da Giacomo, fratello di Gesù) e i paolinisti (la scuola di Paolo).
Peccato che siano le stesse lettere paoline (quelle accademicamente riconosciute da laici e teologi: Prima Tessalonicesi, le due di Corinzi, Galati, Romani, Filippesi e Filemone) a contraddire la descrizione irenica che ci viene dipinta negli Atti degli Apostoli.
Su quel "nato da donna secondo la legge", il sig. Fausto Ferrari compie un lavoro di interpretazione teologica che è avulsa dal contesto storico di riferimento. Rispetto lo stralcio dell'articolo che mi hai postato, ma non fa parte della sfera dell'indagine storica a cui mi rifaccio :)
A dire il vero negli Atti degli Apostoli emergono tutti i contrasti interni al cristianesimo che si manifestano poi anche nelle lettere paoline. Si legge dei contrasti tra cristianesimo dei GIUDEI e cristianesimo dei PAGANI, dell'evangelista Marco che si allontana da Paolo, per poi riavvicinarsi dopo anni, dei contrasti tra San Pietro e San Paolo, dello sviluppo DOPO ANNI dalla conversione paolina del cristianesimo tra ciprioti, abitanti dell'Anatolia, della Grecia e di Roma, del 'primo concilio' di Gerusalemme, dell'evidenza in San Pietro della necessità di diffondere il cristianesimo anche tra i pagani, ecc. ecc.
Semplicemente le lettere paoline mettono a fuoco una per una dei precisi momenti della storia cristiana in quelle terre, con precisi interventi di San Paolo contro le discordie interne (con tanto di allontanamento dei discepoli 'ribelli'), contro dei cristiani che sviluppano uno 'pre-gnosticismo' e che producono un proprio 'vangelo', contro chi si dice cristiano, ma non segue la sana dottrina e la morale cristiana.
Del resto perché un 'commerciante di tende' avrebbe dovuto inventarsi tutto il cristianesimo, per essere continuamente attaccato dai propri connazionali, per essere allontanato a sassate dalle sinagoghe, per essere continuamente messo a morte dai 'giudei', per condurre poi una vita ascetica di stenti, senza accettare compensi dai propri fedeli, senza sesso e donne, continuando a lavorare per mantenersi e venendo continuamente imprigionato nei propri viaggi per le continue opposizioni riscontrate?
Già ho sentito Biglino descrivere gli apostoli di Gerusalemme come dei veri e propri 'mafiosi' che uccidono i cristiani che non consegnano loro i propri beni, ma ora? Si fanno passare i noti contrasti tra le varie iniziali comunità cristiane per delle faide familiari tra clan mafiosi? Un po' come quelle voci messe in giro dagli ebrei fin dall'Antichità per cui San Paolo avrebbe fatto uccidere San Giacomo a Gerusalemme?? Come se San Paolo avesse predicato bene e poi razzolato male? Come se San Paolo avesse condotto sempre una vita agiata in qualche villa californiana senza interessarsi dei confratelli di Gerusalemme? Eppure uno dei suoi assilli nelle Lettere è quello di farsi carico della necessità di aiuto della comunità poverissima di Gerusalemme, organizzando collette presso le varie comunità sparse nel Mediterraneo...
Mi spiace deluderti, ma non è così. Gli Atti non hanno potuto mascherare fino in fondo il profondo dissenso che viene descritto nelle lettere, di come Paolo definiva gli "arciapostoli" (li considerava addirittura dei falsi nella Lettera ai Filippesi), e come secondo lui solo il suo Vangelo derivante dal Cristo risorto fosse il vero, al contrario di quello che veniva professato dalla comunità gerosolimitana.
Le collette erano obbligatorie se voleva TENTARE di far parte di quella comunità che dal 50 in poi (dalle lettere pervenuteci) ha iniziato a disprezzare profondamente, tanto da inimicarsela (definendo la Legge e la circoncisione superate). Non ti consiglio il mio libro, ma gli studi per esempio del dott. Mauro Pesce o di Mons. Antonio Pitta "Paolo, la scrittura e la legge", dove viene descritto in maniera molto chiara tale dissenso.
Buona giornata :)
comunque
credere o non credere
YAHSHUA IL CRISTO
FA ANCORA PARLARE DI SE
quindi CÉ del vero IN LUI
-
peró !!!
cercare non fa male arrivare alla veritá non veritá.
POICHE
tutto ció che si fa nella vita, o nella carne!
deve perforza venire da una Coscienza
NON VISTA
IN SE STESSI
peró vivi.
Ccc🤪🤩😜🤪