Ricchi a tutti i costi

แชร์
ฝัง
  • เผยแพร่เมื่อ 30 ก.ย. 2024
  • Come porsi difronte a Ricchi a tutti i costi, film scritto e diretto da Giovanni Bognetti, visibile dal 4 giugno solo su Netflix? Con quali strumenti cimentarsi in un’analisi critica, data la confezione dichiaratamente televisiva di quella che per nessun motivo potremmo più chiamare “pellicola”? Un prodotto sufficientemente anodino per essere considerato “da esportazione”, essendo del resto stato precedentemente “importato” dalla commedia francese, Mes très chers enfants, di cui questo film è il sequel del remake (Natale a tutti i costi, diretto dallo stesso Bognetti due anni fa con più o meno lo stesso cast). Perfetto insomma per essere fruito da uno spettatore qualunque degli ormai (dopo la fulminante satira abbozzata da Nanni Moretti ne Il sol dell’avvenire) celeberrimi 190 paesi che è in grado di raggiungere Netflix.
    Un cinema (lo si dice per convenzione, giacché qui siamo oramai dentro una vicenda del tutto televisiva) che non ha nemmeno più troppo da spartire con la tradizione nazionalpopolare della Commedia all’italiana: eredita semmai qualche stilema di quella filiazione vagamente degenere che furono i “cinepanettoni”, a partire dal protagonista maschile, Christian De Sica; il quale sciorina qui il suo solito umorismo grassoccio a base di turpiloquio gratuito che gli ha tuttavia consentito di toccare numeri inauditi (ha vinto ben 32 Biglietti d’oro!) e di ricevere l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito dalle mani del presidente della Repubblica. Sebbene l’età e certe esperienze recenti (I limoni d’inverno e Un altro ferragosto di Paolo Virzì) sembrerebbero avergli conferito una levità che ai tempi dei “cinepanettoni” gli era ignota, un understatement che lo aiuta a recitare in sottrazione.
    Una commedia dal sapore più apolide che cosmopolita, che potrebbe essere ambientata ovunque, principalmente dentro il contesto semantico del mainstream hollywoodiano, di cui mutua una certa superficialità di sguardo unita alla convenzionalità di approccio ai temi che affronta. Anche i rispettivi registri comici dei due mattatori, il suddetto De Sica (che alterna una postura nobilmente tronfia e solenne, che cita papà Vittorio; seguita dalla imminente sua negazione, legata alle pratiche basse del turpiloquio), e Angela Finocchiaro (che insiste sulla perfida corrosività di una certa comicità dell’assurdo tutta milanese) sembrano al principio sparare a salve, come se le loro gag avessero le micce bagnate. #movie #tv #film #cinema #intrattenimento #famiglia #perte #viaggiare

ความคิดเห็น •