Da ex studente del classico e ora docente di chimica in UK, sono d'accordo su tutta la linea. Il modello di scuola descritto da Michele è esattamente quello britannico, che ha il grande vantaggio di fare scegliere più tardi ai ragazzi il loro percorso. Cultura classica per le elite è solo una forma di self-selection, dura a morire.
Sarebbe interessante capire modelli virtuosi invece solo di criticare il modello italiano … per esempio quello inglese che la maggior parte delle persone conosce solo superficialmente
@@Vinnydel Starei molto lontano dal modello inglese. Ti allenano a superare un esame perché ti servono i punteggi alti per essere ammesso alle Università prestigiose. Si tratta di puro e semplice "training for the test". Ma di ragionamento ce n'è molto poco. Se ne ricavano studenti che hanno della Matematica e della Fisica un'idea totalmente sbagliata. In pratica, imparano a leggere l'esercizio, capire quali formule applicare, mettere dentro i numeri e rispondere. Naturalmente facendo presto. Senza ovviamente aver capito nulla della Fisica e della Matematica che ci sono dietro. E avendo interiorizzato che presto è bene, mentre la comprensione dei concetti richiede, al contrario, tempo e pazienza. Ottengono così studenti che calcolano un integrale per risolvere un esercizio, ma non sanno che cosa è un integrale. Oppure che sanno calcolare derivate complicate, ma se chiedi che cosa è il differenziale vedono le streghe. O usano la derivata seconda per classificare un punto stzionario, ma non sanno dirti perché il metodo funziona.
@@DaveJ6515ma perché con il modello italiano lo imparano cosa c’è dietro un integrale o una formula di fisica? Perché secondo me pochissimi possono dire di aver trattenuto quei concetti e di non aver studiato solo per passare l’esame…
Che dire, finalmente qualcuno che propone un modello di riforma del sistema scolastico italiano sensato e assolutamente realizzabile. Dalla mia esperienza di docente di discipline meccaniche in un ITIS, posso confermare praticamente tutto quello che è stato detto in questo video e nel precedente, in particolare il fatto che la scelta del percorso scolastico è troppo precoce e vincolante rispetto alle future scelte formative o di impiego. Personalmente articolerei il percorso in questo modo (interamente scuola dell’obbligo): • Scuola primaria (durata 6 anni, da 6 a 12 anni di età): simile alle elementari odierne, con potenziamento della lingua inglese e dell’informatica. • Scuola secondaria non differenziata (durata 4 anni, da 12 a 16 anni di età): in cui si affrontano tutte le discipline di base, con la possibilità di scelta di personalizzare parzialmente il percorso di studi in base alle proprie inclinazioni. • Scuola secondaria di specializzazione (durata 2 anni, da 16 a 18 anni di età): in cui non esistono le “sezioni” odierne ma dei corsi suddivisi in moduli, (ad esempio corso di Elettrotecnica 1, corso di Matematica Applicata, corso di Laboratorio di Chimica Organica,…), che lo studente può organizzare a piacimento in base a quello che vorrà fare in futuro, magari con un sistema a crediti su modello universitario. Segue poi, a scelta, l’ingresso diretto nel mondo del lavoro, un corso ITS o un percorso universitario. Aggiungo che in tutti i gradi ci dovrebbe essere il tempo pieno (8 ore) e la mensa scolastica e che i docenti dovrebbero essere sempre presenti a scuola, a disposizione degli studenti; così facendo, i famigerati compiti per casa non sarebbero più necessari e lo studente si potrebbe dedicare ad altre attività più o meno “ludiche”. Chiaramente non sarebbe una riforma a costo zero, anzi richiederebbe investimenti consistenti per: adeguamento degli edifici scolastici, acquisto e manutenzione delle attrezzature didattiche e dei laboratori, formazione dei docenti e del personale, riorganizzazione e semplificazione del sistema amministrativo e di gestione, aumento dei salari del personale docente e non docente, … Grazie e scusate per la lunghezza del commento.
40 ore a settimana? Significherebbe aumentare del 120% gli stipendi degli insegnanti. Non ci sono i soldi. Inoltre, come fai a dire agli studenti di passare 8 ore in un edificio fatiscente, con riscaldamenti che funzionano a giorni alterni, spifferi e tetti da cui passa l'acqua? E dove si svolgerebbero le indispensabili attività sportive all'aperto? O vogliamo tenere gli adolescenti a contatto di gomito, al chiuso senza potersi sfogare per otto ore al giorno? Infine, abituarsi allo studio autonomo è uno dei percorsi di crescita del Liceo. Avanti il prossimo.
@@DaveJ6515 Grazie per il commento, rispondo per punti. Fermo restando che, come ho scritto, gli stipendi dei docenti andrebbero aumentati, non capisco però perché del 120 % (più del doppio, se ho ben inteso); anche adesso l’impegno del docente non si limita alle ore di lezione (18 o 24 che siano) ma comprende anche le altre attività (preparazione delle lezioni, correzione compiti, disponibilità per chiarimenti, riunioni,…), si tratta solo di svolgerle interamente a scuola e non a casa propria. In merito agli edifici fatiscenti, concordo, infatti ho scritto che sarebbero necessari investimenti consistenti per l’adeguamento delle infrastrutture, ma quello dovrebbe essere prioritario per qualsiasi governo “serio”, a prescindere da una qualsivoglia riforma; questo comprende anche un investimento sull’attività sportiva, coinvolgendo strutture esterne. In merito allo studio autonomo, si possono prevedere alcune ore “buche” (8-10 su 40 magari) dedicate allo studio autonomo o a gruppi. È chiaro che servono molti soldi e che il processo dovrà essere graduale, ma è anche vero che la scuola, come la sanità, è stata trascurata per decenni.
@@soundwave2738 Quei soldi non ci sono e non ci saranno per i prossimi 50 anni. E i ragazzi a scuola non ci devono stare per più di 5 ore al giorno. 6 sono già troppe. Parlo del Liceo ovviamente. Prima può funzionare. E per quanto riguarda i docenti, ad ognuno occorrerebbe dare uno spazio per lavorare, non li puoi mettere tutti in sala docenti. Una valanga di soldi. Non li avremo mai.
@@DaveJ6515 la scuola italiana sommerge di compiti per casa gli alunni. se non ci credi chiedi all'estero quante ore al giorno i ragazzi spendono sui compiti per completarli tutti, e poi chiedilo in italia. questa storia che "non devono stare a scuola per più di 5-6 ore" è fuffa perché già ora tra lezioni e compiti per casa si fanno 8 ore e passa. se uno facesse davvero tutti i compiti che danno gli insegnanti italiani, passerebbe la vita sui libri come fanno in cina. questa incapacità di misurare il carico di lavoro e incentivare lo studente a saltare i compiti o farli coi piedi perché assurdi in volume tra l'altro è una cosa iper-diseducativa da parte degli insegnanti. prepara già lo studente ad aspettarsi un mondo in cui le regole sono pensate talmente male che chi le segue tutte si ammazza e chi le aggira è furbo.
Ero d’accordo con l’obbligo fino a 18 prima di insegnare al professionale. Ci sono alcuni ragazzi che non ce la fanno a stare a scuola, non ce la fanno, non vedono l’ora di potersene andare via e intanto non permettono ai 25 compagni di imparare. Invece sull’insegnamento del coding anche di videogiochi sfondi una porta aperta, l’ho fatto pure al professionale con risultati ottimi.
Con la mia esperienza certo limitata posso dire che i classicisti hanno sì una conoscenza umanistica alta ma spesso sono persone anti tecnologia, anti progresso scientifico, anticapitalisti etc. Niente di male ma un problema potrebbe esserci invece quando vanno ad occupare posti apicali e decisionali importanti e la cosa è abbastanza frequente in Italia.
La cosa più assurda è che ciò che dice Michele Boldrin come modello complessivo per scuola è di una semplicità e logicità assoluta. Non vi sono motivi logici per opporvisi, quindi chi lo fa può farlo solo per folle ottusità.
L'idea di Boldrin è la stessa di una piccola minoranza di persone che ha capito il problema di fondo. Il punto è che siamo talmente lontani da questa idea che dovremmo andare per gradi. Bisognerebbe iniziare da cose semplici, tipo abolire i concorsi pubblici e dare pieni poteri alle dirigenze scolastiche. Con tutto un sistema di pesi e contrappesi atti a garantire coerenza e giustizia nella gestione del personale docente, ma dobbiamo assolutamente superare questa barbarie.
@@BileOnAir Concordo sul fatto che bisogna andarci per gradi, detto ciò ritengo che si debba avere ben chiara l'idea di dove si voglia andare per tenere dritta barra.
@@thelegionarygamer7573 Beh, in realtà le Indicazioni Nazionali hanno tracciato una prospettiva universalmente condivisibile. Il resto lo farebbero le autonomie e il personale docente, orientati a soddisfare le aspettative in termini di conoscenze, abilità e competenze spendibili nel mondo di oggi e di domani.
Buonasera. Sono un insegnate di filosofia e storia del liceo. Condivido in pieno l'esigenza di riformare la scuola, a partire dalla distribuzione degli anni scolastici (come leggo da un altro commento, troverei ottimo fare 5+5+3 per questioni di sviluppo e distribuzione delle discipline) per finire ai programmi. Sulle discipline scientifiche il discorso non ci piove, vorrei aggiungere qualche considerazione sulle discipline umanistiche. Personalmente , come docente delle suddette discipline mi sento letteralmente incatenato dai programmi che di fatto ti vincolano in maniera importante. Mi piacerebbe lavorare tantissimo per tematiche (la cosa bella è che in Italia , l'Istituto di studi filosofici ha già fatto corsi per i docenti per lavorare in questo modo) ad esempio trattare in varie unità di apprendimento prima la logica, oppure l'etica, o la politica , il dialgo interculturale, l'epistemologia etc. Stessa cosa per storia lavorare di più sulle fonti e fare storiografia (almeno per l'ultimo triennio) e lavorare per tematiche. Per le discipline letterarie in genere sarebbe una manna dal cielo avere un approccio più tecnico e permettere ai ragazzi di avere degli strumenti per comprendere se stessi, le persone e i fatti, soprattutto in considerazione del mondo complesso ed in trasformazione che stiamo vivendo. Personalmente introdurrei un corso di filologia invece che fare letteratura in maniera così tradizionale.
pur non essendo sempre d'accordo con voi, non posso non apprezzare il coraggio nel portare proposte di riforma così radicali e ragionevoli, almeno in questo caso. far prendere a 13/14 anni una decisione così importante come la scelta dell'indirizzo di studio è veramente assurdo, se ci si riflette un attimo, eppure voi siete praticamente i primi a porre l'attenzione su questo problema.
@@Barbagianni_spelacchiato più precisamente intendevo i primi a parlare di riforma completa del sistema attuale di scuole medie/superiori e adozione di un modello simile ad altri paesi occidentali. personalmente non ho mai sentito parlare di una riforma così ampia, ma può anche darsi che mi sia semplicemente sfuggito il dibattito.
@@Shingo_Aoi la riforma Berlinguer del 1996 prevedeva già il superamento della rigida ripartizione elitaria di professionali tecnici e licei, una formazione uguale per tutti fino ai 16 anni per poi consentire una maggiore scelta consapevole a quell'età, una formazione che seguisse la linea del "Life learning" a vita, una maggiore integrazione con il mondo del lavoro con l'alternanza scuola lavoro al triennio, oltre alla libertà dei singoli istituti e la graduale abolizione del programma ministeriale. Prevedeva inoltre il superamento della scuola media, il tempo pieno, programmi personalizzati per i singoli studenti, maggiore focus verso le attività laboratoriali e pratiche ecc. Poi gli italiani scelsero Berlusconi e la Moratti fu ben lieta di distruggere tutto.
Sono d'accordo. Aggiungerei, non so se ne avete parlato in altri video, dei corsi obbligatori di educazione civica/diritto nella vostra scuola secondaria, focalizzati sul minimo che c'è da sapere del diritto pubblico italiano e possibilmente qualcosa sul diritto europeo. Non è possibile che ci sia gente che a 18 anni pensa che in Italia si voti per eleggere il Governo o che non abbia idea di che sia il Parlamento europeo: è chiaro come il giorno che se non sai per cosa voti, o come funzioni lo Stato, finisci per disinteressarti, astenerti o cadere vittima del populismo. Metà delle stupidaggini di un partito come Lega cesserebbero automaticamente di avere effetto se a scuola si spiegasse decentemente la Costituzione
Concordo sull'uso dei videogiochi per l'insegnamento dell'informatica (e in particolare della programmazione), ho un amico che insegna informatica in un istituto tecnico anche con questa modalità e da quello che mi dice i risultati sono buoni, ritengo sia un modo utile per utilizzare una cosa che interessa ai ragazzi come porta di ingresso per una competenza necessaria da acquisire. Tra l'altro trovo anche che chi dice che insegnare a programmare ha il solo scopo di creare dei tecnici non ha capito che la programmazione non serve solo o principalmente a quello: serve soprattutto ad insegnare ai ragazzi un metodo di ragionamento che ti fa vedere come si prende un problema (qualunque esso sia, non necessariamente di informatica), come si scompone in sottoproblemi più semplici, come questi si risolvono e come rimettere insieme tutto per risolvere il problema iniziale. Concordo anche sulla riforma completa dei cicli scolastici con soli due cicli e una scelta della specializzazione ad una età in cui c'è maggiore consapevolezza delle proprie attitudini e dei propri interessi.
Ma pensa anche a scienziati, non solo fisici, che sanno programmarsi da soli modelli e simulazioni: sono cose che fanno enorme differenza per la carriera (e per i risultati)
Concordo, io ho una laurea scientifica e una certa conoscenza della programmazione, ma non ho mai fatto un corso di modellistica matematica (inteso come creare e implementare modello matematici con il pc), e a volte ne sento la mancanza parecchio, è una di quelle cose che in università dovrebbero essere rese obbligatorie per tutte le lauree stem (non solo per quelle fortemente matematizzate), insieme ad un buon corso di analisi dati.
Un suggerimento: l'Estonia, la Svizzera, la Finlandia, l'Irlanda, hanno da tempo i migliori risultati nei test PISA in Europa. Non potremmo dare un'occhiata alla struttura delle loro scuole e ai loro curricula?
@@janvandergeert8680 bah la Spagna non è per nulla arretrata rispetto all'italia, per me è un paese che si è modernizzato molto più di noi, seppur con grossi problemi. Siccome siamo simili partirei da lì prima di confrontarmi con la Svizzera
Sull'estensione dell'obbligo fino ai 18 sono sempre molto scettico, per mia esperienza, ma penso sia una cosa riscontrabile in tanti della mia età, chi lascia la scuola a 16 anni è perché semplicemente non è stato capace di andare avanti, si tratta spesso di pluribocciati che negli ultimi anni neanche si presentano a scuola nell'attesa di potersi eliminare dalle liste, obbligarli a rimanere fino ai 18 vuol dire prolungare il periodo di inattività in cui probabilmente lavoreranno in nero o peggio.
Sono d'accordo nel dare agli studenti la possibilità di costruirsi un percorso di studio più personalizzato. Aggiungo, un aspetto che raramente viene menzionato nelle discussioni che rappresenta un motivo in più ovvero la rottura dei gruppi consolidati, che spesso alimentano dinamiche tossiche come il bullismo o l'esclusione sociale. Quando gli studenti sono costretti a rimanere in classi fisse con gli stessi compagni per anni, le dinamiche di gruppo possono cristallizzarsi, creando spazi dove certi comportamenti negativi si enfatizzando e radicalizzano. Permettere agli studenti di muoversi tra diverse classi, interagendo con nuovi compagni, può favorire una maggiore apertura mentale e la possibilità di formare relazioni più sane. Non si tratta solo di offrire maggiore autonomia nella scelta dei corsi, ma di creare un ambiente più dinamico e inclusivo che riduca il rischio che certe problematiche sociali si rafforzino.
Belle riflessioni ma vorrei muovere una piccola critica: quando si parla di paesi come la Corea e il Giappone che, pur avendo un calo demografico crescono economicamente, bisogna stare attenti. Lì si ha un' etica del lavoro che può arrivare a livelli tossici, portando a overworking e a problemi sociali enormi tra depressione e suicidi. Stessa cosa per la Cina. Credo che non si possano fare comparazioni con paesi che se ne fottono delle condizioni dei lavoratori pur di crescere.
Piccolo suggerimento: dopo una scuola superiore unificata, la proposta degli ITS potrebbe diventare simile ai community colleges americani, che sono scuole professionalizanti ma che permettono anche di portarsi i crediti per continuare il percorso con il bachelor. Addirittura negli USA ci sono persone che fanno i primi due anni la, perche' costa meno. Non farei due percorsi nettamente distinti, anche perche la flessibilita da bachelor a master ( dove si puo' cambiare argomento) funziona molto bene e non preclude carriere e vocazioni.
Anche in UK. Io sono al college, se scelgo dal prox anno EE con university route posso poi entrare al terzo anno di università o fare apprendistato o lavorare.
Finché nelle scuole italiane esisterà il ruolo, ossia l'assunzione a tempo indeterminato vincolato a una classe di concorso (ossia a una materia precisa), nessuna riforma della scuola sarà mai possibile. A scanso di equivoci: io sono insegnante di ruolo.
@@Eli_Badimrof Sicuramente il precariato non è un bene nel senso in cui genera discontinuità didattica. Tuttavia vincolare il posto fisso a una materia significa di fatto imporre quella materia nel piano di studi e ci sarebbero sempre in realtà, a ondate, molte materie da abolire a beneficio di altre.
Secondo me Michele ha centrato perfettamente il punto con l'esempio dei videogiochi. Invece di mitizzarli zarli da una parte ed ostracizzarli dall'altra sarebbero un' ottimo punto di partenza per approfondire determinati temi. Un approccio che usi la cultura popolare come aggancio per poi spiegare cose più profonde sarebbe davvero utile.
Anche se punterei molto più applicare questi concetti a quegli studi più astratti come la matematica, più che all'informatica. Come ho detto in un altro commento, uno studente sa che che con la programmazione si creano anche i videogiochi dato che è una disciplina molto pratica. Quello che bisogna puntare e dare un senso a studi a discipline come la matematica che ti fa spesso domandare il senso di tutte le equazioni e polinomi che vai a calcolare. E comunque si, se non fossero per i videogiochi avrei odiato la storia nel modo in cui la insegnano.
Ciao, volevo esprimere la mia opinione prendendo come esempio la mia esperienza personale, che poi è in realya confermata dai dati. Quando ero in terza media mi venne consigliato dai professori a 13 anni di andare all'istituto professionale (ad oggi grande azineda produttrice di criminali). Grazie a Dio e grazie alla mia famiglia ho avuto la lungimiranza di ignorare tali esortazioni, e di andare invece al liceo scientifico. Oggi ho 22 anni, sono al terzo anno di economia all'università di Perugia con voti eccellenti, e mi domando che fine potrei aver fatto se avessi preso quella strada consigliata dal sistema educativo attuale e non avessi avuto le giuste persone al mio fianco e il mio carattere; io mi sono salvato ma qualcunaltro probabilmente no. Questo per dire che l'impostazione attuale della scuola è sbagliata e non solo inefficiente ma anche potenzialmente dannosa per il futuro dei ragazzi che la frequentano, soprattutto quando sono nella media e non hanno qualcuno che li possa assistere veramente.
Da insegnante di scuola primaria (elementari), posso dire che io e tante colleghe siamo formate per le TIC e cerchiamo di insegnare ai bambini e le bambine basi di robotica e programmazione dalla prima elementare. Fortunatamente da quando anche le maestre devono avere una laurea magistrale per insegnare (e c’è in corso anche un cambio generazionale), gli studenti sono molto più esposti alle tecnologie e a nuovi modi di apprendere e non solo ai vecchi quaderni.
Con un po' di mia "umile spocchia" credo che siete troppo avanti dal punto di vista della mentalita' moderna, cultura e lungimiranza per intercettare voti dal popolo medio...ma voglio crederci..."associato soldato semplice del Drin Drin sempre con Voi!" ...anche se il progetto non raggiungera' i suoi obiettivi...😊
Io ho fatto il professionale 4 anni, dopo un anno di IPSIA per la maturità. In Italia gli studenti di queste scuole professionali è come se non esistono, sembra a volte che manco il ministro dell'istruzione ne sia a conoscenza, solo la scuola alberghiera è tornata in risalto grazie ai media. Il programma degli istituti professionali è carente in matematica che invece apre veramentea mente. Sorvolo sui laboratori dato che si tratta di questione economica, ma dovrebbe essere la punta di diamante dell'istituto quale forma lo studente. Per il resto mancano degli insegnanti con un po' di esperienza in aziende, così da trasmettere queste conoscenze al meglio. Nel mio percorso formativo ho imparato tanto non solo sulla professione che sarei andata a svolgere eventualmente ma anche come funziona un' azienda, dato che avremmo lavorato in esse. Il discorso ITS è interessante, ma credo sia meglio instradare i ragazzi il prima possibile nel mondo del lavoro, e delle professioni, dato che si accumula esperienze e capacità più velocemente. Inoltre i ragazzi iniziano prima a socializzare con gli altri meno giovani nel mondo del lavoro, iniziano a capire come funziona una azienda ecc. Molti dei miei colleghi hanno fatto l'ITS, e comunque hanno una carenza teorica e pratica. In un contesto di produttività non è molto vantaggioso. Inoltre la tecnologia evolve, velocemente ma ci sono degli strascichi del passato, e in entrambi i casi i ragazzi si trovano spiazzati. Quindi allungare a 20 anni mi sembra controproducente, invece integrare il lavoro con la formazione e perseguire una crescita sia accademica che professionale quasi in parallelo permette di avere una giovane forza lavoro con una lunga prospettiva di crescita. Secondo Boldrin il tipo do diploma che io ho conseguito a 17 anni, dovrei conseguirlo a 20. Io direi che più si è giovani, più cose di posso imparare e anche bene. Questi 3 anni di differenza sono anche 3 potenziali anni di contributi versati, e un nuovo consumatore che si aggiunge al mercato prima. Personalmente credo che i giovani devono affrontare le difficoltà il prima possibile, così acquisiscono più consapevolezza, sicurezza e confidenza in loro stessi.
Adesso a scuola siamo al punto che col pnr vengono finanziati attività scolastiche extra orario (che non tutti riescono a seguire), da noi per esempio geometria con programmazione 3D e corsi d'inglese innovativi (evidentemente non basati sul metodo classico sciampignon che si usa nell'orario tradizionale). Ma si guardano bene da fare quelle cose lì durante l'orario di scuola per tutto! Cioé, credo sia un insegnante della scuola che fa cose più belle al pomeriggio, mentre al mattino insegue il famoso metodo classico.
C'è il sito, basta che cerchi drin drin e dà li puoi iscriverti alla newsletter e pagando 30€ (quota minima) ti associ (c'è anche la sezione donazioni nel caso tu voglia donare).
@@claudioimprota6017 Dal mio punto di vista, servono 3 cose: 1) modificare leggermente la struttura, con un primo livello di 4 anni, un master di 2 e un PhD di durata variabile dai 3 o 4 ai 6. 2) Organizzare tutti gli accessi universitari a numero chiuso, con una ammissione ( ovviamente abolendo la maturita ). 3) Verifica delle carriere studenti e della docenza, per garantire tempi certi per la conclusione degli ammessi, selezionando la docenza non adeguata.
@@dfolegna 4) smantellare il sistema para mafioso dei concorsi truccati. Nella maggior parte dei casi i bandi di concorso escono solo quando si sa già a chi andrà il posto, questo vale per PhD, professori, ma anche borsisti e tecnici vari. Veramente ridicolo
@ Perdonami ma secondo me manchi completamente il punto, che sono i programmi e la mole di studio, totalmente fine a se stessa e non ad imparare qualcosa. Non credo serva il numero chiuso, la scrematura avviene comunque con i primi esami e precludi la possibilità di chi ha scelto un determinato liceo (es: classico) a poter iscriversi a facoltà “opposte” (es: ingegneria): il gap è colmabile con lo sforzo dello studente. Non capisco poi perché allungare ulteriormente il percorso. Il bachelor di 4 anni solo se leviamo un anno di liceo e a questo punto il master lo si fa di 1 anno, 2 solo per i master di ricerca preparatori al Phd (come in Olanda). Verifica della decenza ok, ma quello più al liceo che all’uni a mio parere.
@@claudioimprota6017 Mi spiace ma hai inteso male quello che ho detto. Se leggi bene, una scuola superiore unificata, che cosa dovrebbe precludere a chi ha fatto classico o altro, visto che non esisterebbe più ? Ho scritto che, come in tutto il mondo, dove non esiste esame di maturità ma l'accesso alle università è tutto a numero chiuso sulla base di valutazioni di vario tipo, le università si scelgono le persone con più possibilità di terminare ed in corso. Gli spazi e le risorse non sono illimitate per le università e quindi andrebbero ben allocate. Non a caso, siamo il paese con meno laureati in assoluto, il numero più alto di abbandoni e di fuori corso, eppure qualcuno, dopo 25 anni di riforma universitaria del processo di Bologna, continua a dire che la colpa è aver abolito il vecchio ordinamento. Sistema che funziona in tutta europa, tranne che qui. L'Italia è l'unico paese dove si ciarla ancora di questo. La valutazione della docenza e dei programmi, è una ovvia conseguenza: nel momento in cui ho selezionato in ingresso, devo poi garantire un certo tipo di qualità di servizio e risultati. L'idea di far provare a tutti è la classica furbata che illude molti e porta ai risultati sopra citati. Se ci fosse qualche accademico con la voglia di risponderti, anche in anonimo, ti direbbe che il "non detto" delle università italiane è far provare tutti per poi sapere già che tanto pochi arriveranno. Dettaglio non trascurabile: chi si iscrive paga e neanche la meta finisce, tenendo su la baracca complessiva.
Prof Boldrin: vado a memoria ma mi sembra molto simile a quello statunitense il suo modello, che non è che faccia uscire queste cime dalla scuola secondaria secondo il Pisa score (fa meglio dell'Italia sicuramente ma rientra a malapena nella top 20 globale). Se guardo alla classifica di quest'anno, in cima ci ritrovo i soliti noti (Singapore, Macao, Taiwan, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong) e subito a seguire Estonia, Canada, Irlanda e Svizzera. Dando per scontato che i sistemi asiatici sarebbero estremamente difficili da adattare in Italia, non sarebbe il caso di provarci con i primi tra quelli occidentali? Meglio copiare dai (quasi) migliori, no?
Complimenti Michele, analisi e proposta che trovo a grandi linee eccellente per cambiare rotta, ti chiedo anche se sul versante docenti ci sia da Riformare parecchio, a parere mio si dovrebbe procedere di pari passo
Quando Michele ha citato il Parini dicendo che è una palla infinita sono tornato diretto alla quinta liceo, e l'unico motivo per cui lo ricordo ancora sono le prese per il culo e le battute che suscitava tra noi 🤗
Il Parini lo metto al livello della corazzata Potemkin. Chi ancora lo fa studiare va denunciato per maltrattamenti. E, mi dispiace, a Pascoli, Carducci, e Manzoni, preferisco Mogol, Battisti, Lucio Dalla, Pino Daniele. Il fatto che la letteratura italiana si fermi a Montale è semplicemente ridicolo. E la cosa più agghiacciante è il motivo: perché si fa come l'anno prima. Il che, secondo il principio di induzione, significa che si farà per sempre così se nessuno ferma questa follia.
Splendido! se si averasse questa riforma finalmente gli italiani del futuro si innamorerebbero della letteratura (perchè non imposta con i vari Parini, Tasso, Verga ecc...) e lascerebbero perdere reality show e Maria De filippi...ma sia la destra che la sinistra si opporranno! vabbe tanto vale tentare...Io sono sicuro che se si facessero leggere Ray Bradbury, Agatha Christie, Salgari ,Verne e Asimov piano piano ci si innamorerebbe delle storie e da lì con gli anni si cercherebbero letture più profonde e psicologicamente approfondite come è tipico di chi ama la lettura (Harold Bloom lo sottolineava) e si limiterebbe lo snobismo del letterato da salotto snob
la proposta è senza dubbio interessante è degna d'osservazione, sorgono solo due punti che mi rendono scettico a riguardo: numero uno il rischio di creare un clima di iper specializzazione, nel quale ognuno è espertissimo in un dato campo ma non possiede conoscenze minime (sottolineo minime) in altri, numero due come permettere di trovare lavoro a chi seleziona indirizzi più umanistici, magari investendo in questi ambiti sviluppando un settore? risposte e critiche sono entrambe ben accette! :)
il mondo nei fatti oggi e' iperspecializzato, il sapere e' troppo vasto e rapido per pensare di poter abbracciare molte discipline. Chi e' un vero esperto, sa di cosa parlo. Riguardo gli sbocchi degli umanisti, nessuno garantisce lavoro a qualsiasi disciplina, il mercato ( leggi i cittadini) chiedono di piu certe cose che altre.
Sul primo punto, per forza di cose nel percorso culturale di ciascuno è fatto da più parti, poi ci si specializza per forza di cose; poi non facciamo finta che con la scuola attuale abbiamo delle conoscenze minime in ogni campo, la maggior parte delle persone non sa una tega nè di ingegneria, nè di fisica, nè di musica (assolutamente sottovalutata anche nel classico), cinema ecc... Il sistema attuale è pieno di lacune E non specializza le persone, è una lose lose
Io sono completamente d'accordo con la riforma della scuola proposta. (Mi scuso in anticipo se do un consiglio non richiesto sulla comunicazione. Per di più di comunicazione ne capisco molto poco, quindi consiglio ignorabile) Forse sarebbe meglio cambiare lo slogan "abolire il classico" perché mette molti sulla difensiva e fa partire con il piede sbagliato chi magari sarebbe anche d'accordo con una unificazione delle medie superiori. "Superare il classico", "oltre il classico " Oppure "un unico liceo: più scelte meno confini" sono solo alcuni esempi (anche banali) che mi sembrano possano aiutare a far capire meglio cosa si vuole fare, senza mettere sulla difensiva chi non ha mai riflettuto sul tema. Sul lato metodologico un'idea di compromesso sarebbe quella di rendere il biennio delle scuole superiori realmente uguale per tutti dal punto di vista delle materie. Questo permetterebbe inizialmente di tenere la struttura intatta e lascerebbe la reale possibilità agli studenti di cambiare indirizzo una volta che si incomincia il triennio a 15/16 anni. Parlare già adesso di compromesso è una cosa che fa venire già l'orticaria, ma mi sembrava un'opzione utile per il discorso.
Commento tattico + sono d'accordo e credo che voterò il partito + reminder that videogame is objectively an artform, and arguably an excellent one at that
Michele aggiungerei che una volta che ci sono dei corsi a scelta elettivi di livello scuola secondaria sarebbe bello si potessero aprire anche a persone esterne. Così si lascia alla formazione continua anche post. O ripercorrere altre strade dopo che in adolescenza si ritiene di aver sbagliato.
E inizialmente riformare il sistema da 5+3+5 a 5+5+3, mantenendo (opportunamente riformato) solamente il triennio delle attuali scuole superiori? Sarebbe più in linea sia con l'attuale obbligo scolastico (16 anni) che con il fornire una adeguata cultura di base per la società moderna, posticipando la scelta del percorso di studi superiore e sgravandolo dall'insegnamento della cultura di base, che sarebbe svolta e approfondita nei secondi 5 anni. Sarebbe sensato? Tra l'altro i primi due anni di superiori, soprattutto al liceo, sono falcidiati da un elevatissimo tasso di bocciature.
la distribuzione è molto sensata perchè ricalca lo sviluppo: prepubertà e pubertà, adolescenza, maturità. Inoltre al triennio si potrebbero bene le materie specialistiche puntando su una base solida.
Proposta a costo quasi zero: prendiamo 20 docenti (probabilmente bastano) selezionati per capacità di comunicazione. Questi 20 docenti anziché insegnare in aula per un anno preparano secondo la propria materia videolezioni (fatte bene) di tutte le materie che insegnano. E facciamo un portale con tutte le materie liberamente fruibili da tutti. Ogni anno cambio i professori che fanno sto lavoro in modo che ognuno possa scegliere il modo di insegnare che piace di più. Così io ragazzo che faccio l'Itis posso guardarmi il video su Platone oppure io lavoratore che a 16 anni non avevo la testa la sera posso studiare economia e un domani prendermi un titolo di studio per rompere un po' l'ascensore sociale. P.s. come posso accedere a discord? Non ho ricevuto l'accesso, grazie
Comunque non c'è solo il discorso di cosa studiare, ma anche di quanto si è disposti a farlo. Didatticamente sarebbe un disastro tenere insieme fino a 16 anni ragazzi fortemente motivati e predisposti allo studio con chi non ha voglia di aprire i libri o ha altri interessi. Bisognerebbe perlomeno dividere i corsi della stessa materia in più livelli.
E tu come lo sai? Hai controllato le esperienze del resto del mondo? Hai presente cosa siano gli elettivi? Hai presente come si strutturano le classi in una scuola media superiore fatta decentemente? Hai presente cosa siano le esternalita' nello studio collettivo? Dei role model mi sentito parlare? Ma PERCHE' PERCHE" sentenziate a vanvera come i preti in chiesa!!!!
Nell' attuale forma classe all' italiana, con un docente per ogni materia e la sua brava programmazione didattica che deve essere tarata per i suoi alunni, so che sarebbe complicato mischiare tutti, perché o si lasciano indietro i disinteressati/sfaticati, o non si dà ai brillanti/volenterosi l' attenzione che meritano, e in sostanza il docente finirebbe imbrogliato in obiettivi richieste metodologie in contrasto tra loro. Per non parlare di frustrazioni e conflitti che nascerebbero tra i ragazzi. Elettivi, role model, esternalità e scuole estere non ne so niente, ma so come funziona in pratica la scuola italiana adesso.
Quando all'epoca feci il liceo, scientifico, la scelta della scuola superiore implicava una selezione non solo sulla base dell'interesse nei programmi, ma anche e soprattutto in termini di disponibilità allo studio. I miei amici in scuole diverse non erano disposti a studiare 4-5 ore al giorno, 6 giorni alla settimana. Mettere nella stessa classe studenti che son disposti a studiare per 2 ore al giorno, ed altri che sarebbero disposti a farlo per 4-5 non finirebbe, in un paese come il nostro, e con un corpo insegnanti fortemente ideologizzato come il nostro, con l'abbassare ulteriormente la qualità dell'insegnamento?
Dal momento che qui si tende a ridimensionare il valore delle discipline umanistiche e parla in termini positivi di Corea (del Sud, immagino) sarebbe bene ricordarsi anche che è una paese che sforna un impressionante numero di musicisti (cosiddetta musica classica) pluripremiati in Occidente
Credo che nelle materie umanistiche considerate si parli di letteratura, filosofia, latino, greco, storia dell'arte, ma non della musica che nella scuola italiana è già selvaggiamente bistrattata. Nella stragrande maggioranza delle scuole superiori la musica non è proprio presente in nessun modo già oggi e viene rimandata come hobby a corsi extra pomeridiani o roba simile.
Anche Cina e Giappone sfornano artisti di livello assoluto. Basterebbe limitarsi a guardare la qualità dei film di centinaia di registi di quei paesi negli ultimi 30 anni. Oltre che i premi e le classifiche in occidente di questi.
Spero che questo mio intervento possa essere di vostro interesse e aiuto per la discussione. Avrei alcuni punti che vorrei mettere in evidenza poichè penso sia rilevanti per la creazione di un piano di riforma da attuare in futuro. Prima di tutto vorrei porvi all'attenzione una questione che avevo già scritto a livello generale in una vostra precedente live, ovvero la possibile reazione negativa che il vostro intento riformatore può genere ed essere visto in maniera negativa e forse antisistemica. L'argomento istruzione sia proprio un esempio in cui questo potrebbe manifestarsi. Il vostro infatti non è semplicemente un riforma che punto al risistemamento del sistema ma proprio una modifica anche del sistema/paradigma sui cui esso si appoggia. Infatti qui stiamo parlando di due modi completamente diversi di vedere l'istruzione, uno che credo si incarni e rappresentato con il liceo classico. Infatti se voi, da quello che ho capito l'intento della vostra proposta è quella di formare le persone per dare le conoscenze che servono a livello pratico per "vivere" nella società attuale. Mentre il nostro il nostro sistema è "pensato" , o almeno viene "rappresentato e raccontato", per formare tutti ad essere dei "cittadini" in una società civile che vorrebbe tutti uguali. Per questo non vuole una formazione con un fine al mondo lavorativo, visto come negativo e solo utilitaristico, ma con una intenzione filantropica e "democratica" (nel senso di uguaglianza). Per questo quindi vi consiglio non solo di preparare una proposta di riforma ma di fare attenzione e preparare una risposta difensiva agli attacchi che questi potrebbero fare sulla vostra proposta, soprattutto sul piano morale che può essere un punto di attacco per mettervi cattiva luce. Un mio punto di vista sulla questione. Voi proponete di modificare sia la struttura di istruzione ma comunque volete mantenere una impostazione, possiamo dire nozionistica, in cui si da più importanza a una conoscenza più in ambito tecnico scientifico e pratico, al posto di quella classica/umanistica. Quello che mi interrogo io tuttavia se questo approccio nozionistico sia valido al giorno oggi. Ovvero con l'evoluzione tecnologia sempre più veloce e i strumenti di oggi che permettono u grande accesso alla conoscenza(pensare a internet) Mi domando se sia ancora necessario un modello con cui si da priorità a dare una istruzione di dare informazioni e invece sia più utile una istruzione in cui si insegna i strumenti per ottenerla quella conoscenza, usarla e valutarla. Perchè da quello che a me pare di aver capito( potrei anche sbagliarmi mi potreste correggere), la vostra intenzione è quella di diminuire i argomenti nozionistici "classici", dando maggiore spazio ad altri poichè sono più utili a vivere nel mondo in cui siamo. Tuttavia quello che posso chiedervi è questo: ma il mondo in cui siamo oggi sarà lo stesso tra 5-10 anni? le nozioni che do io oggi saranno utili in futuro o lo saranno ancora? Io se oggi insegno a uno studente programazzione con C# ma tra 10 anni esso sarà fuori uso e ce ne sarà un'altro linguaggio cosa farà? Perchè dobbiamo stare attenti noi pensiamo a un futuro basandolo sulle nostre conoscenze del presente. Se vi sono cambiamenti lenti questo può essere accattato, ma oggi con una evoluzione tecnologica elevata, che tutto diventa obsoleto in pochi anni(basti pensare all'AI) credo non possa essere trascurato. Sarebbe secondo me molto meglio educarli ad avere i strumenti necessari riuscire da soli a istruirsi necessario(non dico che le informazioni nozionistiche debbano essere cancellate totalmente). Tuttavia questo stesso approccio ha diversi problematiche sulla questione Spero che questo sia stato utile a voi se ci sono dei punti che non comprendete chiedete pure spero di chiarificare dove posso.
Chi garantisce che ogni "liceo locale" sia in grado offrire un' offerta formativa ampia, variegata e adeguata al contesto? Quanti istituti superiori andrebbero accorpati? Un istituto unico per ogni provincia e/o comune? Quanto costerebbe istituire le strutture adeguate? Avremmo giga campus territoriali? Dubbi, sono entusiasta dell'idea ma ho dubbi
Aneddoto sulla programmazione: a 12 anni imparai il BASIC per fare un videogioco. A 15 scelsi informatica all'itis. A 23 ho fatto il mio primo gioco, ma questo è stato più un traguardo personale... ma è 25 anni che lavoro in ambito IT. ... e comunque non si chi cazzo sia Parini, lo ammetto
boldrin alla fine vuoi o non vuoi il videogioco è una cosa positiva , ma se si è sempre detto che rendere l’insegnamento interattivo e simile al gioco è la maniera per far si che i ragazzi apprendano con più interesse , perché non usare la tecnologia che abbiamo e “gamifizzare” l’istruzione ? Piccolo esempio , se studio elettrotecnica e parto dalle solite basi (voltaggio , corrente , resistori..) con tanto tanto impegno magari dal manuale di circuiti qualche cosa la apprendo , se invece posso permettermi un kit e inizio a sperimentare con degli arduino , gli stessi concetti li apprendo almeno nella metà del tempo . immaginate lo step successivo dove letteralmente crei un software che emula le componenti elettroniche e lo propongo agli alunni , abbiamo già rimosso la barriera all’entrata del comprarsi il kit o dello spendere ore e ore a studiare nozioni , e dopo in base alla qualità del software sono sicuro che il tempo richiesto per l’apprendimento verrà decimato . questa è un opinione soggettiva e basata in parte sulla mia esperienza di studente ma è un concetto applicabile praticamente a tutto . Da iscritto al drindrin voglio sottolineare che non possiamo precluderci niente in ambito di innovazione .
Non saprei dire se cade nello stesso frangente, ma anche l'edilizia scolastica è alle calende greche. Le scuole a rischio simismico o con difetti strutturali (aka non a norma) sono piu dell 60%. Le scuole, oltre che culle dei lavoratori e della persona, sono anche quel rifugio che si usa in eventi degenerati come terremoti o simili. Non devono avere gli ipad, assolutamente, ma un tetto sicuro e ac con 49° in estate male non fa
A voler prendere ispirazione, i nostri governanti potrebbero trovare idee interessanti, non lontane dalle vostre, in Canton Ticino, sia per il liceo che per la scuola professionale. Modello svizzero funzionante, scritto pure in italiano.
@ può piacere o no. A me non piace e non l ho nemmeno approfondito mai più di tanto. Ma non credo che l illuminismo sia da disprezzare. Sono gli anni del re filosofo Federico di Prussia ( che ha gettato le basi della futura Germania) di Voltaire e La Mettrie in Francia. Contestualizzare non è un delitto. O no?
Il rapporto complessivo docenti/alunni in Italia continua ad essere nella parte molto alta della distribuzione, da quanto mi risulta. Qui l'inverso ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Secondary_education_statistics&oldid=655652#:~:text=Looking%20within%20post%2Dsecondary%20non,(2.1%20pupils%20per%20teacher).
@@MicheleBoldrin La buona maggioranza sono precari con ruoli di 9 mesi quando va bene, di pochi giorni molto spesso. Senza contare gli insegnanti di sostegno, che se vengono conteggiati gonfiano di molto la statistica. Noi ne abbiamo certamente di più rispetto ad ogni altro paese europeo perché siamo tra i pochi che non usano le classi separate per gli alunni con difficoltà, come si fa invece in Germania o nelle tanto decantate realtà scandinave. Certamente converrebbe dal punto di vista economico, ma non saprei quanto ne gioverebbero i ragazzi
A riprova di quello che dico per esperienza posso dire che in molti istituti in cui sono stato il regolamento (regionale spesso) impone di smembrare le classi che scendono sotto i 20 o addirittura 18 alunni, redistribuendo gli alunni nelle altre classi. Questo anche dove le infrastrutture permetterebbero più classi. Quando la pedagogia è unanime da decenni riguardo al fatto che badare a più di 15 ragazzini in tempesta ormonale e con tutto nella testa tranne lo studio rende quasi impossibile una buona didattica. Rimango comunque d’accordo che un po’ di motosega ci voglia: per mia esperienza un buon 70% dei professori sono parassiti ignoranti e saccenti che non fanno altro che danneggiare, quando non proprio traumatizzare, centinaia di ragazzini
Sono d'accordo su tutto ma anche se così non fosse rimango per le lacrime dei libberali a cui si sono aggiunte quelle dei socialisti dandogli un sapore dolce e salato. Comunque top Alberto
Questa cosa che il giappone cresce al 1-2 % e che abbiano una buona crescita della produttività è falsa. Se negli anni 90 il gdp per capita era sui livelli della germania, ora è ai livelli dell'estonia/portogallo peggio della spagna e italia
Cari, sono un vostro fedele seguitore, e sostenitore del libero licenziamento. Ma mi sembra che la vostra frase iniziale "li licenziamo tutti" sia inapplicabile o sbaglio? A meno che nel drinprogramma appaia la voce licenziamento liberalizzato sia nel privato che nel pubblico. Anche se licenziamento libero nel pubblico forse significa far licenziare gli scomodi e cioè chi lavora ed i non corrotti.
Io distruggerei anche i centri storici italiani perché costa troppo ristrutturarli e sostituirei palazzi e chiese con casette in legno stile americano. Poi flessibile, si ricostruisce più facilmente
Dici? Quali storia filosofia arte letteratura? Pensi Meloni/Salvini/Conte/Schlein le conoscano? Hai mai pensato al resto del mondo? Cosa conoscevano JFK, Nixon, Reagan, Adenauer, Merkel, Felipe Gonzalez? O Steve Jobs? Ma pensate prima di parlare o e' vietato dagli studi classici?
Testimonianza di un mio amico perito informatico: ha lavorato qualche anno nel settore e ha deciso di iscriversi all’ITS di Torino ad un corso specifico. Il corso non ha raggiunto il numero di corsisti allora lui ha chiesto semplicemente:”bene spostami in un altro corso”. Aveva fatto 4 test per entrare in 4 diversi corsi informatici, dei quali 3 è arrivato primo e in uno settimo tra i concorrenti. Non gli è possibile cambiare corso e deve rimanere in attesa che il corso raggiunga il numero di corsisti per farlo. È anche così che creiamo i NEET in Italia.
Ogni riforma seria della scuola italiana deve partire dalla riforma dei cicli scolastici. Non si può avere l'obbligo scolastico fino a 16 anni, e i cicli scolastici che finiscono a 14 e a 19 anni. Tutti i giovani devono avere diritto ad una scuola di qualità fino a 16 anni, dopo i quali sono abbastanza grandi per fare una scelta più consapevole.
Bisognerebbe passare dal 5+3+5 al 5+5+3, con una scuola "secondaria" più ampia ed esaustiva della cultura generale al posto della scuola media e mantenere della scuola superiore solo il triennio, opportunamente adattata alle conoscenze moderne (non può esistere che all'ITI il numero di ore caratterizzanti sia notevolmente inferiore a quello delle materie umanistiche o che nel liceo scientifico le ore di matematica e materie scientifiche siano inferiori al numero di quelle delle materie umanistiche).
In Europa c’è un sistema scolastico ormai collaudato in Norvegia, Svezia, Spagna, Olanda, Svizzera, Germania (in parte, a passo di lumaca) con materie obbligatorie e a scelta che prevede l’obbligo a 16 anni e nei due anni successivi avviene la specializzazione da una parte in ambito professionale e dall’altra per chi intende proseguire con uno studio accademico. Quindi per quale motivo non seguire questo modello? Faciliterebbe la vita anche a chi deve trasferirsi all’interno dell’Europa e dell’UE. Per quale motivo non tenere conto delle esigenze di chi a 16 anni ritiene più interessante formarsi professionalmente e proseguire, se vuole, con l’ITS? Oltretutto temo che prolungare l’obbligo a 18 anni provocherebbe una fuga verso le scuole private. Ma l’obbligo scolastico non è a 16 anni anche in UK?
Avete mai insegnato al professionale ? Avete mai insegnato al liceo ? Voi proponete di continuare fino a 16 anni con la scuola unica e con i ragazzi tutti insieme, il risultato sarebbe che i casinisti del professionale impedirebbero ai volenterosi del liceo (anche quello scientifico) di lavorare per davvero ... fino a 16 anni. Ma anche no !
@@janvandergeert8680 Ci ho lavorato per anni, se la situazione è quella perchè non ammetterlo ? Dopo averci insegnato, io un mio figlio lì non ce lo mando, neanche se vuole imparare un mestiere; se vuole diventare un idraulico gli faccio assolvere l'obbligo scolastico, poi lo affido ad un idraulico per fargli fare l'apprendista.
@ValentinoFilipetto Che c’è di male? Fare l’analisi di un paragrafetto con una struttura sintattica complessa è un esercizio fondamentale. Proprio per il modo scellerato con cui si studia la letteratura l’Italia ha livelli così drammatici di analfabetismo funzionale
@@e.s.domino A parte che io, che non ho fatto neanche il classico, l'analisi del paragrafetto del Parini l'ho fatta, non vedo perché far leggere proprio Parini ai ragazzi. Parini è un lusso per poche persone fortunate e molto intelligenti. A 16, che vivi ancora con mamma e papà, che lussi ti puoi permettere? Primum vivere, poi ti leggi Proust, Parini e Thomas Mann.
Sarei d'accordo al 90%: Riguardo i licei sono d'accordo al 101%; il 10% (anzi il 9%) rimanente riguarda la parte degli istituti tecnici professionali, e qui più che essere contrariato, avrei bisogno di maggiori chiarimenti.
Da ex studente del classico e ora docente di chimica in UK, sono d'accordo su tutta la linea. Il modello di scuola descritto da Michele è esattamente quello britannico, che ha il grande vantaggio di fare scegliere più tardi ai ragazzi il loro percorso. Cultura classica per le elite è solo una forma di self-selection, dura a morire.
Sarebbe interessante capire modelli virtuosi invece solo di criticare il modello italiano … per esempio quello inglese che la maggior parte delle persone conosce solo superficialmente
@@Vinnydel chiedi a chatgpt
@@Vinnydel Starei molto lontano dal modello inglese. Ti allenano a superare un esame perché ti servono i punteggi alti per essere ammesso alle Università prestigiose. Si tratta di puro e semplice "training for the test". Ma di ragionamento ce n'è molto poco.
Se ne ricavano studenti che hanno della Matematica e della Fisica un'idea totalmente sbagliata. In pratica, imparano a leggere l'esercizio, capire quali formule applicare, mettere dentro i numeri e rispondere. Naturalmente facendo presto. Senza ovviamente aver capito nulla della Fisica e della Matematica che ci sono dietro. E avendo interiorizzato che presto è bene, mentre la comprensione dei concetti richiede, al contrario, tempo e pazienza.
Ottengono così studenti che calcolano un integrale per risolvere un esercizio, ma non sanno che cosa è un integrale. Oppure che sanno calcolare derivate complicate, ma se chiedi che cosa è il differenziale vedono le streghe. O usano la derivata seconda per classificare un punto stzionario, ma non sanno dirti perché il metodo funziona.
@@DaveJ6515ma perché con il modello italiano lo imparano cosa c’è dietro un integrale o una formula di fisica?
Perché secondo me pochissimi possono dire di aver trattenuto quei concetti e di non aver studiato solo per passare l’esame…
@ e prnsi che nel modello anglosassone è peggio
Sono insegnante di sostegno alle medie... Se il drin drin ha successo sono fregato 😬. Scherzi a parte, massima solidarietà al progetto!
Che dire, finalmente qualcuno che propone un modello di riforma del sistema scolastico italiano sensato e assolutamente realizzabile. Dalla mia esperienza di docente di discipline meccaniche in un ITIS, posso confermare praticamente tutto quello che è stato detto in questo video e nel precedente, in particolare il fatto che la scelta del percorso scolastico è troppo precoce e vincolante rispetto alle future scelte formative o di impiego. Personalmente articolerei il percorso in questo modo (interamente scuola dell’obbligo):
• Scuola primaria (durata 6 anni, da 6 a 12 anni di età): simile alle elementari odierne, con potenziamento della lingua inglese e dell’informatica.
• Scuola secondaria non differenziata (durata 4 anni, da 12 a 16 anni di età): in cui si affrontano tutte le discipline di base, con la possibilità di scelta di personalizzare parzialmente il percorso di studi in base alle proprie inclinazioni.
• Scuola secondaria di specializzazione (durata 2 anni, da 16 a 18 anni di età): in cui non esistono le “sezioni” odierne ma dei corsi suddivisi in moduli, (ad esempio corso di Elettrotecnica 1, corso di Matematica Applicata, corso di Laboratorio di Chimica Organica,…), che lo studente può organizzare a piacimento in base a quello che vorrà fare in futuro, magari con un sistema a crediti su modello universitario.
Segue poi, a scelta, l’ingresso diretto nel mondo del lavoro, un corso ITS o un percorso universitario.
Aggiungo che in tutti i gradi ci dovrebbe essere il tempo pieno (8 ore) e la mensa scolastica e che i docenti dovrebbero essere sempre presenti a scuola, a disposizione degli studenti; così facendo, i famigerati compiti per casa non sarebbero più necessari e lo studente si potrebbe dedicare ad altre attività più o meno “ludiche”.
Chiaramente non sarebbe una riforma a costo zero, anzi richiederebbe investimenti consistenti per: adeguamento degli edifici scolastici, acquisto e manutenzione delle attrezzature didattiche e dei laboratori, formazione dei docenti e del personale, riorganizzazione e semplificazione del sistema amministrativo e di gestione, aumento dei salari del personale docente e non docente, …
Grazie e scusate per la lunghezza del commento.
40 ore a settimana? Significherebbe aumentare del 120% gli stipendi degli insegnanti. Non ci sono i soldi. Inoltre, come fai a dire agli studenti di passare 8 ore in un edificio fatiscente, con riscaldamenti che funzionano a giorni alterni, spifferi e tetti da cui passa l'acqua? E dove si svolgerebbero le indispensabili attività sportive all'aperto? O vogliamo tenere gli adolescenti a contatto di gomito, al chiuso senza potersi sfogare per otto ore al giorno? Infine, abituarsi allo studio autonomo è uno dei percorsi di crescita del Liceo.
Avanti il prossimo.
@@DaveJ6515 Grazie per il commento, rispondo per punti. Fermo restando che, come ho scritto, gli stipendi dei docenti andrebbero aumentati, non capisco però perché del 120 % (più del doppio, se ho ben inteso); anche adesso l’impegno del docente non si limita alle ore di lezione (18 o 24 che siano) ma comprende anche le altre attività (preparazione delle lezioni, correzione compiti, disponibilità per chiarimenti, riunioni,…), si tratta solo di svolgerle interamente a scuola e non a casa propria. In merito agli edifici fatiscenti, concordo, infatti ho scritto che sarebbero necessari investimenti consistenti per l’adeguamento delle infrastrutture, ma quello dovrebbe essere prioritario per qualsiasi governo “serio”, a prescindere da una qualsivoglia riforma; questo comprende anche un investimento sull’attività sportiva, coinvolgendo strutture esterne. In merito allo studio autonomo, si possono prevedere alcune ore “buche” (8-10 su 40 magari) dedicate allo studio autonomo o a gruppi. È chiaro che servono molti soldi e che il processo dovrà essere graduale, ma è anche vero che la scuola, come la sanità, è stata trascurata per decenni.
Ottimo recap
@@soundwave2738 Quei soldi non ci sono e non ci saranno per i prossimi 50 anni. E i ragazzi a scuola non ci devono stare per più di 5 ore al giorno. 6 sono già troppe. Parlo del Liceo ovviamente. Prima può funzionare.
E per quanto riguarda i docenti, ad ognuno occorrerebbe dare uno spazio per lavorare, non li puoi mettere tutti in sala docenti.
Una valanga di soldi. Non li avremo mai.
@@DaveJ6515 la scuola italiana sommerge di compiti per casa gli alunni. se non ci credi chiedi all'estero quante ore al giorno i ragazzi spendono sui compiti per completarli tutti, e poi chiedilo in italia. questa storia che "non devono stare a scuola per più di 5-6 ore" è fuffa perché già ora tra lezioni e compiti per casa si fanno 8 ore e passa. se uno facesse davvero tutti i compiti che danno gli insegnanti italiani, passerebbe la vita sui libri come fanno in cina. questa incapacità di misurare il carico di lavoro e incentivare lo studente a saltare i compiti o farli coi piedi perché assurdi in volume tra l'altro è una cosa iper-diseducativa da parte degli insegnanti. prepara già lo studente ad aspettarsi un mondo in cui le regole sono pensate talmente male che chi le segue tutte si ammazza e chi le aggira è furbo.
Ero d’accordo con l’obbligo fino a 18 prima di insegnare al professionale. Ci sono alcuni ragazzi che non ce la fanno a stare a scuola, non ce la fanno, non vedono l’ora di potersene andare via e intanto non permettono ai 25 compagni di imparare. Invece sull’insegnamento del coding anche di videogiochi sfondi una porta aperta, l’ho fatto pure al professionale con risultati ottimi.
Con la mia esperienza certo limitata posso dire che i classicisti hanno sì una conoscenza umanistica alta ma spesso sono persone anti tecnologia, anti progresso scientifico, anticapitalisti etc.
Niente di male ma un problema potrebbe esserci invece quando vanno ad occupare posti apicali e decisionali importanti e la cosa è abbastanza frequente in Italia.
La cosa più assurda è che ciò che dice Michele Boldrin come modello complessivo per scuola è di una semplicità e logicità assoluta. Non vi sono motivi logici per opporvisi, quindi chi lo fa può farlo solo per folle ottusità.
L'idea di Boldrin è la stessa di una piccola minoranza di persone che ha capito il problema di fondo.
Il punto è che siamo talmente lontani da questa idea che dovremmo andare per gradi. Bisognerebbe iniziare da cose semplici, tipo abolire i concorsi pubblici e dare pieni poteri alle dirigenze scolastiche. Con tutto un sistema di pesi e contrappesi atti a garantire coerenza e giustizia nella gestione del personale docente, ma dobbiamo assolutamente superare questa barbarie.
@@BileOnAir Concordo sul fatto che bisogna andarci per gradi, detto ciò ritengo che si debba avere ben chiara l'idea di dove si voglia andare per tenere dritta barra.
@@thelegionarygamer7573 Beh, in realtà le Indicazioni Nazionali hanno tracciato una prospettiva universalmente condivisibile. Il resto lo farebbero le autonomie e il personale docente, orientati a soddisfare le aspettative in termini di conoscenze, abilità e competenze spendibili nel mondo di oggi e di domani.
Su Ortega colpo di testa di Forchielli da centrocampo, goal!
no ma hip hip URRA! grandissimo Forchielli!
Buonasera. Sono un insegnate di filosofia e storia del liceo. Condivido in pieno l'esigenza di riformare la scuola, a partire dalla distribuzione degli anni scolastici (come leggo da un altro commento, troverei ottimo fare 5+5+3 per questioni di sviluppo e distribuzione delle discipline) per finire ai programmi. Sulle discipline scientifiche il discorso non ci piove, vorrei aggiungere qualche considerazione sulle discipline umanistiche. Personalmente , come docente delle suddette discipline mi sento letteralmente incatenato dai programmi che di fatto ti vincolano in maniera importante. Mi piacerebbe lavorare tantissimo per tematiche (la cosa bella è che in Italia , l'Istituto di studi filosofici ha già fatto corsi per i docenti per lavorare in questo modo) ad esempio trattare in varie unità di apprendimento prima la logica, oppure l'etica, o la politica , il dialgo interculturale, l'epistemologia etc. Stessa cosa per storia lavorare di più sulle fonti e fare storiografia (almeno per l'ultimo triennio) e lavorare per tematiche. Per le discipline letterarie in genere sarebbe una manna dal cielo avere un approccio più tecnico e permettere ai ragazzi di avere degli strumenti per comprendere se stessi, le persone e i fatti, soprattutto in considerazione del mondo complesso ed in trasformazione che stiamo vivendo. Personalmente introdurrei un corso di filologia invece che fare letteratura in maniera così tradizionale.
pur non essendo sempre d'accordo con voi, non posso non apprezzare il coraggio nel portare proposte di riforma così radicali e ragionevoli, almeno in questo caso. far prendere a 13/14 anni una decisione così importante come la scelta dell'indirizzo di studio è veramente assurdo, se ci si riflette un attimo, eppure voi siete praticamente i primi a porre l'attenzione su questo problema.
I primi dove che se ne parla da 40 anni e qualcosa si è anche fatta?
Il punto è che qualcosa è poco, ma se ne parla eccome da decenni.
@@Barbagianni_spelacchiato più precisamente intendevo i primi a parlare di riforma completa del sistema attuale di scuole medie/superiori e adozione di un modello simile ad altri paesi occidentali.
personalmente non ho mai sentito parlare di una riforma così ampia, ma può anche darsi che mi sia semplicemente sfuggito il dibattito.
@@Shingo_Aoi la riforma Berlinguer del 1996 prevedeva già il superamento della rigida ripartizione elitaria di professionali tecnici e licei, una formazione uguale per tutti fino ai 16 anni per poi consentire una maggiore scelta consapevole a quell'età, una formazione che seguisse la linea del "Life learning" a vita, una maggiore integrazione con il mondo del lavoro con l'alternanza scuola lavoro al triennio, oltre alla libertà dei singoli istituti e la graduale abolizione del programma ministeriale.
Prevedeva inoltre il superamento della scuola media, il tempo pieno, programmi personalizzati per i singoli studenti, maggiore focus verso le attività laboratoriali e pratiche ecc.
Poi gli italiani scelsero Berlusconi e la Moratti fu ben lieta di distruggere tutto.
Sono d'accordo. Aggiungerei, non so se ne avete parlato in altri video, dei corsi obbligatori di educazione civica/diritto nella vostra scuola secondaria, focalizzati sul minimo che c'è da sapere del diritto pubblico italiano e possibilmente qualcosa sul diritto europeo.
Non è possibile che ci sia gente che a 18 anni pensa che in Italia si voti per eleggere il Governo o che non abbia idea di che sia il Parlamento europeo: è chiaro come il giorno che se non sai per cosa voti, o come funzioni lo Stato, finisci per disinteressarti, astenerti o cadere vittima del populismo. Metà delle stupidaggini di un partito come Lega cesserebbero automaticamente di avere effetto se a scuola si spiegasse decentemente la Costituzione
Concordo sull'uso dei videogiochi per l'insegnamento dell'informatica (e in particolare della programmazione), ho un amico che insegna informatica in un istituto tecnico anche con questa modalità e da quello che mi dice i risultati sono buoni, ritengo sia un modo utile per utilizzare una cosa che interessa ai ragazzi come porta di ingresso per una competenza necessaria da acquisire.
Tra l'altro trovo anche che chi dice che insegnare a programmare ha il solo scopo di creare dei tecnici non ha capito che la programmazione non serve solo o principalmente a quello: serve soprattutto ad insegnare ai ragazzi un metodo di ragionamento che ti fa vedere come si prende un problema (qualunque esso sia, non necessariamente di informatica), come si scompone in sottoproblemi più semplici, come questi si risolvono e come rimettere insieme tutto per risolvere il problema iniziale.
Concordo anche sulla riforma completa dei cicli scolastici con soli due cicli e una scelta della specializzazione ad una età in cui c'è maggiore consapevolezza delle proprie attitudini e dei propri interessi.
Informatica è molto logica, per me si potrebbe persino metterla nella settimana enigmistica
Ma pensa anche a scienziati, non solo fisici, che sanno programmarsi da soli modelli e simulazioni: sono cose che fanno enorme differenza per la carriera (e per i risultati)
Concordo, io ho una laurea scientifica e una certa conoscenza della programmazione, ma non ho mai fatto un corso di modellistica matematica (inteso come creare e implementare modello matematici con il pc), e a volte ne sento la mancanza parecchio, è una di quelle cose che in università dovrebbero essere rese obbligatorie per tutte le lauree stem (non solo per quelle fortemente matematizzate), insieme ad un buon corso di analisi dati.
Un suggerimento: l'Estonia, la Svizzera, la Finlandia, l'Irlanda, hanno da tempo i migliori risultati nei test PISA in Europa. Non potremmo dare un'occhiata alla struttura delle loro scuole e ai loro curricula?
no
@gennaro_comunista quello dell 'URSS allora compagno.
Guarda per come siamo messi mi accontenterei che dessimo un’occhiata a Spagna e Portogallo
@@fulgenzio89 cioè, fammi capire, abbiamo modelli fantastici come quelli citati e tu vorresti copiare dai 2 tra i paesi più arretrati d'Europa ??
@@janvandergeert8680 bah la Spagna non è per nulla arretrata rispetto all'italia, per me è un paese che si è modernizzato molto più di noi, seppur con grossi problemi. Siccome siamo simili partirei da lì prima di confrontarmi con la Svizzera
Io che ho ascoltato ogni virgola di questi podcast mentre videogioco🙂🙂🫠
Drin drin, commento tattico da un insegnante in Italia
Sull'estensione dell'obbligo fino ai 18 sono sempre molto scettico, per mia esperienza, ma penso sia una cosa riscontrabile in tanti della mia età, chi lascia la scuola a 16 anni è perché semplicemente non è stato capace di andare avanti, si tratta spesso di pluribocciati che negli ultimi anni neanche si presentano a scuola nell'attesa di potersi eliminare dalle liste, obbligarli a rimanere fino ai 18 vuol dire prolungare il periodo di inattività in cui probabilmente lavoreranno in nero o peggio.
Sono d'accordo nel dare agli studenti la possibilità di costruirsi un percorso di studio più personalizzato. Aggiungo, un aspetto che raramente viene menzionato nelle discussioni che rappresenta un motivo in più ovvero la rottura dei gruppi consolidati, che spesso alimentano dinamiche tossiche come il bullismo o l'esclusione sociale. Quando gli studenti sono costretti a rimanere in classi fisse con gli stessi compagni per anni, le dinamiche di gruppo possono cristallizzarsi, creando spazi dove certi comportamenti negativi si enfatizzando e radicalizzano. Permettere agli studenti di muoversi tra diverse classi, interagendo con nuovi compagni, può favorire una maggiore apertura mentale e la possibilità di formare relazioni più sane. Non si tratta solo di offrire maggiore autonomia nella scelta dei corsi, ma di creare un ambiente più dinamico e inclusivo che riduca il rischio che certe problematiche sociali si rafforzino.
Belle riflessioni ma vorrei muovere una piccola critica: quando si parla di paesi come la Corea e il Giappone che, pur avendo un calo demografico crescono economicamente, bisogna stare attenti. Lì si ha un' etica del lavoro che può arrivare a livelli tossici, portando a overworking e a problemi sociali enormi tra depressione e suicidi.
Stessa cosa per la Cina. Credo che non si possano fare comparazioni con paesi che se ne fottono delle condizioni dei lavoratori pur di crescere.
Esatto!
@@ozzyferzhh non è vero, irlanda e israele hanno un ottimo fertility rate
@@Johnny_Savage per Israele se togli gli ultra ortodossi il fertility rate e' allineato con quello dei paesi occidentali
Piccolo suggerimento: dopo una scuola superiore unificata, la proposta degli ITS potrebbe diventare simile ai community colleges americani, che sono scuole professionalizanti ma che permettono anche di portarsi i crediti per continuare il percorso con il bachelor. Addirittura negli USA ci sono persone che fanno i primi due anni la, perche' costa meno. Non farei due percorsi nettamente distinti, anche perche la flessibilita da bachelor a master ( dove si puo' cambiare argomento) funziona molto bene e non preclude carriere e vocazioni.
Anche in UK. Io sono al college, se scelgo dal prox anno EE con university route posso poi entrare al terzo anno di università o fare apprendistato o lavorare.
Finché nelle scuole italiane esisterà il ruolo, ossia l'assunzione a tempo indeterminato vincolato a una classe di concorso (ossia a una materia precisa), nessuna riforma della scuola sarà mai possibile.
A scanso di equivoci: io sono insegnante di ruolo.
@@Eli_Badimrof Sicuramente il precariato non è un bene nel senso in cui genera discontinuità didattica. Tuttavia vincolare il posto fisso a una materia significa di fatto imporre quella materia nel piano di studi e ci sarebbero sempre in realtà, a ondate, molte materie da abolire a beneficio di altre.
DRIN DRIN con Nicola Gratteri sulla Giustizia ❤
Mi avete fomentato al punto che mi sono dovuto iscrivere
Siete veramente bravi !!!!
Commento e like per Ortega
Secondo me Michele ha centrato perfettamente il punto con l'esempio dei videogiochi. Invece di mitizzarli zarli da una parte ed ostracizzarli dall'altra sarebbero un' ottimo punto di partenza per approfondire determinati temi. Un approccio che usi la cultura popolare come aggancio per poi spiegare cose più profonde sarebbe davvero utile.
Assolutamente sì. Si impara più storia da Civilization che dai libri ormai.
Anche se punterei molto più applicare questi concetti a quegli studi più astratti come la matematica, più che all'informatica. Come ho detto in un altro commento, uno studente sa che che con la programmazione si creano anche i videogiochi dato che è una disciplina molto pratica. Quello che bisogna puntare e dare un senso a studi a discipline come la matematica che ti fa spesso domandare il senso di tutte le equazioni e polinomi che vai a calcolare.
E comunque si, se non fossero per i videogiochi avrei odiato la storia nel modo in cui la insegnano.
Ciao, volevo esprimere la mia opinione prendendo come esempio la mia esperienza personale, che poi è in realya confermata dai dati. Quando ero in terza media mi venne consigliato dai professori a 13 anni di andare all'istituto professionale (ad oggi grande azineda produttrice di criminali). Grazie a Dio e grazie alla mia famiglia ho avuto la lungimiranza di ignorare tali esortazioni, e di andare invece al liceo scientifico. Oggi ho 22 anni, sono al terzo anno di economia all'università di Perugia con voti eccellenti, e mi domando che fine potrei aver fatto se avessi preso quella strada consigliata dal sistema educativo attuale e non avessi avuto le giuste persone al mio fianco e il mio carattere; io mi sono salvato ma qualcunaltro probabilmente no. Questo per dire che l'impostazione attuale della scuola è sbagliata e non solo inefficiente ma anche potenzialmente dannosa per il futuro dei ragazzi che la frequentano, soprattutto quando sono nella media e non hanno qualcuno che li possa assistere veramente.
Da insegnante di scuola primaria (elementari), posso dire che io e tante colleghe siamo formate per le TIC e cerchiamo di insegnare ai bambini e le bambine basi di robotica e programmazione dalla prima elementare. Fortunatamente da quando anche le maestre devono avere una laurea magistrale per insegnare (e c’è in corso anche un cambio generazionale), gli studenti sono molto più esposti alle tecnologie e a nuovi modi di apprendere e non solo ai vecchi quaderni.
Con un po' di mia "umile spocchia" credo che siete troppo avanti dal punto di vista della mentalita' moderna, cultura e lungimiranza per intercettare voti dal popolo medio...ma voglio crederci..."associato soldato semplice del Drin Drin sempre con Voi!" ...anche se il progetto non raggiungera' i suoi obiettivi...😊
va bene dai, se presentate una riforma per la scuola come si deve mi iscrivo
Se ti iscrivi potresti accedere al gruppo tematico istruzione e metterci mano tu ;)
Armiamoci e partite
Io ho fatto il professionale 4 anni, dopo un anno di IPSIA per la maturità. In Italia gli studenti di queste scuole professionali è come se non esistono, sembra a volte che manco il ministro dell'istruzione ne sia a conoscenza, solo la scuola alberghiera è tornata in risalto grazie ai media. Il programma degli istituti professionali è carente in matematica che invece apre veramentea mente. Sorvolo sui laboratori dato che si tratta di questione economica, ma dovrebbe essere la punta di diamante dell'istituto quale forma lo studente. Per il resto mancano degli insegnanti con un po' di esperienza in aziende, così da trasmettere queste conoscenze al meglio. Nel mio percorso formativo ho imparato tanto non solo sulla professione che sarei andata a svolgere eventualmente ma anche come funziona un' azienda, dato che avremmo lavorato in esse.
Il discorso ITS è interessante, ma credo sia meglio instradare i ragazzi il prima possibile nel mondo del lavoro, e delle professioni, dato che si accumula esperienze e capacità più velocemente. Inoltre i ragazzi iniziano prima a socializzare con gli altri meno giovani nel mondo del lavoro, iniziano a capire come funziona una azienda ecc. Molti dei miei colleghi hanno fatto l'ITS, e comunque hanno una carenza teorica e pratica. In un contesto di produttività non è molto vantaggioso. Inoltre la tecnologia evolve, velocemente ma ci sono degli strascichi del passato, e in entrambi i casi i ragazzi si trovano spiazzati. Quindi allungare a 20 anni mi sembra controproducente, invece integrare il lavoro con la formazione e perseguire una crescita sia accademica che professionale quasi in parallelo permette di avere una giovane forza lavoro con una lunga prospettiva di crescita. Secondo Boldrin il tipo do diploma che io ho conseguito a 17 anni, dovrei conseguirlo a 20. Io direi che più si è giovani, più cose di posso imparare e anche bene. Questi 3 anni di differenza sono anche 3 potenziali anni di contributi versati, e un nuovo consumatore che si aggiunge al mercato prima. Personalmente credo che i giovani devono affrontare le difficoltà il prima possibile, così acquisiscono più consapevolezza, sicurezza e confidenza in loro stessi.
Forza DrinDrin🎉 Portiamo l'Italia nel XXI secolo e pronta per il futuro!
Si il nulla eterno
Adesso a scuola siamo al punto che col pnr vengono finanziati attività scolastiche extra orario (che non tutti riescono a seguire), da noi per esempio geometria con programmazione 3D e corsi d'inglese innovativi (evidentemente non basati sul metodo classico sciampignon che si usa nell'orario tradizionale). Ma si guardano bene da fare quelle cose lì durante l'orario di scuola per tutto! Cioé, credo sia un insegnante della scuola che fa cose più belle al pomeriggio, mentre al mattino insegue il famoso metodo classico.
Vorrei iscrivermi al Drin Drin, cosa devo fare?
C'è il sito, basta che cerchi drin drin e dà li puoi iscriverti alla newsletter e pagando 30€ (quota minima) ti associ (c'è anche la sezione donazioni nel caso tu voglia donare).
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algo, que ritmo!
il problema è che anche l'università andrebbe fortemente riformata.
In che modo?
@@claudioimprota6017 Dal mio punto di vista, servono 3 cose: 1) modificare leggermente la struttura, con un primo livello di 4 anni, un master di 2 e un PhD di durata variabile dai 3 o 4 ai 6. 2) Organizzare tutti gli accessi universitari a numero chiuso, con una ammissione ( ovviamente abolendo la maturita ). 3) Verifica delle carriere studenti e della docenza, per garantire tempi certi per la conclusione degli ammessi, selezionando la docenza non adeguata.
@@dfolegna 4) smantellare il sistema para mafioso dei concorsi truccati. Nella maggior parte dei casi i bandi di concorso escono solo quando si sa già a chi andrà il posto, questo vale per PhD, professori, ma anche borsisti e tecnici vari. Veramente ridicolo
@ Perdonami ma secondo me manchi completamente il punto, che sono i programmi e la mole di studio, totalmente fine a se stessa e non ad imparare qualcosa. Non credo serva il numero chiuso, la scrematura avviene comunque con i primi esami e precludi la possibilità di chi ha scelto un determinato liceo (es: classico) a poter iscriversi a facoltà “opposte” (es: ingegneria): il gap è colmabile con lo sforzo dello studente.
Non capisco poi perché allungare ulteriormente il percorso. Il bachelor di 4 anni solo se leviamo un anno di liceo e a questo punto il master lo si fa di 1 anno, 2 solo per i master di ricerca preparatori al Phd (come in Olanda).
Verifica della decenza ok, ma quello più al liceo che all’uni a mio parere.
@@claudioimprota6017 Mi spiace ma hai inteso male quello che ho detto. Se leggi bene, una scuola superiore unificata, che cosa dovrebbe precludere a chi ha fatto classico o altro, visto che non esisterebbe più ? Ho scritto che, come in tutto il mondo, dove non esiste esame di maturità ma l'accesso alle università è tutto a numero chiuso sulla base di valutazioni di vario tipo, le università si scelgono le persone con più possibilità di terminare ed in corso. Gli spazi e le risorse non sono illimitate per le università e quindi andrebbero ben allocate. Non a caso, siamo il paese con meno laureati in assoluto, il numero più alto di abbandoni e di fuori corso, eppure qualcuno, dopo 25 anni di riforma universitaria del processo di Bologna, continua a dire che la colpa è aver abolito il vecchio ordinamento. Sistema che funziona in tutta europa, tranne che qui. L'Italia è l'unico paese dove si ciarla ancora di questo. La valutazione della docenza e dei programmi, è una ovvia conseguenza: nel momento in cui ho selezionato in ingresso, devo poi garantire un certo tipo di qualità di servizio e risultati. L'idea di far provare a tutti è la classica furbata che illude molti e porta ai risultati sopra citati. Se ci fosse qualche accademico con la voglia di risponderti, anche in anonimo, ti direbbe che il "non detto" delle università italiane è far provare tutti per poi sapere già che tanto pochi arriveranno. Dettaglio non trascurabile: chi si iscrive paga e neanche la meta finisce, tenendo su la baracca complessiva.
Prof Boldrin: vado a memoria ma mi sembra molto simile a quello statunitense il suo modello, che non è che faccia uscire queste cime dalla scuola secondaria secondo il Pisa score (fa meglio dell'Italia sicuramente ma rientra a malapena nella top 20 globale).
Se guardo alla classifica di quest'anno, in cima ci ritrovo i soliti noti (Singapore, Macao, Taiwan, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong) e subito a seguire Estonia, Canada, Irlanda e Svizzera.
Dando per scontato che i sistemi asiatici sarebbero estremamente difficili da adattare in Italia, non sarebbe il caso di provarci con i primi tra quelli occidentali?
Meglio copiare dai (quasi) migliori, no?
Complimenti Michele, analisi e proposta che trovo a grandi linee eccellente per cambiare rotta, ti chiedo anche se sul versante docenti ci sia da Riformare parecchio, a parere mio si dovrebbe procedere di pari passo
Liceo Ortega non suona male.
Liceo classico Ortega, dove non si impara una sega
Quando Michele ha citato il Parini dicendo che è una palla infinita sono tornato diretto alla quinta liceo, e l'unico motivo per cui lo ricordo ancora sono le prese per il culo e le battute che suscitava tra noi 🤗
Il Parini lo metto al livello della corazzata Potemkin.
Chi ancora lo fa studiare va denunciato per maltrattamenti.
E, mi dispiace, a Pascoli, Carducci, e Manzoni, preferisco Mogol, Battisti, Lucio Dalla, Pino Daniele. Il fatto che la letteratura italiana si fermi a Montale è semplicemente ridicolo. E la cosa più agghiacciante è il motivo: perché si fa come l'anno prima. Il che, secondo il principio di induzione, significa che si farà per sempre così se nessuno ferma questa follia.
L'ITS così come è strutturato oggi inserito nell'attuale contesto scolastico non serve a nulla. Peggio ancora i percorsi IFTS.
Splendido! se si averasse questa riforma finalmente gli italiani del futuro si innamorerebbero della letteratura (perchè non imposta con i vari Parini, Tasso, Verga ecc...) e lascerebbero perdere reality show e Maria De filippi...ma sia la destra che la sinistra si opporranno! vabbe tanto vale tentare...Io sono sicuro che se si facessero leggere Ray Bradbury, Agatha Christie, Salgari ,Verne e Asimov piano piano ci si innamorerebbe delle storie e da lì con gli anni si cercherebbero letture più profonde e psicologicamente approfondite come è tipico di chi ama la lettura (Harold Bloom lo sottolineava) e si limiterebbe lo snobismo del letterato da salotto snob
Sono totalmente d'accordo
la proposta è senza dubbio interessante è degna d'osservazione, sorgono solo due punti che mi rendono scettico a riguardo:
numero uno il rischio di creare un clima di iper specializzazione, nel quale ognuno è espertissimo in un dato campo ma non possiede conoscenze minime (sottolineo minime) in altri,
numero due come permettere di trovare lavoro a chi seleziona indirizzi più umanistici, magari investendo in questi ambiti sviluppando un settore?
risposte e critiche sono entrambe ben accette! :)
il mondo nei fatti oggi e' iperspecializzato, il sapere e' troppo vasto e rapido per pensare di poter abbracciare molte discipline. Chi e' un vero esperto, sa di cosa parlo. Riguardo gli sbocchi degli umanisti, nessuno garantisce lavoro a qualsiasi disciplina, il mercato ( leggi i cittadini) chiedono di piu certe cose che altre.
Sul primo punto, per forza di cose nel percorso culturale di ciascuno è fatto da più parti, poi ci si specializza per forza di cose; poi non facciamo finta che con la scuola attuale abbiamo delle conoscenze minime in ogni campo, la maggior parte delle persone non sa una tega nè di ingegneria, nè di fisica, nè di musica (assolutamente sottovalutata anche nel classico), cinema ecc...
Il sistema attuale è pieno di lacune E non specializza le persone, è una lose lose
Io sono completamente d'accordo con la riforma della scuola proposta. (Mi scuso in anticipo se do un consiglio non richiesto sulla comunicazione. Per di più di comunicazione ne capisco molto poco, quindi consiglio ignorabile) Forse sarebbe meglio cambiare lo slogan "abolire il classico" perché mette molti sulla difensiva e fa partire con il piede sbagliato chi magari sarebbe anche d'accordo con una unificazione delle medie superiori. "Superare il classico", "oltre il classico " Oppure "un unico liceo: più scelte meno confini" sono solo alcuni esempi (anche banali) che mi sembrano possano aiutare a far capire meglio cosa si vuole fare, senza mettere sulla difensiva chi non ha mai riflettuto sul tema. Sul lato metodologico un'idea di compromesso sarebbe quella di rendere il biennio delle scuole superiori realmente uguale per tutti dal punto di vista delle materie. Questo permetterebbe inizialmente di tenere la struttura intatta e lascerebbe la reale possibilità agli studenti di cambiare indirizzo una volta che si incomincia il triennio a 15/16 anni. Parlare già adesso di compromesso è una cosa che fa venire già l'orticaria, ma mi sembrava un'opzione utile per il discorso.
Buona sera!
Commento tattico + sono d'accordo e credo che voterò il partito + reminder that videogame is objectively an artform, and arguably an excellent one at that
Michele aggiungerei che una volta che ci sono dei corsi a scelta elettivi di livello scuola secondaria sarebbe bello si potessero aprire anche a persone esterne. Così si lascia alla formazione continua anche post. O ripercorrere altre strade dopo che in adolescenza si ritiene di aver sbagliato.
E inizialmente riformare il sistema da 5+3+5 a 5+5+3, mantenendo (opportunamente riformato) solamente il triennio delle attuali scuole superiori? Sarebbe più in linea sia con l'attuale obbligo scolastico (16 anni) che con il fornire una adeguata cultura di base per la società moderna, posticipando la scelta del percorso di studi superiore e sgravandolo dall'insegnamento della cultura di base, che sarebbe svolta e approfondita nei secondi 5 anni. Sarebbe sensato? Tra l'altro i primi due anni di superiori, soprattutto al liceo, sono falcidiati da un elevatissimo tasso di bocciature.
Mi sembra molto sensato
la distribuzione è molto sensata perchè ricalca lo sviluppo: prepubertà e
pubertà, adolescenza, maturità. Inoltre al triennio si potrebbero bene le materie specialistiche puntando su una base solida.
io farei 4+5+4
@janvandergeert8680 vanificando il ritardare la scelta, posticipandolo di un solo anno rispetto ad adesso.
@@d1234as è un buon compromesso.
Se continuano così i voti gli vanno addirittura in negativo 😂
"gli", soprattutto "gli". A quello di sicuro mettono un 10! Evvai, genio, cambia fotografia, prendi quella del somaro!
Proposta a costo quasi zero: prendiamo 20 docenti (probabilmente bastano) selezionati per capacità di comunicazione. Questi 20 docenti anziché insegnare in aula per un anno preparano secondo la propria materia videolezioni (fatte bene) di tutte le materie che insegnano. E facciamo un portale con tutte le materie liberamente fruibili da tutti. Ogni anno cambio i professori che fanno sto lavoro in modo che ognuno possa scegliere il modo di insegnare che piace di più. Così io ragazzo che faccio l'Itis posso guardarmi il video su Platone oppure io lavoratore che a 16 anni non avevo la testa la sera posso studiare economia e un domani prendermi un titolo di studio per rompere un po' l'ascensore sociale.
P.s. come posso accedere a discord? Non ho ricevuto l'accesso, grazie
Non so cosa darei per tornare a quando ero alla prima media ma con un sistema dell'istruzione ristrutturato come si deve.
Comunque non c'è solo il discorso di cosa studiare, ma anche di quanto si è disposti a farlo. Didatticamente sarebbe un disastro tenere insieme fino a 16 anni ragazzi fortemente motivati e predisposti allo studio con chi non ha voglia di aprire i libri o ha altri interessi. Bisognerebbe perlomeno dividere i corsi della stessa materia in più livelli.
E tu come lo sai? Hai controllato le esperienze del resto del mondo? Hai presente cosa siano gli elettivi? Hai presente come si strutturano le classi in una scuola media superiore fatta decentemente? Hai presente cosa siano le esternalita' nello studio collettivo? Dei role model mi sentito parlare? Ma PERCHE' PERCHE" sentenziate a vanvera come i preti in chiesa!!!!
Nell' attuale forma classe all' italiana, con un docente per ogni materia e la sua brava programmazione didattica che deve essere tarata per i suoi alunni, so che sarebbe complicato mischiare tutti, perché o si lasciano indietro i disinteressati/sfaticati, o non si dà ai brillanti/volenterosi l' attenzione che meritano, e in sostanza il docente finirebbe imbrogliato in obiettivi richieste metodologie in contrasto tra loro. Per non parlare di frustrazioni e conflitti che nascerebbero tra i ragazzi.
Elettivi, role model, esternalità e scuole estere non ne so niente, ma so come funziona in pratica la scuola italiana adesso.
Ci sarà un capitolo sulla lotta alla criminalità organizzata?
👍👍
Quando all'epoca feci il liceo, scientifico, la scelta della scuola superiore implicava una selezione non solo sulla base dell'interesse nei programmi, ma anche e soprattutto in termini di disponibilità allo studio.
I miei amici in scuole diverse non erano disposti a studiare 4-5 ore al giorno, 6 giorni alla settimana.
Mettere nella stessa classe studenti che son disposti a studiare per 2 ore al giorno, ed altri che sarebbero disposti a farlo per 4-5 non finirebbe, in un paese come il nostro, e con un corpo insegnanti fortemente ideologizzato come il nostro, con l'abbassare ulteriormente la qualità dell'insegnamento?
Dal momento che qui si tende a ridimensionare il valore delle discipline umanistiche e parla in termini positivi di Corea (del Sud, immagino) sarebbe bene ricordarsi anche che è una paese che sforna un impressionante numero di musicisti (cosiddetta musica classica) pluripremiati in Occidente
Credo che nelle materie umanistiche considerate si parli di letteratura, filosofia, latino, greco, storia dell'arte, ma non della musica che nella scuola italiana è già selvaggiamente bistrattata. Nella stragrande maggioranza delle scuole superiori la musica non è proprio presente in nessun modo già oggi e viene rimandata come hobby a corsi extra pomeridiani o roba simile.
che escono dai conservatori, che abbiamo anche noi, non da scuole superiori "generaliste con un curriculum sbilanciato sulle materie umanistiche"
Anche Cina e Giappone sfornano artisti di livello assoluto. Basterebbe limitarsi a guardare la qualità dei film di centinaia di registi di quei paesi negli ultimi 30 anni. Oltre che i premi e le classifiche in occidente di questi.
o i registi
Spero che questo mio intervento possa essere di vostro interesse e aiuto per la discussione. Avrei alcuni punti che vorrei mettere in evidenza poichè penso sia rilevanti per la creazione di un piano di riforma da attuare in futuro. Prima di tutto vorrei porvi all'attenzione una questione che avevo già scritto a livello generale in una vostra precedente live, ovvero la possibile reazione negativa che il vostro intento riformatore può genere ed essere visto in maniera negativa e forse antisistemica. L'argomento istruzione sia proprio un esempio in cui questo potrebbe manifestarsi. Il vostro infatti non è semplicemente un riforma che punto al risistemamento del sistema ma proprio una modifica anche del sistema/paradigma sui cui esso si appoggia. Infatti qui stiamo parlando di due modi completamente diversi di vedere l'istruzione, uno che credo si incarni e rappresentato con il liceo classico. Infatti se voi, da quello che ho capito l'intento della vostra proposta è quella di formare le persone per dare le conoscenze che servono a livello pratico per "vivere" nella società attuale. Mentre il nostro il nostro sistema è "pensato" , o almeno viene "rappresentato e raccontato", per formare tutti ad essere dei "cittadini" in una società civile che vorrebbe tutti uguali. Per questo non vuole una formazione con un fine al mondo lavorativo, visto come negativo e solo utilitaristico, ma con una intenzione filantropica e "democratica" (nel senso di uguaglianza).
Per questo quindi vi consiglio non solo di preparare una proposta di riforma ma di fare attenzione e preparare una risposta difensiva agli attacchi che questi potrebbero fare sulla vostra proposta, soprattutto sul piano morale che può essere un punto di attacco per mettervi cattiva luce.
Un mio punto di vista sulla questione. Voi proponete di modificare sia la struttura di istruzione ma comunque volete mantenere una impostazione, possiamo dire nozionistica, in cui si da più importanza a una conoscenza più in ambito tecnico scientifico e pratico, al posto di quella classica/umanistica. Quello che mi interrogo io tuttavia se questo approccio nozionistico sia valido al giorno oggi. Ovvero con l'evoluzione tecnologia sempre più veloce e i strumenti di oggi che permettono u grande accesso alla conoscenza(pensare a internet) Mi domando se sia ancora necessario un modello con cui si da priorità a dare una istruzione di dare informazioni e invece sia più utile una istruzione in cui si insegna i strumenti per ottenerla quella conoscenza, usarla e valutarla. Perchè da quello che a me pare di aver capito( potrei anche sbagliarmi mi potreste correggere), la vostra intenzione è quella di diminuire i argomenti nozionistici "classici", dando maggiore spazio ad altri poichè sono più utili a vivere nel mondo in cui siamo. Tuttavia quello che posso chiedervi è questo: ma il mondo in cui siamo oggi sarà lo stesso tra 5-10 anni? le nozioni che do io oggi saranno utili in futuro o lo saranno ancora? Io se oggi insegno a uno studente programazzione con C# ma tra 10 anni esso sarà fuori uso e ce ne sarà un'altro linguaggio cosa farà? Perchè dobbiamo stare attenti noi pensiamo a un futuro basandolo sulle nostre conoscenze del presente. Se vi sono cambiamenti lenti questo può essere accattato, ma oggi con una evoluzione tecnologica elevata, che tutto diventa obsoleto in pochi anni(basti pensare all'AI) credo non possa essere trascurato. Sarebbe secondo me molto meglio educarli ad avere i strumenti necessari riuscire da soli a istruirsi necessario(non dico che le informazioni nozionistiche debbano essere cancellate totalmente). Tuttavia questo stesso approccio ha diversi problematiche sulla questione
Spero che questo sia stato utile a voi se ci sono dei punti che non comprendete chiedete pure spero di chiarificare dove posso.
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Factos 👀
Chi garantisce che ogni "liceo locale" sia in grado offrire un' offerta formativa ampia, variegata e adeguata al contesto? Quanti istituti superiori andrebbero accorpati? Un istituto unico per ogni provincia e/o comune? Quanto costerebbe istituire le strutture adeguate? Avremmo giga campus territoriali? Dubbi, sono entusiasta dell'idea ma ho dubbi
Aneddoto sulla programmazione: a 12 anni imparai il BASIC per fare un videogioco. A 15 scelsi informatica all'itis. A 23 ho fatto il mio primo gioco, ma questo è stato più un traguardo personale... ma è 25 anni che lavoro in ambito IT.
... e comunque non si chi cazzo sia Parini, lo ammetto
boldrin alla fine vuoi o non vuoi il videogioco è una cosa positiva , ma se si è sempre detto che rendere l’insegnamento interattivo e simile al gioco è la maniera per far si che i ragazzi apprendano con più interesse , perché non usare la tecnologia che abbiamo e “gamifizzare” l’istruzione ?
Piccolo esempio , se studio elettrotecnica e parto dalle solite basi (voltaggio , corrente , resistori..) con tanto tanto impegno magari dal manuale di circuiti qualche cosa la apprendo , se invece posso permettermi un kit e inizio a sperimentare con degli arduino , gli stessi concetti li apprendo almeno nella metà del tempo . immaginate lo step successivo dove letteralmente crei un software che emula le componenti elettroniche e lo propongo agli alunni , abbiamo già rimosso la barriera all’entrata del comprarsi il kit o dello spendere ore e ore a studiare nozioni , e dopo in base alla qualità del software sono sicuro che il tempo richiesto per l’apprendimento verrà decimato .
questa è un opinione soggettiva e basata in parte sulla mia esperienza di studente ma è un concetto applicabile praticamente a tutto . Da iscritto al drindrin voglio sottolineare che non possiamo precluderci niente in ambito di innovazione .
Gli starnazzatori di X avranno visto questo video? Non credo.
Come si fa a trovare il coraggio di dire e fare quello che fate ogni giorno per cercare di migliorare il paese?
Quando dicono "non è difficile" temo non abbiano capito una fava
Non saprei dire se cade nello stesso frangente, ma anche l'edilizia scolastica è alle calende greche.
Le scuole a rischio simismico o con difetti strutturali (aka non a norma) sono piu dell 60%.
Le scuole, oltre che culle dei lavoratori e della persona, sono anche quel rifugio che si usa in eventi degenerati come terremoti o simili.
Non devono avere gli ipad, assolutamente, ma un tetto sicuro e ac con 49° in estate male non fa
Parole sacrosante
A voler prendere ispirazione, i nostri governanti potrebbero trovare idee interessanti, non lontane dalle vostre, in Canton Ticino, sia per il liceo che per la scuola professionale. Modello svizzero funzionante, scritto pure in italiano.
Giuseppe Parini, quello del giovin signore milanese, illuminismo italiano, il più famoso che ci sia, 1700 e passa. Non 1600..
Che tutto il mondo ci invidia
@ può piacere o no. A me non piace e non l ho nemmeno approfondito mai più di tanto. Ma non credo che l illuminismo sia da disprezzare. Sono gli anni del re filosofo Federico di Prussia ( che ha gettato le basi della futura Germania) di Voltaire e La Mettrie in Francia. Contestualizzare non è un delitto. O no?
Comunque i professori calano eccome, ci sono decine di migliaia di posti vacanti
A che punto del video ti riferisci?
@@emanuelevasina1813 alla fine, dove auspicano un po’ di disboscamento
Il rapporto complessivo docenti/alunni in Italia continua ad essere nella parte molto alta della distribuzione, da quanto mi risulta. Qui l'inverso ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Secondary_education_statistics&oldid=655652#:~:text=Looking%20within%20post%2Dsecondary%20non,(2.1%20pupils%20per%20teacher).
@@MicheleBoldrin La buona maggioranza sono precari con ruoli di 9 mesi quando va bene, di pochi giorni molto spesso. Senza contare gli insegnanti di sostegno, che se vengono conteggiati gonfiano di molto la statistica. Noi ne abbiamo certamente di più rispetto ad ogni altro paese europeo perché siamo tra i pochi che non usano le classi separate per gli alunni con difficoltà, come si fa invece in Germania o nelle tanto decantate realtà scandinave. Certamente converrebbe dal punto di vista economico, ma non saprei quanto ne gioverebbero i ragazzi
A riprova di quello che dico per esperienza posso dire che in molti istituti in cui sono stato il regolamento (regionale spesso) impone di smembrare le classi che scendono sotto i 20 o addirittura 18 alunni, redistribuendo gli alunni nelle altre classi. Questo anche dove le infrastrutture permetterebbero più classi. Quando la pedagogia è unanime da decenni riguardo al fatto che badare a più di 15 ragazzini in tempesta ormonale e con tutto nella testa tranne lo studio rende quasi impossibile una buona didattica. Rimango comunque d’accordo che un po’ di motosega ci voglia: per mia esperienza un buon 70% dei professori sono parassiti ignoranti e saccenti che non fanno altro che danneggiare, quando non proprio traumatizzare, centinaia di ragazzini
Quella di ortega mi mancava
Sono d'accordo su tutto ma anche se così non fosse rimango per le lacrime dei libberali a cui si sono aggiunte quelle dei socialisti dandogli un sapore dolce e salato. Comunque top Alberto
L'unica speranza di salvare il sistema scolastico italiano, e quindi l'Italia.
Sei messo male allora
⏰⏰
Questa cosa che il giappone cresce al 1-2 % e che abbiano una buona crescita della produttività è falsa. Se negli anni 90 il gdp per capita era sui livelli della germania, ora è ai livelli dell'estonia/portogallo peggio della spagna e italia
Cari, sono un vostro fedele seguitore, e sostenitore del libero licenziamento. Ma mi sembra che la vostra frase iniziale "li licenziamo tutti" sia inapplicabile o sbaglio?
A meno che nel drinprogramma appaia la voce licenziamento liberalizzato sia nel privato che nel pubblico. Anche se licenziamento libero nel pubblico forse significa far licenziare gli scomodi e cioè chi lavora ed i non corrotti.
9:28 non si potrebbe pensare di estendere l'obbligatorietà all'aver ottenuto almeno il diploma delle superiori oltre che la maggior età?
Ti prego miche facce sta riforma
Io distruggerei anche i centri storici italiani perché costa troppo ristrutturarli e sostituirei palazzi e chiese con casette in legno stile americano. Poi flessibile, si ricostruisce più facilmente
Povero deficiente.
Si penso a de gaulle o Churchill premio Nobel di storia
A proposito degli studenti che non hanno letto il Parini (o fanno finta), il Parini è del '700, non del '600!😂
Non si può aver classe dirigente decente che non conosca storia filosofia arte letteratura
Dici? Quali storia filosofia arte letteratura?
Pensi Meloni/Salvini/Conte/Schlein le conoscano?
Hai mai pensato al resto del mondo? Cosa conoscevano JFK, Nixon, Reagan, Adenauer, Merkel, Felipe Gonzalez? O Steve Jobs?
Ma pensate prima di parlare o e' vietato dagli studi classici?
OFF TOPIC: Michele, cosa pensi del fatto che Zingales ha appena fatto l'endorsement dei 5S? Io sono rimasto basito.
Io no.
😂😂
Testimonianza di un mio amico perito informatico: ha lavorato qualche anno nel settore e ha deciso di iscriversi all’ITS di Torino ad un corso specifico. Il corso non ha raggiunto il numero di corsisti allora lui ha chiesto semplicemente:”bene spostami in un altro corso”. Aveva fatto 4 test per entrare in 4 diversi corsi informatici, dei quali 3 è arrivato primo e in uno settimo tra i concorrenti. Non gli è possibile cambiare corso e deve rimanere in attesa che il corso raggiunga il numero di corsisti per farlo. È anche così che creiamo i NEET in Italia.
Nessun rispetto del tempo degli altri...
Più di un like non posso metterlo 😉
Ogni riforma seria della scuola italiana deve partire dalla riforma dei cicli scolastici. Non si può avere l'obbligo scolastico fino a 16 anni, e i cicli scolastici che finiscono a 14 e a 19 anni. Tutti i giovani devono avere diritto ad una scuola di qualità fino a 16 anni, dopo i quali sono abbastanza grandi per fare una scelta più consapevole.
Bisognerebbe passare dal 5+3+5 al 5+5+3, con una scuola "secondaria" più ampia ed esaustiva della cultura generale al posto della scuola media e mantenere della scuola superiore solo il triennio, opportunamente adattata alle conoscenze moderne (non può esistere che all'ITI il numero di ore caratterizzanti sia notevolmente inferiore a quello delle materie umanistiche o che nel liceo scientifico le ore di matematica e materie scientifiche siano inferiori al numero di quelle delle materie umanistiche).
@@d1234as 5+5+2. la scuola che finisca una volta per tutte a 18 e non 19 anni, come si fa nel resto del mondo civile
@@Johnny_Savage NO, già in 5 anni si fatica a finire i programmi, figuriamoci in 4
In Europa c’è un sistema scolastico ormai collaudato in Norvegia, Svezia, Spagna, Olanda, Svizzera, Germania (in parte, a passo di lumaca) con materie obbligatorie e a scelta che prevede l’obbligo a 16 anni e nei due anni successivi avviene la specializzazione da una parte in ambito professionale e dall’altra per chi intende proseguire con uno studio accademico. Quindi per quale motivo non seguire questo modello? Faciliterebbe la vita anche a chi deve trasferirsi all’interno dell’Europa e dell’UE. Per quale motivo non tenere conto delle esigenze di chi a 16 anni ritiene più interessante formarsi professionalmente e proseguire, se vuole, con l’ITS? Oltretutto temo che prolungare l’obbligo a 18 anni provocherebbe una fuga verso le scuole private. Ma l’obbligo scolastico non è a 16 anni anche in UK?
Avete mai insegnato al professionale ? Avete mai insegnato al liceo ? Voi proponete di continuare fino a 16 anni con la scuola unica e con i ragazzi tutti insieme, il risultato sarebbe che i casinisti del professionale impedirebbero ai volenterosi del liceo (anche quello scientifico) di lavorare per davvero ... fino a 16 anni.
Ma anche no !
ma così dicendo stai ammettendo che i professionali sono dei parcheggi per chi non ha voglia di studiare. Questo è parte del problema.
@@janvandergeert8680 Ci ho lavorato per anni, se la situazione è quella perchè non ammetterlo ? Dopo averci insegnato, io un mio figlio lì non ce lo mando, neanche se vuole imparare un mestiere; se vuole diventare un idraulico gli faccio assolvere l'obbligo scolastico, poi lo affido ad un idraulico per fargli fare l'apprendista.
"un signore che scriveva cose, nel '600". Parini è nato nel 1729. Lo insegnano al Classico.
Scusa ma, su 15 minuti di video tu è questo quello che hai colto? Che boldrin ha detto '600 invece che '700? Annamo bene
@@g.g.3262 beh se vuoi rivedere il liceo Classico e poi toppi così è il minimo che ti puoi aspettare ;)
Che abbiano collocato Parini nel secolo sbagliato è sintomo di quanto sia stato irrilevante l'averlo affrontato alle superiori
@@d1234as beh in effetti è un'interpretazione lecita :)
Whow! Sono affranto per l'errore commesso. Altro, maestrino mancato?
Il Parini però non è tutto da buttare via. L’ambientalismo trecento anni fa in pratica
Va bene ma a 16 anni anche no
@ValentinoFilipetto Che c’è di male? Fare l’analisi di un paragrafetto con una struttura sintattica complessa è un esercizio fondamentale. Proprio per il modo scellerato con cui si studia la letteratura l’Italia ha livelli così drammatici di analfabetismo funzionale
Infatti lo studio del parini ha creato il paese più eco d'Europa. Vero?
@@e.s.domino A parte che io, che non ho fatto neanche il classico, l'analisi del paragrafetto del Parini l'ho fatta, non vedo perché far leggere proprio Parini ai ragazzi. Parini è un lusso per poche persone fortunate e molto intelligenti. A 16, che vivi ancora con mamma e papà, che lussi ti puoi permettere? Primum vivere, poi ti leggi Proust, Parini e Thomas Mann.
@@utherdent7228 Io questi li vorrei conoscere! Vivono fuori dalla realtà! Poi si sorprendono che vince quel bullaccio di Trump. Incredibile.
Tornarci a scuola no ?
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Ma è crozza?
80 anni fa avresti coltivato e zappato i campi somaro
Tattico
Mio commento tattico 👍
Sarei d'accordo al 90%: Riguardo i licei sono d'accordo al 101%; il 10% (anzi il 9%) rimanente riguarda la parte degli istituti tecnici professionali, e qui più che essere contrariato, avrei bisogno di maggiori chiarimenti.