Non preoccuparti, nel dubbio che tu possa non scegliere, TH-cam ti suggerirà sempre un numero limitato di video fra quelli che stima siano i migliori per te :)
Il problema c'è soltanto quando ci sono tante alternative che vanno ugualmente bene, se ho poche scelte non avrò questo problema, ma ci sarà il rischio di dover scegliere una opzione che non mi aggrada molto. Esempio con le marmellate. Caso 1: ho 3 marmellate: una mi piace poco, una mi piace abbastanza, una non mi piace. Caso 2: ho 10 marmellate: 3 mi piacciono poco, 3 mi piacciono molto, 2 mi piacciono abbastanza, 2 non mi piacciono. Il caso 2 per quanto possa causare incertezza o sensi di colpa è comunque tendenzialmente preferibile al primo poiché posso prendere delle marmellate che mi piacciono "molto" e non "abbastanza": avendo più scelte, è più facile che ce ne sia una che mi piace molto. Avere poche alternative è quindi preferibile soltanto nel caso una delle poche alternative mi piacesse quanto una delle tante alternative che mi piacciono di più. Risulta quindi più spesso conveniente avere più alternative tra cui scegliere.
Bel video, grazie. Il libro l’ho letto l’anno scorso, ma è davvero troppo troppo annacquato di esempi e aneddoti spesso del tutto inutili, diciamo che non aggiunge molto a quanto detto nei 5 minuti del video 😅
@@simonecodenotti6892 per carità, però se hai solo una tesi da portare, peraltro anche abbastanza semplice, puoi tranquillamente fare un libretto da 80 pagine dando le stesse informazioni. Se mi fai un saggio di 300+ pagine mi aspetto quanto meno un po’ di “ciccia” in più, altrimenti mi sento preso in giro 😁
La scelta in realtà è molto semplice in molti casi. Prendi quello che costa meno o che è in offerta, così avrai la consolazione di aver risparmiato qualche spicciolo. Con me che sono tirchio funziona.
@DanieleMS Ciao Daniele, 0:49 Ottima domanda. Infatti se potessimo fare tutto automaticamente perderemmo la voglia di fare ogni cosa. ( paradosso ontologico dell'onnipotente, oppure rasoio di vuka). Per prendere la sua unica decisione l'onnipotente stesso ebbe bisogno esclusivamente del libero arbitrio.
Non sempre in realtà è un problema, perché difficilmente a una persona piace qualsiasi cosa, potrebbe tranquillamente escludere le cose che non piacciono/che non fanno per lei tanto per cominciare. Ad esempio se ho bisogno di un tipo di shampoo (questo lo saprò per esperienza) allora di sicuro guarderò soltanto quelli del tipo che mi serve, la scelta sarà al massimo su quale marca. In alternativa si può sempre fare una volta un tentativo e la volta successiva si cambia, stiamo parlando di scelte che non sono definitive. Per il bar molto semplice, se hai scelto qualcosa e stai avendo un ripensamento puoi sempre tornare in quel bar un'altra volta e prendere altro (a meno che non sei di passaggio in una città ma in quel caso pazienza). Comunque al di là di queste piccolezze spesso è vero che c'è troppa scelta su certe cose, e la soluzione potrebbe essere andare a istinto cercando di rendersi conto se ci si sta mettendo troppo tempo a decidere. Non direi neanche "accontentarsi", lo vedo al contrario nel caso hai soltanto una scelta o l'altra, vedi la palestra dove c'era solo pesi o piscina (e se io avessi voluto fare yoga? O mi accontento di uno dei due o non ci vado)
In sintesi: chi si accontenta gode. Grande idiozia. Non dipende tanto dal numero delle scelte, ma dalle scelte in sé. Più scelte abbiamo, più possiamo definirci liberi, ma se le scelte sono quasi identiche tra loro, allora lì sì che c'è la paralisi della scelta.
L'imbarazzo della scelta si ha solo tra opzioni che risultano equivalenti, quindi, paradossalmente, perdiamo più tempo e mettiamo più impegno a decidere dovre ne vale meno la pena. Questo è il vero paradosso!
La felicità in questo contesto, per me, è poter fare quello che si vuole. Se ho solo due possibilità tra cui scegliere, ma c'è la mia preferita, allora sarò felice. Se ho 1000 possibilità, ma non c'è la mia preferita, allora non sarò felice come nel caso precedente. Caso estremo: se voglio ascoltare la musica e un dittatore mi obbliga ad ascoltare la musica, sono felice anche se di fatto schiavo. Durante una scelta si scartano le possibilità peggiori fino a quando ne rimane solo una. Accontentarsi equivale solo ad interrompere il processo di scelta, e scegliere una possibilità a caso tra quelle non ancora escluse. Accontentarsi non mi sembra una soluzione. Una soluzione dovrebbe essere un modo che mi permette di scegliere più velocemente o semplicemente (ma non casualmente tra le possibilità rimanenti).
Visione eccessivamente semplicistica della cognizione delle scelte, chi sa cosa gli piace almeno nella mia esperienza viene galvanizzato dalla possibilità di avere un alto quantitativo di opzioni tra cui poter scegliere, meno ce ne sono meno c'è la speranza di trovarne una che si addica alla propria personalità e scelte di vita, ho dovuto comprimere al massimo il mio pensiero per inserirlo in un commento TH-cam e non farlo risultare eccessivamente pesante da leggere, non vorrei sembrasse una frase fatta o un altra semplificazione della mente umana, che a rigor di logica più semplifica meno sarà in grado di capire ed apprezzare ragionamenti intensi e complessi. Come rimanere perennemente con un vocabolario di un bambino di 6 anni limita la nostra capacità a pensare e concettualizzare ,il semplificare un concetto complesso ci spinge a non ragionare per comprenderne le meccaniche di base, spero di essere stata chiara, ma dato il contesto immagino di aver sollevato dubbi più che avanzare risposte, e da un certo punto di vista... Lo spero :) I dubbi e le domande ci renderanno ricchi, la curiosità è la sete di sapere sono un bene per me
In realtà un modo per uscire dalla paralisi di scelta esiste e un modo per allenarlo e renderlo più veloce è imparare a giocare a scacchi. Gli scacchi infatti sono il gioco della qualità delle proprie scelte. Mi spiego meglio, le situazioni portate ad esempio sono descritte come se le scelte che il soggetto deve compiere siano equivalenti, ma in realtà non è così. Come negli scacchi, ogni volta che un giocatore muove, l'altro si ritrova davanti ad un numero enorme di possibilità di scelta, delle quali il 99% vengono quasi automaticamente escluse secondo dei criteri logici. Non è importante il numero di opzioni, ma la nostra conoscenza e consapevolezza. Citando l'esempio riportato, se devo scegliere uno shampoo al supermercato e so di avere i capelli ricci, tendenzialmente crespi, la mia scelta si ridurrà agli shampoo che fanno qualcosa per migliorare la mia situazione e così il campo si restringe ad un insieme più piccolo all'interno del quale la scelta è più semplice. Nel caso in cui manchino sia la conoscenza sia la consapevolezza allora la soluzione è sperimentare e anche qui il problema della scelta non si pone perché può essere effettuata in modo totalmente istintivo o casuale, fino ad arrivare alla conoscenza e alla consapevolezza di ciò che fa al caso nostro
La verità è che in una scelta vorremmo sempre fare la scelta migliore, se ho solo due prodotti ho il 50% di possibilità di aver fatto la scelta migliore, se ho 100 prodotti ho solo l'1% di aver fatto la scelta migliore, non potendo avere conoscenza approfondita di tutti i 100 prodotti assumiamo che probabilmente la mia scelta non era la migliore avendo solo una possibilità su 100, quindi 1/100 e non 1/2, finisce che non mi accontento, l'unico modo per poter essere certo che la mia sia la scelta migliore è provarli tutti e confrontarli, quindi o rimango col dubbio che alimenta l'infelicità della scelta, o torno a comprare per provarli tutti aumentando il consumismo, o non fare alcuna scelta perché sì non avrò preso il prodotto migliore,ma non avrò fatto una scelta errata
Beh, si è sempre detto "l'imbarazzo della scelta"... non per sminuire il lavoro di questo scrittore ma mi sembra un po' banale scrivere un libro per considerazioni tanto scontate. In ogni caso questo meccanismo di paralisi avviene quando si ha una sola opportunità non di più. Se puoi tornare in quel supermercato, in quella palestra o in quel bar magari potrai scegliere altre cose e provare.
Non ci voleva un libro per capire queste cose... (o forse per alcune persone si?) Ad ogni modo non è sempre sufficiente accontentarsi. Se scelgo una brioche che fa schifo poi mi pento di non averne scelta un'altra che come gusto mi piaceva ugualmente perché forse era più buona. Diciamo quindi che il problema è la conoscenza.
Io aggiungerei un'altra considerazione: e se fosse possibile fare più scelte? Intendo poter ritrovarmi in futuro nella stessa situazione e dover rifare la scelta. In tal caso la seconda scelta sarebbe influenzata dall'esito della prima. Se vado in una pizzeria e scelgo una pizza ai 4 formaggi e scopro che non mi piace, la prossima volta sceglierò un altro tipo di pizza, oppure se invece mi è piaciuta posso decidere di prendere di nuovo una 4 formaggi o tentare la sorte e provarne un altra. È solitamente il ragionamento che faccio io, farsi pochi problemi e buttarsi, se la scelta si rivelerà sbagliata pazienza, andrà meglio la volta dopo, ma anche se potesse rivelarsi giusta, per soddisfare quella curiosità di poter avere avuto di meglio, provo anche le alternative quando ne avrò la possibilità e voglia di qualcosa di nuovo. Questo discorso che è facilmente applicabile per queste piccole cose, un po'meno per le cose di valore molto più alto (la casa, l'auto, ecc)
Il mio problema nell esempio del bar come mi capita tutte le settimane con la pizzeria, non è nell essere felice della scelta ma nello stress e soddisfazione. Sono rapido e deciso nello scegliere ma ho, di fronte a certi generi di prodotti, la mania di doverli provare prima tutti e diventa un lavoro organizzarsi e ricordarsi la tabella di marcia xD Nel bar per esempio facilmente entrerei tutti i giorni compiendo scelte e combinazioni diverse ovviamente scartando a priori cose che so lontane da me ( anche se la mania spesso mi fa riprovare cose che in passato non mi sono piaciute, tipo la terribile torta al cioccolato del Macdonald )
@@gionnygionny9167 no, tu ti confondi con i requisiti. I requisiti sono solo una parte dei criteri con cui scegliere. Altri criteri possono essere preferenze, prezzo ecc. Se ad esempio devi scegliere uno shampoo, puoi avere che come requisito sia uno shampoo per capelli grassi, per esempio, e tra gli altri criteri di scelta metti il prezzo: hai già ristretto la cerchia ad un solo prodotto, lo shampoo per capelli grassi che costa meno
Vero, ma imho l'infelicità della maggiore scelta è l'insoddisfazione. 2 o 1000 scelte, se la scelta è fatta per soddisfare un vuoto interiore, non lo colmeremo mai, se invece è fatta per fare colazione, alla fine qualsiasi scelta sarà buona, e la varietà darà solo maggiore forza al pensiero di una prossima colazione. Quindi, andate al bar e fate colazione, tanto quel vuoto, come dicono gli 883, fa parte di noi, allora tanto vale conviverci e andare avanti.
Siamo davvero sicuri? Perche se mi mettono in prigione e mi fanno solo due scelte: la morte o la prigione non penso che sarei più felice di non aver avuto altre scelte. Oppure: immaginiamoci degli dei in grado di fare tutto non penso che avremmo paralisi della scelta semmai imbarazzo della scelta. Purtroppo il limite delle scienze è non considerare l'interconnessione di variabili molto diverse tra in fenomeni molto conplessi
ed ecco che io al bar per la colazione faccio sempre "cappuccino e bombolone alla crema" scelta semplice e sicura se voglio una birra vado in un locale che fa SOLO birre (che ho dovuto selezionare tra molti) altrimenti a turno io o uno dei miei amici proponiamo un locale e facciamo a turno capendo quale è il più buono
Mi dispiace, ma non condivido molto quanto detto; è vero che se qualche volta devo vedere un film ho l'imbarazzo della scelta e perdo un poco di tempo (questo dipende più che altro dal mio umore), ma per quanto riguarda la spesa no!
Comunque non sono d'accordo. Da quando ho netflix sono più felice di prima per vari motivi. Inoltre anche se mi accontentassi del primo shampoo poi a casa ripenserei comunque quale shampoo avrei dovuto comprare.
Non se esistesse in tutto il mondo solo un tipo di Shampoo. Per esempio adesso esistono solo automobili che vanno sulle ruote. Quando compri la tua macchina, arrivato a casa, non pensi: “avrei dovuto comprare la macchina a levitazione magnetica al posto della macchina con lo ruote” semplicemente perché la macchina a levitazione magnetica non esiste e quindi ti accontenti della macchina con le ruote e sei felice.
Vedi, tu hai risolto questo problema perché hai formulato un criterio razionale a cui affidi le tue scelte e che ti salva quindi dall’angoscia che ogni scelta provoca
Contrariamente ad altri tuoi video, questo mi sembra una baggianata in quanto lo scrittore "afferma che" non "dimostra che". Inoltre, cosa molto più importante, più scelta hai più libertà hai. Dal mio punto di vista, il vero infelice è lui... Grazie
Ma che accontentarsi. Sulle scelte non si può sindacare...non è matematica con certezze. Io compro quello che mi piace e mi soddisfa. Altrimenti non compro. Non scendo a compromessi.
Non preoccuparti, anche se posso scegliere tra migliaia di video, continuerò a scegliere sempre i tuoi
Non preoccuparti, nel dubbio che tu possa non scegliere, TH-cam ti suggerirà sempre un numero limitato di video fra quelli che stima siano i migliori per te :)
io che guardo 15 video contemporaneamente: DOMINANCE
@@PierGiorgioVolpato e fallisce
Il problema c'è soltanto quando ci sono tante alternative che vanno ugualmente bene, se ho poche scelte non avrò questo problema, ma ci sarà il rischio di dover scegliere una opzione che non mi aggrada molto. Esempio con le marmellate. Caso 1: ho 3 marmellate: una mi piace poco, una mi piace abbastanza, una non mi piace. Caso 2: ho 10 marmellate: 3 mi piacciono poco, 3 mi piacciono molto, 2 mi piacciono abbastanza, 2 non mi piacciono. Il caso 2 per quanto possa causare incertezza o sensi di colpa è comunque tendenzialmente preferibile al primo poiché posso prendere delle marmellate che mi piacciono "molto" e non "abbastanza": avendo più scelte, è più facile che ce ne sia una che mi piace molto. Avere poche alternative è quindi preferibile soltanto nel caso una delle poche alternative mi piacesse quanto una delle tante alternative che mi piacciono di più. Risulta quindi più spesso conveniente avere più alternative tra cui scegliere.
Ciao Daniele, ogni argomento che porti mi affascina! Mi piacerebbero altri video così!
Bel video, grazie.
Il libro l’ho letto l’anno scorso, ma è davvero troppo troppo annacquato di esempi e aneddoti spesso del tutto inutili, diciamo che non aggiunge molto a quanto detto nei 5 minuti del video 😅
Beh, mica poteva renderlo lungo 5 pagine no?😅
@@simonecodenotti6892 per carità, però se hai solo una tesi da portare, peraltro anche abbastanza semplice, puoi tranquillamente fare un libretto da 80 pagine dando le stesse informazioni.
Se mi fai un saggio di 300+ pagine mi aspetto quanto meno un po’ di “ciccia” in più, altrimenti mi sento preso in giro 😁
C'è un pò di Kierkegaard in questo libro 😅
ESATTO. LO STAVO PER DIRE.
Video MERAVIGLIOSO, complimenti
La scelta in realtà è molto semplice in molti casi.
Prendi quello che costa meno o che è in offerta, così avrai la consolazione di aver risparmiato qualche spicciolo.
Con me che sono tirchio funziona.
Il vero tirchio non è quello che compra ciò che costa meno, è colui che non compra perchè costa comunque troppo.
Bellissimo video 👌🏻
Bel video e bell'argomento!
Assolutamente d'accordo!!!!
@DanieleMS Ciao Daniele, 0:49
Ottima domanda. Infatti se potessimo fare tutto automaticamente perderemmo la voglia di fare ogni cosa. ( paradosso ontologico dell'onnipotente, oppure rasoio di vuka). Per prendere la sua unica decisione l'onnipotente stesso ebbe bisogno esclusivamente del libero arbitrio.
Non sempre in realtà è un problema, perché difficilmente a una persona piace qualsiasi cosa, potrebbe tranquillamente escludere le cose che non piacciono/che non fanno per lei tanto per cominciare. Ad esempio se ho bisogno di un tipo di shampoo (questo lo saprò per esperienza) allora di sicuro guarderò soltanto quelli del tipo che mi serve, la scelta sarà al massimo su quale marca. In alternativa si può sempre fare una volta un tentativo e la volta successiva si cambia, stiamo parlando di scelte che non sono definitive. Per il bar molto semplice, se hai scelto qualcosa e stai avendo un ripensamento puoi sempre tornare in quel bar un'altra volta e prendere altro (a meno che non sei di passaggio in una città ma in quel caso pazienza). Comunque al di là di queste piccolezze spesso è vero che c'è troppa scelta su certe cose, e la soluzione potrebbe essere andare a istinto cercando di rendersi conto se ci si sta mettendo troppo tempo a decidere. Non direi neanche "accontentarsi", lo vedo al contrario nel caso hai soltanto una scelta o l'altra, vedi la palestra dove c'era solo pesi o piscina (e se io avessi voluto fare yoga? O mi accontento di uno dei due o non ci vado)
In sintesi: chi si accontenta gode. Grande idiozia. Non dipende tanto dal numero delle scelte, ma dalle scelte in sé. Più scelte abbiamo, più possiamo definirci liberi, ma se le scelte sono quasi identiche tra loro, allora lì sì che c'è la paralisi della scelta.
L'imbarazzo della scelta si ha solo tra opzioni che risultano equivalenti, quindi, paradossalmente, perdiamo più tempo e mettiamo più impegno a decidere dovre ne vale meno la pena.
Questo è il vero paradosso!
Gli appassionati di giochi chiamano "paralisi da analisi" quella che ti prende quando non riesci a valutare le troppe mosse che hai a disposizione 😂
La felicità in questo contesto, per me, è poter fare quello che si vuole.
Se ho solo due possibilità tra cui scegliere, ma c'è la mia preferita, allora sarò felice.
Se ho 1000 possibilità, ma non c'è la mia preferita, allora non sarò felice come nel caso precedente.
Caso estremo: se voglio ascoltare la musica e un dittatore mi obbliga ad ascoltare la musica, sono felice anche se di fatto schiavo.
Durante una scelta si scartano le possibilità peggiori fino a quando ne rimane solo una.
Accontentarsi equivale solo ad interrompere il processo di scelta, e scegliere una possibilità a caso tra quelle non ancora escluse.
Accontentarsi non mi sembra una soluzione. Una soluzione dovrebbe essere un modo che mi permette di scegliere più velocemente o semplicemente (ma non casualmente tra le possibilità rimanenti).
Visione eccessivamente semplicistica della cognizione delle scelte, chi sa cosa gli piace almeno nella mia esperienza viene galvanizzato dalla possibilità di avere un alto quantitativo di opzioni tra cui poter scegliere, meno ce ne sono meno c'è la speranza di trovarne una che si addica alla propria personalità e scelte di vita, ho dovuto comprimere al massimo il mio pensiero per inserirlo in un commento TH-cam e non farlo risultare eccessivamente pesante da leggere, non vorrei sembrasse una frase fatta o un altra semplificazione della mente umana, che a rigor di logica più semplifica meno sarà in grado di capire ed apprezzare ragionamenti intensi e complessi. Come rimanere perennemente con un vocabolario di un bambino di 6 anni limita la nostra capacità a pensare e concettualizzare ,il semplificare un concetto complesso ci spinge a non ragionare per comprenderne le meccaniche di base, spero di essere stata chiara, ma dato il contesto immagino di aver sollevato dubbi più che avanzare risposte, e da un certo punto di vista... Lo spero :)
I dubbi e le domande ci renderanno ricchi, la curiosità è la sete di sapere sono un bene per me
Non so a quando risalga il libro ma "troppa scelta = nessuna scelta" è la mia convinzione da almeno 35 anni.
...anche perché dietro le molte scelte, spesso c'è né una sola, cioè le differenze sono apparenti e non sostanziali.
Bravissimo!
In realtà un modo per uscire dalla paralisi di scelta esiste e un modo per allenarlo e renderlo più veloce è imparare a giocare a scacchi. Gli scacchi infatti sono il gioco della qualità delle proprie scelte. Mi spiego meglio, le situazioni portate ad esempio sono descritte come se le scelte che il soggetto deve compiere siano equivalenti, ma in realtà non è così. Come negli scacchi, ogni volta che un giocatore muove, l'altro si ritrova davanti ad un numero enorme di possibilità di scelta, delle quali il 99% vengono quasi automaticamente escluse secondo dei criteri logici. Non è importante il numero di opzioni, ma la nostra conoscenza e consapevolezza. Citando l'esempio riportato, se devo scegliere uno shampoo al supermercato e so di avere i capelli ricci, tendenzialmente crespi, la mia scelta si ridurrà agli shampoo che fanno qualcosa per migliorare la mia situazione e così il campo si restringe ad un insieme più piccolo all'interno del quale la scelta è più semplice. Nel caso in cui manchino sia la conoscenza sia la consapevolezza allora la soluzione è sperimentare e anche qui il problema della scelta non si pone perché può essere effettuata in modo totalmente istintivo o casuale, fino ad arrivare alla conoscenza e alla consapevolezza di ciò che fa al caso nostro
in tutta sincerità preferivo i soliti video
Il video del paradosso di fermi dov'è?
La verità è che in una scelta vorremmo sempre fare la scelta migliore, se ho solo due prodotti ho il 50% di possibilità di aver fatto la scelta migliore, se ho 100 prodotti ho solo l'1% di aver fatto la scelta migliore, non potendo avere conoscenza approfondita di tutti i 100 prodotti assumiamo che probabilmente la mia scelta non era la migliore avendo solo una possibilità su 100, quindi 1/100 e non 1/2, finisce che non mi accontento, l'unico modo per poter essere certo che la mia sia la scelta migliore è provarli tutti e confrontarli, quindi o rimango col dubbio che alimenta l'infelicità della scelta, o torno a comprare per provarli tutti aumentando il consumismo, o non fare alcuna scelta perché sì non avrò preso il prodotto migliore,ma non avrò fatto una scelta errata
Beh, si è sempre detto "l'imbarazzo della scelta"... non per sminuire il lavoro di questo scrittore ma mi sembra un po' banale scrivere un libro per considerazioni tanto scontate.
In ogni caso questo meccanismo di paralisi avviene quando si ha una sola opportunità non di più. Se puoi tornare in quel supermercato, in quella palestra o in quel bar magari potrai scegliere altre cose e provare.
Non ci voleva un libro per capire queste cose... (o forse per alcune persone si?) Ad ogni modo non è sempre sufficiente accontentarsi. Se scelgo una brioche che fa schifo poi mi pento di non averne scelta un'altra che come gusto mi piaceva ugualmente perché forse era più buona. Diciamo quindi che il problema è la conoscenza.
Mi piacciono i tuoi video bravo
Si sei un grande
Io aggiungerei un'altra considerazione: e se fosse possibile fare più scelte? Intendo poter ritrovarmi in futuro nella stessa situazione e dover rifare la scelta. In tal caso la seconda scelta sarebbe influenzata dall'esito della prima.
Se vado in una pizzeria e scelgo una pizza ai 4 formaggi e scopro che non mi piace, la prossima volta sceglierò un altro tipo di pizza, oppure se invece mi è piaciuta posso decidere di prendere di nuovo una 4 formaggi o tentare la sorte e provarne un altra. È solitamente il ragionamento che faccio io, farsi pochi problemi e buttarsi, se la scelta si rivelerà sbagliata pazienza, andrà meglio la volta dopo, ma anche se potesse rivelarsi giusta, per soddisfare quella curiosità di poter avere avuto di meglio, provo anche le alternative quando ne avrò la possibilità e voglia di qualcosa di nuovo. Questo discorso che è facilmente applicabile per queste piccole cose, un po'meno per le cose di valore molto più alto (la casa, l'auto, ecc)
I video che devono essere catalogati come droga 🤩
Sei un grande
La felicità non è poter avere cio che si desidera, ma amare cio che si ha.
Il mio problema nell esempio del bar come mi capita tutte le settimane con la pizzeria, non è nell essere felice della scelta ma nello stress e soddisfazione. Sono rapido e deciso nello scegliere ma ho, di fronte a certi generi di prodotti, la mania di doverli provare prima tutti e diventa un lavoro organizzarsi e ricordarsi la tabella di marcia xD Nel bar per esempio facilmente entrerei tutti i giorni compiendo scelte e combinazioni diverse ovviamente scartando a priori cose che so lontane da me ( anche se la mania spesso mi fa riprovare cose che in passato non mi sono piaciute, tipo la terribile torta al cioccolato del Macdonald )
Bellissimo video, youtuber sottovalutato. Ma come mai hai nominato il video "Paradosso della scelta" se nel video parli del libro?
Perché il libro si chiama proprio così !
@@DanieleMS1 hahahah scusa se non ho colto,, sono stato poco attento
Lol, la soluzione accontentarsi. Io come soluzione avrei messo "sviluppare dei criteri di scelta".
Per me funziona.
I criteri ce li abbiamo già. Molti prodotti però li hanno già tutti i criteri indispensabili e ognuno ha qualche caratteristica in più
@@gionnygionny9167 no, tu ti confondi con i requisiti. I requisiti sono solo una parte dei criteri con cui scegliere.
Altri criteri possono essere preferenze, prezzo ecc.
Se ad esempio devi scegliere uno shampoo, puoi avere che come requisito sia uno shampoo per capelli grassi, per esempio, e tra gli altri criteri di scelta metti il prezzo: hai già ristretto la cerchia ad un solo prodotto, lo shampoo per capelli grassi che costa meno
In realtà è un'ottima soluzione quella che proponi, ma in generale lo sviluppo di euristiche è un'ottima base per la riduzione del carico cognitivo
@@alessiomuccio2795 però non è sempre così. Nei film puoi mettere il genere ma neanche tante altre cose, la durata è sempre più o meno uguale.
@@PierGiorgioVolpato che è lo sviluppo di euristiche? La roba tipo algoritmo del simplesso?
Interessante
Vero, ma imho l'infelicità della maggiore scelta è l'insoddisfazione. 2 o 1000 scelte, se la scelta è fatta per soddisfare un vuoto interiore, non lo colmeremo mai, se invece è fatta per fare colazione, alla fine qualsiasi scelta sarà buona, e la varietà darà solo maggiore forza al pensiero di una prossima colazione. Quindi, andate al bar e fate colazione, tanto quel vuoto, come dicono gli 883, fa parte di noi, allora tanto vale conviverci e andare avanti.
Siamo davvero sicuri? Perche se mi mettono in prigione e mi fanno solo due scelte: la morte o la prigione non penso che sarei più felice di non aver avuto altre scelte. Oppure: immaginiamoci degli dei in grado di fare tutto non penso che avremmo paralisi della scelta semmai imbarazzo della scelta. Purtroppo il limite delle scienze è non considerare l'interconnessione di variabili molto diverse tra in fenomeni molto conplessi
ed ecco che io al bar per la colazione faccio sempre "cappuccino e bombolone alla crema" scelta semplice e sicura
se voglio una birra vado in un locale che fa SOLO birre (che ho dovuto selezionare tra molti)
altrimenti a turno io o uno dei miei amici proponiamo un locale e facciamo a turno capendo quale è il più buono
Quindi il succo del libro è "chi si accontenta gode"?
Leggi anche la Nobel lecture di Herbert Simon sul soddisfacentismo...
Mi dispiace, ma non condivido molto quanto detto; è vero che se qualche volta devo vedere un film ho l'imbarazzo della scelta e perdo un poco di tempo (questo dipende più che altro dal mio umore), ma per quanto riguarda la spesa no!
Comunque non sono d'accordo. Da quando ho netflix sono più felice di prima per vari motivi. Inoltre anche se mi accontentassi del primo shampoo poi a casa ripenserei comunque quale shampoo avrei dovuto comprare.
Non se esistesse in tutto il mondo solo un tipo di Shampoo. Per esempio adesso esistono solo automobili che vanno sulle ruote.
Quando compri la tua macchina, arrivato a casa, non pensi: “avrei dovuto comprare la macchina a levitazione magnetica al posto della macchina con lo ruote” semplicemente perché la macchina a levitazione magnetica non esiste e quindi ti accontenti della macchina con le ruote e sei felice.
È come andare in un ristorante che fa solo pochi primi e pochi secondi. In tal caso la scelta sarà più agevole.
Ora capisco perché ci metto così tanto a fare la spesa
Sbaglio o lo diceva anche Kierkegaard?
Credo proprio di sì
Up
Solo io compro sempre la roba che costa meno? 😂
Vedi, tu hai risolto questo problema perché hai formulato un criterio razionale a cui affidi le tue scelte e che ti salva quindi dall’angoscia che ogni scelta provoca
Basta pensare che nessuna scelta è definitiva
Chi si accontenta gode, così così …
Io penso proprio il contrario, nel bar e in palestra ci si può tornare e alla fine provare tutto
Chi sa quello che vuole è felice chi si accontenta fa finta di esserlo
Contrariamente ad altri tuoi video, questo mi sembra una baggianata in quanto lo scrittore "afferma che" non "dimostra che".
Inoltre, cosa molto più importante, più scelta hai più libertà hai.
Dal mio punto di vista, il vero infelice è lui...
Grazie
0:52 No, ma gli accenti sì...
vabbè dai, poco importa
@@giacomospada2491 oddio, abbiamo lo stesso cognome!!
@@FedericoSpada13 oddio non ci credo, non ci avevo fatto caso
Dunque, figlio mio, è per questo che avrai un matrimonio combinato
Praticamente la cosa migliore è avere un cervello
Non è un paradosso. È logico.
...così facciamo la fine dell’asino di Buridano 😂😂😂
Hai forse visto nel futuro di qualche settimana ?
@@DanieleMS1 in che senso?
Questo paradosso non funziona su chi è milionario, in quanto può permettersi tutto ahahaahahaahaha
Io scelgo la marmellata di marroni.
Io faccio colazione sempre con brioche e cappuccino. Quindi nessun paradosso e sono felice così
Ma che paradosso. Se a me non piace zumba e menate simili ho già ridotto le scelte.
Ma che accontentarsi. Sulle scelte non si può sindacare...non è matematica con certezze. Io compro quello che mi piace e mi soddisfa. Altrimenti non compro. Non scendo a compromessi.
Il paradosso è riconducibile solo ad elementi tra cui potresti essere indeciso