Io credo che si possa apprezzare sia Pasolini che Pavese senza sentirsi in bisogno di parteggiare per l'uno o per l'altro. Poi guardate che in tutte le persone di grande talento (e in particolar modo negli scrittori) c'è una forte componente di autostima e insofferenza per la creatività altrui: quasi sempre i giudizi di scrittori importanti nei confronti dei "pari grado" sono fortemente critici. Per altro, per chi non lo sapesse, la stroncatura più celebre nei confronti di Pavese si deve ad Alberto Moravia (che Pavese nel suo diario postumo bollava ingiustamente come "scrittore fascista"): non è improbabile che il giudizio duro di Moravia abbia influito sul punto di vista di Pasolini. Ciò detto, l'intervista è indubbiamente molto interessante e stimolante: Pasolini riteneva Pavese scrittore mediocre o non grande perché la sua opera non pone grandi problemi né di natura politica né letteraria, in questo modo rimarcando la differenza con la sua figura di scrittore problematico, scomodo, scandaloso. Mi pare acuta la considerazione di Pasolini su Pavese letto e amato soprattutto nella provincia italiana, più che nei grandi centri culturali: e i personaggi di Pavese sono in effetti uomini di campagna o provinciali "inurbati": questo però è anche l'elemento di maggior fascino dell'opera di Pavese a mio modo di vedere. Se devo dare un giudizio personale, Pasolini è superiore a Pavese come poeta, Pavese è superiore come romanziere, entrambi furono grandi saggisti e operatori culturali.
Pavese ha un anima crepuscolare che pasolini forse per istinto ripudia, per pavese non è importante l arte in se stessa quanto l arte come stimolo di vita è questo che pasolini non sottolinea e cambia tutta la visione su pavese
Non si può definire Pavese come "mediocre": le sue poesie sono ricche di suggestione emotiva tanto che, in semplici versi, riesce a "graffiare" l'anima e i sensi. Mi trasmette una sensazione di vuoto e di crudele malinconia.
"Il mestiere di vivere", "La luna e i falò", "La bella estate" non credo siano opere che possano essere considerate mediocri né tanto meno tranquillizzanti. Il giudizio di Pasolini, in tal caso, più che dettato da un'analisi letteraria appare soggettivo e viziato da considerazioni di natura politica.
Io apprezzo molto Pavese e devo ammettere che anche Pasolini ha fatto film che mi sono piaciuti (Uccellini e uccellacci o Il vangelo secondo Matteo) ma devo esprimere un giudizio pessimo riguardo all'ultima opera di Pasolini 'La repubblica di Salò' che oltre a essere un'opera dell'espressionismo spropositato si avvicina molto alla pura pornografia.
Anche i più grandi dicono e scrivono sciocchezze. Pavese uomo ed autore meritano il massimo rispetto. Il gusto personale di Ppp non cambia il giudizio di chi apprezza le sue opere. L'idea di assecondare il gusto altrui, in base alla popolarità di chi esprime un giudizio é da talebani, nonché pericoloso. Evoca la mentalità comunista che, purtroppo, abbracciò seppur a suo modo anche il friulano.
@@andreasoccini7568 capisco per un illetterato sia difficile comprendere anche il più banale ragionamento, e debba ricorrere a misure semplicistiche come la "grandezza" (con la presunzione di giudicarmi senza conoscermi).
@@andreasoccini7568sì, certo... è sicuramente un gigante...ma a livello di narrativa sta sotto Pavese, come regista top...anche perché Pavese comunque non si è cimentato
bello sentire quest'intervista. io amo pavese peró capisco benissimo il punto di vista di pasolini..... chiaramente leggi pavese nell'adolescenza, un'etá in cui scopri la realtá insopportabile della guerra. le parole di pavese danno degli strumenti per capire come le persone erano lo stesso persone, rendono una vicinanza umana all'atroce e all'inumano. sono parole che non eccedono come dice pasolini.... non sono le parole e il punto di vista utilizzati da brecht o fenoglio per esempio. provo comunque gratitudine per pavese, ma immensa ammirazione la provo per pier paolo pasolini che riesce sempre a scuotere e mostrare contraddizioni in maniera chiara, lineare ed anticonformista. un genio.
Pavese e' di un linguaggio e forma molto semplice a tutti perche' dentro era un naturalista. Pasolini, al contrario, era versante ad una ricerca sociale... "metafisica". Pavese fuggiva dalle citta', Pasolini ne era affogato. Sono, a parer mio, due visioni (quella campale e quella cittadina), punti determinanti che hanno costruito due uomini che, pur diversi, cercavano profondamente se stessi. Pavese fuggiva, comunque, da tutti. Era scontroso con gli stessi amici, solitario: fuggiva dalla politica, dal cemento e dalla vita stessa col suicidio. Pasolini non e' per tutti, oltre che era in anticipo con le idee sociali del suo tempo. ................ Grazie del video!
Nonostante Pasolini sia stato uno degli intellettuali più geniale d'Italia, non sono affatto d'accordo col suo giudizio. Non riesco nemmeno a capire come mai un uomo così profondo e analitico come lui non sia stato capace di allontanarsi dai suoi disincontri personali con Pavese, liberarsi di pregiudizi e concentrare il suo rigore metodologico nella valutazione letteraria obiettiva di un'opera innegabilmente particolare e fondamentale come quella di Cesare Pavese, punto di riferimento fondamentale del patrimonio letterario italiano di avanguardia.
E' ovvio che l ha fatto per bilanciare l apologia del film su Pavese; se avessero inserito una sua intervista che ne tessava le lodi, l'effetto amplificazione sarebbe stato spropositato: Stiamo parlando di Pavese non di Dante, e lui ha capito il contesto ed ha espresso la sua opinione sulla domanda posta: cosa pensava LUI di Pavese.
E' interessante, perché è vero che bisogna sempre guardare a quello che si tace. Pasolini non dice una sola parola sul Pavese poeta. E contando che lui è un poeta, è un silenzio un po' sospetto. Detto questo, su lui come narratore/romanziere sono d'accordo.
Credo che giudichi Pavese solamente come narratore impegnato e da quel punto di vista lo scrittore piemontese è abbastanza piano e uniforme. Ma il Pavese poeta è qualcosa di alto, sublime e crudo che non ha eguali nella nostra letteratura.
A me disgustano le graduatorie. Ma nel '900 l'Italia ha avuto grandi poeti, alcuni poco noti al grande pubblico come Campana, Cardarelli, Penna, Giovanni Testori. Pavese a mio avviso nel "Mestiere di vivere" ha dato prova a mio avviso di essere un genio, una mente superiore. Io lo ammiro moltissimo.
Con titanismo che gli è proprio, Pasolini non può cogliere la purezza lì dove non è il solo a vederla, lì dove non è lui a crearla. La purezza è il grande valore di Pavese. E questo vale, questa nudità, così limpidamente espressa, la nitidezza del legame che Pavese stringe con chi lo legge. Pasolini cercava e voleva altro dalla letteratura, eppure, nella poesia non seppe essere che quello che Pavese è stato e continua ad essere. P.s. Malgrado il mio cognome non sono legata a Pavese, da null'altro che dall'affetto
+Paola Pavese D'accordissimo! Pavese, in poesia, è stato evocatore di una realtà unica a suo modo, originale e intrisa di cultura, illuminata da uno sguardo critico e sottile, forte di un patrimonio mitologico che non può non far provare un senso di irritazione, nel sentirlo nominare "mediocre".
A me personalmente i racconti di Pavese mi hanno sempre emozionato e in qualche modo coinvolto, ma questa può essere una cosa soggettiva, non essendo io un intellettuale ,ma un lettore del sabato e qualche volta della domenica. Ma questo giudizio o parere da parte di Pasolini,su Pavese,mi ricorda,(chiaramente su un argomento diverso,ma pur sempre,artistico-comunicativo) i dibattiti ed i pareri espressi negli anni 70,sulla figura di Lucio Battisti,dai suoi colleghi cantautori cosiddetti impegnati, e che lo snobbavano.In quegli anni (e non solo)tutti volevano lanciare un messaggio,ma Battisti era ed è principalmente musica,cosi come Pavese era ed è suono,odori,manie,e tante altre cose,di quei personaggi e ambienti che raccontava,senza pretese in fondo.
amo molto pasolini, ma non sono d'accordo con lui su pavese, credo sia un autore molto profondo, apparentemente superficiale (o mediocre) che non usa mai sovra- tòni ne imbratta le sue carte di grandi intuizioni, ma è la sua cifra stilistica, ... la sua estetica è molto intimista- individualista, e sottile .... in questo rimane "borghese" anche se di una borghesia anti- borghese decadente- suicida (forse è questo che pasolini non amava di lui), le sue riflessioni sul mito nei saggi sulla letteratura americana, oltre che i romanzi come la luna e i falò, e le raccolte di poesie ("lavorare stanca" o i Blues) .. sono secondo me imprescindibili, anche se databili a un certo periodo storico, ... e forse non condivido neanche il fatto di fare un catalogo in cui compaiano minori- mediocri e una grande- letteratura, credo che esista una spazzatura oggettiva letteraria (fatta per vendere e da consumare) ma non credo vi sia una assoluta superiorità di un autore (vero) su un altro, spesso un minore col tempo si rivela più importante di quanto si pensava ... inoltre il fatto sociologico del pavese come distintivo di una certa borghesia provinciale prescinde da pavese, come prescinde da pasolini l'uso distintivo che se ne può fare in certi salotti radical- chic ...
in effetti concordo sul fatto che Pavese fosse un borghese suicida, credo che molto del suo intimo venga rivelato nel suo diario in certi pensieri di antagonismo con Vittorini, all'epoca li trovai puerili, come molti pensieri del de profundis di oscar wilde... credo che la mediocrità sia ravvisabile in questo unico ritorcersi verso sé stesso senza una luce che coinvolga davvero gli altri, alla ricerca soprattutto di un riconoscimento personale, cosa che a Pasolini, così preso dalla vita, non interessa ed il riconoscimento lo seguiva per il solo fatto che la sua vita era appassionata... due uomini agli antipodi mi sembra... grazie alessandro
A mio avviso, avrebbero dovuto essere più solidali l'uno con l'altro, essendo entrambi due spiriti sofferenti. Non importa quanto impegno politico vi fosse nell'opera dell'uno (Pasolini) e quanto non ve ne fosse nell'attività letteraria dell'altro (Pavese). Comunque sia, Pavese era a suo modo impegnato politicamente, essendo iscritto al PCI e collaborando con il giornale L'Unità. Inoltre, lavorava per la casa editrice Einaudi, chiaramente politicamente schierata. Entrambi gli autori scrivevano secondo la propria sensibilità, secondo ciò che il loro cuore avvertiva come più urgente. Pasolini era un contestatore ed un osservatore della società. Pavese, un introspettivo e, in un certo qual senso, un romantico; un uomo che avrebbe voluto trovare quell'amore - ricambiato - che gli riempisse la vita e che silenziasse in lui l'atroce richiamo della morte, che infine ha prevalso. Tanto Pasolini quanto Pavese sono uomini di grande levatura culturale e letteraria e sarebbe davvero esercizio sterile e sciocco contrapporre l'uno all'altro, alla ricerca del "migliore". Ciascuno dei due è portatore di un proprio messaggio, comunque arricchente e degno di ogni ascolto. L'Italia attuale non possiede più personaggi di questa portata e di tale complessità.
Mediocre? Io sono ‘’innamorata’’ di Pasolini e Pavese, i miei grandi amori, credo che Pier Paolo Pasolini nutrisse un po’ di invidia per Pavese, mi fa male dirlo ma non c’è altra spiegazione. Sono due giganti!! Chissà cosa avrebbe detto Pavese di Pasolini! Non lo sapremo mai
Credo che è ingiusta l'opinione di Pasolini su Pavese,le opere di Pavese sono bellissime pagine,che hanno una originalità indiscussa,con una introspezione dei personaggi davvero ammirevole e credo unica.Oserei dire che è raro il suo linguaggio.Non capisco Pasolini che pure ho ammirazione,per questa sua opinione....
Non ha argomentato molto la stroncatura, si è fermato al mi piace/non mi piace, anche le motivazioni per cui l'ambiente "provinciale" (ammesso che fosse mai esistito, visto che anche Roma o Milano all'epoca erano "provinciali" rispetto al pianeta...) prediligesse Pavese non sono chiare.
I wish I never seen this interview, I admire both of them, they are both great but in criticising Pavese the way he does shows Passolini as a rather petty and jealous man. Not very clearly objective I am afraid.
Questo dimostra che, in ogni epoca, non si è mai obiettivi ma si parte sempre da un preconcetto.. Per l'autore del documentario si doveva solo parlare bene di Pavese... Il mondo è sempre stato uguale.
Svisceravano negli stessi anni i medesimi snodi storico-mitico-metafisici e PPP lo sa bene, infatti qui lo sminuisce proprio perciò: credo sia l'unico suo momento egoico e non a caso con un fratello d'anima e scrittura (poetica), quindi suo 'rivale'...
Premetto che non leggo molto ma ascolto tanto. Ascolto le letture dei libri alla radio e ne ho ascoltate più di quanti libri abbia letti. Attualmente sto ascoltando " la luna e i falò" . Ammetto di fare molta fatica a seguirlo e di non avere la stessa voglia di ascoltare le letture come quando trasmettevano, per esempio " la vita davanti a sé" o " il cappello del prete" di de Marchi. Faccio fatica : è un modo di parlare non raffinato e spesso non trovo dei collegamenti fluidi nei discorsi. Ogni tanto ,dal nulla, inizia con :" dissi a Nuto che cosa intendesse con ..... e lui rispose
Io ho proprio sempre amato la letteratura e sto facendo un commento mio personale. Io amo i grandi classici del passato, tanto per fare un esempio : Il dottor Zivago, da cui il cinema ne ha potuto fare meraviglie. Ecco il mio parere, di italiani amo : Manzoni e il grande Leopardi, che è stato pure filosofo, basta leggere:la ginestra il fiore del deserto e parlo da credente, riflettete. Di Leo Diana
In effetti non si capisce perché si ripete, ma a parte questo condivido pienamente il giudizio di Pasolini e non credo affatto che il giudizio possa essere rigirato contro di lui. Pavese è un autore che non va oltre, che non affonda il colpo in niente. Lo stesso non si può certo dire di Pasolini. E' non può nono essere ritenuta mediocre la letteratura che naviga in superficie e si guarda bene dall'immergersi nelle anguste profondità di ogni cosa, la storia, l'inconscio, la politica, la società ecc
E allora? Flaubert, Beckett, il primo Pinter e Ionesco scrivevano e argomentavano sul nulla. Non per forza uno scrittore deve dare ulteriore spiegazioni del suo lavoro e del suo scopo al lettore. Gli scrittori sopra citati vaneggiavano in maniera quasi imbarazzante per un comune motivo: disorientare i diretti interessati.
+Ermek Gatteg Non capisco se sei d'accordo con me o no. Non capisco se c'è dell'ironia, o se pensi davvero che possa essere lecito per uno scrittore scrivere ed argomentare sul nulla. Comunque sia in questo momento e periodo, io sono stufo di questo tipo di letteratura. Non mi interessa la letteratura del borghese che se la passa bene, con la pancia piena, che mette a frutto il proprio talento letterario, esternando in essa tutta la propria noia borghese. Voglio l'autentica ricerca di una nuova coscienza, che almeno per iniziare, passa attraverso la scoperta del fango in cui siamo immersi e di cui siamo fatti. Voglio una letteratura, come ogni altro tipo di arte, che metta le mani nei sessi, nella terra, nel fango, negli escrementi se occorre, nelle viscere, ovunque occorra metterle per arrivare a guardarci nello specchio e tentare di capire davvero cos'è ciò che vediamo al di là del vetro.
Vorrei lanciare una debole lancia per Cesare Pavese, lo ha fatto più grande la sua tragica morte, non nascondiamo che sia lo scandalo, sia la disperazione possono ingigantire a figura di un artista. purtroppo non sono in grado di fare una critica letteraria, forse più sull'arte pittorica, ma tornando per un attimo sulla censura, ricordo che i registi, quando un film veniva censurato si lisciavano le mani perché erano sicuri di un successo di pubblico che non è poco per un film. Penso che poco mi possa condizionare un pittore o scultore che sia da una vita diciamo "dai segni particolari " Michelangelo non fu meno grande di Caravaggio, solo chi si sofferma sull'arte senza un vero amore può farsi influenzare da questo. IL mio pittore preferito è Van Gogh ma la sua follia non è la ragione del mio amore. Al contrario è la sua frenetica ricerca di un sogno. Che ciò sia stato in qualche modo dentro la sua vita ciò che appare a me è meraviglia, semplicità trasmettere di sé la pittura, vista con gli occhi di un bambino. Certo è un po' semplicistico. Consideriamo che dentro a ciascun uomo ci siano più uomini con caratteri istinti e sentimenti contradditori. tutti non siamo solo una cosa . Credo bisogna non capire niente se ci consideriamo solo una persona definita. Non è così, siamo più complessi , e ogni giorno siamo qualcosa che muta, lasciandoci sorpresi. Se queste mutazioni di noi ci regalano qualcosa, possiamo sentimentalmente arricchirci. Se stiamo immobili e cerchiamo solo ciò che sta fermo, si ferma il nostro pensiero. E niente è peggio di un pensiero fisso. A me piace che ogni giorno non veda cose che restano fisse. per questo leggo un libro due o tre volte, guardo un quadro due o tre volte anche tanto di più. perché cambia insieme a me. È una cosa strana ..per questo odio i luoghi comuni. Tutto muta a seconda della parte di noi che durante il giorno si fa sentire maggiormente. Mi piacciono le sfumature, vivo di sfumature io sono sfumata tutti sono sfumati. tanti sono bianchi ingessati e mi fanno paura. Quelli mi fanno paura ma c'è una parte di me ..che è così. Volevo solo dire che Van Gogh è uno dei pittori che muta di più ai miei occhi. d'altronde sarebbe assurdo vedere le sue stelle sempre uguali. Lui era il respiro della natura, come poteva non soffrire ? Era il metro della povertà e della paura di non trovare se stesso. Un paio di scarpe vecchie, bisogna pensare a come si può voler dipingere con tanta espressività un paio di scarpe vecchie logorate dal lavoro nei campi. Non si può non provare meraviglia in questo quadro perché è una parte di lui. Oggi non va più di moda l'umiltà. Ma questo quadro è poeticamente umile , vicino alla terra, alla miseria, all'importanza in cui un paio di scarpe facevano la differenza ma non la differenza tra uomo e uomo ma tra la vita e la morte. Quanti uomini sono morti per non avere scarpe ? Certo sono tempi sconosciuti oggi, ma è stato così. Non tanto tempo fa, bastava la povertà vera, il freddo, il lavoro duro. Quindi quelle scarpe che paiono insignificanti vivono dentro di me vite sconosciute e tempi sconosciuti ma veri. Rievocano sentimenti di un uomo che voleva che lo capissi. E amo sempre chi mi insegna qualcosa con così tanto amore. Non lo ha fatto brutalmente ma con un sentimento quasi religioso. E facile essere brutali e Lui era così lontano da ogni brutalità che neppure ho mai pensato alla sua follia. Neppure il suo ultimo quadro, il campo giallo e il momento in cui forse è stato male. C'è tutta la ribellione ad un tragico evento, gli uccelli sembra non riesca a dipingerli, ha fretta ha una fretta incredibile. Ma lui vuole finire e ha solo il tempo di premere il tubetto e fare una specie di tante v basse vicino al terreno . Sembrano incise come parole non dette, hanno paura quegli uccelli come se si alzassero in volo dopo uno sparo. Si vede la sua ferita nell'anima , vibra e senti note stonate, senti il gracchiare di quegli uccelli. ma cosa vedi, vedi quello che lui vorrebbe ancora vedere ma non può. È un saluto. È un dire io sono qui io sono qui. Fermamente per sempre dentro quel volo.l'ultima fatica di un uomo che non si è mai sentito degno di essere un pittore. l'umiltà in lui era sublime. oggi si dice ai figli..devi farti sentire, sgomitare, metterti in mostra, farti avanti, altrimenti non sarai mai nessuno. Mio Dio quanto era lontano questo tempo di stelle lucenti.
Questo gigante severamente giudica un uomo rispetto a lui più piccolo.. Avrà sicuramente anche motivazioni non solo di ordine razionale,forse inconsciamente vede Pavese come un uomo forse troppo debole,che non ha combattuto ma ha espresso solamente una gamma di sentimenti "popolari" che egli comprendeva
Personalmente ritengo Pavese il più Grande scrittore e poeta italiano di sempre. La stroncatura di Pasolini la interpreto come legata alla "moda" di leggere le opere di Pavese negli anni 60 e 70. Pasolini era un anticonformista e quindi non poteva tollerare un autore alla moda.
Ma potete dire pure che Pasolini fosse mediocre e che facesse pure schifo ma non che fosse comodo e accomodato.....sul fatto che se ti accomodi fai successo e diversamente no Ha ragione da morire ....e oggi ancora di più.
Erano due poeti opposti. Pavese cercava in letteratura ciò che Pasolini, a mio parere combatteva. Pasolini è stato più linguista, Pavese era un umanista.
Sul distintivo ha ragione ma Pavese non c’entra. Comunque amo entrambi, lo scavo interiore di Pavese e la pietra dello scandalo, allegoria Pasoliniana.
D'accordo o non d'accordo qui abbiamo Pasolini che critica Pavese... Ora non voglio fare il solito qualunquista, ahimè già dicendo di non volerlo fare lo sto facendo, ma oggi al massimo abbiamo Platinette che critica Luxuria, la D'Urso che critica Giletti, etc etc.. Molto probabilmente Ppp e Pavese fossero nati oggi sarebbero anche loro come noi, un po' più elevati sì, ma sarebbero stati risucchiati in questo nulla che, chi più, chi meno, ci ha avvolto...
Come al solito un commento duro , ma probabilmente vero . Pavese era stato anti-fascista e studioso della letteratura anglofona ( particolarmente americana ) e questo lo rendeva " comodo " in un momento di formazione del regime democristiano. Da questo punto di vista Pasolini ha ragione , ma Pavese era anche omosessuale e questo lo rendeva al contrario molto scomodo alla stessa mentalità ipocrita della sua epoca . Chissa' che il suo suicidio non sia stato causato dal peso di questo moralismo nascente all'alba degli anni '50 !
Sono fondamentalmente d'accordo con Pasolini. Ma mi porto dentro la poesia di Pavese" I mari del Sud" tutta, verso dopo verso, come un tesoro... Ci sono Conrad e le Langhe,Corto Maltese e Melville e tanti sogni e fantasie di un 'adolescenza lontana...
Non sono un ammiratore o un detrattore di Pavese, poiché non ho mai letto nulla che lo riguardasse quindi non posso dare un giudizio di merito come fa Pasolini; tuttavia non si può non constatare quanto il giudizio espresso dal regista-scrittore sia onesto e non ipocrita contrariamente a quasi tutti gli intellettuali e non, dell'epoca e anche oltre che _guai a parlare male di Pavese_ . Pasolini non aveva deferenza di sorta nei riguardi di un presunto grande scrittore.
Pasolini dimentica , o forse ignora, che Pavese titolò così il primo capitolo della sua opera 'La letteratura americana ed altri saggi', capitolo dedicato a Sinclair Lewis: ''Senza provinciali, una letteratura non ha senso''....La provincia era per Pavese la terra del vagabondaggio, della festa, e del mito. Ma anche la terra come scorciatoia al dialetto, alle parole del dialetto elementari perché anche elementali, che non fanno sconti al reale, alle pulsioni dell'inconscio che generano immagini. Non aveva letto invano Walt Whitman... La lezione di di Foglie d'erba di Whitman. (Lui dirà di sé: il tuo è un classicismo rustico che diventa etnografia preistorica...) Penso comunque che la sua fosse più una critica all'artista, che all'uomo. Artista mediocre e provinciale. Pasolini era più simbolista, la sua arte era sperimentazione, quindi volutamente più raffinata, più europea. Pavese aveva tradotto Moby Dick e Whitman. in America la provincia è un infinito susseguirsi di punti su una carta geografica, che non chiudono mai dentro, da cui si può , si deve sempre scappare, stando coi piedi per terra, le vie di fuga sono vie di terra, si chiama vagabondare non viaggiare. Nessun impegno politico in senso stretto, già l'evadere è una scelta di non appartenenza, ti resta la solitudine, che è una forma di impegno esistenziale. Per ritrovare il mito, Pavese doveva tornare in provincia. Il raffinato, ma anche lui carnale, Pasolini, nella sua stroncatura così snob di Pavese, è qui il vero provinciale.
Bhe... Dare del Mediocre a Pavese... Scusa Pierpaolo ma non sono d'accordo. E non é neanche vero che fosse facile per un intellettuale stare dalla parte giusta in quel periodo. Anche se la politica sicuramente non ha un ruolo così importante nella narrativa di Pavese. Scrittore che stimo... Perché ha molto sofferto.. . E ha saputo tradurre la sofferenza nelle parole dei suoi scritti.
Pavese come poeta e novelliere era senz'altro superiore a Pasolini. Di Pasolini salvo il saggista. Secondo me ha perso troppo tempo a rincorrere attività che non erano nelle sue corde. Si fosse concentrato sulla filosofia oggi sarebbe stato un Marcuse
Pasolini esprime un proprio giudizio specificando che e un suo pensiero lasciando la libertà agli altri di esprimere un proprio giudizio fra l altro ne apprezza alcuni aspetti
Pavese ...era un uomo al di sopra del suo stesso ruolo, era uno che ti toccava, non si faceva leggere, si faceva vivere, ecco la differenza tra lui e Pasolini, uno riempiva i vuoti, l'altro raccontava se stesso solo per se stesso .. Pavese scriveva e moriva, Pasolini scriveva e si vendeva.
Da quello che sottolinea in continuazione nello sminuire l'artista meno l'uomo, più che stilare le opere di entrambe come tifosi è possibile che il malanimo di PPP sia legato ad un certo ambiente letterario che comunque anche lui aveva, e case editrici nelle due epoche più favorevoli a spingere Pavese all'ostracismo in quegli anni del secondo. Come la domanda supplica dei due anni condonati dopo l'esilio a differenza sua gli ha dato chissà un quadro poco simpatico. Queste però sono questioni personali sono due giganti del "900 poco importa.
Quanto abbiamo perso quella notte del 2 novembre 1975 !!!!! In questa Italia priva di identità e coscienza sociale avere avuto un intellettuale come Pasolini ci avrebbe elevato da questo buio catatonico in cui ci troviamo.
se Pasolini giudica mediocre pavese è come se Dante giudica mediocre Petrarca. essere tacciato di medio scrittore da Pasolini cosi critico in realtà è un complimento. scusate ma la vedo cosi molti , perché sento Pasolini non disprezzare Pavese ma disprezzare il fatto che piacesse a una certa élite ovvero fosse di moda come un elettrodomestico. Pasolini non voleva piacere, questo era l'uomo. non sono molto letterato e questo è parere mio
Pasolini non amava Pavese per il semplice fatto che erano più le attinenze che le differenze che li univano... non amando se stesso non poteva di certo celebrare Pavese
Ritengo che Pasolini parli di sé stesso. Non so spiegare il perché di questa immedesimazione di Pasolini. Forse Pasolini si rispecchia in quest'anima oscura e tormentata. Pasolini fu un'icona della sinistra cinematografica da salotto. Non si poteva dire di Pasolini che fosse un noioso cineasta pena l'espulsione dai salotti radical chic. Questa fu la mia esperienza giovanile.
Ma Pavese traballa? Le poesie, i romanzi e le traduzioni di Pavese. Non suscita problemi letterari e non rappresenta un caso nella letteratura italiana?
A me disgustano le graduatorie. Non dirò che Pavese era il più grande poeta del suo secolo dato nel '900 l'Italia ha avuto grandi poeti, alcuni poco noti al grande pubblico come Campana, Cardarelli, Penna, Giovanni Testori. Dirò solo che Pavese a mio avviso nel "Mestiere di vivere" ha dato prova a mio avviso di essere un genio, una mente superiore. Quel libro mi ha colpito come un fulmine. C'è da essere orgogliosi di essere stati connazionali di un'intelligenza di quel tipo.
Assiologico, e dunque sì o no? Delude che lo dica un letterato. Mi domando se abbia mai provato a leggere veramente i Dialoghi con Leuco' e tanto altro. Che poi definisca l'impegno politico di Pavese "facile", "corretto", "che non suscita grandi problemi", è segno che ha un'idea del tutto approssimativa a riguardo. Oggi si teme l'impopolarità a parlare male di Pasolini, ma la letteratura, per fortuna, non è sì o no.
@@nt559 Ma no,leggi : it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Pavese Ora la critica di Pasolini e solo un suo punto di vista,punto. Non mi pare che Cesare Pavese fosse culturalmente fosse tanto scarso.
+Paola Pavese Io invece penso proprio di sì, visto che Calvino, oltretutto, era anche un manovratore del potere all'interno della cultura italiana, teso ad escludere chi non era allineato come ad esempio Guido Seborga, scrittore dimenticato, caduto nell'oblio, per le sue tendenze anarchiche e quindi di letterato libero e ingestibile, non manovrabile.
Credo che tra quello che Calvino faceva e diceva esplicitamente e quello che pensava non ci fosse un grande allineamento. Calvino era un pavido. Non conosco il caso di Guido Seborga, ma quello di Guido Morselli sì e la lettera con cui Calvino respinse la pubblicazione de "Il comunista" ne è un esempio eloquente. Calvino si è nutrito di Pavese e poi ne ha rinnegaro l'atteggiamento culturale nei confronti della politica, quando la sua personalità cultura non poteva più essere speso. Se Pasolini visse una vita antitetica a quella di Pavese, che ne giustifica il giudizio, Calvino, semplicemente, visse di meno. E la sua grandezza, nel percepire la letteratura è incontrovertibile, i suoi giudizi, quando hanno a che fare con il rapporto tra politica e letteratura non possono certo essere considerati limpidi.
+Paola Pavese Quindi, anche in base a ciò che dici tu, nella mia supposizione su ciò che Pasolini probabilmente pensava di Calvino, se mi sono sbagliato, mi sono sbagliato per difetto. In quanto lui come me, credo facesse un po' fatica a scindere la grandezza letteraria, dalla coerenza e l'onestà del pensiero di chi la utilizza come strumento espressivo.
+pincherlezed E comunque non credo che la letteratura, soprattutto a partire dal '900, non credo che la letteratura possa essere un mestiere per persone pavide o codarde. O per lo meno io non so che farmene di quella letteratura. E se siamo dove siamo, nel male, lo dobbiamo anche a quel tipo di intellettuali
Ritengo quel "facile" non sia riferito alle condizioni storico politiche, oggettivamente difficili, dei periodi in cui si trovò ad operare Pavese, ma alla possibilità di prendere posizioni culturali nette, non sfaccettate, non "complesse". Diversamente da quanto fece, per esempio, Fenoglio, contemporaneo di Pavese. In ogni caso ritengo che Pasolini si riferisca al Pavese narratore...
In realtà Pavese fu arrestato per il possesso di lettere della donna che amava, Tina Pizzardo, lei attiva antifascista e controllata dalla polizia. D'altronde basta leggere quello spietato racconto autobiografico che è La casa in collina per capire come il cruccio di Pavese fosse sempre stata la sua inerzia, l'incapacità di appassionarsi e partecipare attivamente alla lotta politica.
"Non considero [Pavese] un grande scrittore" Ecco perché Pasolini mi è sempre stato sul cazzo. Il capoverso "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" del buon Cesare supera di gran lunga tutta la produzione di questo parvenu della letteratura.
V livello se bisogna indovinare le regole bisogna indovinare c vince la meloni toglie tutti i puntelli toglie tutti puntelli gli un leone cose restano dopodiché Che cosa fa o Ma non è possibile togliere tutti gli unici puntelli sociali e sono rimasti nvv sta già pensando di allearsi con la Meloni Marika si rammarica a ci vogliono mettere fuori Ma sei il primo che vorrei che vuole già andare da quell'altra l'ha detto me l'ha detto a me me l'ha detto a me Io gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto Eh allora si lo dice lui se lo dice da se lo dice lui poi cosa stava succedendo in sta succedendo che io faccio quello che posso Ecco perché mi hanno messo in un angolo e io faccio quello che posso Faccio quello che posso dire certo e dico quello che posso è il minimo è di provvedere alla sua identmk mi pare ci manca anche stia zitta figuriamoci se sto zitta allora sto anche zitta no non ci sto zitta non ci sto mo no io mi accorgo delle cose e giustamente le riferisco le riferisco Sì se sono cose pericolose pericolose per sono pericolose cxx
Non mo sembra che lui, Pasolini, sia stato un grande scrittore (estremista in ogni campo, dal politico alla politica , al cinema, all'antropologico). Per me Pasolini è stato decantato troppo. Leggo facilmente Pavese non altrettanto Pasosilini.
Io credo che si possa apprezzare sia Pasolini che Pavese senza sentirsi in bisogno di parteggiare per l'uno o per l'altro. Poi guardate che in tutte le persone di grande talento (e in particolar modo negli scrittori) c'è una forte componente di autostima e insofferenza per la creatività altrui: quasi sempre i giudizi di scrittori importanti nei confronti dei "pari grado" sono fortemente critici. Per altro, per chi non lo sapesse, la stroncatura più celebre nei confronti di Pavese si deve ad Alberto Moravia (che Pavese nel suo diario postumo bollava ingiustamente come "scrittore fascista"): non è improbabile che il giudizio duro di Moravia abbia influito sul punto di vista di Pasolini. Ciò detto, l'intervista è indubbiamente molto interessante e stimolante: Pasolini riteneva Pavese scrittore mediocre o non grande perché la sua opera non pone grandi problemi né di natura politica né letteraria, in questo modo rimarcando la differenza con la sua figura di scrittore problematico, scomodo, scandaloso. Mi pare acuta la considerazione di Pasolini su Pavese letto e amato soprattutto nella provincia italiana, più che nei grandi centri culturali: e i personaggi di Pavese sono in effetti uomini di campagna o provinciali "inurbati": questo però è anche l'elemento di maggior fascino dell'opera di Pavese a mio modo di vedere. Se devo dare un giudizio personale, Pasolini è superiore a Pavese come poeta, Pavese è superiore come romanziere, entrambi furono grandi saggisti e operatori culturali.
Mi trova sostanzialmente d'accordo.
Pavese ha un anima crepuscolare che pasolini forse per istinto ripudia, per pavese non è importante l arte in se stessa quanto l arte come stimolo di vita è questo che pasolini non sottolinea e cambia tutta la visione su pavese
Sono molto vicino alle tue considerazioni
Pppp
P amico di qualcuno p
Non si può definire Pavese come "mediocre": le sue poesie sono ricche di suggestione emotiva tanto che, in semplici versi, riesce a "graffiare" l'anima e i sensi. Mi trasmette una sensazione di vuoto e di crudele malinconia.
Con questo commento hai perfettamente dato ragione a Pasolini.
"Il mestiere di vivere", "La luna e i falò", "La bella estate" non credo siano opere che possano essere considerate mediocri né tanto meno tranquillizzanti. Il giudizio di Pasolini, in tal caso, più che dettato da un'analisi letteraria appare soggettivo e viziato da considerazioni di natura politica.
Io apprezzo molto Pavese e devo ammettere che anche Pasolini ha fatto film che mi sono piaciuti (Uccellini e uccellacci o Il vangelo secondo Matteo) ma devo esprimere un giudizio pessimo riguardo all'ultima opera di Pasolini 'La repubblica di Salò' che oltre a essere un'opera dell'espressionismo spropositato si avvicina molto alla pura pornografia.
Perché non l'hai capita.
Andrea Radaelli non si chiama 'La repubblica di Salò'. Si tratta di un film provocatorio e volutamente osceno
condivido, andrea93
uno che ha scritto il mestiere di vivere come può essere mediocre ?
Anche i più grandi dicono e scrivono sciocchezze. Pavese uomo ed autore meritano il massimo rispetto. Il gusto personale di Ppp non cambia il giudizio di chi apprezza le sue opere. L'idea di assecondare il gusto altrui, in base alla popolarità di chi esprime un giudizio é da talebani, nonché pericoloso. Evoca la mentalità comunista che, purtroppo, abbracciò seppur a suo modo anche il friulano.
Neanche il tuo commento muta il valore del giudizio di Pasolini che, a differenza tua, rimane uno dei più grandi.
@@andreasoccini7568 capisco per un illetterato sia difficile comprendere anche il più banale ragionamento, e debba ricorrere a misure semplicistiche come la "grandezza" (con la presunzione di giudicarmi senza conoscermi).
@@ER.N.IK-29 Non c'è bisogno di giudicarti, lo fai da solo definendo l'interlocutore un "illitterato". 😊
@@andreasoccini7568 solo un illeterato avrebbe potuto scrivere una banalità come la tua. Quando non si capisce: meglio tacere.
@@andreasoccini7568sì, certo... è sicuramente un gigante...ma a livello di narrativa sta sotto Pavese, come regista top...anche perché Pavese comunque non si è cimentato
bello sentire quest'intervista. io amo pavese peró capisco benissimo il punto di vista di pasolini..... chiaramente leggi pavese nell'adolescenza, un'etá in cui scopri la realtá insopportabile della guerra. le parole di pavese danno degli strumenti per capire come le persone erano lo stesso persone, rendono una vicinanza umana all'atroce e all'inumano. sono parole che non eccedono come dice pasolini.... non sono le parole e il punto di vista utilizzati da brecht o fenoglio per esempio.
provo comunque gratitudine per pavese, ma immensa ammirazione la provo per pier paolo pasolini che riesce sempre a scuotere e mostrare contraddizioni in maniera chiara, lineare ed anticonformista. un genio.
Potrei ascoltare Pasolini per ore. Non leggerlo, ascoltarlo.
Pavese e' di un linguaggio e forma molto semplice a tutti perche' dentro era un naturalista. Pasolini, al contrario, era versante ad una ricerca sociale... "metafisica". Pavese fuggiva dalle citta', Pasolini ne era affogato. Sono, a parer mio, due visioni (quella campale e quella cittadina), punti determinanti che hanno costruito due uomini che, pur diversi, cercavano profondamente se stessi. Pavese fuggiva, comunque, da tutti. Era scontroso con gli stessi amici, solitario: fuggiva dalla politica, dal cemento e dalla vita stessa col suicidio. Pasolini non e' per tutti, oltre che era in anticipo con le idee sociali del suo tempo. ................ Grazie del video!
Nonostante Pasolini sia stato uno degli intellettuali più geniale d'Italia, non sono affatto d'accordo col suo giudizio. Non riesco nemmeno a capire come mai un uomo così profondo e analitico come lui non sia stato capace di allontanarsi dai suoi disincontri personali con Pavese, liberarsi di pregiudizi e concentrare il suo rigore metodologico nella valutazione letteraria obiettiva di un'opera innegabilmente particolare e fondamentale come quella di Cesare Pavese, punto di riferimento fondamentale del patrimonio letterario italiano di avanguardia.
E' ovvio che l ha fatto per bilanciare l apologia del film su Pavese; se avessero inserito una sua intervista che ne tessava le lodi, l'effetto amplificazione sarebbe stato spropositato: Stiamo parlando di Pavese non di Dante, e lui ha capito il contesto ed ha espresso la sua opinione sulla domanda posta: cosa pensava LUI di Pavese.
E' interessante, perché è vero che bisogna sempre guardare a quello che si tace. Pasolini non dice una sola parola sul Pavese poeta. E contando che lui è un poeta, è un silenzio un po' sospetto. Detto questo, su lui come narratore/romanziere sono d'accordo.
Credo che giudichi Pavese solamente come narratore impegnato e da quel punto di vista lo scrittore piemontese è abbastanza piano e uniforme. Ma il Pavese poeta è qualcosa di alto, sublime e crudo che non ha eguali nella nostra letteratura.
Il più grande poeta italiano contemporaneo e forse d'Europa, come diceva lui stesso di sè.
Il Novecento ha dato poeti sublimi: Eliot, Pasternak, Rilke... molto superiori a Pavese
Stavo per scrivere la stessa cosa.
A me disgustano le graduatorie.
Ma nel '900 l'Italia ha avuto grandi poeti, alcuni poco noti al grande pubblico come Campana, Cardarelli, Penna, Giovanni Testori.
Pavese a mio avviso nel "Mestiere di vivere" ha dato prova a mio avviso di essere un genio, una mente superiore. Io lo ammiro moltissimo.
@@joescarface1408 e Ungaretti...
Con titanismo che gli è proprio, Pasolini non può cogliere la purezza lì dove non è il solo a vederla, lì dove non è lui a crearla.
La purezza è il grande valore di Pavese.
E questo vale, questa nudità, così limpidamente espressa, la nitidezza del legame che Pavese stringe con chi lo legge.
Pasolini cercava e voleva altro dalla letteratura, eppure, nella poesia non seppe essere che quello che Pavese è stato e continua ad essere.
P.s. Malgrado il mio cognome non sono legata a Pavese, da null'altro che dall'affetto
+Paola Pavese D'accordissimo! Pavese, in poesia, è stato evocatore di una realtà unica a suo modo, originale e intrisa di cultura, illuminata da uno sguardo critico e sottile, forte di un patrimonio mitologico che non può non far provare un senso di irritazione, nel sentirlo nominare "mediocre".
Pasolini titanico e incapace di riconoscere la purezza... è chiaro che lo avete capito malissimo.
secondo me rimani di parte
@@Lamrer "quando non è il solo a vederla", ho scritto.
No, non si può dire di Pasolini ciò che Pasolini disse di Pavese!🙌🏽
A me personalmente i racconti di Pavese mi hanno sempre emozionato e in qualche modo coinvolto, ma questa può essere una cosa soggettiva, non essendo io un intellettuale ,ma un lettore del sabato e qualche volta della domenica. Ma questo giudizio o parere da parte di Pasolini,su Pavese,mi ricorda,(chiaramente su un argomento diverso,ma pur sempre,artistico-comunicativo) i dibattiti ed i pareri espressi negli anni 70,sulla figura di Lucio Battisti,dai suoi colleghi cantautori cosiddetti impegnati, e che lo snobbavano.In quegli anni (e non solo)tutti volevano lanciare un messaggio,ma Battisti era ed è principalmente musica,cosi come Pavese era ed è suono,odori,manie,e tante altre cose,di quei personaggi e ambienti che raccontava,senza pretese in fondo.
amo molto pasolini, ma non sono d'accordo con lui su pavese, credo sia un autore molto profondo, apparentemente superficiale (o mediocre) che non usa mai sovra- tòni ne imbratta le sue carte di grandi intuizioni, ma è la sua cifra stilistica, ... la sua estetica è molto intimista- individualista, e sottile .... in questo rimane "borghese" anche se di una borghesia anti- borghese decadente- suicida (forse è questo che pasolini non amava di lui), le sue riflessioni sul mito nei saggi sulla letteratura americana, oltre che i romanzi come la luna e i falò, e le raccolte di poesie ("lavorare stanca" o i Blues) .. sono secondo me imprescindibili, anche se databili a un certo periodo storico, ... e forse non condivido neanche il fatto di fare un catalogo in cui compaiano minori- mediocri e una grande- letteratura, credo che esista una spazzatura oggettiva letteraria (fatta per vendere e da consumare) ma non credo vi sia una assoluta superiorità di un autore (vero) su un altro, spesso un minore col tempo si rivela più importante di quanto si pensava ... inoltre il fatto sociologico del pavese come distintivo di una certa borghesia provinciale prescinde da pavese, come prescinde da pasolini l'uso distintivo che se ne può fare in certi salotti radical- chic ...
in effetti concordo sul fatto che Pavese fosse un borghese suicida, credo che molto del suo intimo venga rivelato nel suo diario in certi pensieri di antagonismo con Vittorini, all'epoca li trovai puerili, come molti pensieri del de profundis di oscar wilde... credo che la mediocrità sia ravvisabile in questo unico ritorcersi verso sé stesso senza una luce che coinvolga davvero gli altri, alla ricerca soprattutto di un riconoscimento personale, cosa che a Pasolini, così preso dalla vita, non interessa ed il riconoscimento lo seguiva per il solo fatto che la sua vita era appassionata... due uomini agli antipodi mi sembra... grazie alessandro
Bravissimo #PaoloZorro ... cmq due giganti.. non sapevo di questa intervista... ciao
Per fortuna, oggi c'è una grande riscoperta di Cesare Pavese. Pasolini non era dio, anche lui poteva sbagliare... e su Pavese ha sbagliato.
Quanto lo amo
L'intervistatore lo ha chiamato Gianpaolo...
Il fatto che all'inizio dice "Gian Paolo Pasolini…" 🔝 💯 😎 👌 👏
Ha detto Gian Paolo? Chi è sto bambo? 😂😂😂
A mio avviso, avrebbero dovuto essere più solidali l'uno con l'altro, essendo entrambi due spiriti sofferenti. Non importa quanto impegno politico vi fosse nell'opera dell'uno (Pasolini) e quanto non ve ne fosse nell'attività letteraria dell'altro (Pavese). Comunque sia, Pavese era a suo modo impegnato politicamente, essendo iscritto al PCI e collaborando con il giornale L'Unità. Inoltre, lavorava per la casa editrice Einaudi, chiaramente politicamente schierata.
Entrambi gli autori scrivevano secondo la propria sensibilità, secondo ciò che il loro cuore avvertiva come più urgente.
Pasolini era un contestatore ed un osservatore della società.
Pavese, un introspettivo e, in un certo qual senso, un romantico; un uomo che avrebbe voluto trovare quell'amore - ricambiato - che gli riempisse la vita e che silenziasse in lui l'atroce richiamo della morte, che infine ha prevalso.
Tanto Pasolini quanto Pavese sono uomini di grande levatura culturale e letteraria e sarebbe davvero esercizio sterile e sciocco contrapporre l'uno all'altro, alla ricerca del "migliore". Ciascuno dei due è portatore di un proprio messaggio, comunque arricchente e degno di ogni ascolto.
L'Italia attuale non possiede più personaggi di questa portata e di tale complessità.
mi domanda chi abbia montato il video: la stessa intervista ripetuta due volte e sei minuti di nero alla fine
Mediocre? Io sono ‘’innamorata’’ di Pasolini e Pavese, i miei grandi amori, credo che Pier Paolo Pasolini nutrisse un po’ di invidia per Pavese, mi fa male dirlo ma non c’è altra spiegazione. Sono due giganti!! Chissà cosa avrebbe detto Pavese di Pasolini! Non lo sapremo mai
Bravissimo! Quello che ho sempre pensato di Pavese.
Credo che è ingiusta l'opinione di Pasolini su Pavese,le opere di Pavese sono bellissime pagine,che hanno una originalità indiscussa,con una introspezione dei personaggi davvero ammirevole e credo unica.Oserei dire che è raro il suo linguaggio.Non capisco Pasolini che pure ho ammirazione,per questa sua opinione....
non sono d'accordo con Pasolini. Pavese è una grande pagina della nostra letteratura
Non ha argomentato molto la stroncatura, si è fermato al mi piace/non mi piace, anche le motivazioni per cui l'ambiente "provinciale" (ammesso che fosse mai esistito, visto che anche Roma o Milano all'epoca erano "provinciali" rispetto al pianeta...) prediligesse Pavese non sono chiare.
Wish the eng-caption would be available soon
I wish I never seen this interview, I admire both of them, they are both great but in criticising Pavese the way he does shows Passolini as a rather petty and jealous man. Not very clearly objective I am afraid.
Questo dimostra che, in ogni epoca, non si è mai obiettivi ma si parte sempre da un preconcetto..
Per l'autore del documentario si doveva solo parlare bene di Pavese...
Il mondo è sempre stato uguale.
esattamente e Pasolini non si e' prestato a questa apologia.. e ha fatto bene,
Svisceravano negli stessi anni i medesimi snodi storico-mitico-metafisici e PPP lo sa bene, infatti qui lo sminuisce proprio perciò: credo sia l'unico suo momento egoico e non a caso con un fratello d'anima e scrittura (poetica), quindi suo 'rivale'...
Giudizio ineccepibile, come solamente Pasolini può dare.
Premetto che non leggo molto ma ascolto tanto. Ascolto le letture dei libri alla radio e ne ho ascoltate più di quanti libri abbia letti. Attualmente sto ascoltando " la luna e i falò" . Ammetto di fare molta fatica a seguirlo e di non avere la stessa voglia di ascoltare le letture come quando trasmettevano, per esempio " la vita davanti a sé" o " il cappello del prete" di de Marchi.
Faccio fatica : è un modo di parlare non raffinato e spesso non trovo dei collegamenti fluidi nei discorsi.
Ogni tanto ,dal nulla, inizia con :" dissi a Nuto che cosa intendesse con ..... e lui rispose
A me sembra giusta la critica di Pasolini a Pavese a parte le differenze che ci sono tra il Pasolini arterioso e il Pavese venoso.
ascolta anche... LECTURES 2019-Incipit "La bella estate" di Cesare Pavese
Io ho proprio sempre amato la letteratura e sto facendo un commento mio personale. Io amo i grandi classici del passato, tanto per fare un esempio :
Il dottor
Zivago, da cui il cinema ne ha potuto fare meraviglie. Ecco il mio parere, di italiani amo :
Manzoni e il grande
Leopardi, che è stato pure filosofo, basta leggere:la ginestra il fiore del deserto e parlo da credente, riflettete. Di Leo Diana
L'intervistatore dice Pier Paolo, non Giampaolo. Ma ci sentite??
La sua assenza è un eterno lutto. Chissà quando rinascera' un poeta simile!
Io di Pavese ho letto purtroppo solo "Il mestiere di vivere", che mi ha lasciato il ritratto di una mente intelligentissima. Pavese era un grande.
Ascolta anche I TEMI DELL'UMANO: Caterina Verbaro "Pasolini e il recinto del sacro" (Perrone)
Ma... Chi l'ha montato sto video Lapo Elkann?
In effetti non si capisce perché si ripete, ma a parte questo condivido pienamente il giudizio di Pasolini e non credo affatto che il giudizio possa essere rigirato contro di lui. Pavese è un autore che non va oltre, che non affonda il colpo in niente. Lo stesso non si può certo dire di Pasolini. E' non può nono essere ritenuta mediocre la letteratura che naviga in superficie e si guarda bene dall'immergersi nelle anguste profondità di ogni cosa, la storia, l'inconscio, la politica, la società ecc
E allora? Flaubert, Beckett, il primo Pinter e Ionesco scrivevano e argomentavano sul nulla. Non per forza uno scrittore deve dare ulteriore spiegazioni del suo lavoro e del suo scopo al lettore. Gli scrittori sopra citati vaneggiavano in maniera quasi imbarazzante per un comune motivo:
disorientare i diretti interessati.
+Ermek Gatteg Non capisco se sei d'accordo con me o no. Non capisco se c'è dell'ironia, o se pensi davvero che possa essere lecito per uno scrittore scrivere ed argomentare sul nulla. Comunque sia in questo momento e periodo, io sono stufo di questo tipo di letteratura. Non mi interessa la letteratura del borghese che se la passa bene, con la pancia piena, che mette a frutto il proprio talento letterario, esternando in essa tutta la propria noia borghese. Voglio l'autentica ricerca di una nuova coscienza, che almeno per iniziare, passa attraverso la scoperta del fango in cui siamo immersi e di cui siamo fatti. Voglio una letteratura, come ogni altro tipo di arte, che metta le mani nei sessi, nella terra, nel fango, negli escrementi se occorre, nelle viscere, ovunque occorra metterle per arrivare a guardarci nello specchio e tentare di capire davvero cos'è ciò che vediamo al di là del vetro.
+pincherlezed Ah, non lo so! Me lo dica o, meglio, scriva lei.
S
E' bello perché come anticipa la voce narrante puoi attribuire molte di queste critiche all'opera di Pasolini stesso.
Concordo pienamente con Pasolini
Vorrei lanciare una debole lancia per Cesare Pavese, lo ha fatto più grande la sua tragica morte, non nascondiamo che sia lo scandalo, sia la disperazione possono ingigantire a figura di un artista. purtroppo non sono in grado di fare una critica letteraria, forse più sull'arte pittorica, ma tornando per un attimo sulla censura, ricordo che i registi, quando un film veniva censurato si lisciavano le mani perché erano sicuri di un successo di pubblico che non è poco per un film. Penso che poco mi possa condizionare un pittore o scultore che sia da una vita diciamo "dai segni particolari " Michelangelo non fu meno grande di Caravaggio, solo chi si sofferma sull'arte senza un vero amore può farsi influenzare da questo. IL mio pittore preferito è Van Gogh ma la sua follia non è la ragione del mio amore. Al contrario è la sua frenetica ricerca di un sogno. Che ciò sia stato in qualche modo dentro la sua vita ciò che appare a me è meraviglia, semplicità trasmettere di sé la pittura, vista con gli occhi di un bambino. Certo è un po' semplicistico. Consideriamo che dentro a ciascun uomo ci siano più uomini con caratteri istinti e sentimenti contradditori. tutti non siamo solo una cosa . Credo bisogna non capire niente se ci consideriamo solo una persona definita. Non è così, siamo più complessi , e ogni giorno siamo qualcosa che muta, lasciandoci sorpresi. Se queste mutazioni di noi ci regalano qualcosa, possiamo sentimentalmente arricchirci. Se stiamo immobili e cerchiamo solo ciò che sta fermo, si ferma il nostro pensiero. E niente è peggio di un pensiero fisso. A me piace che ogni giorno non veda cose che restano fisse. per questo leggo un libro due o tre volte, guardo un quadro due o tre volte anche tanto di più. perché cambia insieme a me. È una cosa strana ..per questo odio i luoghi comuni. Tutto muta a seconda della parte di noi che durante il giorno si fa sentire maggiormente. Mi piacciono le sfumature, vivo di sfumature io sono sfumata tutti sono sfumati. tanti sono bianchi ingessati e mi fanno paura. Quelli mi fanno paura ma c'è una parte di me ..che è così. Volevo solo dire che Van Gogh è uno dei pittori che muta di più ai miei occhi. d'altronde sarebbe assurdo vedere le sue stelle sempre uguali. Lui era il respiro della natura, come poteva non soffrire ? Era il metro della povertà e della paura di non trovare se stesso. Un paio di scarpe vecchie, bisogna pensare a come si può voler dipingere con tanta espressività un paio di scarpe vecchie logorate dal lavoro nei campi. Non si può non provare meraviglia in questo quadro perché è una parte di lui. Oggi non va più di moda l'umiltà. Ma questo quadro è poeticamente umile , vicino alla terra, alla miseria, all'importanza in cui un paio di scarpe facevano la differenza ma non la differenza tra uomo e uomo ma tra la vita e la morte. Quanti uomini sono morti per non avere scarpe ? Certo sono tempi sconosciuti oggi, ma è stato così. Non tanto tempo fa, bastava la povertà vera, il freddo, il lavoro duro. Quindi quelle scarpe che paiono insignificanti vivono dentro di me vite sconosciute e tempi sconosciuti ma veri. Rievocano sentimenti di un uomo che voleva che lo capissi. E amo sempre chi mi insegna qualcosa con così tanto amore. Non lo ha fatto brutalmente ma con un sentimento quasi religioso. E facile essere brutali e Lui era così lontano da ogni brutalità che neppure ho mai pensato alla sua follia. Neppure il suo ultimo quadro, il campo giallo e il momento in cui forse è stato male. C'è tutta la ribellione ad un tragico evento, gli uccelli sembra non riesca a dipingerli, ha fretta ha una fretta incredibile. Ma lui vuole finire e ha solo il tempo di premere il tubetto e fare una specie di tante v basse vicino al terreno . Sembrano incise come parole non dette, hanno paura quegli uccelli come se si alzassero in volo dopo uno sparo. Si vede la sua ferita nell'anima , vibra e senti note stonate, senti il gracchiare di quegli uccelli. ma cosa vedi, vedi quello che lui vorrebbe ancora vedere ma non può. È un saluto. È un dire io sono qui io sono qui. Fermamente per sempre dentro quel volo.l'ultima fatica di un uomo che non si è mai sentito degno di essere un pittore. l'umiltà in lui era sublime. oggi si dice ai figli..devi farti sentire, sgomitare, metterti in mostra, farti avanti, altrimenti non sarai mai nessuno. Mio Dio quanto era lontano questo tempo di stelle lucenti.
Questo gigante severamente giudica un uomo rispetto a lui più piccolo.. Avrà sicuramente anche motivazioni non solo di ordine razionale,forse inconsciamente vede Pavese come un uomo forse troppo debole,che non ha combattuto ma ha espresso solamente una gamma di sentimenti "popolari" che egli comprendeva
basta il fatto che l'ntervista non fu pubblicata a dar ragione a Pasolini....
Come faccio a dire che non sono d'accordo con Pasolini? che è un mito per me.. sia Pasolini che Pavese.. due giganti
Pavese fu un grande narratore; Pasolini non lo fu mai. Da questa sua consapevolezza l'accidia verso Pavese...
probabilmente è proprio così.
acrimonia forse, non accidia
a Pasolini preferisco Pavese
ogni tanto Pasolini cagava fuori dalla tazza
Darò di più, proprio per coloro che cercano lavoro.
#primomaggio
condivido appieno
Personalmente ritengo Pavese il più Grande scrittore e poeta italiano di sempre. La stroncatura di Pasolini la interpreto come legata alla "moda" di leggere le opere di Pavese negli anni 60 e 70. Pasolini era un anticonformista e quindi non poteva tollerare un autore alla moda.
Ma potete dire pure che Pasolini fosse mediocre e che facesse pure schifo ma non che fosse comodo e accomodato.....sul fatto che se ti accomodi fai successo e diversamente no Ha ragione da morire ....e oggi ancora di più.
Erano due poeti opposti. Pavese cercava in letteratura ciò che Pasolini, a mio parere combatteva. Pasolini è stato più linguista, Pavese era un umanista.
"Vorrei che ci dica"
Intravedo un sottile strato di ironia nel suo commento.
l'intervistatore non mi pare italiano
Presumo sia il regista italo-francese citato all'inizio del video
Se sbaglia la consecutio, avrà fatto Ingegneria🤣🤣🤣
ingegneria la fanno i secchioni a scuola.. avra' fatto sociologia ..@@alessandropoggi6934
Sul distintivo ha ragione ma Pavese non c’entra. Comunque amo entrambi, lo scavo interiore di Pavese e la pietra dello scandalo, allegoria Pasoliniana.
D'accordo o non d'accordo qui abbiamo Pasolini che critica Pavese...
Ora non voglio fare il solito qualunquista, ahimè già dicendo di non volerlo fare lo sto facendo, ma oggi al massimo abbiamo Platinette che critica Luxuria, la D'Urso che critica Giletti, etc etc..
Molto probabilmente Ppp e Pavese fossero nati oggi sarebbero anche loro come noi, un po' più elevati sì, ma sarebbero stati risucchiati in questo nulla che, chi più, chi meno, ci ha avvolto...
Come al solito un commento duro , ma probabilmente vero . Pavese era stato anti-fascista e studioso della letteratura anglofona ( particolarmente americana ) e questo lo rendeva " comodo " in un momento di formazione del regime democristiano. Da questo punto di vista Pasolini ha ragione , ma Pavese era anche omosessuale e questo lo rendeva al contrario molto scomodo alla stessa mentalità ipocrita della sua epoca . Chissa' che il suo suicidio non sia stato causato dal peso di questo moralismo nascente all'alba degli anni '50 !
Sono fondamentalmente d'accordo con Pasolini. Ma mi porto dentro la poesia di Pavese" I mari del Sud" tutta, verso dopo verso, come un tesoro... Ci sono Conrad e le Langhe,Corto Maltese e Melville e tanti sogni e fantasie di un 'adolescenza lontana...
Gianpaolo?😲
Non sono un ammiratore o un detrattore di Pavese, poiché non ho mai letto nulla che lo riguardasse quindi non posso dare un giudizio di merito come fa Pasolini; tuttavia non si può non constatare quanto il giudizio espresso dal regista-scrittore sia onesto e non ipocrita contrariamente a quasi tutti gli intellettuali e non, dell'epoca e anche oltre che _guai a parlare male di Pavese_ . Pasolini non aveva deferenza di sorta nei riguardi di un presunto grande scrittore.
Pasolini dimentica , o forse ignora, che Pavese titolò così il primo capitolo della sua opera 'La letteratura americana ed altri saggi', capitolo dedicato a Sinclair Lewis: ''Senza provinciali, una letteratura non ha senso''....La provincia era per Pavese la terra del vagabondaggio, della festa, e del mito. Ma anche la terra come scorciatoia al dialetto, alle parole del dialetto elementari perché anche elementali, che non fanno sconti al reale, alle pulsioni dell'inconscio che generano immagini. Non aveva letto invano Walt Whitman... La lezione di di Foglie d'erba di Whitman. (Lui dirà di sé: il tuo è un classicismo rustico che diventa etnografia preistorica...)
Penso comunque che la sua fosse più una critica all'artista, che all'uomo. Artista mediocre e provinciale. Pasolini era più simbolista, la sua arte era sperimentazione, quindi volutamente più raffinata, più europea. Pavese aveva tradotto Moby Dick e Whitman. in America la provincia è un infinito susseguirsi di punti su una carta geografica, che non chiudono mai dentro, da cui si può , si deve sempre scappare, stando coi piedi per terra, le vie di fuga sono vie di terra, si chiama vagabondare non viaggiare. Nessun impegno politico in senso stretto, già l'evadere è una scelta di non appartenenza, ti resta la solitudine, che è una forma di impegno esistenziale. Per ritrovare il mito, Pavese doveva tornare in provincia. Il raffinato, ma anche lui carnale, Pasolini, nella sua stroncatura così snob di Pavese, è qui il vero provinciale.
Erano altri tempi
Bhe... Dare del Mediocre a Pavese... Scusa Pierpaolo ma non sono d'accordo. E non é neanche vero che fosse facile per un intellettuale stare dalla parte giusta in quel periodo. Anche se la politica sicuramente non ha un ruolo così importante nella narrativa di Pavese. Scrittore che stimo... Perché ha molto sofferto.. . E ha saputo tradurre la sofferenza nelle parole dei suoi scritti.
Pavese come poeta e novelliere era senz'altro superiore a Pasolini. Di Pasolini salvo il saggista. Secondo me ha perso troppo tempo a rincorrere attività che non erano nelle sue corde. Si fosse concentrato sulla filosofia oggi sarebbe stato un Marcuse
…..e comunque quella di Pasolini non è una critica a Pavese e alle sue opere, è soltanto un parere, sicuramente autorevole, ma solo un parere
Stimavo moltissimo Pasolini, dopo aver sentito questa intervista lo stimo molto poco
E a noi cosa cazzo ce ne frega?
non lo hai mai stimato, ne' compreso.
Pasolini esprime un proprio giudizio specificando che e un suo pensiero lasciando la libertà agli altri di esprimere un proprio giudizio fra l altro ne apprezza alcuni aspetti
Pavese ...era un uomo al di sopra del suo stesso ruolo, era uno che ti toccava, non si faceva leggere, si faceva vivere, ecco la differenza tra lui e Pasolini, uno riempiva i vuoti, l'altro raccontava se stesso solo per se stesso ..
Pavese scriveva e moriva, Pasolini scriveva e si vendeva.
...
Anche i grandi possono commettere qualche errore.
Da quello che sottolinea in continuazione nello sminuire l'artista meno l'uomo, più che stilare le opere di entrambe come tifosi è possibile che il malanimo di PPP sia legato ad un certo ambiente letterario che comunque anche lui aveva, e case editrici nelle due epoche più favorevoli a spingere Pavese all'ostracismo in quegli anni del secondo. Come la domanda supplica dei due anni condonati dopo l'esilio a differenza sua gli ha dato chissà un quadro poco simpatico. Queste però sono questioni personali sono due giganti del "900 poco importa.
Quanto abbiamo perso quella notte del 2 novembre 1975 !!!!! In questa Italia priva di identità e coscienza sociale avere avuto un intellettuale come Pasolini ci avrebbe elevato da questo buio catatonico in cui ci troviamo.
Mediocre - No.
Trovo ingiusto da parte di Pasolini giudicare Cesare Pavese.
Che brutta bestia l'invidia!
Proprio brutta.
Fate un inchino a quest' uomo.
se Pasolini giudica mediocre pavese è come se Dante giudica mediocre Petrarca. essere tacciato di medio scrittore da Pasolini cosi critico in realtà è un complimento. scusate ma la vedo cosi molti , perché sento Pasolini non disprezzare Pavese ma disprezzare il fatto che piacesse a una certa élite ovvero fosse di moda come un elettrodomestico. Pasolini non voleva piacere, questo era l'uomo. non sono molto letterato e questo è parere mio
Ma sono certo due grandi autori ma Pasolini resta uno dei più grandi scrittori europei se non internazionali. Non c'è paragone tra i due.
Pasolini non amava Pavese per il semplice fatto che erano più le attinenze che le differenze che li univano... non amando se stesso non poteva di certo celebrare Pavese
Ritengo che Pasolini parli di sé stesso. Non so spiegare il perché di questa immedesimazione di Pasolini. Forse Pasolini si rispecchia in quest'anima oscura e tormentata. Pasolini fu un'icona della sinistra cinematografica da salotto. Non si poteva dire di Pasolini che fosse un noioso cineasta pena l'espulsione dai salotti radical chic. Questa fu la mia esperienza giovanile.
@@emilioughetto6716 Pasolini fece del cinema un'arte, che poi possa non piacere a tutti è un altro discorso.
Pasolini aveva quella che l'apostolo Paolo diceva:"FRANCHEZZA" scomparsa da ogni uomo e donna,per semplice interesse di benessere,CODARDIA.
Ma Pavese traballa? Le poesie, i romanzi e le traduzioni di Pavese.
Non suscita problemi letterari e non rappresenta un caso nella letteratura italiana?
Ho appena letto La luna e i falò... Una noooooia
un giudizio duro, proabilmente esatto
mediocre noooooooooo ...
A me disgustano le graduatorie.
Non dirò che Pavese era il più grande poeta del suo secolo dato nel '900 l'Italia ha avuto grandi poeti, alcuni poco noti al grande pubblico come Campana, Cardarelli, Penna, Giovanni Testori.
Dirò solo che Pavese a mio avviso nel "Mestiere di vivere" ha dato prova a mio avviso di essere un genio, una mente superiore. Quel libro mi ha colpito come un fulmine. C'è da essere orgogliosi di essere stati connazionali di un'intelligenza di quel tipo.
seh, te piacerebbe bello.
Assiologico, e dunque sì o no? Delude che lo dica un letterato. Mi domando se abbia mai provato a leggere veramente i Dialoghi con Leuco' e tanto altro. Che poi definisca l'impegno politico di Pavese "facile", "corretto", "che non suscita grandi problemi", è segno che ha un'idea del tutto approssimativa a riguardo. Oggi si teme l'impopolarità a parlare male di Pasolini, ma la letteratura, per fortuna, non è sì o no.
Finí suicidandosi in un albergo a Torino.
Ma Pavese ha vinto il premio strega !!!
È una battuta vero?
@@nt559 Ma no,leggi : it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Pavese
Ora la critica di Pasolini e solo un
suo punto di vista,punto.
Non mi pare che Cesare Pavese fosse
culturalmente fosse tanto scarso.
Certo, come tanti altri. Sandro Veronesi due volte l'ha vinto. E con questo?
@@giorgioc.5866 E solo che Pasolini e stato sempre il più discusso in senso
positivo.
Anche in questo suo punto di vista.
@@giuseppebattagliese6424 Cosa intendi? Che si parla più di Pasolini?
Una strocatura di Pavese non meritata; cosa doleva in Pier Paolo Pasolini?
a mio parere Pasolini é irritato da qualcosa, nel giudizio é stato superficiale. in questo caso, peccato.
E' la stessa cosa che penso, e probabilmente pensava anche lui di Calvino
+pincherlezed non penso proprio
+Paola Pavese Io invece penso proprio di sì, visto che Calvino, oltretutto, era anche un manovratore del potere all'interno della cultura italiana, teso ad escludere chi non era allineato come ad esempio Guido Seborga, scrittore dimenticato, caduto nell'oblio, per le sue tendenze anarchiche e quindi di letterato libero e ingestibile, non manovrabile.
Credo che tra quello che Calvino faceva e diceva esplicitamente e quello che pensava non ci fosse un grande allineamento. Calvino era un pavido. Non conosco il caso di Guido Seborga, ma quello di Guido Morselli sì e la lettera con cui Calvino respinse la pubblicazione de "Il comunista" ne è un esempio eloquente. Calvino si è nutrito di Pavese e poi ne ha rinnegaro l'atteggiamento culturale nei confronti della politica, quando la sua personalità cultura non poteva più essere speso. Se Pasolini visse una vita antitetica a quella di Pavese, che ne giustifica il giudizio, Calvino, semplicemente, visse di meno. E la sua grandezza, nel percepire la letteratura è incontrovertibile, i suoi giudizi, quando hanno a che fare con il rapporto tra politica e letteratura non possono certo essere considerati limpidi.
+Paola Pavese Quindi, anche in base a ciò che dici tu, nella mia supposizione su ciò che Pasolini probabilmente pensava di Calvino, se mi sono sbagliato, mi sono sbagliato per difetto. In quanto lui come me, credo facesse un po' fatica a scindere la grandezza letteraria, dalla coerenza e l'onestà del pensiero di chi la utilizza come strumento espressivo.
+pincherlezed E comunque non credo che la letteratura, soprattutto a partire dal '900, non credo che la letteratura possa essere un mestiere per persone pavide o codarde. O per lo meno io non so che farmene di quella letteratura. E se siamo dove siamo, nel male, lo dobbiamo anche a quel tipo di intellettuali
"L'impegno politico di Pavese è stato facile"
Lol
Ricordatemi ancora chi dei due si è fatto il confino?
Ritengo quel "facile" non sia riferito alle condizioni storico politiche, oggettivamente difficili, dei periodi in cui si trovò ad operare Pavese, ma alla possibilità di prendere posizioni culturali nette, non sfaccettate, non "complesse". Diversamente da quanto fece, per esempio, Fenoglio, contemporaneo di Pavese.
In ogni caso ritengo che Pasolini si riferisca al Pavese narratore...
In realtà Pavese fu arrestato per il possesso di lettere della donna che amava, Tina Pizzardo, lei attiva antifascista e controllata dalla polizia. D'altronde basta leggere quello spietato racconto autobiografico che è La casa in collina per capire come il cruccio di Pavese fosse sempre stata la sua inerzia, l'incapacità di appassionarsi e partecipare attivamente alla lotta politica.
Pavese non era politico....assolutamente
no infatti era solo di sinistra.
"Non considero [Pavese] un grande scrittore"
Ecco perché Pasolini mi è sempre stato sul cazzo.
Il capoverso "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" del buon Cesare supera di gran lunga tutta la produzione di questo parvenu della letteratura.
Che immagino tu abbia letto...
V livello se bisogna indovinare le regole bisogna indovinare c vince la meloni toglie tutti i puntelli toglie tutti puntelli gli un leone cose restano dopodiché Che cosa fa o Ma non è possibile togliere tutti gli unici puntelli sociali e sono rimasti nvv sta già pensando di allearsi con la Meloni Marika si rammarica a ci vogliono mettere fuori Ma sei il primo che vorrei che vuole già andare da quell'altra l'ha detto me l'ha detto a me me l'ha detto a me Io gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto Eh allora si lo dice lui se lo dice da se lo dice lui poi cosa stava succedendo in sta succedendo che io faccio quello che posso Ecco perché mi hanno messo in un angolo e io faccio quello che posso Faccio quello che posso dire certo e dico quello che posso è il minimo è di provvedere alla sua identmk mi pare ci manca anche stia zitta figuriamoci se sto zitta allora sto anche zitta no non ci sto zitta non ci sto mo no io mi accorgo delle cose e giustamente le riferisco le riferisco Sì se sono cose pericolose pericolose per sono pericolose cxx
If Pasolini says what he says about Pavese, what would he have said about Dylan Thomas....Or Shakespeare!!!!
Non mo sembra che lui, Pasolini, sia stato un grande scrittore (estremista in ogni campo, dal politico alla politica , al cinema, all'antropologico). Per me Pasolini è stato decantato troppo. Leggo facilmente Pavese non altrettanto Pasosilini.
Pasolinini che giudica Pavese - questa sì, è una stroncatura...
?
Che Pasolini non abbia mai capito un tubo era notò, non credevo fino a questo punto.