Ciao, mi paleso raramente, ma vorrei ringraziarti per il tuo lavoro e per aver voluto condividere il tuo interesse e la tua competenza su un genere che rappresenta forse più un modo di sentire, rendendo meno solitaria la perlustrazione dei nostri tumultuosi orizzonti
Ho avuto modo di dire la mia in un post facebook di Paolo di Orazio e abbiamo disquisito insieme sul punto in esame arrivando a molte delle conclusioni a cui sei giunto tu Flavio sviluppandole e argomentandole nel tuo video con maggior respiro. Non si può ridurre l'horror a macchietta capitalista e fruito solo da cervelli deviati e nichilisti, nell'horror letterario si entra come in una religione laica mi si passi l'ossimoro, come in una filosofia popolare che nasce per penetrare nel profondo delle coscienze e scuoterle ma anche solo per divertire e intrattenere toccando le corde più segrete e inconsce della mente umana con sperimentazioni e coraggio sovversivo . Discernere, scegliere, si può e si deve sempre, perché alla fine è la qualità quella che conta e sovrasta il resto del ciarpame, nella letteratura horror come di qualsiasi altro genere.
Le critiche all'horror di pornografia o commercializzazione le vedo più dirette al cinema. Io che la penso come te e che non smetterò mai di difendere l'orrore letterario come una forma di "autoanalisi", devo ammettere che sulla pellicola si sono raggiunte delle bassezze che trascendono le accuse stesse, sono molto peggio. È spero vivamente che si ritorni alle parole scritte per potersi fare un personalissimo film di ciò che si sa leggendo, l'infinita immaginazione che c'è in ugnuno di noi perché, come dice Rick DuFer, leggere è una crescita personale quando è il lettore stesso che si fa partecipe, che assimila una lezione per la voglia di imparare, un libro è condivisione e credo che ogni scrittore speri di essere letto in tal modo. Grazie per il tuo video nonostante il ritardo, mi piacerebbe poterne discutere in una live.
Io ho paura anche di leggere horror, però lo sto scrivendo, ho comprato Stephen King e lo leggerò di certo, per ora sto scrivendo qualcosa di soft, più in là prenderò coraggio e scriverò qualcosa, che pure quando la metterò su carta, controllerò sotto il letto, ovunque. Sto imparando tanto da lei, non sono salamalecchi ma veri complimenti
Video semplice ma preciso, soprattutto nel finale. Io credo che all'autore in questione un certo tipo di horror, molto semplicemente, non piaccia. Ma invece di dirlo serenamente, come suggerisci tu stesso, cerca di dare una connotazione oggettiva al proprio gusto, cadendo in errori grossolani (come in banalissime frecciatine a Ligotti sul perchè non si sia ucciso se odia tanto la vita) e capricci paternalistici (come quando si autocompiace di avere un'età e presumibilmente un'esperienza superiore a quella di molti appassionati di horror che si trastullerebbero con questo genere degenerato), senza dare mai vere e proprie argomentazioni a quelli che elargisce come corollari insindacabili (come il fatto che l'horror sia un genere morente, qualunque cosa significhi, e che per salvarsi avrebbe contaminato il weird, con cui in realtà era mescolato già da prima che venisse teorizzato quest'ultimo)
Video come sempre pacato ma ricco di contenuto, bravo. Condivido molto di quanto hai detto e sul finale sintetizzi alla grande il mio pensiero, ciusura di video impeccabile: 1) non mi siete particolarmente simpatici e ve ne dovete andare a cagare! SPLENDIDO 2) Comunichiamo, non restiamo isolati. SOTTOSCRIVO
Buonasera Flavio, mi sto recuperando, mano a mano, i tuoi video. Dan Simmons ti piace? Io l'ho apprezzato molto sia nella fantascienza sia in ambito horror (libri di Elm Heaven ad esempio). Ne sento parlare sempre poco.
Premesso che sono d'accordo su tutto, tranne su sfumature su cui non mi soffermo, formulo questa affermazione come spunto di riflessione: l'oggetto del racconto dell'orrore è la morte (reale o simbolica, cioè follia o perdita di senso) narrata in modo da suscitare paura. A mio parere la peculiarità del racconto dell'orrore è di utilizzare, a questo scopo, un elemento soprannaturale o inverosimile (crudeltà e truculenze varie si trovano anche in altri generi, come il crime). Questo oggetto, narrato in questo modo, è lontano dal capitalismo in quanto questo esige una visione del mondo materialistica (non è il solo a farlo, ma stiamo parlando del capitalismo): consuma più che puoi prima che puoi perchè, se è vero che dobbiamo morire, è meglio scordarselo. I morti, del resto, non consumano: sono consumati. Il racconto dell'orrore sarebbe il racconto sui camion che portano via i morti perchè non c'è posto per seppellirli.... e questo accade(va)non in una terra oltre la foresta, ma accanto alle nostre case. Tutto questo, le sue implicazioni, la morte stessa, il capitalismo, rectius il materialismo non vuole che lo vediamo e vuole che non ci pensiamo (e va detto che ci è riuscito). L'orrore invece dice in continuazione "ricordati che devi morire" e l'uso, in particolare, dell'elmento soprannaturale spinge a porsi il problema del "dopo" - problema che può trovare varie risposte, positive (esiste un al di là e...) o radicalmente negative (non c'è niente) le quali costituiscono uno dei perni intorno a cui gira la storica distinzione tra horror e terror della Radcliffe o il Wonder and Terror di Leiber. Non penso infatti sia un caso che l'orrore moderno nasca più o meno insieme e nei luoghi della Rivoluzione Industriale e si affianchi alla secolarizzazione nelle sue forme più moderne, la quale tende a togliere (anzi ha tolto) alle gerarchie ecclesiastiche l'esclusiva del discorso sul "dopo" la morte. Ovviamente, tutto quanto sopra non è che una mia personalissima riflessione che però mi pone in disaccordo con la critica strutturale e i motivi (che mi paiono zavorra idelogica) da cui è partita.
Arrivo in ritardo ma tant'è... Apprezzo la tua difesa dell'horror letterario: non so chi sia lo scrittore che lo denigra, evidentemente è uno che non sa dove vive, cioè in un paese come il nostro dove il 99% dei romanzi mainstream italiani venduti sono, dal punto di vista della qualità, peggiori di un qualunque mediocre horror americano. E questo perché la nostra "industria culturale" mainstream non ha né le risorse né le capacità né la voglia per selezionare, seguire ed aiutare scrittori, giovani e non, per farli migliorare da ogni punto di vista. Tutto questo peggiorato da una vecchia ideologia strisciante e dura a morire che chi scrive romanzi o racconti fa o deve fare "arte" (magari senza sapere cosa sia...). Se poi a uno non piace il capitalismo, questo capitalismo, può mettersi a fare le sue battaglie, come hanno fatto le BR e tanti altri più o meno belligeranti, oppure può emigrare, in Russia, in Cina, in Iran ecc. ecc. Posti ce ne sono e lasci perdere la letteratura horror.
Grazie del tuo commento. Ci tengo a precisare, però, che questo capitalismo secondo me è discutibile, ma non vuol dire che chiunque voglia farlo dovrebbe espatriare. Capitalismo e democrazia non sono la stessa cosa.
Shirley jackson , brennan john payne c e letteratura di spessore e letteratura puramente di intrattenimento ma mai denigrare un interno genere letterario se non lo abbiamo seguito seriamente e se non lo sentiamo nostro…
,Buongiorno,mi perdoni ma come mai nessuno nomina William Hope Hodgson e Algernon Blackwood?Pilasti portanti di scrittura horror che hanno ispirato il tanto amato Lovecraft.
L'horror mi sa di processo terapeutico, il ragazzino che si confronta con la sua paura leggendo di notte il suo King in camera...come affrontare una prova.. Per crescere... Io avrei citato anche Jekyll e Hide (con innumerevoli pièce teatrali). Negli Usa gli sceneggiatori passano dallo scrivere per i comics ai serial per tv e piattaforme varie in Italia siamo a compartimenti stagni
Parlando di cazzotti in pancia all'ottimismo capitalista, mi sovvengono due titoli tutti italiani: "La cisterna" di Lombardi e "Livello 49" di Pedretta. Saranno horror? Ai postumi l'ardua sentenza (non è un refuso, intendo proprio postumi), comunque sono emblematici a tal proposito, secondo me. Scherzi a parte, ottimo contributo. Vado a leggermi Lansdale e Campbell.
Sto scrivendo di tutto, passo dalle poesie, al romanzo, la mia agente letteraria mi dice che devo trovare la strada che più mi piace, non mi sembra giusto scegliere, io vado a sentimento, ciò che mi Ispira, scrivo, sto scrivendo anche un horror e un altro lo sto pensando, forse ho trovato la mia strada ma non ne sono convinta
@@brokenstoriesho rivisto il video, volevo testimoniare che non tutti siamo per solo i sbudellamenti, mi piace leggere e scrivere di tutto, l'horror ho capito che mi piace di più e non capisco, quando si cerca un libro di questo genere, consigliano qualche dottore
Faccio horror da sempre. Criticare la società con un drammone è facile. Farlo con l'horror è molto più difficile, perché ha molti più livelli di lettura.
Siamo ancora qui a lanciare strali contro i generi? L'unica risposta che mi sento di dare alla provocazione è il decurtisiano "ma mi faccia il piacere!". Penso che chi ricorre alla polemica per trattare o forse non trattare certi argomenti non meriti la mia attenzione. Quanto al resto, è narrativa quindi "comanda la storia". Il resto è grasso che cola. Sugli argomenti trattati dal nono minuto in poi mi riservo di tornare perchè devo finire di vederli.
Caro Flavio, quello che dovevo dirti in merito l'ho commentato nel tuo profilo Fb. Qui mi limito a contestare la lettura politica che fai: sul rapporto simbiotico neoliberismo-gusto per la violenza mi sembra che il buon Bret Easton Ellis abbia già detto tutto più di trent'anni fa. Nel capitalismo i corpi sono prodotti da consumare, nell'horror pure... Non vedo differenze :)
Non hai nemmeno tutti i torti. Ma se ci atteniamo meccanicamente alla tua tesi, il libro di Ellis si invalida da sé mettendo in scena alcune delle più raccapriccianti e orrorifiche pagine di tutti i tempi. Quindi non ha diritto di essere portato a esempio e tu dovresti rinnegarlo. ;-)
@@brokenstories infatti, hai evidenziato un aspetto importantissimo: la "denuncia furbina"... Quanti rape & revenge, per es., colla scusa di "denunciare" titillano le più basse pulsioni? E nell'esposizione della violenza quanto è denuncia e quanto compiacimento? In questo senso Cannibal holocaust credo sia il top in entrambi i sensi
@@cristianodemicheli744 sì, e io vorrei sottolineare che le mie riflessioni si concentrano soprattutto sulla narrativa. I film di cui parli, il genere "Rape & Revenge", Cannibal Holocaust... in realtà non mi interessano e non mi hanno mai interessato. Noia.
@@brokenstories hai ragione, film e letteratura sono due parrocchie abbastanza distinte. Ho citato dei film anziché dei libri perché mi sembra che nel cinema i difetti siano più evidenti e identificabili. Come sai, non ho problemi a contestare l'uso strumentale delle emozioni anche in letteratura, la manipolazione dell'empatia al solo scopo - è questo che mi sta sulle palle - di avere successo, di vincere la gara a chi "le spara più grosse", e a tale proposito ti rimando alla discussione che avemmo due anni fa in merito a quel tale racconto di quella tale autrice
Uno dei tuoi video migliori. Infinite grazie per lo sforzo!
15:25 devo leggerlo
Ciao, mi paleso raramente, ma vorrei ringraziarti per il tuo lavoro e per aver voluto condividere il tuo interesse e la tua competenza su un genere che rappresenta forse più un modo di sentire, rendendo meno solitaria la perlustrazione dei nostri tumultuosi orizzonti
Grazie di cuore!
Ho avuto modo di dire la mia in un post facebook di Paolo di Orazio e abbiamo disquisito insieme sul punto in esame arrivando a molte delle conclusioni a cui sei giunto tu Flavio sviluppandole e argomentandole nel tuo video con maggior respiro. Non si può ridurre l'horror a macchietta capitalista e fruito solo da cervelli deviati e nichilisti, nell'horror letterario si entra come in una religione laica mi si passi l'ossimoro, come in una filosofia popolare che nasce per penetrare nel profondo delle coscienze e scuoterle ma anche solo per divertire e intrattenere toccando le corde più segrete e inconsce della mente umana con sperimentazioni e coraggio sovversivo . Discernere, scegliere, si può e si deve sempre, perché alla fine è la qualità quella che conta e sovrasta il resto del ciarpame, nella letteratura horror come di qualsiasi altro genere.
Scopro ora il tuo canale con questo video finito per caso nella home! Felice di averti trovato 😊
Benvenuto! O benvenuta?
@@brokenstories benvenuta! Ora mi faccio scorpacciata di video 😉
Le critiche all'horror di pornografia o commercializzazione le vedo più dirette al cinema. Io che la penso come te e che non smetterò mai di difendere l'orrore letterario come una forma di "autoanalisi", devo ammettere che sulla pellicola si sono raggiunte delle bassezze che trascendono le accuse stesse, sono molto peggio. È spero vivamente che si ritorni alle parole scritte per potersi fare un personalissimo film di ciò che si sa leggendo, l'infinita immaginazione che c'è in ugnuno di noi perché, come dice Rick DuFer, leggere è una crescita personale quando è il lettore stesso che si fa partecipe, che assimila una lezione per la voglia di imparare, un libro è condivisione e credo che ogni scrittore speri di essere letto in tal modo. Grazie per il tuo video nonostante il ritardo, mi piacerebbe poterne discutere in una live.
Io ho paura anche di leggere horror, però lo sto scrivendo, ho comprato Stephen King e lo leggerò di certo, per ora sto scrivendo qualcosa di soft, più in là prenderò coraggio e scriverò qualcosa, che pure quando la metterò su carta, controllerò sotto il letto, ovunque.
Sto imparando tanto da lei, non sono salamalecchi ma veri complimenti
Ti ringrazio
Video semplice ma preciso, soprattutto nel finale. Io credo che all'autore in questione un certo tipo di horror, molto semplicemente, non piaccia. Ma invece di dirlo serenamente, come suggerisci tu stesso, cerca di dare una connotazione oggettiva al proprio gusto, cadendo in errori grossolani (come in banalissime frecciatine a Ligotti sul perchè non si sia ucciso se odia tanto la vita) e capricci paternalistici (come quando si autocompiace di avere un'età e presumibilmente un'esperienza superiore a quella di molti appassionati di horror che si trastullerebbero con questo genere degenerato), senza dare mai vere e proprie argomentazioni a quelli che elargisce come corollari insindacabili (come il fatto che l'horror sia un genere morente, qualunque cosa significhi, e che per salvarsi avrebbe contaminato il weird, con cui in realtà era mescolato già da prima che venisse teorizzato quest'ultimo)
L'horror è morto tanto quanto il rock, una volta l'anno circa.
Video come sempre pacato ma ricco di contenuto, bravo. Condivido molto di quanto hai detto e sul finale sintetizzi alla grande il mio pensiero, ciusura di video impeccabile:
1) non mi siete particolarmente simpatici e ve ne dovete andare a cagare! SPLENDIDO
2) Comunichiamo, non restiamo isolati. SOTTOSCRIVO
Buonasera Flavio, mi sto recuperando, mano a mano, i tuoi video. Dan Simmons ti piace? Io l'ho apprezzato molto sia nella fantascienza sia in ambito horror (libri di Elm Heaven ad esempio). Ne sento parlare sempre poco.
È un gigante
Premesso che sono d'accordo su tutto, tranne su sfumature su cui non mi soffermo, formulo questa affermazione come spunto di riflessione: l'oggetto del racconto dell'orrore è la morte (reale o simbolica, cioè follia o perdita di senso) narrata in modo da suscitare paura. A mio parere la peculiarità del racconto dell'orrore è di utilizzare, a questo scopo, un elemento soprannaturale o inverosimile (crudeltà e truculenze varie si trovano anche in altri generi, come il crime). Questo oggetto, narrato in questo modo, è lontano dal capitalismo in quanto questo esige una visione del mondo materialistica (non è il solo a farlo, ma stiamo parlando del capitalismo): consuma più che puoi prima che puoi perchè, se è vero che dobbiamo morire, è meglio scordarselo. I morti, del resto, non consumano: sono consumati. Il racconto dell'orrore sarebbe il racconto sui camion che portano via i morti perchè non c'è posto per seppellirli.... e questo accade(va)non in una terra oltre la foresta, ma accanto alle nostre case. Tutto questo, le sue implicazioni, la morte stessa, il capitalismo, rectius il materialismo non vuole che lo vediamo e vuole che non ci pensiamo (e va detto che ci è riuscito). L'orrore invece dice in continuazione "ricordati che devi morire" e l'uso, in particolare, dell'elmento soprannaturale spinge a porsi il problema del "dopo" - problema che può trovare varie risposte, positive (esiste un al di là e...) o radicalmente negative (non c'è niente) le quali costituiscono uno dei perni intorno a cui gira la storica distinzione tra horror e terror della Radcliffe o il Wonder and Terror di Leiber. Non penso infatti sia un caso che l'orrore moderno nasca più o meno insieme e nei luoghi della Rivoluzione Industriale e si affianchi alla secolarizzazione nelle sue forme più moderne, la quale tende a togliere (anzi ha tolto) alle gerarchie ecclesiastiche l'esclusiva del discorso sul "dopo" la morte. Ovviamente, tutto quanto sopra non è che una mia personalissima riflessione che però mi pone in disaccordo con la critica strutturale e i motivi (che mi paiono zavorra idelogica) da cui è partita.
grazie, intervento molto interessante e che condivo
Arrivo in ritardo ma tant'è...
Apprezzo la tua difesa dell'horror letterario: non so chi sia lo scrittore che lo denigra, evidentemente è uno che non sa dove vive, cioè in un paese come il nostro dove il 99% dei romanzi mainstream italiani venduti sono, dal punto di vista della qualità, peggiori di un qualunque mediocre horror americano. E questo perché la nostra "industria culturale" mainstream non ha né le risorse né le capacità né la voglia per selezionare, seguire ed aiutare scrittori, giovani e non, per farli migliorare da ogni punto di vista. Tutto questo peggiorato da una vecchia ideologia strisciante e dura a morire che chi scrive romanzi o racconti fa o deve fare "arte" (magari senza sapere cosa sia...).
Se poi a uno non piace il capitalismo, questo capitalismo, può mettersi a fare le sue battaglie, come hanno fatto le BR e tanti altri più o meno belligeranti, oppure può emigrare, in Russia, in Cina, in Iran ecc. ecc. Posti ce ne sono e lasci perdere la letteratura horror.
Grazie del tuo commento. Ci tengo a precisare, però, che questo capitalismo secondo me è discutibile, ma non vuol dire che chiunque voglia farlo dovrebbe espatriare. Capitalismo e democrazia non sono la stessa cosa.
Shirley jackson , brennan john payne c e letteratura di spessore e letteratura puramente di intrattenimento ma mai denigrare un interno genere letterario se non lo abbiamo seguito seriamente e se non lo sentiamo nostro…
senza contare che a me non dispiace nemmeno il puro intrattenimento, quando ne ho voglia
,Buongiorno,mi perdoni ma come mai nessuno nomina William Hope Hodgson e Algernon Blackwood?Pilasti portanti di scrittura horror che hanno ispirato il tanto amato Lovecraft.
L'horror mi sa di processo terapeutico, il ragazzino che si confronta con la sua paura leggendo di notte il suo King in camera...come affrontare una prova.. Per crescere... Io avrei citato anche Jekyll e Hide (con innumerevoli pièce teatrali). Negli Usa gli sceneggiatori passano dallo scrivere per i comics ai serial per tv e piattaforme varie in Italia siamo a compartimenti stagni
di sicuro da piccolo mi ha aiutato...
Parlando di cazzotti in pancia all'ottimismo capitalista, mi sovvengono due titoli tutti italiani: "La cisterna" di Lombardi e "Livello 49" di Pedretta. Saranno horror? Ai postumi l'ardua sentenza (non è un refuso, intendo proprio postumi), comunque sono emblematici a tal proposito, secondo me. Scherzi a parte, ottimo contributo. Vado a leggermi Lansdale e Campbell.
Sto scrivendo di tutto, passo dalle poesie, al romanzo, la mia agente letteraria mi dice che devo trovare la strada che più mi piace, non mi sembra giusto scegliere, io vado a sentimento, ciò che mi Ispira, scrivo, sto scrivendo anche un horror e un altro lo sto pensando, forse ho trovato la mia strada ma non ne sono convinta
Mi sembra un commento del tutto fuori tema.
@@brokenstoriesho rivisto il video, volevo testimoniare che non tutti siamo per solo i sbudellamenti, mi piace leggere e scrivere di tutto, l'horror ho capito che mi piace di più e non capisco, quando si cerca un libro di questo genere, consigliano qualche dottore
Faccio horror da sempre. Criticare la società con un drammone è facile. Farlo con l'horror è molto più difficile, perché ha molti più livelli di lettura.
E' difficile fare bene ogni cosa. Ma capisco cosa intendi.
Un indizio su chi sia il fine intelletto che ha lanciato una sì superiore critica?
Non servirebbe a niente.
Siamo ancora qui a lanciare strali contro i generi? L'unica risposta che mi sento di dare alla provocazione è il decurtisiano "ma mi faccia il piacere!". Penso che chi ricorre alla polemica per trattare o forse non trattare certi argomenti non meriti la mia attenzione. Quanto al resto, è narrativa quindi "comanda la storia". Il resto è grasso che cola. Sugli argomenti trattati dal nono minuto in poi mi riservo di tornare perchè devo finire di vederli.
buona visione!
Caro Flavio, quello che dovevo dirti in merito l'ho commentato nel tuo profilo Fb.
Qui mi limito a contestare la lettura politica che fai: sul rapporto simbiotico neoliberismo-gusto per la violenza mi sembra che il buon Bret Easton Ellis abbia già detto tutto più di trent'anni fa. Nel capitalismo i corpi sono prodotti da consumare, nell'horror pure... Non vedo differenze :)
Non hai nemmeno tutti i torti. Ma se ci atteniamo meccanicamente alla tua tesi, il libro di Ellis si invalida da sé mettendo in scena alcune delle più raccapriccianti e orrorifiche pagine di tutti i tempi. Quindi non ha diritto di essere portato a esempio e tu dovresti rinnegarlo. ;-)
Nel capitalismo tutto è da consumare. Consumismo, appunto. La letteratura horror non arriva a tanto, dai.
@@brokenstories infatti, hai evidenziato un aspetto importantissimo: la "denuncia furbina"... Quanti rape & revenge, per es., colla scusa di "denunciare" titillano le più basse pulsioni? E nell'esposizione della violenza quanto è denuncia e quanto compiacimento? In questo senso Cannibal holocaust credo sia il top in entrambi i sensi
@@cristianodemicheli744 sì, e io vorrei sottolineare che le mie riflessioni si concentrano soprattutto sulla narrativa. I film di cui parli, il genere "Rape & Revenge", Cannibal Holocaust... in realtà non mi interessano e non mi hanno mai interessato. Noia.
@@brokenstories hai ragione, film e letteratura sono due parrocchie abbastanza distinte. Ho citato dei film anziché dei libri perché mi sembra che nel cinema i difetti siano più evidenti e identificabili. Come sai, non ho problemi a contestare l'uso strumentale delle emozioni anche in letteratura, la manipolazione dell'empatia al solo scopo - è questo che mi sta sulle palle - di avere successo, di vincere la gara a chi "le spara più grosse", e a tale proposito ti rimando alla discussione che avemmo due anni fa in merito a quel tale racconto di quella tale autrice
Replica secchissima: e anche se lo fosse?
Ma li legge gli horror, il tipo?
in passato senza dubbio