Spaventosa la puntualitá di questa puntata, è come se fossi entrato nella mia testa per poi farci una puntata e "sbrogliare la matassa". Un grazie definitivo.
Socrate diceva (o almeno si dice che lo dicesse) che un uomo dovrebbe sposarsi comunque: se gli capita una buona moglie, sarà felice; se gliene capita una cattiva, diventerà un filosofo.
Straordinaria e lucida analisi del male di vivere, interessante l'analisi dell'inettitudine e dell'alienazione dell'uomo in balia della transitorietà delle cose..." La vertigine della libertà"... Ma mi chiedo, quando non si è ancora maturato la consapevolezza di far scelte o scommesse come se le stesse dovessero essere definitive, cosa si fa? Si deve comunque continuare e accettare il proprio "amor fati"? Forse convincersi che ciò che non si è scelto era ciò che conveniva? O mollare tutto e ricominciare con una nuova prospettiva sul mondo?
Complimenti, credo che quest'ottima analisi riesca a intercettare e spiegare, creandone quindi maggiore consapevolezza, una sensazione molto comune oggi. Aggiungo, tra l'altro, che l'idea di poter "tornare indietro" è illusoria: una volta compiuta una scelta, anche se successivamente ritrattata, non si può tornare al punto esatto in cui si era prima di scegliere, perché sotto qualche aspetto la realtà è stata modificata dalla scelta, anche in misura molto rilevante. Per cui secondo me è utile chiedersi: "Se effettuo questa scelta e successivamente ritratto, quale sarà la mia situazione dopo che avrò ritrattato?". Spesso la risposta a questa domanda ha gettato una luce del tutto diversa sulle mie opzioni e i miei corsi d'azione. Una logica di questo tipo da un lato potrebbe indurre a non fare mai alcun cambiamento, dall'altro può evitare clamorose cantonate. L'arte sta sempre nel saper valutare caso per caso.
Seguìto il solco d'un sentiero m'ebbi l'opposto in cuore, col suo invito: forse m'occorreva il coltello che recide, la mente che decide e si determina. (Montale)
Grazie bel contributo! Non solo soffro per l'incapacità di superare la transitorietà delle mie scelte, ma sopratutto non riesco a superare il fatto che la maggior parte delle mie frequentazioni sembrano (sembrano) accettare serenamente questa transitorietà: balzano da una serie TV all'altra, da un'attività all'altra, da una relazione all'altra con l'agilità di un trapezista. Non si fermano un secondo a riflettere sui come e i perché. Anche i loro stati d'animo sembrano (sembrano) in quache modo compartimentati, come se tirassero fuori le diverse emozioni come le calze dal cassetto, quasi consumandole a usa e getta. Appunto spesso si accusa la società consumista, ma mi fa piacere che Dufer non abbia tirato fuori 'sta formuletta, perché la qustione è ben più complessa. Io sono il più bigotto degli atei, nella mia testa mi sono costruito un Dio fittizio che giudica il mio operato (nient'altro che un'estensione consapevole della mia psiche). Mi rifiuto di prendere parte a diverse attività che non hanno un valore di lungo periodo, e spesso ciò mi allontana dalle persone. Già il fatto di non usare Netflix, se non in molto sporadiche occasioni, mi allontana molto dalla massa dei coetanei. E non lo faccio per anticonformismo o che cosa, semplicemente quel tipo di fruizione non attira il mio interesse (per non parlare del cinema...).
anch'io mi trovo nella tua stessa situazione.. ma nel mio caso la maggior parte delle mie frequentazioni sono nate proprio in un periodo della mia vita in cui non avevo consapevolezza riguardo questa cosa.. che mi ha portato poi a lungo andare a trovarmi proprio queste stesse frequentazioni.. penso che sia questo il punto della situazione.. nel mio caso questa consapevolezza può aiutare a essere felice con me stesso ma di certo non a selezionare meglio le persone di cui mi circondo.. perché questo può dipendere solo dagli altri e non da me stesso.. in mancanza di persone che la pensino così il massimo che posso fare io è chiudere i rapporti con tutte le possibili persone che non ritengo buone persone.. cosa che comunque non porterà alla mia felicità
Sono ottimi consigli che, a un certo punto della vita, maturano da soli...ma il frutto era sempre lì, acerbo e poco considerato nel grande albero delle opportunità.
Io ti sono davvero grata per queste condivisioni. Il lavoro che svolgi non è solo un lavoro, non è solo il cogito studios, ma una resistenza laica contro l'appiattimento e il degrado dell'uomo medio. Le tue non sono solo condivisioni di sapere, di dottore in filosofia, ma stimolanti predicazioni di saggezza e autoconoscenza, che spingono chi le vede a porsi quante più possibili domande e a diventare se stesso. Grazie. Larimar.
Non sono convinta da questo ragionamento perche non è coerente con la natura transitoria ed improntata all'evoluzione dell'essere umano. La persona cambia, evolve, matura, forgiata dalla sua propria mente che cambia e cresce anche grazie agli eventi esterni e alle riflessioni interne. Quindi se in una data fase della sua vita un individuo decide che il pensiero x, il lavoro x, le relazioni x, sono adatte a lui e in un momento successivo si rende conto che la sua visione non coincide più con x ma è mutata e si trova meglio a ragionare in termini di y, perche deve costringersi in una situazione che non gli st più bene e non può reagire, cambiandola? Per esempio, un adolescente avrà una maniera di pensare particolare, ma poi trasformandosi in un adulto la sua mente sara diversa e alcune decisioni che aveva preso durante il periodo precedente della sua vita saranno obsolete e non adatte e cosi via per ogni momento della vita della persona. Perche bisogna costringersi in un paio di calzoni che stanno stretti se siamo ingrassati e ci esce la ciccia da ogni lato? Piuttosto meglio essere onesti e coerenti e osservarsi scrupolosamente e capir e giudicare quando qualcosa è adatto oppure no all' individuo che siamo in quel presente, senza per forza escludere la serieta e l' impego nella scelta prima di compierla e durante il compimento. Trovo che le due cose possano andare di pari passo, non che una escluda l'altra. Lo possiamo fare, in questo tempo siamo più liberi di essere coerenti con noi e stessi rispetto al passato, perche non aprofittare di questa opzione, visto il poco tempo che abbiamo a disposizione? Grazie mille per il lavoro che svolgi quotidianamente e per aiutarci ad usare il cervellino con i tuoi ragionamenti e la tua cultura :)
Imo la riflessione di Dufer era in realtà centrata sul breve periodo. Ovvero prendi le decisioni come se fossero eterne perché è l'approccio più conveniente... sul breve periodo. Questo non entra in contraddizione con la necessità di cambiare per l'uomo.
@@emiliosereni1864 si, è chiaro ed è legittimo oltretutto l'ha raccontato in diverse cogitate come vede questo punto, ma è proprio l'approccio che non condivido..io penso che sia proprio con la consapevolezza che tutto cambia e che ci siano anche altre alternative che si debba scegliere e pure sperimentare, perche no..e se qualcosa poi non va non penso che ci si debba legare in linea di principio, ma che ci si possa discostare in qualsiasi momento anche alle prime avvisaglie, se sono fondate..questo non significa che si debba pigliare tutto alla leggera, ma che si possa riflettere, ascoltarsi e rendersi conto con la dovuta serietà che quella determinata cosa non è adatta e che si possa trovare altro..non lo vedo necessariamente un male il fatto di iniziare qualcosa e lasciarlo da parte una volta che ci si è ascoltati e si è capito e di approfittare delle diverse opzioni sul tavolo..anche perche a volte bisogna provare qualcosa per rendersi conto..e cosi è l'approccio che cambia per me, l'impostazione iniziale è già diversa..e questo non esclude la serietà nell'affrontare le cose che si scelgono..e trovo sia serio lasciare se non va bene, piuttosto che incaponirsi..le difficoltà e gli ostacoli ci sono sempre, quello è ovvio ed è già nell'equazione..ma bisogna anche saper mollare, cancellare la pagina e ricominciare..e nel calcolo, questo fattore è compreso già dall'inizio, secondo me..
Probabilmente lui vuol dire di non partire già prevenuti, ma investire integralmente se stessi in ciò che si sceglie di fare, senza pensare al fatto che un domani potrai decidere di tornare sui tuoi passi perché tale pensiero ti rammollisce e ti demotiva. Questione leggermente diversa è dire, come fai tu, dopo aver investito tutto in qualcosa, che non val la pena continuare, ma a posteriori, traendo le somme di ciò che è stato, che ovviamente è legittimo pure. È una questione di attitudine, più che di consiglio pratico, insomma. Come sempre, ci vuole anche equilibrio. Se hai ereditato 10 milioni di euro e vuoi aprire una attività, forse non è proprio il caso di investirli tutti... Magari la metà... Insomma è più un discorso di mente che di pratica
ecco. finalmente ciò che volevo sentire e che in nessun altro video ho sentito. cioè prendersi la responsabilità del rischio delle proprie scelte. giusto! alla fine bisogna sempre buttarsi e rischiare. chi non risica.... non rosica... ci vuole sempre una bella scelta di rischiare. giusto. oggi c'è rinuncia dei propri rischi. sono daccordissimo. per il benessere. l'uomo di oggi lavora in ufficio, seduto sulla sedia. ed io dico che l'uomo di oggi si è proprio 'seduto'. Insomma qui siamo sulla terra. chi non vuole accettare che siamo sulla terra.. sta seduto sul divano e si guarda tutte le pubblicità, insomma ha fatto la sua scelta ..rinunciataria.
ho sempre avuto l'impressione di vivere in questa maniera ma questo video mi ha aiutato a prenderne definitivamente consapevolezza.. ti ringrazio infinitamente
Com'è vero Rick! Anche se per stare dentro a scelte irretrattabili e portarle fino in fondo è sempre stato necessario in tutti i tempi ed oggi ancor di più essere pronti a ogni mutamento di prospettiva e quindi ad allenarsi alla elasticità. Scelte irretrattabili come una stella polare della elasticità.
Aggiungo che questo discorso può diventare parte di un complessivo "discorso ai giovani" integrandolo anche alle diserzioni di Wesa sul dogmatismo e la paura dell'errore
quel video di wesa sul tasto reset e sul "giovane mediocre" giace indissolubilmenmte tra i miei video preferiti e sempre latente nei "guarda più tardi", come un monito qual'ora me lo dimenticassi ahahahh
io ho sempre avuto il problema opposto, prendere tutto troppo sul serio. sono stato educato che ogni cosa è un "impegno". bisogna trovare la giusta via di mezzo per rapportarsi correttamente col mondo
@@mattia868 si, infatti anche a me ha dato molto da riflettere! credo che, prima di accogliere l'insegnamento, bisogna domandarsi se si soffre del problema.
Grazie Rick, proprio prima di guardare il video pensavo a queste cose...e tu sei arrivato a puntino. Una domanda, senza polemica ovvio, quindi secondo te i famosi "multi-potenziali" sono solo persone che non scelgono e non si impegnano abbastanza in un solo campo?
Sino in fondo bisogna vivere il proprio processo di individuazione, che a volte concerne lo stare con quello che c'è, vivendolo pienamente e altre volte cambiare strada. L'alienazione è in parte dovuta a questa mentalità di consumatori con infinite opzioni, ma prima ancora la difficoltà è quella di capire chi si è e cosa si vuole, verso il quale non siamo educati. La scommessa definitiva, non ritrattabile è verso la propria individuazione, non si può ritrattare nel tentativo di trovare la propria specificità. Certo, da sperimentare in tutti gli ambiti, affettivi, professionali, ecc..
Secondo me la scelta giusta sta nel mezzo nel considerare la vita transitoria sennò non si riesce ad accettare la morte e il cambiamento. Ma nel vivere ogni cosa come fosse per sempre, fino in fondo. Perché spesso chi si ferma a metta strada è come se non avesse percorso per niente quella strada. Quando c'è troppo tra cui scegliere non si stringe nulla, chi vuole troppo nulla stringe. Insomma bisogna considerare le cose come transitorie perché considerare qualcosa tale a mio parere da maggior valore alle cose e le si apprezza di più però bisogna considerarle come scelte definitive che vanno gustate fino in fondo
Oggettivamente questo sarebbe giusto in un mondo dove non esistono gli errori, è un modo di pensare che ci può aiutare, ma continuare in una cosa sbagliata all'infinito è da pedanti ed egoisti.
Rick quello che dici è giusto, ma la prima cosa che mi viene da pensare è: posto che un individuo si arricchisce in base alle esperienze, come si fa a scegliere qualcosa definitivamente senza prima avere non dico centinaia, ma alcune esperienze? Viviamo in un epoca in cui è facile tirarsi indietro certamente, ma forse quello che è cambiato di più è questo sentimento che TUTTO sia transitorio perché è scialbo, fatto per durare poco. E questo è colpa della velocità di come cambiano le cose: ciò che guardiamo in tv, che studiamo a scuola, le relazioni interpersonali anche grazie a internet. Soprattutto internet che ha svoltato le nostre vite. Ma se non proviamo più cose, non sapremo mai in prima persona che cosa fa per noi davvero, se la persona con cui stiamo insieme è quella giusta, se la vita che conduciamo ci appaga, per il lavoro, per le nostre passioni, gli interessi. Forse è proprio il considerare le cose immutabili che ci rende delle persone che non riescono ad avere più di una prospettiva su un argomento, e quindi piatte. Perciò riconosco che la chiave secondo sta nell'equilibrio, nel saper osare e anche accontentarsi. Nel provare più cose, ma essere bravi a vedere quello che il mondo ha da offrirci e che noi riusciamo a carpire, a tenerci e saperne godere. Non sono bravo quanto te a esprimere i concetti, ma grazie a te per esempio sto facendo una cosa che non avrei mai pensato, cioè fare discussione, mettere in dubbio le mie opinioni e quelle degli altri, sto imparando un sacco anche se non leggo molto, ma chi lo sa, questa otrebbe diventare un'altra abitudine che rimarrà nel tempo.
Rick, bellissima puntata. Nulla da dire, se non per il fatto che, secondo me, sarebbe stato meglio usare il termine "assoluto" piuttosto che definitivo. Ma sono quisquiglie
Rick mi sembra un bellissimo punto di vista ma esiste assolutamente il rovescio della medaglia: quando e perché smettere di seguire una scelta passata quando questa porta e porterà più male che bene? D'accordo, questo non lo può sapere nessuno, ma dire di seguire sempre le proprie scelte e basta mi sembra assolutamente riduttivo.
Davvero bella puntata, mi trovo molto d'accordo. Penso però che si rischi di fraintendere in un "non accetto l'errore" neanche a posteriori. Io sto investendo tutto nel mio futuro lavorativo, ma so che potrei sbagliarmi, e potrei comunque arrivare ad una consapevolezza maggiore; oggi però agisco come se questo futuro non fosse possibile (perché se agissi pensando solo a quel futuro lo renderei inevitabile).
Questa puntata capita a fagiolo con la mia crisi esistenziale. C'è un solo punto che non mi è chiaro: come bisogna comportarsi quando si è iniziato un progetto perché costretti/ritrovaticisi e non perché lo si è scelto? Posso capire mantenere l'impegno quando la scelta è stata tua, ma quanto non lo è mai stata?
anch'io ho pensato alla stessa cosa.. inevitabilmente prima di acquisire consapevolezza dell'argomento trattato nel video mi sono ritrovato innumerevoli volte a prendere decisioni nel modo sbagliato.. penso che la chiave sia considerare tutte quelle scelte prese prima rispetto a questa acquisizione di coscienza riguardo questo argomento come scelte improprie a se stessi.. e di conseguenza sfruttare la prima occasione per tornare a una sorta di punto zero.. dalla quale poi poter iniziare a prendere decisioni seguendo questa filosofia e costruirsi di conseguenza la propria persona..vita e quant'altro..è un'investimento che personalmente mi sento di dover fare per essere realmente felice.. so che sto scrivendo dopo più di un anno passato, ma sto scrivendo come se si trattasse di una nota a me stesso.. detto questo ti saluto e spero comunque che anche se dopo tutto questo tempo passato questa risposta possa aiutarti
Ora, se ho preso una certa decisione rilevante in passato sulla base di una visione transitoria della vita e quindi delle cose della vita, e adesso mi sono reso conto di ciò perché ho cambiato modo di vedere, rendendomi conto dell'importanza della fissità delle decisioni, dovrei tornare indietro e cambiare, perché magari quello che ho scelto in quel periodo di transitorietà non mi piace, oppure nel farlo contraddirei immediatamente la mia recente presa di coscienza?
La transitorietà delle cose è incontrovertibile ed evidente... Rick dice di scegliere "come se" kantianamente inteso, le nostre scelte debbano essere definitive, in un mondo in cui tutto è "di passaggio"... Siamo noi a dare stabilità alle cose con le nostre scelte coraggiose in un mondo dove "tutto scorre"... Il problema è acquisire in tempo questa consapevolezza... 😅
@@Nicole1409NJ Sì, non mettevo in dubbio il concetto di base che tutto è transitorio nella sua essenza, né non avevo capito che il suggerimento fosse quello di fare "come se" le nostre scelte fossero definitive. Mi chiedevo se ci fosse e, nel caso, quale fosse il punto in cui qualcuno che ha fatto questa presa di coscienza potesse "pentirsi" di una scelta e tornare indietro, reimmergendosi nella transitorietà, anche delle proprie decisioni.
@@gianpaoloascenzi4514 Io credo che anche la più lucida delle decisioni può comportare il pentimento... Nulla è definitivo, bisogna accettare anche i propri limiti e se si ha la forza rimettersi in gioco perché la vita è una soltanto...
Gli istanti transitano, ma quelli passati sono ormai definitivi (indipendentemente dalla percezione degli stessi). Vero anche che vivere "ogni istante come un'eternità" mi mette molta meno ansia :D
Caso vuole che ho appena finito di leggere un libro sulla multipotenzialità che afferma il contrario. Compiere scelte definitive è difficile ma le persone che considero di successo in effetti si comportano come dici tu.
L abbondanza di mestieri alternative e cose non significa felicità. Per questo ci lamentiamo @rickdufer. Perchè inoltre le cose non sono transitorie? L immobilismo non esiste. Tutto si evolve, nulla si blocca / distrugge.
Mi pare sia un po' esagerato l'accento posto sulla positività della situazione contemporanea. Molti giovani non hanno idea di cosa fare, e la scelta diventa una Wahlqual (tortura della scelta), non un modo per emanciparsi. Il sistema scolastico, troppo spesso, non ha nessuna correlazione col mercato del lavoro. E come si fa quindi a scegliere? Si va per tentativi, mossi da impressioni, da un 'si dice', ma a ciò seguono situazioni economiche delle volte disastrose, o vite infelice. È un problema serio diventare indipendenti e non condurre vite frustranti e miserabili. Certo, è meglio ora dei tempi della peste nera, ma il fallimento, che non è una questione solo teorica, bensì pratica molto pratica, porta all'immobilismo, perché manca la base su cui scegliere, manca il fuoco della passione. Come fare quindi per innescare la miccia? La passione che porti a risultati concreti? Il tuo e quello degli youtuber è un caso isolato (e debbo dire parzilmente anche il mio), la stragrande maggioranza delle persone non ha un fuoco creativo, una strada da seguire, ho amici diventati ingegneri altri medici solo per necessità, guidati dal guadagno, e sono infelici, altri fanno lavori a loro più consoni ma sono poverissimi, e con la crisi attuale non sono neppure in grado di soperire ai bisogni primari, dovendosi affidare a genitori e parenti. La questione è cruciale e complessa, e segni da altri mondi tardano ad arrivare.
Riconosco la profondità del video ma forse non l'ho inteso a pieno. Con quale spirito si può continuare una "promessa" palesemente errata e autodistruttiva?
Ma infatti Ric dice che le scelte su cui scommettere vanno selezionare con cura. La "saggezza" in questo caso è stabilire sin dall'inizio che la scelta è meritevole. In questo però sono un po'in disaccordo, perché non sempre si hanno le dovute informazioni sia sulla scelta che su noi stessi.
E' esattamente questo il punto. Al liceo potresti non avere bene l'idea del percorso di laurea che ti sei promesso di intraprendere. Prima di sposarti potresti non avere bene l'idea di cosa sia la vita matrimoniale. Nel punto in cui ti rendi conto che un percorso non fa per te, cosa succede? Quando diventa chiara la linea che separa il "devo perseverare nella mia promessa" al "devo prendere l'uscita di emergenza"?
L'amore non c'entra nulla con un contratto..render una donna moglie e un delitto..anche erano vorresti stare solo sei costretto ad avere quella persona presente ,ma non perché non la ami ,ma perché hai bisogno dei tuoi spazi,perché i fidanzamenti durano in eterno ,e dopo il matrimonio ci si lascia?😮E poi un uomo non è fatto x stare x tutta la vita con la stessa donna o uomo,se i matrimoni fossero la felicità,ci sarebbe un mondo di persone felici,e nessuno divorzierebbe..😅
È proprio il contrario. I matrimoni falliscono perché ciascuno dei due non ci sta al 100%, disposto a scoprirsi continuamente e a scoprire continuamente l’altro, mai darlo per conosciuto e soprattutto sapendo di essere piccoli e pieni d’errore e di incapacità e quindi bisognosi di chiedersi e di darsi perdono. Mi spiace ma il matrimonio non è un CONTRATTO, è un darsi al 100% senza che l’altro sia parte della decisione ( ognuno promette per se). Il fidanzamento o è parte di questa consapevolezza o è perdere tempo. Non esiste l’uomo perfetto o la donna perfetta ( infatti ci vorebbe tutta la vita per cercarla, altroché Netflix). Quindi…sposatevi, gente, per sempre (ho marito, 6 figli, una vita tosta piena di batoste…non lo dico dalla nuvoletta con gli uccellini che cantano). Le cose più importanti della vita non le abbiamo cercate o create noi, ci capitano. E starci al 100% è l’unica garanzia per riuscire in qualcosa. Se non si è seri
E un contratto il matrimonio se non lo fosse non si firmerebbe così tanti documenti e non servirebbe il divorzio x separarsi ,l'amore non c'entra con delle firme, l'amore e un'altra cosa non si discute ,qui non si parla di un rapporto tra due o dell'amore ,si parla di una unione attraverso lo stato che certifica l'unione cosa c'entra l'amore? Io amo una persona da 23 anni non sono sposata e non ho bisogno di un pezzo di carta x confermare l'amore,chi si sposa e perché non ha fiducia nei sentimenti dell'altra persona e cerca di avere garanzie attraverso un contratto, che è il matrimonio,pensano di avere più sicurezze perché sposati,insicurezza si chiama ,la sicurezza è l'amore il rispetto,il rinnovarsi ogni giorno tutto questo cosa c'entra con il contratto del matrimonio ,se firmi un documento è un contratto ,un stabilire delle regole , se ami si vive in modo spontaneo senza contratti già dire il vincolo del matrimonio è terribile..Se il matrimonio fosse essere felici ci sarebbe un mondo di persone felici e nessuno divorzierebbe,ognuno ha il diritto di pensarla come vuole io la penso così,e non giudico chi la pensa diversamente..La vita e una e ognuno fa ciò che vuole .
Io sono completamente bloccata da tre anni. E non riesco a far nulla senza pensare "vabbè se non va bene, se non mi piace, posso tornare indietro". Consigli?
Parti da una piccola cosa e non preoccuparti di come va, ma falla al 100% perché ti porterà in una situazione migliore del pantano in cui sei. Ci si scopre e conosce facendo. E non avere paura della paura. Cerca degli amici veri con cui aiutarsi a vicenda. Hai un posto nel mondo. Senza di te rimane un buco nella tela. Coraggio! Un abbraccio
Eh rick la fai facile...come fai a dover scegliere; ci sono troppe cose interessanti per non essere guardate, lette, ascoltate e di conseguenza capite e assimilate
Più o meno dopo i primi dieci minuti di live il discorso non mi stava piacendo e non ero d'accordo, avevo l'intenzione di smettere di seguirlo, ma poi ho riflettuto che avrei fatto il tuo gioco poiché avrei potuto essere la dimostrazione dell'incapacità di sopportare ed osare fino alla fine pensando che ci siano sempre altre scelte.
I filosofi che tu conosci sono vivi. Per vivere e essere filosofo non hai mediamente oltre i 100 anni. Quindi dagli anni 20 al 2021 circa. Anni in cui è stato ed è (fortunatamente leggermente meno) normale sposarsi, come concetto culturalmente accettato e quasi necessario. Ecco perché ti chiedono come mai un filosofo si sposa. Perché la storia non esiste da cento anni. E i precedenti (e spero i futuri cittadini) filosofi non proseguiranno questa tradizione 🤡P. S. Come asserisci ti sei sposato non perché credi nel matrimonio (senso reale per cui è nato il matrimonio, appunto) ma perché serve a te stesso e alla tua mente per mettere un punto fermo in quel che vorresti durasse per sempre. Ergo, amico mio, stai facendo qualcosa di NON necessario. E ti dirò, per fortuna c è la vocina che dice 'puoi cambiare opinione'. Altrimenti saremmo tutti ignoranti come il giorno precedente e non scopriremo mai nulla in futuro! 😏
Spaventosa la puntualitá di questa puntata, è come se fossi entrato nella mia testa per poi farci una puntata e "sbrogliare la matassa". Un grazie definitivo.
Idem
E' il commento che avrei voluto scrivere io :P Grazie Rick!
Da rivedere...ho provato brividi
Nota a me stessa: "salva questo video e riguardalo periodicamente"
Spaventosamente attuale, come d'altronde è sempre stata la filosofia.
Grazie.
Socrate diceva (o almeno si dice che lo dicesse) che un uomo dovrebbe sposarsi comunque: se gli capita una buona moglie, sarà felice; se gliene capita una cattiva, diventerà un filosofo.
Straordinaria e lucida analisi del male di vivere, interessante l'analisi dell'inettitudine e dell'alienazione dell'uomo in balia della transitorietà delle cose..." La vertigine della libertà"... Ma mi chiedo, quando non si è ancora maturato la consapevolezza di far scelte o scommesse come se le stesse dovessero essere definitive, cosa si fa? Si deve comunque continuare e accettare il proprio "amor fati"? Forse convincersi che ciò che non si è scelto era ciò che conveniva? O mollare tutto e ricominciare con una nuova prospettiva sul mondo?
Grazie Rick, è quello che avevo bisogno di sentire in questo periodo!
Questo è il tipo di discorso che aspetto da 15anni. Grazie Riccardo! Spero tu lo approfondisca presto!
Complimenti, credo che quest'ottima analisi riesca a intercettare e spiegare, creandone quindi maggiore consapevolezza, una sensazione molto comune oggi. Aggiungo, tra l'altro, che l'idea di poter "tornare indietro" è illusoria: una volta compiuta una scelta, anche se successivamente ritrattata, non si può tornare al punto esatto in cui si era prima di scegliere, perché sotto qualche aspetto la realtà è stata modificata dalla scelta, anche in misura molto rilevante. Per cui secondo me è utile chiedersi: "Se effettuo questa scelta e successivamente ritratto, quale sarà la mia situazione dopo che avrò ritrattato?". Spesso la risposta a questa domanda ha gettato una luce del tutto diversa sulle mie opzioni e i miei corsi d'azione. Una logica di questo tipo da un lato potrebbe indurre a non fare mai alcun cambiamento, dall'altro può evitare clamorose cantonate. L'arte sta sempre nel saper valutare caso per caso.
Seguìto il solco d'un sentiero m'ebbi
l'opposto in cuore, col suo invito: forse
m'occorreva il coltello che recide,
la mente che decide e si determina.
(Montale)
Grazie bel contributo! Non solo soffro per l'incapacità di superare la transitorietà delle mie scelte, ma sopratutto non riesco a superare il fatto che la maggior parte delle mie frequentazioni sembrano (sembrano) accettare serenamente questa transitorietà: balzano da una serie TV all'altra, da un'attività all'altra, da una relazione all'altra con l'agilità di un trapezista. Non si fermano un secondo a riflettere sui come e i perché. Anche i loro stati d'animo sembrano (sembrano) in quache modo compartimentati, come se tirassero fuori le diverse emozioni come le calze dal cassetto, quasi consumandole a usa e getta. Appunto spesso si accusa la società consumista, ma mi fa piacere che Dufer non abbia tirato fuori 'sta formuletta, perché la qustione è ben più complessa. Io sono il più bigotto degli atei, nella mia testa mi sono costruito un Dio fittizio che giudica il mio operato (nient'altro che un'estensione consapevole della mia psiche). Mi rifiuto di prendere parte a diverse attività che non hanno un valore di lungo periodo, e spesso ciò mi allontana dalle persone. Già il fatto di non usare Netflix, se non in molto sporadiche occasioni, mi allontana molto dalla massa dei coetanei. E non lo faccio per anticonformismo o che cosa, semplicemente quel tipo di fruizione non attira il mio interesse (per non parlare del cinema...).
anch'io mi trovo nella tua stessa situazione.. ma nel mio caso la maggior parte delle mie frequentazioni sono nate proprio in un periodo della mia vita in cui non avevo consapevolezza riguardo questa cosa.. che mi ha portato poi a lungo andare a trovarmi proprio queste stesse frequentazioni.. penso che sia questo il punto della situazione.. nel mio caso questa consapevolezza può aiutare a essere felice con me stesso ma di certo non a selezionare meglio le persone di cui mi circondo.. perché questo può dipendere solo dagli altri e non da me stesso.. in mancanza di persone che la pensino così il massimo che posso fare io è chiudere i rapporti con tutte le possibili persone che non ritengo buone persone.. cosa che comunque non porterà alla mia felicità
Sono ottimi consigli che, a un certo punto della vita, maturano da soli...ma il frutto era sempre lì, acerbo e poco considerato nel grande albero delle opportunità.
Io ti sono davvero grata per queste condivisioni. Il lavoro che svolgi non è solo un lavoro, non è solo il cogito studios, ma una resistenza laica contro l'appiattimento e il degrado dell'uomo medio. Le tue non sono solo condivisioni di sapere, di dottore in filosofia, ma stimolanti predicazioni di saggezza e autoconoscenza, che spingono chi le vede a porsi quante più possibili domande e a diventare se stesso. Grazie. Larimar.
La migliore puntata in assoluto, forse anche perchà arrivata al momento giusto.. Grazie Ric
Non sono convinta da questo ragionamento perche non è coerente con la natura transitoria ed improntata all'evoluzione dell'essere umano. La persona cambia, evolve, matura, forgiata dalla sua propria mente che cambia e cresce anche grazie agli eventi esterni e alle riflessioni interne. Quindi se in una data fase della sua vita un individuo decide che il pensiero x, il lavoro x, le relazioni x, sono adatte a lui e in un momento successivo si rende conto che la sua visione non coincide più con x ma è mutata e si trova meglio a ragionare in termini di y, perche deve costringersi in una situazione che non gli st più bene e non può reagire, cambiandola? Per esempio, un adolescente avrà una maniera di pensare particolare, ma poi trasformandosi in un adulto la sua mente sara diversa e alcune decisioni che aveva preso durante il periodo precedente della sua vita saranno obsolete e non adatte e cosi via per ogni momento della vita della persona. Perche bisogna costringersi in un paio di calzoni che stanno stretti se siamo ingrassati e ci esce la ciccia da ogni lato? Piuttosto meglio essere onesti e coerenti e osservarsi scrupolosamente e capir e giudicare quando qualcosa è adatto oppure no all' individuo che siamo in quel presente, senza per forza escludere la serieta e l' impego nella scelta prima di compierla e durante il compimento. Trovo che le due cose possano andare di pari passo, non che una escluda l'altra. Lo possiamo fare, in questo tempo siamo più liberi di essere coerenti con noi e stessi rispetto al passato, perche non aprofittare di questa opzione, visto il poco tempo che abbiamo a disposizione?
Grazie mille per il lavoro che svolgi quotidianamente e per aiutarci ad usare il cervellino con i tuoi ragionamenti e la tua cultura :)
Imo la riflessione di Dufer era in realtà centrata sul breve periodo. Ovvero prendi le decisioni come se fossero eterne perché è l'approccio più conveniente... sul breve periodo. Questo non entra in contraddizione con la necessità di cambiare per l'uomo.
@@emiliosereni1864 si, è chiaro ed è legittimo oltretutto l'ha raccontato in diverse cogitate come vede questo punto, ma è proprio l'approccio che non condivido..io penso che sia proprio con la consapevolezza che tutto cambia e che ci siano anche altre alternative che si debba scegliere e pure sperimentare, perche no..e se qualcosa poi non va non penso che ci si debba legare in linea di principio, ma che ci si possa discostare in qualsiasi momento anche alle prime avvisaglie, se sono fondate..questo non significa che si debba pigliare tutto alla leggera, ma che si possa riflettere, ascoltarsi e rendersi conto con la dovuta serietà che quella determinata cosa non è adatta e che si possa trovare altro..non lo vedo necessariamente un male il fatto di iniziare qualcosa e lasciarlo da parte una volta che ci si è ascoltati e si è capito e di approfittare delle diverse opzioni sul tavolo..anche perche a volte bisogna provare qualcosa per rendersi conto..e cosi è l'approccio che cambia per me, l'impostazione iniziale è già diversa..e questo non esclude la serietà nell'affrontare le cose che si scelgono..e trovo sia serio lasciare se non va bene, piuttosto che incaponirsi..le difficoltà e gli ostacoli ci sono sempre, quello è ovvio ed è già nell'equazione..ma bisogna anche saper mollare, cancellare la pagina e ricominciare..e nel calcolo, questo fattore è compreso già dall'inizio, secondo me..
Probabilmente lui vuol dire di non partire già prevenuti, ma investire integralmente se stessi in ciò che si sceglie di fare, senza pensare al fatto che un domani potrai decidere di tornare sui tuoi passi perché tale pensiero ti rammollisce e ti demotiva. Questione leggermente diversa è dire, come fai tu, dopo aver investito tutto in qualcosa, che non val la pena continuare, ma a posteriori, traendo le somme di ciò che è stato, che ovviamente è legittimo pure. È una questione di attitudine, più che di consiglio pratico, insomma. Come sempre, ci vuole anche equilibrio. Se hai ereditato 10 milioni di euro e vuoi aprire una attività, forse non è proprio il caso di investirli tutti... Magari la metà... Insomma è più un discorso di mente che di pratica
Fantastico, proficuo. Ottimo spunto e ottimo discorso!
ecco. finalmente ciò che volevo sentire e che in nessun altro video ho sentito. cioè prendersi la responsabilità del rischio delle proprie scelte. giusto! alla fine bisogna sempre buttarsi e rischiare. chi non risica.... non rosica... ci vuole sempre una bella scelta di rischiare. giusto. oggi c'è rinuncia dei propri rischi. sono daccordissimo. per il benessere. l'uomo di oggi lavora in ufficio, seduto sulla sedia. ed io dico che l'uomo di oggi si è proprio 'seduto'. Insomma qui siamo sulla terra. chi non vuole accettare che siamo sulla terra.. sta seduto sul divano e si guarda tutte le pubblicità, insomma ha fatto la sua scelta ..rinunciataria.
Insomma il Daily Cogito sarà eterno, se non è una buona notizia questa...😄
ho sempre avuto l'impressione di vivere in questa maniera ma questo video mi ha aiutato a prenderne definitivamente consapevolezza.. ti ringrazio infinitamente
Non sei tu a trovare lei, ma questa puntata a trovare te nel momento del bisogno
Questo è l'episodio migliore che abbia ascoltato
Bellissimo argomento!! Grazie!
Grazie. ♥️
Com'è vero Rick! Anche se per stare dentro a scelte irretrattabili e portarle fino in fondo è sempre stato necessario in tutti i tempi ed oggi ancor di più essere pronti a ogni mutamento di prospettiva e quindi ad allenarsi alla elasticità. Scelte irretrattabili come una stella polare della elasticità.
Belli tutti i 28 minuti :) Grazie
mi è piaciuta un botto sta puntata, grazie!
La puntata più bella.. Grazie grazie e grazie
Cogitata spettacolare...totalmente condivisibile a cima a fondo.
Rick cazzo con sto video mi hai illuminato e aiutato un sacco. Grazie
L’episodio che ho apprezzato di più finora. Bravo!
Aggiungo che questo discorso può diventare parte di un complessivo "discorso ai giovani" integrandolo anche alle diserzioni di Wesa sul dogmatismo e la paura dell'errore
quel video di wesa sul tasto reset e sul "giovane mediocre" giace indissolubilmenmte tra i miei video preferiti e sempre latente nei "guarda più tardi", come un monito qual'ora me lo dimenticassi ahahahh
Potete dirmi quali sono i titoli precisi dei video di cui state parlando? sareste molto gentili
@@beatrice-e4r cerca pure Sono un giovane mediocre
@@beatrice-e4r “Sono un giovane mediocre (Velleità e lavoro in Italia)” -
“Marzia lascia TH-cam” (la tentazione di Ricominciare)”
@@beatrice-e4r "sbagliare è vergognoso? Kommenti epici 07"
"Paura reputazione e dogma"
Un discorso che può salvare delle vite! Grazie, grazie, grazie
Miglior daily cogito della stagione a mani basse...
Grazie davvero :-)
1:08 Perché Rick, perché....
Cogitata stupenda, complimenti
Tutto ciò su cui rimugino da anni, ma esposto in modo magistrale 😍
Spettacolare, grazie Rick
Bravo davvero Rick, puntata stupenda
io ho sempre avuto il problema opposto, prendere tutto troppo sul serio. sono stato educato che ogni cosa è un "impegno".
bisogna trovare la giusta via di mezzo per rapportarsi correttamente col mondo
@@mattia868 si, infatti anche a me ha dato molto da riflettere!
credo che, prima di accogliere l'insegnamento, bisogna domandarsi se si soffre del problema.
Questo video mi ha convinto a concepire la mia futura scelta universitaria come definitiva anche se non lo è, grazie Rick
Grazie Rick, proprio prima di guardare il video pensavo a queste cose...e tu sei arrivato a puntino.
Una domanda, senza polemica ovvio, quindi secondo te i famosi "multi-potenziali" sono solo persone che non scelgono e non si impegnano abbastanza in un solo campo?
Bella questa tua puntata Rick !
Sapevo che avrebbe fatto male aprire questo video. Grazie Rick, affilato come una mannaia, come sempre!
Senza nulla togliere a tutto il resto devo dire che la sigla è fighissima e confido che questa tua scelta sia incontrovertibile 🤟🏻
Fellini sulla televisione ha detto una grande verità, assolutamente d'accordo col tuo discorso
Questa puntata doveva essere eterna…
Sino in fondo bisogna vivere il proprio processo di individuazione, che a volte concerne lo stare con quello che c'è, vivendolo pienamente e altre volte cambiare strada. L'alienazione è in parte dovuta a questa mentalità di consumatori con infinite opzioni, ma prima ancora la difficoltà è quella di capire chi si è e cosa si vuole, verso il quale non siamo educati. La scommessa definitiva, non ritrattabile è verso la propria individuazione, non si può ritrattare nel tentativo di trovare la propria specificità. Certo, da sperimentare in tutti gli ambiti, affettivi, professionali, ecc..
spero ci sia una parte 2 legata a questi argomenti
Grazie.
Secondo me la scelta giusta sta nel mezzo nel considerare la vita transitoria sennò non si riesce ad accettare la morte e il cambiamento. Ma nel vivere ogni cosa come fosse per sempre, fino in fondo. Perché spesso chi si ferma a metta strada è come se non avesse percorso per niente quella strada. Quando c'è troppo tra cui scegliere non si stringe nulla, chi vuole troppo nulla stringe. Insomma bisogna considerare le cose come transitorie perché considerare qualcosa tale a mio parere da maggior valore alle cose e le si apprezza di più però bisogna considerarle come scelte definitive che vanno gustate fino in fondo
Nessuno:
Assolutamente nessuno:
La voce nella mia testa: 14:09
Dufer Pro. Film sul pionierismo: altri consigli oltre a “il petroliere”?
Accipigna Rick mi hai dato una bella patata sulla quale riflettere... in un momento a dir poco azzeccato. Grazie :)
La vocina mi ha spezzato
Oggettivamente questo sarebbe giusto in un mondo dove non esistono gli errori, è un modo di pensare che ci può aiutare, ma continuare in una cosa sbagliata all'infinito è da pedanti ed egoisti.
Una delle migliori puntate
Grazie
Rick quello che dici è giusto, ma la prima cosa che mi viene da pensare è: posto che un individuo si arricchisce in base alle esperienze, come si fa a scegliere qualcosa definitivamente senza prima avere non dico centinaia, ma alcune esperienze? Viviamo in un epoca in cui è facile tirarsi indietro certamente, ma forse quello che è cambiato di più è questo sentimento che TUTTO sia transitorio perché è scialbo, fatto per durare poco. E questo è colpa della velocità di come cambiano le cose: ciò che guardiamo in tv, che studiamo a scuola, le relazioni interpersonali anche grazie a internet. Soprattutto internet che ha svoltato le nostre vite.
Ma se non proviamo più cose, non sapremo mai in prima persona che cosa fa per noi davvero, se la persona con cui stiamo insieme è quella giusta, se la vita che conduciamo ci appaga, per il lavoro, per le nostre passioni, gli interessi.
Forse è proprio il considerare le cose immutabili che ci rende delle persone che non riescono ad avere più di una prospettiva su un argomento, e quindi piatte.
Perciò riconosco che la chiave secondo sta nell'equilibrio, nel saper osare e anche accontentarsi. Nel provare più cose, ma essere bravi a vedere quello che il mondo ha da offrirci e che noi riusciamo a carpire, a tenerci e saperne godere.
Non sono bravo quanto te a esprimere i concetti, ma grazie a te per esempio sto facendo una cosa che non avrei mai pensato, cioè fare discussione, mettere in dubbio le mie opinioni e quelle degli altri, sto imparando un sacco anche se non leggo molto, ma chi lo sa, questa otrebbe diventare un'altra abitudine che rimarrà nel tempo.
Rick, bellissima puntata. Nulla da dire, se non per il fatto che, secondo me, sarebbe stato meglio usare il termine "assoluto" piuttosto che definitivo. Ma sono quisquiglie
Argomenti tosti, autoriflessivi! Grazie Ric per lo spunto!
Rick mi sembra un bellissimo punto di vista ma esiste assolutamente il rovescio della medaglia: quando e perché smettere di seguire una scelta passata quando questa porta e porterà più male che bene? D'accordo, questo non lo può sapere nessuno, ma dire di seguire sempre le proprie scelte e basta mi sembra assolutamente riduttivo.
Davvero bella puntata, mi trovo molto d'accordo.
Penso però che si rischi di fraintendere in un "non accetto l'errore" neanche a posteriori.
Io sto investendo tutto nel mio futuro lavorativo, ma so che potrei sbagliarmi, e potrei comunque arrivare ad una consapevolezza maggiore; oggi però agisco come se questo futuro non fosse possibile (perché se agissi pensando solo a quel futuro lo renderei inevitabile).
video molto interessante! Ma prendere tutta questa consapevolezza non può rendere le scelte così difficili da immobilizzarsi al momento di farle?
Solo io prendo appunti dai video di Rick?
Nope...non sei solo
Penserò a questa puntata e farò un bel salto della quaglia:)
Sembra che Rick sia in grado di darti strumenti per qualsiasi problema tu possa avere.
Di quale libro di kierkegaard sta parlando?
Questa puntata capita a fagiolo con la mia crisi esistenziale. C'è un solo punto che non mi è chiaro: come bisogna comportarsi quando si è iniziato un progetto perché costretti/ritrovaticisi e non perché lo si è scelto? Posso capire mantenere l'impegno quando la scelta è stata tua, ma quanto non lo è mai stata?
anch'io ho pensato alla stessa cosa.. inevitabilmente prima di acquisire consapevolezza dell'argomento trattato nel video mi sono ritrovato innumerevoli volte a prendere decisioni nel modo sbagliato.. penso che la chiave sia considerare tutte quelle scelte prese prima rispetto a questa acquisizione di coscienza riguardo questo argomento come scelte improprie a se stessi.. e di conseguenza sfruttare la prima occasione per tornare a una sorta di punto zero.. dalla quale poi poter iniziare a prendere decisioni seguendo questa filosofia e costruirsi di conseguenza la propria persona..vita e quant'altro..è un'investimento che personalmente mi sento di dover fare per essere realmente felice.. so che sto scrivendo dopo più di un anno passato, ma sto scrivendo come se si trattasse di una nota a me stesso.. detto questo ti saluto e spero comunque che anche se dopo tutto questo tempo passato questa risposta possa aiutarti
Come diceva in modo semplificato Arnold Schwarzenneger: "Don't have a plan B"
@ALESSANDRO BOTTAZZI Ma serio ahahhahahahahahah
Ora, se ho preso una certa decisione rilevante in passato sulla base di una visione transitoria della vita e quindi delle cose della vita, e adesso mi sono reso conto di ciò perché ho cambiato modo di vedere, rendendomi conto dell'importanza della fissità delle decisioni, dovrei tornare indietro e cambiare, perché magari quello che ho scelto in quel periodo di transitorietà non mi piace, oppure nel farlo contraddirei immediatamente la mia recente presa di coscienza?
La transitorietà delle cose è incontrovertibile ed evidente... Rick dice di scegliere "come se" kantianamente inteso, le nostre scelte debbano essere definitive, in un mondo in cui tutto è "di passaggio"... Siamo noi a dare stabilità alle cose con le nostre scelte coraggiose in un mondo dove "tutto scorre"... Il problema è acquisire in tempo questa consapevolezza... 😅
@@Nicole1409NJ Sì, non mettevo in dubbio il concetto di base che tutto è transitorio nella sua essenza, né non avevo capito che il suggerimento fosse quello di fare "come se" le nostre scelte fossero definitive. Mi chiedevo se ci fosse e, nel caso, quale fosse il punto in cui qualcuno che ha fatto questa presa di coscienza potesse "pentirsi" di una scelta e tornare indietro, reimmergendosi nella transitorietà, anche delle proprie decisioni.
@@gianpaoloascenzi4514 Io credo che anche la più lucida delle decisioni può comportare il pentimento... Nulla è definitivo, bisogna accettare anche i propri limiti e se si ha la forza rimettersi in gioco perché la vita è una soltanto...
Non male, davvero non male.
Hai letto/parlerai del libro "Deep Work"? Parla proprio di questo tema sia dal punto di vista filosofico sia da quello pratico
Gli istanti transitano, ma quelli passati sono ormai definitivi (indipendentemente dalla percezione degli stessi).
Vero anche che vivere "ogni istante come un'eternità" mi mette molta meno ansia :D
Caso vuole che ho appena finito di leggere un libro sulla multipotenzialità che afferma il contrario. Compiere scelte definitive è difficile ma le persone che considero di successo in effetti si comportano come dici tu.
Ormai riguardo questo video a scadenza bimestrale per ricordarmi di non fare cazzate Ahahaha
Bravo
Sto leggendo la saga di dune da più di due anni. Sono letteralmente arrivato ai libri del figlio in inglese.
L abbondanza di mestieri alternative e cose non significa felicità. Per questo ci lamentiamo @rickdufer. Perchè inoltre le cose non sono transitorie? L immobilismo non esiste. Tutto si evolve, nulla si blocca / distrugge.
la prof mi ha dato come compito di vedere questo video
Sì potrebbe riassumere tutto in una frase: Essere responsabili
(Aaah che bel mondo se i politici fossero responsabili....)
Ascolto e sto male.
Se lancio una ghianda ai miei micini corrono tutti verso la ghianda
Se lancio tante ghiande i micini le guardano e non sanno quale seguire
Mi pare sia un po' esagerato l'accento posto sulla positività della situazione contemporanea. Molti giovani non hanno idea di cosa fare, e la scelta diventa una Wahlqual (tortura della scelta), non un modo per emanciparsi. Il sistema scolastico, troppo spesso, non ha nessuna correlazione col mercato del lavoro. E come si fa quindi a scegliere? Si va per tentativi, mossi da impressioni, da un 'si dice', ma a ciò seguono situazioni economiche delle volte disastrose, o vite infelice. È un problema serio diventare indipendenti e non condurre vite frustranti e miserabili. Certo, è meglio ora dei tempi della peste nera, ma il fallimento, che non è una questione solo teorica, bensì pratica molto pratica, porta all'immobilismo, perché manca la base su cui scegliere, manca il fuoco della passione. Come fare quindi per innescare la miccia? La passione che porti a risultati concreti? Il tuo e quello degli youtuber è un caso isolato (e debbo dire parzilmente anche il mio), la stragrande maggioranza delle persone non ha un fuoco creativo, una strada da seguire, ho amici diventati ingegneri altri medici solo per necessità, guidati dal guadagno, e sono infelici, altri fanno lavori a loro più consoni ma sono poverissimi, e con la crisi attuale non sono neppure in grado di soperire ai bisogni primari, dovendosi affidare a genitori e parenti. La questione è cruciale e complessa, e segni da altri mondi tardano ad arrivare.
Riconosco la profondità del video ma forse non l'ho inteso a pieno. Con quale spirito si può continuare una "promessa" palesemente errata e autodistruttiva?
Ma infatti Ric dice che le scelte su cui scommettere vanno selezionare con cura. La "saggezza" in questo caso è stabilire sin dall'inizio che la scelta è meritevole. In questo però sono un po'in disaccordo, perché non sempre si hanno le dovute informazioni sia sulla scelta che su noi stessi.
E' esattamente questo il punto.
Al liceo potresti non avere bene l'idea del percorso di laurea che ti sei promesso di intraprendere. Prima di sposarti potresti non avere bene l'idea di cosa sia la vita matrimoniale.
Nel punto in cui ti rendi conto che un percorso non fa per te, cosa succede?
Quando diventa chiara la linea che separa il "devo perseverare nella mia promessa" al "devo prendere l'uscita di emergenza"?
Che ansia. A me piace troppo la transitorietà
E' solo l'inizio
L'amore non c'entra nulla con un contratto..render una donna moglie e un delitto..anche erano vorresti stare solo sei costretto ad avere quella persona presente ,ma non perché non la ami ,ma perché hai bisogno dei tuoi spazi,perché i fidanzamenti durano in eterno ,e dopo il matrimonio ci si lascia?😮E poi un uomo non è fatto x stare x tutta la vita con la stessa donna o uomo,se i matrimoni fossero la felicità,ci sarebbe un mondo di persone felici,e nessuno divorzierebbe..😅
È proprio il contrario. I matrimoni falliscono perché ciascuno dei due non ci sta al 100%, disposto a scoprirsi continuamente e a scoprire continuamente l’altro, mai darlo per conosciuto e soprattutto sapendo di essere piccoli e pieni d’errore e di incapacità e quindi bisognosi di chiedersi e di darsi perdono.
Mi spiace ma il matrimonio non è un CONTRATTO, è un darsi al 100% senza che l’altro sia parte della decisione ( ognuno promette per se). Il fidanzamento o è parte di questa consapevolezza o è perdere tempo. Non esiste l’uomo perfetto o la donna perfetta ( infatti ci vorebbe tutta la vita per cercarla, altroché Netflix).
Quindi…sposatevi, gente, per sempre (ho marito, 6 figli, una vita tosta piena di batoste…non lo dico dalla nuvoletta con gli uccellini che cantano). Le cose più importanti della vita non le abbiamo cercate o create noi, ci capitano. E starci al 100% è l’unica garanzia per riuscire in qualcosa.
Se non si è seri
E un contratto il matrimonio se non lo fosse non si firmerebbe così tanti documenti e non servirebbe il divorzio x separarsi ,l'amore non c'entra con delle firme, l'amore e un'altra cosa non si discute ,qui non si parla di un rapporto tra due o dell'amore ,si parla di una unione attraverso lo stato che certifica l'unione cosa c'entra l'amore? Io amo una persona da 23 anni non sono sposata e non ho bisogno di un pezzo di carta x confermare l'amore,chi si sposa e perché non ha fiducia nei sentimenti dell'altra persona e cerca di avere garanzie attraverso un contratto, che è il matrimonio,pensano di avere più sicurezze perché sposati,insicurezza si chiama ,la sicurezza è l'amore il rispetto,il rinnovarsi ogni giorno tutto questo cosa c'entra con il contratto del matrimonio ,se firmi un documento è un contratto ,un stabilire delle regole , se ami si vive in modo spontaneo senza contratti già dire il vincolo del matrimonio è terribile..Se il matrimonio fosse essere felici ci sarebbe un mondo di persone felici e nessuno divorzierebbe,ognuno ha il diritto di pensarla come vuole io la penso così,e non giudico chi la pensa diversamente..La vita e una e ognuno fa ciò che vuole .
L'unica cosa definitiva è la morte.
Sbaglio o è la migliore puntata di sempre?
Io sono completamente bloccata da tre anni.
E non riesco a far nulla senza pensare "vabbè se non va bene, se non mi piace, posso tornare indietro".
Consigli?
Parti da una piccola cosa e non preoccuparti di come va, ma falla al 100% perché ti porterà in una situazione migliore del pantano in cui sei. Ci si scopre e conosce facendo.
E non avere paura della paura.
Cerca degli amici veri con cui aiutarsi a vicenda.
Hai un posto nel mondo. Senza di te rimane un buco nella tela.
Coraggio! Un abbraccio
Video S T R E P I T O S O
Al minuto 16:30 hai espresso una perla di saggezza.
Infondo hai dato ragione a Locke.. siamo “atei” in senso letterale ma alla ricerca di Dio.
Se solo l' avessi visto un mese fa...
🤣🤣🤣buona vita
Eh rick la fai facile...come fai a dover scegliere; ci sono troppe cose interessanti per non essere guardate, lette, ascoltate e di conseguenza capite e assimilate
grazie rick,non è vero
Più o meno dopo i primi dieci minuti di live il discorso non mi stava piacendo e non ero d'accordo, avevo l'intenzione di smettere di seguirlo, ma poi ho riflettuto che avrei fatto il tuo gioco poiché avrei potuto essere la dimostrazione dell'incapacità di sopportare ed osare fino alla fine pensando che ci siano sempre altre scelte.
I filosofi che tu conosci sono vivi. Per vivere e essere filosofo non hai mediamente oltre i 100 anni. Quindi dagli anni 20 al 2021 circa. Anni in cui è stato ed è (fortunatamente leggermente meno) normale sposarsi, come concetto culturalmente accettato e quasi necessario. Ecco perché ti chiedono come mai un filosofo si sposa. Perché la storia non esiste da cento anni. E i precedenti (e spero i futuri cittadini) filosofi non proseguiranno questa tradizione 🤡P. S. Come asserisci ti sei sposato non perché credi nel matrimonio (senso reale per cui è nato il matrimonio, appunto) ma perché serve a te stesso e alla tua mente per mettere un punto fermo in quel che vorresti durasse per sempre. Ergo, amico mio, stai facendo qualcosa di NON necessario. E ti dirò, per fortuna c è la vocina che dice 'puoi cambiare opinione'. Altrimenti saremmo tutti ignoranti come il giorno precedente e non scopriremo mai nulla in futuro! 😏
Una volta che sarò morto, nulla avrà avuto senso.... quindi....