Ottimo. Penso che produrrò più video che tornino sui concetti base, per aiutare chi ancora è in alto mare, ha appena iniziato e fa fatica col solo Corso Base (che non è Base per nulla, sfortunatamente, ma è più Avanzato di praticamente tutti gli altri corsi avanzati in vendita, come mi viene ricordato di continuo dai nuovi corsisti...).
Il mio professore di Drammaturgia del Testo all'università ha spiegato che oltre all'empatia esiste anche la simpatia: nella prima lo spettatore prova emozioni CON il personaggio, nella seconda PER il personaggio. Esempio: se il protagonista è sconvolto dopo la morte di sua figlia e noi soffriamo CON lui, quella si chiama empatia. Se invece il personaggio si sta facendo una nuotata ignaro della presenza di uno squalo assassino che sta per attaccarlo (esempio che funziona meglio per il cinema), noi soffriamo PER lui: il personaggio non sta soffrendo, non sa nemmeno della presenza del pericolo, ma lo spettatore invece sì e, se il personaggio è stato costruito bene (in modo che lo spettatore faccia il tifo per lui), allora lo spettatore proverà ansia e suspense per tutta la scena. Poi magari lo squalo si rivela essere innocuo e se ne andrà via, ma intanto siamo riusciti a far provare forti emozioni allo spettatore/lettore. La mia domanda è: è meglio far provare empatia o simpatia al pubblico? Devono esserci entrambe in egual misura? O è solo l'empatia a contare veramente?
Buonasera, vorrei che la mia fosse una catarsi, la chiusura del primo libro e l'inizio di un altro, esattamente, la chiusura della prima vita e l'inizio della seconda. Sono sarcastica ed ironica e vorrei che venisse fuori, ma ci sono pezzi che devono far riflettere ..Ho già il titolo che è sicuramente divertente e del materiale. Il mio grande problema è che sono una perfezionista, senza base scolastica del settore, ne consegue che mi blocco continuamente.... in più, non so davvero come poter parlare di alcuni rapporti familiari, facendo capire, ma non dando dettagli😅 Sento che questo libro deve venir fuori, è un chiodo fisso, ma non so come farlo nascere. Non sono la De Lellis, quindi come fare per avere un coach o un aiuto? Grazie🙏
Ciao Chiara. Ti conviene capire se vuoi davvero scriverlo o meno, e se ha senso farlo visto che ti crea così tanti problemi per via degli aspetti biografici in cui qualcuno potrebbe riconoscersi. Non puoi rimanere vaga: la scrittura è dettagli concreti, chiari e precisi. Se nemmeno gli interessati possono capire, figurati i lettori. Puoi anche valutare di pubblicare l'opera sotto pseudonimo e non dirlo a nessuno di quelli che conosci. Però, al posto di pensare subito alla pubblicazione, ti conviene prima partire dalle basi, dai corsi, e dopo pensare a un possibile supporto diretto. Un romanzo scritto bene ha possibilità molto superiori di interessare un editore, anche grande. Abbiamo riaperto i percorsi formativi proprio in questi giorni: www.agenziaduca.it/corso-avanzato-di-scrittura-creativa Se invece vuoi un incontro strategico con me per esplorare la tua questione da zero prima di valutare dei percorsi di formazione, c'è la possibilità di ottenere un incontro XL a metà prezzo usando questo bonus collegato al PREORDER del nuovo romanzo di un mio studente: www.agenziaduca.it/preorder-meridiano-larve
Buonasera Per ragionare le storie, si può partire dal difetto fatale del protagonista e costruirci intorno il resto o bisogna seguire l'ordine tema, premessa, quello in sostanza spiegato anche da Dara Marks?
Tl;dr I trucchi sono 1) Chiedi al Duca 2) Dì la verità 3) Ci vuole la birra 4) Se il Duca non risponde chiedi a me 5) Nel dubbio, c'è poca birra 6) Non ti sei accorto che i 5 trucchi sono finiti 7) La birra piccola non serve a niente, serve quella da mezzo 8) Scritto? Ok. Correggi da sobrio.
Un video di sintesi ottimo che rende chiaro i punti focali di una buona storia. Tanta roba.
Ottimo. Penso che produrrò più video che tornino sui concetti base, per aiutare chi ancora è in alto mare, ha appena iniziato e fa fatica col solo Corso Base (che non è Base per nulla, sfortunatamente, ma è più Avanzato di praticamente tutti gli altri corsi avanzati in vendita, come mi viene ricordato di continuo dai nuovi corsisti...).
Il mio professore di Drammaturgia del Testo all'università ha spiegato che oltre all'empatia esiste anche la simpatia: nella prima lo spettatore prova emozioni CON il personaggio, nella seconda PER il personaggio. Esempio: se il protagonista è sconvolto dopo la morte di sua figlia e noi soffriamo CON lui, quella si chiama empatia. Se invece il personaggio si sta facendo una nuotata ignaro della presenza di uno squalo assassino che sta per attaccarlo (esempio che funziona meglio per il cinema), noi soffriamo PER lui: il personaggio non sta soffrendo, non sa nemmeno della presenza del pericolo, ma lo spettatore invece sì e, se il personaggio è stato costruito bene (in modo che lo spettatore faccia il tifo per lui), allora lo spettatore proverà ansia e suspense per tutta la scena. Poi magari lo squalo si rivela essere innocuo e se ne andrà via, ma intanto siamo riusciti a far provare forti emozioni allo spettatore/lettore.
La mia domanda è: è meglio far provare empatia o simpatia al pubblico? Devono esserci entrambe in egual misura? O è solo l'empatia a contare veramente?
Metto il link alla risposta data qui, così lo trovano anche gli altri: th-cam.com/users/liveL064YvL6z10?si=ovDyYs8esuveeR5V&t=1278
Grande Duca, sei sempre il numero 1!
mi stai molto simpatico, è davvero bello sentirti anche solamente parlare o vederti argomentare
Buonasera, vorrei che la mia fosse una catarsi, la chiusura del primo libro e l'inizio di un altro, esattamente, la chiusura della prima vita e l'inizio della seconda. Sono sarcastica ed ironica e vorrei che venisse fuori, ma ci sono pezzi che devono far riflettere ..Ho già il titolo che è sicuramente divertente e del materiale. Il mio grande problema è che sono una perfezionista, senza base scolastica del settore, ne consegue che mi blocco continuamente.... in più, non so davvero come poter parlare di alcuni rapporti familiari, facendo capire, ma non dando dettagli😅 Sento che questo libro deve venir fuori, è un chiodo fisso, ma non so come farlo nascere. Non sono la De Lellis, quindi come fare per avere un coach o un aiuto?
Grazie🙏
Ciao Chiara. Ti conviene capire se vuoi davvero scriverlo o meno, e se ha senso farlo visto che ti crea così tanti problemi per via degli aspetti biografici in cui qualcuno potrebbe riconoscersi. Non puoi rimanere vaga: la scrittura è dettagli concreti, chiari e precisi. Se nemmeno gli interessati possono capire, figurati i lettori. Puoi anche valutare di pubblicare l'opera sotto pseudonimo e non dirlo a nessuno di quelli che conosci.
Però, al posto di pensare subito alla pubblicazione, ti conviene prima partire dalle basi, dai corsi, e dopo pensare a un possibile supporto diretto. Un romanzo scritto bene ha possibilità molto superiori di interessare un editore, anche grande. Abbiamo riaperto i percorsi formativi proprio in questi giorni: www.agenziaduca.it/corso-avanzato-di-scrittura-creativa
Se invece vuoi un incontro strategico con me per esplorare la tua questione da zero prima di valutare dei percorsi di formazione, c'è la possibilità di ottenere un incontro XL a metà prezzo usando questo bonus collegato al PREORDER del nuovo romanzo di un mio studente: www.agenziaduca.it/preorder-meridiano-larve
Buonasera
Per ragionare le storie, si può partire dal difetto fatale del protagonista e costruirci intorno il resto o bisogna seguire l'ordine tema, premessa, quello in sostanza spiegato anche da Dara Marks?
O si può partire anche da altro: th-cam.com/video/aJpLdzY8Fpk/w-d-xo.html 💪
Tl;dr
I trucchi sono
1) Chiedi al Duca
2) Dì la verità
3) Ci vuole la birra
4) Se il Duca non risponde chiedi a me
5) Nel dubbio, c'è poca birra
6) Non ti sei accorto che i 5 trucchi sono finiti
7) La birra piccola non serve a niente, serve quella da mezzo
8) Scritto? Ok. Correggi da sobrio.
Sono capitato per caso, mi ha molto colpito il fatto che parli di letteratura in sé, di senso profondo di una storia