Ciao Ale! Non sei tu ad essere resistente all'antibiotico, ma il batterio che hanno rilevato! Prima si fa una coltura batterica per vedere se effettivamente dal tuo campione cresca qualche batterio. Una volta individuato il batterio, si sottopone il batterio stesso ad una batteria di antibiotici per vedere quali lo uccidono. Sono quelli gli antibiotici che tu (in quanto organismo ospitante il batterio) dovrai assumere. Gli altri non funzionerebbero. La resistenza che i batteri sviluppano agli antibiotici diventa un problema sempre più serio
Ciao Ale. L antibiogramma serve per capire quale antibiotico sia efficace per l infezione in corso. Di regola si dovrebbe fare sempre quando si prescrive una cura antibiotica, per massimizzarne l efficacia ed evitare di prendere farmaci che sarebbero inutili.
Ciao Ale, sto recuperando il video e, a proposito dell’antibiogramma, da profana, che io sappia non si misura la resistenza/tolleranza della persona, ma dei vari ceppi batterici ai vari antibiotici. Cioè, appurato che hai un’infezione, lo step successivo è mettere in coltura il batterio trovato nel tuo campione di sangue/urine/saliva e farlo reagire con diversi antibiotici, per vedere qual è quello più efficace per debellarlo. Purtroppo negli ultimi anni, causa un uso un po’ sconsiderato degli antibiotici, diversi ceppi batterici sono diventati più resistenti, quindi si fa più fatica a sradicarli. Invece l’antibiogramma ha il vantaggio che permette al medico di prescrivere il principio attivo più adatto al tipo di batterio che hai. Però non sempre lo fanno fare e si limitano a dare antibiotici cosiddetti “ad ampio spettro”, che in teoria dovrebbero andar bene un po’ per tutto (tipo il classico Augmentin) ma che poi nella pratica probabilmente rischiano solo di contribuire alla diffusione del fenomeno della resistenza dei batteri alle cure.
E quindi la risposta alla sua domanda é che si, andrebbe fatto ogni volta... ma purtroppo non si fa 😢 Poi esistono degli antibiotici che sono gia specifici ad esempio per alcune infezioni (tipo bronchi/polmoni) che generalmente sono dovute a specifici batteri. Ma molto spesso vengono dati antibiotici anche per infezioni che in realtà sono virali...
Ciao Ale, la resistenza riguarda il batterio,si potrebbero avere per esempio nell' urina contemporaneamente più batteri di diversi ceppi con resistenze e sensibilità agli antibiotici completamente diverse . Se il batterio non viene debellato da un primo ciclo di terapia antibiotica, generalmente si modifica, a volte può tornare più sensibile ad altri antibiotici , di norma però diventa più resistente, in particolare al ceppo di antibiotico assunto. Per questo ,se il batterio presente è già abbastanza resistente, sarebbe forse scrupoloso affidarsi anche al consulto di uno specialista ,un infettivologo, per assicurarsi che la terapia assunta sia ad hoc come tempi e dosi, in quanto l'antibiotico in una terapia personalizzata andrebbe calcolato in base al peso corporeo e la durata della terapia variare a seconda dalla carica batterica presente, proprio per evitare il rischio che un ciclo di antibiotici standardizzato, porti invece ad un ulteriore rafforzamento di un batterio che presenta già varie resistenze
Risposta alla seconda domanda: non sei tu a non tollerare un antibiotico (quella sarebbe un'allergia), ma piuttosto il batterio che ti infetta che lo tollera benissimo. Alla prossima infezione il batterio avrà tutta una resistenza sua.. quindi ogni volta cambia!
Ciao Ale! Purtroppo si ha l'abitudine di prendere antibiotici anche quando non servono o quando le infezioni sono virali, per cui l'antibiotico non serve a nulla, e si assiste sempre più spesso ad una resistenza agli antibiotici che in effetti non è simpaticissima .
Anche la maestra di italiano di mia figlia (5 elementare) l’altro giorno se n’è uscita con questa cosa. Mia figlia non ha ancora compiuto 10 anni e ci voleva ancora credere…sono nera!
Ciao! Sto ascoltando in differita, non so se qualcuno abbia già risposto in maniera esaustiva. La resistenza agli antibiotici è tendenzialmente reversibile: solitamente in periodi che possono essere di mesi/qualche anno, se non viene assunto l’antibiotico in questione, la resistenza decade. Purtroppo siamo esposti anche involontariamente a antibatterici che possono alterare le nostre resistenze. Per rispondere alla tua prima domanda: sì, sarebbe buona cosa fare ogni volta l’antibiogramma (per le infezioni urinarie con l’analisi delle urine e, per altre zone, es. gola, tramite analisi di un tampone) ma non è fattibile per questioni di costi e anche di tempistiche: spesso è preferibile intervenire subito (l’antibiogramma richiede almeno tre/quattro giorni per valutare la crescita batterica) e, solo se la terapia non è efficace, andare a indagare le resistenze. L’ideale sarebbe l’antibiogramma prima della terapia, purtroppo la realtà medica deve scendere a qualche compromesso, un equilibrio tra l’ideale e le necessità temporali e di costi.
Ti seguo dal tuo arrivo a Kansas City e ho da subito apprezzato il tuo racconto di vita. Mi dispiace mettere il dito nella piaga, ma dal vostro ritorno in Italia, continuo a vedere come un velo di tristezza che copre totalmente la luminosità che si provava guardandoti in ogni occasione proposta dagli U.S.A. Spero che mi sbagli per te e la tua splendida Famiglia. Ciao Ale. Pierluigi Conciatori.
Tuo figlio super furbo con la letterina nascosta fino al 23! Comunque la maestra… no comment 😡 mio figlio prima media, mica l’ho capito se sa o meno… lui è abbastanza ermetico
Ciao Ale! Non sei tu ad essere resistente all'antibiotico, ma il batterio che hanno rilevato! Prima si fa una coltura batterica per vedere se effettivamente dal tuo campione cresca qualche batterio. Una volta individuato il batterio, si sottopone il batterio stesso ad una batteria di antibiotici per vedere quali lo uccidono. Sono quelli gli antibiotici che tu (in quanto organismo ospitante il batterio) dovrai assumere. Gli altri non funzionerebbero.
La resistenza che i batteri sviluppano agli antibiotici diventa un problema sempre più serio
Ciao Ale. L antibiogramma serve per capire quale antibiotico sia efficace per l infezione in corso. Di regola si dovrebbe fare sempre quando si prescrive una cura antibiotica, per massimizzarne l efficacia ed evitare di prendere farmaci che sarebbero inutili.
Ciao Ale, sto recuperando il video e, a proposito dell’antibiogramma, da profana, che io sappia non si misura la resistenza/tolleranza della persona, ma dei vari ceppi batterici ai vari antibiotici. Cioè, appurato che hai un’infezione, lo step successivo è mettere in coltura il batterio trovato nel tuo campione di sangue/urine/saliva e farlo reagire con diversi antibiotici, per vedere qual è quello più efficace per debellarlo. Purtroppo negli ultimi anni, causa un uso un po’ sconsiderato degli antibiotici, diversi ceppi batterici sono diventati più resistenti, quindi si fa più fatica a sradicarli. Invece l’antibiogramma ha il vantaggio che permette al medico di prescrivere il principio attivo più adatto al tipo di batterio che hai. Però non sempre lo fanno fare e si limitano a dare antibiotici cosiddetti “ad ampio spettro”, che in teoria dovrebbero andar bene un po’ per tutto (tipo il classico Augmentin) ma che poi nella pratica probabilmente rischiano solo di contribuire alla diffusione del fenomeno della resistenza dei batteri alle cure.
E quindi la risposta alla sua domanda é che si, andrebbe fatto ogni volta... ma purtroppo non si fa 😢
Poi esistono degli antibiotici che sono gia specifici ad esempio per alcune infezioni (tipo bronchi/polmoni) che generalmente sono dovute a specifici batteri. Ma molto spesso vengono dati antibiotici anche per infezioni che in realtà sono virali...
Vero, sarebbe un ottimo (e tutto sommato economico e pratico) strumento diagnostico, utilizzato troppo poco…
Ciao Ale, la resistenza riguarda il batterio,si potrebbero avere per esempio nell' urina contemporaneamente più batteri di diversi ceppi con resistenze e sensibilità agli antibiotici completamente diverse .
Se il batterio non viene debellato da un primo ciclo di terapia antibiotica, generalmente si modifica, a volte può tornare più sensibile ad altri antibiotici , di norma però diventa più resistente, in particolare al ceppo di antibiotico assunto.
Per questo ,se il batterio presente è già abbastanza resistente, sarebbe forse scrupoloso affidarsi anche al consulto di uno specialista ,un infettivologo, per assicurarsi che la terapia assunta sia ad hoc come tempi e dosi, in quanto l'antibiotico in una terapia personalizzata andrebbe calcolato in base al peso corporeo e la durata della terapia variare a seconda dalla carica batterica presente,
proprio per evitare il rischio che un ciclo di antibiotici standardizzato, porti invece ad un ulteriore rafforzamento di un batterio che presenta già varie resistenze
Risposta alla seconda domanda: non sei tu a non tollerare un antibiotico (quella sarebbe un'allergia), ma piuttosto il batterio che ti infetta che lo tollera benissimo. Alla prossima infezione il batterio avrà tutta una resistenza sua.. quindi ogni volta cambia!
❤
Ale, non sei tu resistente all'antibiotico ma il batterio che in questo momento hai che non è detto sia quello che avrai in futuro
Ciao Ale! Purtroppo si ha l'abitudine di prendere antibiotici anche quando non servono o quando le infezioni sono virali, per cui l'antibiotico non serve a nulla, e si assiste sempre più spesso ad una resistenza agli antibiotici che in effetti non è simpaticissima .
Anche la maestra di italiano di mia figlia (5 elementare) l’altro giorno se n’è uscita con questa cosa. Mia figlia non ha ancora compiuto 10 anni e ci voleva ancora credere…sono nera!
Domani ai colloqui andiamo tutte insieme 😎
Ciao Ale!!!!
Ciao! Sto ascoltando in differita, non so se qualcuno abbia già risposto in maniera esaustiva. La resistenza agli antibiotici è tendenzialmente reversibile: solitamente in periodi che possono essere di mesi/qualche anno, se non viene assunto l’antibiotico in questione, la resistenza decade. Purtroppo siamo esposti anche involontariamente a antibatterici che possono alterare le nostre resistenze.
Per rispondere alla tua prima domanda: sì, sarebbe buona cosa fare ogni volta l’antibiogramma (per le infezioni urinarie con l’analisi delle urine e, per altre zone, es. gola, tramite analisi di un tampone) ma non è fattibile per questioni di costi e anche di tempistiche: spesso è preferibile intervenire subito (l’antibiogramma richiede almeno tre/quattro giorni per valutare la crescita batterica) e, solo se la terapia non è efficace, andare a indagare le resistenze.
L’ideale sarebbe l’antibiogramma prima della terapia, purtroppo la realtà medica deve scendere a qualche compromesso, un equilibrio tra l’ideale e le necessità temporali e di costi.
La ditta della differita sempre presente 😂😂
Ciao Ale😘 mi accompagni a casa
Buongiorno Alessandra
Ti seguo dal tuo arrivo a Kansas City e ho da subito apprezzato il tuo racconto di vita. Mi dispiace mettere il dito nella piaga, ma dal vostro ritorno in Italia, continuo a vedere come un velo di tristezza che copre totalmente la luminosità che si provava guardandoti in ogni occasione proposta dagli U.S.A. Spero che mi sbagli per te e la tua splendida Famiglia. Ciao Ale.
Pierluigi Conciatori.
Tuo figlio super furbo con la letterina nascosta fino al 23! Comunque la maestra… no comment 😡 mio figlio prima media, mica l’ho capito se sa o meno… lui è abbastanza ermetico