Qual è il valore della verginità dell'esperienza?
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- เผยแพร่เมื่อ 9 ก.พ. 2025
- Le polemiche online permetto di inquadrare il sottotesto ideologico che soggiace ai discorsi online. In questo caso, la paventata verginità dell'esperienza sottolinea l'accettazione di numerose "promiscuità" con il messaggio, e individua come esterna e invadente solo quella non tradizionale e normata.
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Il tuo discorso è eccellente e concordo su quasi tutto, ma è troppo complesso rispondere a tutta la tua complessità in un commento (già sai). Alcuni miei appunti: i tanti filtri che influenzano «tutti, nessuno escluso», esatto, sono ciò che rende la "sensibilità" impossibile da escludere dalle critiche. Ma è insieme anche ciò che permette di distinguere il bravo critico dal critico mediocre. Il critico mediocre è sopraffatto dalla sensibilità (non in senso percettivo, come rumore interiore/esteriore). Il bravo critico è bravo (forse più bravo) con a disposizione una guida strategica completa, che per lui è "strumento" e non scopo.Non parliamo di verginità, termine orrendo in tale contesto, diciamo almeno purezza (dalla radice sanscrita *punya*: merito, virtù). La purezza totale non esiste, ma esistono gradi di purezza. L'isolamento totale non esiste, ma esistono gradi d'isolamento.
Il bravo critico è colui che sa isolarsi: il suo pensiero è più puro, più scevro da contaminazioni esterne. La cultura dominante percepisce la "socialità" come virtù indiscutibile e tende a vedere l'isolamento come negativo, intendendolo (errando) come un distacco dalla realtà. Invece è l'opposto, è riuscire a connettersi con la realtà più autentica in sé, che contiene anche gli strumenti culturali e analitici che formano l'individuo e lo rendono unico: la matrice da cui nasce ogni buon pensiero (e ogni buona opera, imo). Poco di buono nasce insorditi dal rumore della società informe, dal tentativo assurdo di discutere "con il mondo" intero. La saggezza, la creatività, nascono dall'isolamento profondo in se stessi e, nel caso della critica dell'arte, dalla capacità di connettersi, attraverso un isolamento che consente di raggiungere il «proprio discorso» autentico, con il discorso dell'opera.
Il tuo desiderio e invito (ma questa è una mia interpretazione) di "Non partecipare" a certe logiche (sociali), in altre parole è anche: una volontà di isolamento.
Okok, bello showcase di paroloni per fare un discorso banalissimo ma.....hai superato il tuo scoglio con il giappone? Hai iniziato a capire qualcosa di videogiochi? hai iniziato a comprendere che se tu non sei abile nel giocare questa cosa non può portare a considerazioni assolutistiche?