Questa versione dell'album inizia con una esplosione di chitarra elettrica e prosegue con un deciso e incessante batter di "bidone di latta" che continua anche a canzone terminata, per finire con un taglio netto. Poi c'era la prima, presentata alla trasmissione di Pannariello sulla RAI, con un inizio tranquillo, un giro d'organo prima che cominci a cantare, un bel ritmo di basso che appare anche nel finale, per una gran chiusura. Infine c'è la versione "gatti neri - provino", più asciutta, con un bel ritmo di grancassa, dei bellissimi cori che l'accompagnano fino alla chiusura, che sfuma piano piano. Tutte e tre belle!
La versione di Panariello è la stessa con qualche piccola differenza forse dovuta solo ai missaggi e/o al mastering. Dal momento che il pezzo è stato registrato nel dicembre 2004 come si legge nel libretto di Babyberte, quindi proprio prima dell’esibizione da Panariello
Aria di festa, sopra la città Con tanti scongiuri, per l'anno che verrà Tra i soliti idioti, maghi, parrucchieri I Gianni e Pinotto, ma chi è che fa pinocchio Mufida. Colpita al primo ballo Mufida. Da un mascalzone scaltro Aria di festa, plastica di fiori... Mmmm Babbo Natale, che fa gli straordinari Aria di caccia, che sa di guerra santa Di caccia alle streghe, che l'hanno fatta franca A tutti i Gatti neri, razza quasi estinta Contro l'ignoranza, bel paese che avanza Nell'indifferenza di fronte a un assassino Il segno della croce, che fa contro a un gattino Gente pie credenti, lancia anatemi Sopra alla città, è un gioco di società Che è di verità, non è una novità La gente paga bene, per le sue fattucchiere Quella bambina corre là. E quale gente pagherà Quella bambina la, occhi grandi e neri Neri come i sui pensieri Mufida che il pubblico pagante Mufida. Ha consacrato grande Mufida. Resterai quell'esempio Come Gesù nel tempio Ai tramonti d'estate rossi sopra il mare Davanti all'orizzonte, come un'altro fronte Alle stelle mancanti, i nostri compleanni Mai festeggiati in tutti quegli anni. Ai desideri rimasti sospesi fra terra e cielo, su quell'arcobaleno. All'allunaggio d'estate, anno sessantanove Era un giorno di Luglio e anche a Beethoven E quanto mi costa dimenticare, E preferisco farmi male. Ma quale incoscienza in questo mondo senza. In questo mondo senza Ai giorni perduti tra lacrime e fumo, Sotto i manganelli usati sui fratelli. Agli anni contro, agli anni spaccati A quelli di piombo e maledette stragi. Alle lampare accese, dei pescatori A tutte quelle notti, che passavi fuori All'amore dato. Dato senza riserve. Al cuore tuo, spezzato per sempre. Per sempre. Muu u u u fida...
uno dei suoi pezzi più belli. un'emozione a ogni singola nota
Che canzone...❤ una delle sue più belle
Da ascoltare e riascoltare. Sempre.
gran pezzo!
Questa versione dell'album inizia con una esplosione di chitarra elettrica e prosegue con un deciso e incessante batter di "bidone di latta" che continua anche a canzone terminata, per finire con un taglio netto.
Poi c'era la prima, presentata alla trasmissione di Pannariello sulla RAI, con un inizio tranquillo, un giro d'organo prima che cominci a cantare, un bel ritmo di basso che appare anche nel finale, per una gran chiusura. Infine c'è la versione "gatti neri - provino", più asciutta, con un bel ritmo di grancassa, dei bellissimi cori che l'accompagnano fino alla chiusura, che sfuma piano piano. Tutte e tre belle!
La versione di Panariello è la stessa con qualche piccola differenza forse dovuta solo ai missaggi e/o al mastering. Dal momento che il pezzo è stato registrato nel dicembre 2004 come si legge nel libretto di Babyberte, quindi proprio prima dell’esibizione da Panariello
grande prova d'autore. .. Loredana!
❤👒!
Aria di festa, sopra la città
Con tanti scongiuri, per l'anno che verrà
Tra i soliti idioti, maghi, parrucchieri
I Gianni e Pinotto, ma chi è che fa pinocchio
Mufida. Colpita al primo ballo
Mufida. Da un mascalzone scaltro
Aria di festa, plastica di fiori... Mmmm
Babbo Natale, che fa gli straordinari
Aria di caccia, che sa di guerra santa
Di caccia alle streghe, che l'hanno fatta franca
A tutti i Gatti neri, razza quasi estinta
Contro l'ignoranza, bel paese che avanza
Nell'indifferenza di fronte a un assassino
Il segno della croce, che fa contro a un gattino
Gente pie credenti, lancia anatemi
Sopra alla città, è un gioco di società
Che è di verità, non è una novità
La gente paga bene, per le sue fattucchiere
Quella bambina corre là. E quale gente pagherà
Quella bambina la, occhi grandi e neri
Neri come i sui pensieri
Mufida che il pubblico pagante
Mufida. Ha consacrato grande
Mufida. Resterai quell'esempio
Come Gesù nel tempio
Ai tramonti d'estate rossi sopra il mare
Davanti all'orizzonte, come un'altro fronte
Alle stelle mancanti, i nostri compleanni
Mai festeggiati in tutti quegli anni.
Ai desideri rimasti sospesi fra terra e cielo, su quell'arcobaleno.
All'allunaggio d'estate, anno sessantanove
Era un giorno di Luglio e anche a Beethoven
E quanto mi costa dimenticare,
E preferisco farmi male.
Ma quale incoscienza in questo mondo senza.
In questo mondo senza
Ai giorni perduti tra lacrime e fumo,
Sotto i manganelli usati sui fratelli.
Agli anni contro, agli anni spaccati
A quelli di piombo e maledette stragi.
Alle lampare accese, dei pescatori
A tutte quelle notti, che passavi fuori
All'amore dato. Dato senza riserve.
Al cuore tuo, spezzato per sempre. Per sempre.
Muu u u u fida...