Appunti per il secondo semestre

Buoni propositi per il secondo semestre del corso di scenografia all’Accademia di belle Arti di Macerata.
Un abaco delle “machine” elementari del palcoscenico che regalano al nostro lavoro la possibilità di inventarsi degli spazi mirabili.
Nate per delimitare lo spazio della parola e dell’azione, i fondali, le quinte, le scene dipinte in voga tempo fa, hanno stabilito una volta per tutte l’essenza stessa non della scenografia ma del teatro stesso. Dipinte solo su un verso, quello rivolto verso il pubblico, e delimitate dal boccascena - come la cornice per il quadro - è il lato cieco che dichiara la loro artificialità e dà vita all’azione che vi si svolge davanti. Che risucchia in un vortice tutta la natura al di là del boccascena. Studiare questa anatomia del limite è un esercizio: per giocare e assieme per ricordare: per giocare ricordando o se più vi piace per ricordare giocando. Con i lavori di Minyan Hou, Edoardo Montelli, Lucrezia Perchiazzi, Sara Raggetti, Gloria Sosi con la collaborazione di Barbara Borgolotto, Francesco Calcagnini, Alessandro Cheli, Benito Leonori, Pierfrancesco Giannangeli, che lavorano di concerto alla proposta formativa della scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Si ringraziano Peter Brook, Lucas Cranach (il vecchio), Max Ernst, Philip Glass, Sante Maurizi, Eadweard Muybridge, Luca Ronconi, Alberto Savinio.
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