CESARE CREMONINI Ho sempre creduto che le nature morte, quei quadri su tela che rappresentano gli oggetti più comuni delle nostre vite, come una bottiglia di vino, una tavola imbandita, un cesto di pane o un libro lasciato aperto al chiaro di una candela, apparentemente privati dell'anima perché immobili e inespressivi, fossero in realtà molto attraenti. Mi danno l'impressione di rappresentare ciò che di più umano si possa trovare in natura. La vitalità dei protagonisti di questi dipinti secondo me non risiede solo nella loro storia, ma nell'esperienza condivisa con loro da chi li ha posseduti. Alla vicinanza più o meno intensa con il loro quotidiano. Tutte le nostre "cose" infatti sembrano assorbire l'umanità che ci appartiene. E come esistono uomini buoni o cattivi, tristi o felici, positivi o malvagi, esistono altrettanti oggetti a loro appartenuti che ne hanno assorbito le qualità. Nel caso degli strumenti musicali, questo, accade ancora con più forza. Pensate a quale e quanta umanità possa aver attraversato un violino del 1700 come quello che ha suonato qualche giorno fa Laura Marzadori, la giovanissima e bravissima musicista che ho visto e sentito interpretare il concerto per violino solo in re maggiore di Tchaikovsky al Teatro Manzoni. O quante note uscite dal cuore possa aver sputato una tromba suonata per anni e anni dal trombettista di una band come quella che mi accompagnerà in tour durante questo "giro di walzer" che sto per cominciare. O quanti segreti nasconde nella memoria dei propri tasti il pianoforte che dorme di fianco al mio letto. Il primo che mi regalarono quando ero più giovane, appartenuto a un cieco prima di me e a chissà chi altro prima di lui. Insomma, una strana introduzione per dirvi che il mio palco porterà con se tante cose. Una di queste è la storia di chi ci sale. E di ogni strumento da loro suonato. E questo intreccio rende ancora più dolce il nostro cammino, e spiana la strada. Che importa se il mondo è così vario da offrirci anche delusioni. Gli oggetti che suonano continueranno a vivere per sempre, e noi attraverso di loro. th-cam.com/video/PsSWvoCEWDo/w-d-xo.html
Il momento musicale che più ho amato nel Logico Tour 2014. E più che mai l'ho amato nella data bolognese. Quel che dice, commosso, tra Figlio di un re e Una come te è un bonus di grande valore. :-)
Questa tromba da brividi e le dita di Cesare sul piano .....mi fanno pensare a te Daniela.....che te ne sei andata troppo presto!
CESARE CREMONINI
Ho sempre creduto che le nature morte, quei quadri su tela che rappresentano gli oggetti più comuni delle nostre vite, come una bottiglia di vino, una tavola imbandita, un cesto di pane o un libro lasciato aperto al chiaro di una candela, apparentemente privati dell'anima perché immobili e inespressivi, fossero in realtà molto attraenti. Mi danno l'impressione di rappresentare ciò che di più umano si possa trovare in natura. La vitalità dei protagonisti di questi dipinti secondo me non risiede solo nella loro storia, ma nell'esperienza condivisa con loro da chi li ha posseduti. Alla vicinanza più o meno intensa con il loro quotidiano.
Tutte le nostre "cose" infatti sembrano assorbire l'umanità che ci appartiene.
E come esistono uomini buoni o cattivi, tristi o felici, positivi o malvagi, esistono altrettanti oggetti a loro appartenuti che ne hanno assorbito le qualità.
Nel caso degli strumenti musicali, questo, accade ancora con più forza.
Pensate a quale e quanta umanità possa aver attraversato un violino del 1700 come quello che ha suonato qualche giorno fa Laura Marzadori, la giovanissima e bravissima musicista che ho visto e sentito interpretare il concerto per violino solo in re maggiore di Tchaikovsky al Teatro Manzoni.
O quante note uscite dal cuore possa aver sputato una tromba suonata per anni e anni dal trombettista di una band come quella che mi accompagnerà in tour durante questo "giro di walzer" che sto per cominciare.
O quanti segreti nasconde nella memoria dei propri tasti il pianoforte che dorme di fianco al mio letto. Il primo che mi regalarono quando ero più giovane, appartenuto a un cieco prima di me e a chissà chi altro prima di lui.
Insomma, una strana introduzione per dirvi che il mio palco porterà con se tante cose. Una di queste è la storia di chi ci sale. E di ogni strumento da loro suonato. E questo intreccio rende ancora più dolce il nostro cammino, e spiana la strada.
Che importa se il mondo è così vario da offrirci anche delusioni. Gli oggetti che suonano continueranno a vivere per sempre, e noi attraverso di loro. th-cam.com/video/PsSWvoCEWDo/w-d-xo.html
Il momento musicale che più ho amato nel Logico Tour 2014. E più che mai l'ho amato nella data bolognese. Quel che dice, commosso, tra Figlio di un re e Una come te è un bonus di grande valore. :-)
è uno spettacolo questo video, adoro quando si accompagna con il piano, è di una dolcezza infinita
"Figlio de un Re" è una bellissima canzone. Questa è la canzone della mia luna di miele in Italia. Grazie dal Brasile!
ascolto la tua musica e .. magia ... mi porti via !
complimenti. i tuoi video sono stupendi. mai visti cosi belli. bravissima
marmellata17 Grazie, è il mio modo di comunicare la passione e il divertimento per il concerto e per l'artista e portarmi un ricordo a casa. ;-)
L'è tòt un etér quél! Sei mitico Cesare!!
il tono della voce ha un che di magico: è musicale dentro non c'è che dire
che tenero quando parla del papà ♥
sei fantastico ...
GRAZIE PER I TUOI VIDEO...
prego, sarò anche a Padova... spero di riuscire a farli anche lì
bellissime canzoni
complimenti!!!!eri anche a Roma??
Grazie! No, a Roma non c'ero.
TRADUZIONE ? "L'è tot un eter quel".
+Cristiano Saleri è tutta un altra cosa...
Grazie Francesca !
Comunque questa reinterpretazione di " Figlio di un re" " una come te" non mi piace per niente... tanto di cappello a Tamburini...