Salve. La mia Prof. di italiano mi ha assegnato da leggere per l'estate il Candido di Voltaire, come introduzione a Manzoni. Letto il libro e visto questo video ho notato tantissimi elementi in comune nelle due opere, come il tema della Provvidenza, il lieto fine che non è proprio idilliaco etc. C'è una frase del Candido che mi ha veramente colpito: "bisogna coltivare il nostro giardino". L'ho interpretata come uno stimolo a lavorare su se stessi e a ricercare la propria quadratura fisica e morale, al di là delle sventure che caratterizzano la vita. Questo pensiero è forse lo stesso condiviso da Renzo nel momento in cui si dedica alla vigna e alla terra, dopo un'esistenza piena di tumulti e sofferenze?
Ciao Alberto. Sicuramente le somiglianze sono molte e Manzoni, essendo cresciuto con una cultura prevalentemente francese, conosceva bene il Candido. La differenza secondo me tra la vigna di Renzo e l'orto del Candido è l'ironia. Infatti lo scritto di Voltaire si presta a molte letture, ci sono tantissimi simboli e rimandi, ma comunque l'ironia rimane la chiave di lettura e questo in qualche modo rende ambiguo il finale del suo racconto. In Manzoni invece l'ironia è un fattore molto secondario e non interferisce col finale dei Promessi sposi. Quel messaggio che hai colto in Voltaire si adegua addirittura meglio a Manzoni, proprio perché lui ci crede molto nel ruolo guida della scrittura, cosa che l'ambiguità di Voltaire invece rende più complesso.
@@profbetti8948 Grazie Prof. Effettivamente tutto il libro è scritto in chiave ironica. A parer mio questa ironia è eccessiva e risulta pesante alla fine. Sembra di leggere una critica nei confronti della società dell'epoca più che un romanzo. Comunque grazie ancora, speriamo di rivederci a scuola.
Salve. La mia Prof. di italiano mi ha assegnato da leggere per l'estate il Candido di Voltaire, come introduzione a Manzoni. Letto il libro e visto questo video ho notato tantissimi elementi in comune nelle due opere, come il tema della Provvidenza, il lieto fine che non è proprio idilliaco etc. C'è una frase del Candido che mi ha veramente colpito: "bisogna coltivare il nostro giardino". L'ho interpretata come uno stimolo a lavorare su se stessi e a ricercare la propria quadratura fisica e morale, al di là delle sventure che caratterizzano la vita. Questo pensiero è forse lo stesso condiviso da Renzo nel momento in cui si dedica alla vigna e alla terra, dopo un'esistenza piena di tumulti e sofferenze?
Ciao Alberto. Sicuramente le somiglianze sono molte e Manzoni, essendo cresciuto con una cultura prevalentemente francese, conosceva bene il Candido. La differenza secondo me tra la vigna di Renzo e l'orto del Candido è l'ironia. Infatti lo scritto di Voltaire si presta a molte letture, ci sono tantissimi simboli e rimandi, ma comunque l'ironia rimane la chiave di lettura e questo in qualche modo rende ambiguo il finale del suo racconto. In Manzoni invece l'ironia è un fattore molto secondario e non interferisce col finale dei Promessi sposi. Quel messaggio che hai colto in Voltaire si adegua addirittura meglio a Manzoni, proprio perché lui ci crede molto nel ruolo guida della scrittura, cosa che l'ambiguità di Voltaire invece rende più complesso.
@@profbetti8948 Grazie Prof. Effettivamente tutto il libro è scritto in chiave ironica. A parer mio questa ironia è eccessiva e risulta pesante alla fine. Sembra di leggere una critica nei confronti della società dell'epoca più che un romanzo. Comunque grazie ancora, speriamo di rivederci a scuola.