Scura Maje - Scura Maje

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  • เผยแพร่เมื่อ 29 ธ.ค. 2024

ความคิดเห็น •

  • @madeleinegardellahenley2781
    @madeleinegardellahenley2781 5 ปีที่แล้ว +4

    So little left of my Italian heritage. I am old now, an old Italian American, 2nd generation in the US. This song brings tears to my eyes. It says it all, it captures my youth growing up as an Italian American in NYC. The old days of old men sitting outside the Italian clubs on Arthur Avenue in the Bronx and Little Italy in lower Manhattan. Sunday Mass often in Italian, the weddings, the wakes, the Sunday dinners; the grand Sunday dinners with a family so large that every corner of the apartment or house was employed to seat us.
    They all seem like distant, very distant memories now. Only this song brings the memories home to me.

  • @antoniosecondo2223
    @antoniosecondo2223 11 ปีที่แล้ว +3

    Complimenti, ho ascoltato diverse versione di questa canzone sul tubo e questa è decisamente la migliore !

  • @oraziodeletto3466
    @oraziodeletto3466 ปีที่แล้ว

    ❤❤❤

  • @mauropatricelli
    @mauropatricelli 8 ปีที่แล้ว +2

    Salve, sono Mauro Patricelli, l'autore di questa versione oltre che il pianista. In aggiunta all'elaborazione del canto tradizionale il mio brano comprende una parte del tutto originale, di mia composizione, a partire dal minuto 2:34, tutelata dal diritto d'autore. Sono molto felice che il brano sia stato messo on-line ma è opportuno aggiungere nei crediti le informazioni da me sopra fornite.

    • @Heikover
      @Heikover  8 ปีที่แล้ว

      Certo, grazie. :)

    • @mauropatricelli
      @mauropatricelli 8 ปีที่แล้ว

      Grazie a te per aver postato il mio lavoro e per la rapidità nell'aggiornare:-)

    • @mauropatricelli
      @mauropatricelli 2 ปีที่แล้ว

      @Camillo Berardi Leggendo le sue asserzioni riguardo argomenti complessi come le origini del folklore, l'autorialità, il lavoro del compositore, la reinterpretazione del materiale tradizionale ecc. di cui sa palesemente molto poco, deduco che lei deve essere uno di quelli che 'ci provano'.

    • @mauropatricelli
      @mauropatricelli 2 ปีที่แล้ว

      In risposta al commento di Camillo Berardi dell'1 08 2022 (in seguito cancellato dall'autore) che qui riporto per conoscenza del lettore.
      "Egregio Mauro Patricelli, probabilmente, Ella scrive senza capire ciò che scrive e senza capire ciò che legge. In che cosa io IO CI AVREI PROVATO? DI CHE COSA VUOLE ACCUSARMI? E’ la S.V. che “CI PROVA” sostenendo che “Ella e’ l’autore del Suo canto”: una bugia enorme!!! Ella ha inventato soltanto la seconda parte del canto che è completamente alienata dal lamento funebre giunto in Abruzzo nel 1400. Naturalmente, non si può negare che questa seconda parte del “Suo canto” è completamente avulsa dal componimento funebre di origine slava. Giova significare, poi, alla S.V., che questi lamenti funebri erano suggestivi, anche perché eseguiti con le sole voci (a cappella) senza accompagnamento strumentale. Le segnalo, per curiosità e conoscenza, un’esecuzione a cappella eseguita nel Workshop di canti popolari a cura di Giuseppina Casarin, organizzato dall'Associazione CLANG negli spazi delle Ex-Scuderie di Fornace Carotta, Padova: th-cam.com/video/CuYblyufvJ0/w-d-xo.html Gli strumenti musicali distruggono il canto popolare e i lamenti funebri di tradizione orale che si esprimevano esclusivamente con l’efficacia e l’espressività delle voci, cariche di pathos. E’ inutile dire - poi - alla S.V., che sembra oltremodo impreparata sull’argomento, che il canto in questione giunto in Abruzzo è stato inserito anche nelle opere colte e nelle sinfonie dei maggiori musicisti di ogni tempo, che hanno apprezzato il valore di questo brano popolare straordinario, unico e inimitabile: “Non parliamo di folklore”. Il folklore è quello che fa la S.V., uno zibaldone eterogeneo che snatura l’efficacia disarmante di un prestigioso canto tramandato dalla cultura popolare, che è entrato a far parte della musica colta. E’ inutile parlarne con la S.V."
      Risposta del sottoscritto:
      ​@Camillo Berardi Ero stato allusivo. Sarò più esplicito: lei è uno che ci prova a fare musica. Essere dilettanti è cosa bella e rispettabile. Meno rispettabile, e sopratutto meno bello, è dare pubblico sfogo alla propria invidia nei confronti di chi la musica la fa.
      Quanto da me scritto è lì a sua disposizione. Su, ci riprovi a leggere. Se lei non fosse confuso dall’invidia, leggerebbe quanto scritto (copio e incollo per gentilezza):
      ” sono … l'autore di questa versione oltre che il pianista. In aggiunta all'elaborazione del canto tradizionale il mio brano comprende una parte del tutto originale, di mia composizione, a partire dal minuto 2:34”.
      Mi dica dove ho sostenuto che il canto tradizionale sia di mia composizione? Mi sembra spiegato in maniera fin troppo dettagliata cosa sia elaborazione di canto tradizionale e cosa sia d’autore. Spiegazione del resto piuttosto ridondante e potenzialmente nociva alla fruizione dell’opera d’arte.
      Per esempio, scrivere in una didascalia che Fontain di Marcel Duchamp è in parte gesto d’autore, in parte un sanitario prodotto per tutt’altro scopo sarebbe decisamente nocivo e comprometterebbe la forza del gesto readymade, poiché solo un imbecille penserebbe che Duchamp ha progettato e realizzato il sanitario in questione.
      Nel caso del materiale etnomusicologico e etnografico in generale, l’amore del quale mi pare ci accomuni, la questione si complica proprio perché non tutti gli ascoltatori sono addentro alla materia. Solo per questa ragione ho aggiunto quelle informazioni didascaliche.
      Ciò che caratterizza un’opera d’autore è appunto il gesto dell’artista. Libero lei di non gradirlo, non di inventare accuse di improria appropriazione. Altro esempio: le Folk Songs di Berio sono appunto di Berio, esistono grazie al gesto dell’autore a prescindere dal fatto che le melodie usate siano tradizionali, così come una grande percentuale della produzione di Bartok e di tanti altri compositori che nei secoli hanno elaborato e reinventato il folklore senza chiedere l'autorizzazione al Berardi.

    • @mauropatricelli
      @mauropatricelli 2 ปีที่แล้ว

      @Camillo Berardi Ho notato che nel perfetto stile vigliacchetto 'gettare il sasso e nascondere la mano' ha cancellato il suo messaggio in cui esplicita le sue accuse infondate, ma ha subdolamente lasciato il primo messaggio in cui l'accusa è espressa in maniera malcelata. Quindi, per dovere di chiarezza e per difendermi dal suo attacco vile (visto che non ha nemmeno il coraggio di assumersi la responsabilità di quanto scritto e lo cancella a fronte di una smentita) ho dovuto usare ancora qualche minuto del mio tempo per riportare il suo commento accusatorio, con la data, nella mia rispota, in modo che chi legga possa seguire tutte le fasi della discussione.

  • @brigittavaradi
    @brigittavaradi 2 ปีที่แล้ว

    By any chance do you have the lyrics ? Many Thanks

    • @Heikover
      @Heikover  2 ปีที่แล้ว

      Sorry, I don't

  • @vincenzotione411
    @vincenzotione411 6 ปีที่แล้ว

    molto belle le due esecuzioni intervallate . c'e attinenza tra questo canto popolare e la colonna sonora di "canto di amore e di anarchia" ? grazie

    • @monicamoro4509
      @monicamoro4509 6 ปีที่แล้ว

      No...é presa da un antica canzone vastese(abruzzo),ascolta IL LAMENTO DI UNA VEDOVA ...bellissima,ma devi capire il nostro dialetto...

    • @andreadisabatino7948
      @andreadisabatino7948 4 ปีที่แล้ว

      Il brano del film è appunto l'abruzzese "mara maje", ma presentata a mo' di canto napoletano. Cosa che effettivamente, da abruzzese, mi dispiace perché ha ingenerato confusione nel grande pubblico circa la corretta attribuzione del brano.

    • @carlogiacobbe3461
      @carlogiacobbe3461 2 ปีที่แล้ว

      @@andreadisabatino7948 Da un lato hai ragione, è comunque una mistificazione e non avrebbe dovuto essere fatta. Però, per onestà intellettuale, si deve riconoscere che storicamente e culturalmente gli Abruzzi (una volta si chiamavano così, comprendendo anche il Molise) hanno avuto sempre un legame fortissimo con la cultura napoletana (nel senso di campana) e, direi, anche una certa dipendenza da essa. Un esempio per tutti, Benedetto Croce (che era nato a Pescasseroli) e che molti ancora chiamano "il grande filosofo napoletano", certo non perché ne ignorino la città natale. Io comunque ho inserito Scura maje in una azione scenico-musicale che ho scritto e rappresentato un po' di anni fa e non mi sono mai sognato di proporla come un brano napoletano. Peraltro non ho mai visto il film in questione... Un saluto cordiale.