"Ecco come ho inventato una lingua... impastata". Intervista a Veronica Galletta

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  • เผยแพร่เมื่อ 16 ต.ค. 2024
  • "Pelleossa" è il terzo romanzo di Veronica Galletta che trova la via della pubblicazione, una storia che inizia nel 1943 in Sicilia, che aveva già scritto da qualche anno e che ‪@minimumfax‬ ha mandato in libreria, anche grazie al successo ottenuto dal precedente libro di Veronica Galletta, "Nina sull'argine", giunta in finale al premio Strega. "Avevo in testa la storia - racconta Veronica Galletta - avevo in testa il personaggio, ma ho preso più dimestichezza con la scrittura e... l'ho scritto, nel 2016. Il resto sono i tempi editoriali che non coincidono con il tempo della vita. Per fortuna non sto uscendo postuma..."
    Il suo titolo più recente è molto siciliano e, come il precedente, è stato affidato a un editor di... lusso. Ovvero Fabio Stassi. "Nina sull'argine e Pelleossa - commenta Veronica Galletta - sono romanzi che lui ha letto e ha scelto. Lui ti racconta delle cose, magari ti fa una lunga telefonata, ti scrive una mail, ti dà qualche riflessione di lettura e poi lascia completa libertà, è un rapporto molto maieutico, che ha funzionato ancora di più per questo libro che è un libro è siciliano e sia io che lui siamo siciliani, c'erano alcuni punti fermi che lui avrebbe potuto comprendere". A cominciare da una lingua che tanto deve al siciliano. "La lingua? Non è scritto in dialetto, ma in lingua mista, ci sono già letture molto interessanti su questo romanzo, qualcuno ha parlato di lingua impastata, ed è completamente inventata, io il dialetto non lo parlo, in famiglia non lo parlavamo, in questa lingua che mi sono inventata, che ho plasmato su quello che volevo raccontare, che è uno dei due protagonisti, è Filippo Bentivegna, incontrando lui, ho iniziato a scriverle in prima persona, mi è venuta fuori questa lingua...".
    E poi è saltato l'altro protagonista, un bambino, Paolino. "Inizialmente era un postino, non so davvero come poi si sia trasformato in un bimbo. Il suo soprannome è 'Ncantesimo, e mi scuso con lui, perché era quello di mio fratello quando era piccolo, perché era un bambino che si incantesimava...

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