Maria Valtorta - Quaderni 1945-50: L’Apocalisse (10ª parte) - Spelonca di ladri
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- เผยแพร่เมื่อ 10 ก.พ. 2025
- Maria Valtorta - Quaderni 1945-50: L’Apocalisse (10ª parte) - Spelonca di ladri
Era scritto che il Cristo dovesse morire per opera dei Sacerdoti, Scribi e Farisei. Ma Dio, nel dare le anime a quei sacerdoti, scribi e farisei che avrebbero avversato il suo Verbo sino a farlo morire sulla croce, non aveva creato anime speciali di deicidi, di crudeli, di ingiusti, di avidi di potere, di menzogneri. No. Aveva creato per loro anime in tutto uguali a quelle di tutti gli uomini. Uguali per creazione, divenute poi uguali per lesione del Peccato originale; come uguale era la Legge e la Rivelazione per tutto Israele; come uguale era la libertà di volere che avevano i sommi e i minimi.
Ma troppo si era illanguidita la giustizia in troppi del Tempio e delle Sinagoghe, e il sacro Tempio era divenuto “spelonca di ladri” (Matteo-Marco-Luca) ed ipocriti erano divenuti i discendenti degli Assidei. I degenerati discendenti degli Assidei. Perché questi erano stati uomini di alta e vera morale, di totale fedeltà alla Legge e dottrina di Mosè, di nobili sentimenti d’amor patrio, per cui seppero combattere e morire per salvare la nazione dai sopraffattori e dai corruttori. Invece unicamente rigoristi all’esterno - mentre dentro, e nell’ombra, erano “sepolcri imbiancati pieni di putredine”, e benché si professassero “i separati” dai più, non erano separati dal peccato - erano i farisei. E con loro lo erano gli scribi che avevano deformato e resa impossibile nella sua pratica la Legge, tanto l’avevano gravata di tradizioni messe da loro. Essendo accaduto tutto questo, le loro anime poterono divenire deicide, e la loro libertà, quella libertà che Dio aveva loro data, la usarono per uccidere il Figlio di Dio.
Uccidere il Figlio di Dio! Calunniarlo! Presentarlo per ciò che non era!
Ma è solo peccato di allora? No. Anche ora c’è quel peccato. E se non direttamente si alza la mano a schiaffeggiare, a torturare, ad uccidere il Cristo, ancora la si alza su Lui, presente nei suoi servi. Perché è ancora Gesù che soffre in coloro che sono perseguitati. Quale che sia la persecuzione che viene loro data.
Saulo di Tarso personalmente non uccideva i cristiani, ma “approvava il loro assassinio” e “desolava la Chiesa entrando nelle case e portando via uomini e donne che faceva mettere in prigione”. Era un anticristo in atto lui stesso, lui che poi sarà l’Apostolo e Vaso d’elezione, lui che poi combatterà così bene contro l’anticristo, subito sorto nelle diverse regioni dove erano sorte le chiese di Gesù.
Ma mentre “spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore”, munito di lettere per le sinagoghe di Damasco onde poter condurre prigionieri a Gerusalemme quanti avesse trovato di quella fede”, andava a Damasco, che gli avvenne? L’incontro col Cristo presso Damasco. E che gli disse il Cristo? Forse gli chiese: “Perché perseguiti i miei servi?” No. Gli disse: “Perché mi perseguiti?”.
Gesù era il perseguitato. È Gesù che soffre la persecuzione nei suoi servi. Perché Gesù è in essi. Continua in essi la sua Passione. E chi perseguita il servo di Dio, il figlio adottivo di Dio e fratello di Gesù, ancora colpisce la Parola del Padre, il Figlio Unigenito del Padre, Gesù che è, come Dio, nel Padre e nei veri cristiani.
Peccato solo di ora? No. Di sempre. E non sempre quelli che perseguitano i servi di Dio e i fratelli più diletti del Cristo sono gli anticristiani dai molti nomi. No. Molte volte la persecuzione viene da quelli che dovrebbero essere di aiuto a questi. Viene da chi, per orgoglio, non vuole che altri, “i minimi”, si elevino dove essi non sono stati elevati. Viene da chi, per esser tiepido, non può capire come altri siano fiamma fusa con Fiamma: spirito d’uomo fatto fiamma dalla carità di e per Cristo, fatto una sol cosa con lo Spirito di Cristo, un sol fuoco. Viene da chi non ricorda bene, e comprende meno bene ancora, uno degli inni più belli che abbia il Vangelo: “Sia gloria a Te, Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e ai prudenti e le hai rivelate ai piccoli”. Viene da chi “per riguardi personali o per fame di donativi” si fa cieco e manca alla giustizia.
Errori congiunti alla debolezza dell’uomo, che resta “uomo” anche se ha assunto vesti sacre. Errori che hanno mandato servi di Dio nei roghi e nelle carceri, e che tuttora mettono catene - che anche se non sono materiali certo sono sempre catene - alla doppia libertà dell’individuo eletto servo dal suo Signore: alla libertà dell’uomo che, qualora non faccia cose punibili ai sensi della legge contro lo Stato e contro i suoi simili, è sacra, e alla libertà speciale del servo di Dio di servire Dio come Egli al suo servo lo chiede.
Prima, molto prima di Gesù, la voce dei Profeti aveva predetto che i popoli che non conoscevano il Signore sarebbero divenuti “suo popolo” al posto di quello che non lo volle riconoscere. Gesù, molti secoli dopo, ammonisce i suoi che “i Gentili avrebbero superato in giustizia molti di loro”....