Pompei, in "diretta" dagli scavi del Complesso dei Riti Magici. L'archeologia del Praedia Project

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  • เผยแพร่เมื่อ 23 ก.ค. 2021
  • Nuovi scavi archeologici nella Regio II di Pompei, quella nei pressi dell'Anfiteatro. Due saggi in particolare nel "Complesso dei Riti Magici" indagano su questa particolarissima struttura, così chiamata per il ritrovamento di mani "magiche", in bronzo, che vengono messe in relazione con il culto di Sabazio, divinità di originaria dell'area della Tracia e della Frigia. L' Università degli Studi di Pisa con la Scuola IMT Alti Studi di Lucca sono all'opera con i loro dottorandi e studenti (estate 2021), in questa particolare serie di ambienti, nell'ambito del Praedia Project, coordinato scientificamente da Anna Anguissola (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa), Riccardo Olivito (Scuola IMT Alti Studi Lucca) e Luana Toniolo (del Parco Archeologico di Pompei).
    Qui alcune notizie tratte dal sito ufficiale del progetto:
    Progetto PRAEDIA, iniziato nel 2016, è una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, la Scuola IMT Alti Studi Lucca-Centro LYNX, il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Nel triennio 2018-2020 PRAEDIA ha inoltre coinvolto i membri dello SMART Lab della Scuola Normale Superiore. PRAEDIA intende contribuire alla conoscenza dell'edilizia domestica di Pompei attraverso un programma di indagini multidisciplinari nella Regio II, una zona di cruciale importanza nel tessuto della città antica, delimitata da una porta urbica, dall'anfiteatro, dalla necropoli di Porta Nocera e dalla principale arteria cittadina, Via dell'Abbondanza. Nella sua prima fase, la ricerca ha riguardato in particolare i cosiddetti Praedia di Iulia Felix, un vasto complesso che occupa un intero isolato della città antica (Regio II, Insula 4). Sin dalla loro scoperta alla metà del Settecento, i Praedia hanno incuriosito gli studiosi con la loro combinazione di elementi tipici di una casa (spazi abitativi organizzati attorno ad un atrio), di una villa (un giardino con giochi d’acqua, spazi per la consumazione di pasti all'aperto, un esteso parco) e settori commerciali (appartamenti dati in affitto, terme aperte al pubblico, una taberna). In tal senso, un approfondito esame dei Praedia di Iulia Felix potrà apportare nuovi dati per una riflessione critica della nozione di ‘prototipo abitativo romano’, così da evidenziare la natura malleabile dei suoi elementi compositivi.
    Per far fronte a tali obiettivi, il progetto PRAEDIA è basato su un approccio multidisciplinare e su più linee di ricerca, che includono indagini geofisiche, scavi stratigrafici, ricostruzioni digitali e virtuali, così come lo studio delle tecniche costruttive, della decorazione parietale e pavimentale, e dell'economia dell'antica Pompei.
    Campagna di misurazioni geofisiche 2021
    Nel mese di giugno 2021 gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Marco Marchetti e Valerio Materni, hanno portato a termini le misurazioni GPR (ground penetrating radar) nell'area del 'Complesso dei Riti Magici' (Pompei II, 1, 11-12). I risultati di tali misurazioni sembrano confermare la presenza di anomalie riferibili a strutture antecedenti l'ultima fase di vita del complesso e si configurano come una fonte di dati di grande importanza nella definizione delle aree in cui concentrare le verifiche stratigrafiche da svolgere all'interno del complesso.
    La campagna di scavo 2020 ha consentito di raccogliere ulteriori informazioni sull'organizzazione di questo settore urbano e sulla storia edilizia dei Praedia. Due saggi (SAS 4 e SAS 5) sono stati aperti in continuità con l'area indagata nello scorso anno (SAS 3), nell'area centrale dell'hortus (giardino coltivato). I due sondaggi stratigrafici hanno confermato la presenza di una estesa struttura muraria, orientata in senso Nord-Sud e spoliata al momento della realizzazione del grande giardino. È tuttavia dubbio se si tratti del muro di delimitazione di una delle due insulae (isolati) che, secondo la ricostruzione proposta negli anni '90, avrebbero occupato quest'area prima della realizzazione dei Praedia. Non è invece emersa nessuna traccia del presunto percorso viario. Dati importanti sono inoltre quelli restituiti da due ulteriori saggi stratigrafici (SAS 5 e SAS 7) realizzati a ridosso della domus ad atrio tuscanico dei Praedia.
    Lo scavo in questi settori ha consentito di mettere in luce un complesso sistema di canalette, canali e cisterne, in parte anteriori alla realizzazione del complesso di proprietà di Iulia Felix, in parte verosimilmente utilizzati per l'irrigazione del giardino. Se da un lato tali scoperte forniscono nuovi importanti elementi per la ricostruzione del sistema di gestione delle acque in questo punto della città, dall'altro esse consentono di guardare sotto una luce nuova all'hortus dei Praedia, e di rivalutarne la funzione come spazio produttivo piuttosto che come luogo ameno e di otium.
  • วิทยาศาสตร์และเทคโนโลยี

ความคิดเห็น • 10

  • @user-ov7mi7yy2e
    @user-ov7mi7yy2e 19 วันที่ผ่านมา +1

    Come Pompei nessun altro parco archeologico,è’talmente immensa e cosi’ricca di storia che non esiste paragone con nessun altro parco archeologico.Che meraviglia quel pezzo di intonaco, quella lucerna se potesse parlare cosa non racconterebbe, che video sensazionale🥰🥰🥰

  • @fabrizio8138
    @fabrizio8138 ปีที่แล้ว +3

    Grazie come sempre per farci visitare luoghi meravigliosi con relatori oltre che del campo propriamente sul campo. Pregevole l'esposizione della dottoressa Anguissola, non solo per la capacità espositiva ma anche per la proprietà di linguaggio. In un'epoca come il nostra, dove le frasi oramai si formano con quattro parole, ascoltare una persona che non si ripete mai ma utilizza un ampio vocabolario è un piacere per lo spettatore. Grazie a tutti gli archeologi per il lavoro che svolgono, mai valorizzato abbastanza nel nostro paese, a mio avviso ovviamente. Unica nota campanilistica, dato che il progetto mi sembra di avere capito essere italiano, sulle magliette scriviamo la prima voce in italiano. L'inglese è veramente disarmante, una lingua "barbara" che oramai ha contaminato fino all'inverosimile ogni sfera del nostro vissuto, una lingua così povera che utilizzarla così massivamente ha impoverito anche la nostra cultura ;-)

    • @ArchaeoReporter
      @ArchaeoReporter  ปีที่แล้ว +1

      È che se non scrivi in inglese nella letteratura scientifica i tuoi studi sono praticamente invisibili, non esistono, non vieni preso in considerazione per le bibliografie etc. È una lingua franca ora necessaria

    • @fabrizio8138
      @fabrizio8138 ปีที่แล้ว

      @@ArchaeoReporter Purtroppo si, io dicevo più che altro sulle magliette degli archeologi, ovviamente per le pubblicazioni ahimè bisogna usare una lingua povera di ogni sfumatura 🤷🏻‍♂️

  • @luisconde4939
    @luisconde4939 11 หลายเดือนก่อน +1

    👍👍👍❤😊

  • @nioatonondaphi6614
    @nioatonondaphi6614 ปีที่แล้ว +4

    Canale interessante........

  • @francasbaizero4579
    @francasbaizero4579 ปีที่แล้ว

    Forse si trattava di riti esoterici (non esotici)!

    • @ArchaeoReporter
      @ArchaeoReporter  ปีที่แล้ว +1

      Non voglio fare l’esegesi della professoressa, ma perché non esotici? Magari sono culti nilotici e orientali, quindi “esotici”. E magari sono anche esoterici. Uno non esclude l’altro.