I giorni con lei | 47 Passi

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  • เผยแพร่เมื่อ 9 ก.พ. 2025
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    Testi di Davide Matreus Bruno
    I giorni con lei
    A tutti i lunedì che sapevano di domeniche,
    ai giorni sospesi, densi come il fumo dei tuoi pensieri.
    Era agosto, ma nei tuoi occhi c’era già l’inverno,
    una preghiera sussurrata tra le mani che non mi toccavano più.
    E io, incapace di imparare,
    tagliavo il silenzio con parole senza filo,
    mentre tu ridevi delle piccole cose,
    di tutto ciò che non sapevo vedere.
    Ti ho amata nel fragore di un mondo che non taceva,
    nella distanza che cresceva tra noi e le stelle.
    Ho vissuto tutta la vita per non morire mai,
    ma con te ho imparato che vivere
    è sapersi spezzare senza paura.
    Ci siamo promessi pizzerie sulla luna,
    con formaggio tagliato a metà da risate e rimpianti.
    Io avrei imparato,
    avrei preso le tue mani come mappe,
    ma ho perso la strada prima ancora di iniziare.
    Eppure, eri lì,
    bella come la fiamma che forgia l’acciaio,
    forte come qualcosa che sa già che si spezzerà.
    Ti ho amata nel fragore di un mondo che non taceva,
    nella distanza che cresceva tra noi e le stelle.
    Ho vissuto tutta la vita per non morire mai,
    ma con te ho imparato che vivere
    è sapersi spezzare senza paura.
    Crisi che modellano,
    incudinee martello,
    indistruttibili,
    fino a che crolliamo.
    tu eri lì,
    non per raccogliermi,
    ma per mostrarmi
    che anche i frammenti
    sanno brillare.
    Ripenso a quei giorni con te,
    alla luna che guardava dall’alto,
    alla lama che sono diventato
    senza mai imparare a essere morbido.
    Eppure, anche nell' assenza,
    in silenzio amo ancora,
    come si ama ciò che ci ha resi vivi.
    Ti ho amata nel fragore di un mondo che non vedeva,
    nella distanza che cresceva tra noi tra le stelle.
    Ho vissuto tutta la vita per non morire mai,
    ma con te ho imparato che vivere
    è sapersi amare tra le macerie.
    A tutti i lunedì sospesi dentro le domeniche d’agosto,
    quando l’inverno era una preghiera,
    diventeremo grandi,
    bellissimi,
    forse, questa volta
    saremo stagioni
    che sapranno amare.
    tra le macerie amarsi.
    amarsiiii
    siii

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