Intervista a Romano Marino, storico e memoria di Barra. Un Viaggio nella storia dei Gigli e non solo
ฝัง
- เผยแพร่เมื่อ 10 ก.พ. 2025
- Romano Marino, storico e memoria vivente di Barra, è una figura fondamentale per la conservazione della storia e delle tradizioni di questo quartiere, ricco di cultura e identità. Grazie al suo lavoro, tra cui la celebre serie sulla Festa dei Gigli, il passato di Barra è stato salvaguardato e reso accessibile a tutti. Oggi, con Carmine Schiavo e Angelo Renzi, ripercorriamo lo straordinario cammino di Romano Marino, le sue opere e il prezioso contributo che ha dato alla comunità. Marino ha dedicato anni della sua vita a documentare la Festa dei Gigli, uno degli eventi più importanti di Barra. Seguendone ogni fase, è riuscito a trasmetterne non solo l’aspetto materiale, ma anche lo spirito autentico che un tempo la caratterizzava. Il contributo di Romano Marino alla preservazione della storia di Barra non è solo personale, ma rappresenta un omaggio al territorio e alla sua gente. Insieme a storici come Pompeo Centanni e Angelo Renzi, ha lavorato per onorare la memoria collettiva di Barra, lasciando un'eredità culturale preziosa per le generazioni future.
Interessante è il punto di vista di Marino sul cambiamento della festa:
"Negli ultimi decenni, la Festa dei Gigli ha subito significativi cambiamenti. Un momento chiave si è verificato alla fine degli anni '90, quando i vecchi mestieri, come quelli dei pavimentatori, degli agricoltori e dei facchini del porto, hanno iniziato a scomparire. Queste figure erano fondamentali per fornire la forza fisica necessaria a sollevare i Gigli. Oggi, invece, servono circa 400 persone per fare ciò che un tempo ne richiedeva 100, poiché la robusta spalla dei facchini non esiste più. I giovani di oggi, spesso poco più che adolescenti, sostengono i Gigli per breve tempo prima di essere sostituiti, dimostrando quanto sia cambiata la dinamica della festa.” Un altro personaggio fondamentale della festa è stato il Sardone, un uomo corpulento e carismatico su cui venivano scritte canzoni scherzose. La festa era caratterizzata da sfottò tra i Caporali, senza mai degenerare. Un episodio rimasto impresso riguarda un incontro tra due Gigli su Corso Sirena: il Sardone vinse la sfida musicale contro Peppe e Pieppe e, alla fine, la moglie del perdente offrì il caffè al vincitore, dimostrando lo spirito amichevole del quartiere. La musica è sempre stata l’anima della festa. Secondo Romano Marino, i veri poeti che hanno scritto le canzoni per la Festa dei Gigli sono cinque: Salvatore Armenio, Pasquale Ascione, il maresciallo dei Carabinieri Ferdinando Palumbo, Alfonso Zufacchi ed Eduardo Napolitano. Ferdinando Palumbo, pur non essendo originario di Barra, si appassionò alla festa e scrisse bellissime canzoni. Anche Salvatore Armenio, nonostante fosse un fascista che “comandava” Barra, va riconosciuto per il suo grande talento poetico.
Padre Roberto Lotoro, sacerdote appassionato della festa, partecipava attivamente alla sua preparazione, arrivando persino a costruire la cartapesta per i Gigli. Era sempre presente durante la celebrazione ed era un suo grande estimatore.
Un evento storico che segnò un cambiamento nella festa avvenne nel 1954, quando due Gigli si scontrarono violentemente su Corso Sirena, richiedendo l’intervento di 400-500 poliziotti da Napoli. Da quel momento, il percorso dei Gigli fu modificato, adottando un tragitto circolare per evitare nuovi scontri.
Romano Marino racconta anche dei San Severino, che a Barra crearono il primo orto botanico della città, in un’epoca in cui Napoli non ne possedeva ancora uno. Con il tempo, il retro della villa passò di mano a diversi proprietari: alcuni lo utilizzarono per produrre carbone, altri per i fuochi d’artificio. Oggi, quel luogo è scomparso, sostituito da case popolari.
Con il suo immenso patrimonio di libri, fotografie e documenti, Romano Marino ha riflettuto su come preservarlo per il futuro. Aveva intenzione di donarlo alla biblioteca comunale, ma attualmente è chiusa. Alcuni amici stanno cercando di creare una biblioteca nell’ex sezione municipale in Piazza De Franchis, e Marino spera di poter contribuire con parte dei suoi volumi. Guardando al futuro, Romano immagina un Barra peggiore di oggi: molti abitanti stanno lasciando il quartiere, i piccoli negozi hanno chiuso a causa della concorrenza dei supermercati e la vita sociale è drasticamente diminuita. Tuttavia, spera che i giovani possano riscoprire l’amore per Barra, seguendo l’esempio di figure come Peppe Lamagna e Salvatore Mignano, che stanno organizzando numerose iniziative culturali e turistiche.
Il messaggio di Romano Marino ai giovani di Barra è chiaro:
"Amate il vostro quartiere. Oggi è abbandonato sia dalle istituzioni che dagli abitanti, ma è ancora un centro di cultura e storia. Continuate a innamorarvi di Barra e seguite le orme dei grandi pittori, poeti e musicisti che lo hanno reso famoso."
La Barra di Napoli 2025
@Carmine Schiavo