Interessante, ma il mio bimbo di tre anni ( che ha una buona manualità, presa a pinza) non riesce proprio ad interessarsi a fare puzzle, anche se quelli che gli propongo sono di doli tre pezzi. Non so come fare a farlo interessare , visto il grande valore cognitivo che questo tipo di gioco può dare. Chiedo qualche consiglio
Buongiorno Raffaela, non tutte le attività che proponiamo ai bambini autistici hanno una "motivazione intrinseca". Per motivazione intrinseca a svolgere un'attività intendo ad esempio, il bambino che impila i mattoncini perché è fortemente motivato dal vedere impilati i mattoncini, per cui lo farà grazie ad una vera motivazione "interna" (voglio vedere i mattoncini impilati). Nel caso volessimo ampliare il repertorio di attività, proponendo delle attività "meno intrinsecamente motivanti" la letteratura riporta varie strategie, una di queste è quella di far svolgere l'attività meno motivante e interessante per il bambino prima (in questo caso fare un puzzle) e subito dopo presentare un'attività molto motivante e rinforzante (ad esempio, uscire in giardino a giocare). Nel caso nessuna attività sia fortemente rinforzante si possono usare rinforzatori edibili (es. se il bambino chiede un cioccolatino, diremo prima fai il puzzle dopo ti do il cioccolatino - li dove il bambino comprenda il linguaggio verbale). La strategia PRIMA e DOPO può aiutarla ad inserire nel "prima" attività ad alto valore cognitivo ma poco motivanti e nel "dopo" delle attività molto motivanti per il bambino. Spero di esserle stata utile Giulia
Ma bisognerà dare sempre un rinforzo alla fine dell'attività, oppure con il tempo, il rinforzo potrà essere tolto? Cioè, con questa attività creeremo motivazione, o "la motivazione" sarà sempre avere il rinforzo?
@@giusibassi1295, scusi, ci siamo persi la sua domanda. Per rispondere, il rinforzo per definizione è qualcosa che se fornito subito dopo un comportamento tale comportamento aumenta in frequenza e intensità. Dunque, una volta acquisita un'abilità non servirà più "spingerla in avanti" perché già presente, dunque in questi casi non servirà più erogare il rinforzo come in fase di acquisizione dell'abilità. In particolare, nel caso dei puzzle il rinforzo spesso diventa "vedere il puzzle finito e ricomposto in tutte le sue parti" 😉
Davvero molto interessante! Grazie
GRAZIE DI CUORE!
Grazie interessante!!!
Grazie Interessante !!!
Grazie, siete persone gentili e competenti
Interessante, ma il mio bimbo di tre anni ( che ha una buona manualità, presa a pinza) non riesce proprio ad interessarsi a fare puzzle, anche se quelli che gli propongo sono di doli tre pezzi.
Non so come fare a farlo interessare , visto il grande valore cognitivo che questo tipo di gioco può dare.
Chiedo qualche consiglio
Buongiorno Raffaela,
non tutte le attività che proponiamo ai bambini autistici hanno una "motivazione intrinseca". Per motivazione intrinseca a svolgere un'attività intendo ad esempio, il bambino che impila i mattoncini perché è fortemente motivato dal vedere impilati i mattoncini, per cui lo farà grazie ad una vera motivazione "interna" (voglio vedere i mattoncini impilati). Nel caso volessimo ampliare il repertorio di attività, proponendo delle attività "meno intrinsecamente motivanti" la letteratura riporta varie strategie, una di queste è quella di far svolgere l'attività meno motivante e interessante per il bambino prima (in questo caso fare un puzzle) e subito dopo presentare un'attività molto motivante e rinforzante (ad esempio, uscire in giardino a giocare). Nel caso nessuna attività sia fortemente rinforzante si possono usare rinforzatori edibili (es. se il bambino chiede un cioccolatino, diremo prima fai il puzzle dopo ti do il cioccolatino - li dove il bambino comprenda il linguaggio verbale).
La strategia PRIMA e DOPO può aiutarla ad inserire nel "prima" attività ad alto valore cognitivo ma poco motivanti e nel "dopo" delle attività molto motivanti per il bambino.
Spero di esserle stata utile
Giulia
Ma bisognerà dare sempre un rinforzo alla fine dell'attività, oppure con il tempo, il rinforzo potrà essere tolto? Cioè, con questa attività creeremo motivazione, o "la motivazione" sarà sempre avere il rinforzo?
@@giusibassi1295, scusi, ci siamo persi la sua domanda. Per rispondere, il rinforzo per definizione è qualcosa che se fornito subito dopo un comportamento tale comportamento aumenta in frequenza e intensità.
Dunque, una volta acquisita un'abilità non servirà più "spingerla in avanti" perché già presente, dunque in questi casi non servirà più erogare il rinforzo come in fase di acquisizione dell'abilità.
In particolare, nel caso dei puzzle il rinforzo spesso diventa "vedere il puzzle finito e ricomposto in tutte le sue parti" 😉