Complimenti per il video, come sempre bellissimo! Adoro Pietradolce, ho giusto bevuto un Contrada Rampante 2014 (annata fortunatissima in zona Etna, contrariamente al resto d'Italia) giusto una settimana fa che era in gran forma. Barbagalli sfortunatamente sempre bevuto in grande gioventù e sempre trovato.... ehm, un po' troppo generoso in termini di dosaggio di legno, nonostante il tonneaux piuttosto che la barrique, come ha trovato lei la 2016? Sant'Andrea mai assaggiato ma sono rimasto stupito dal colore più dorato che aranciato (almeno a vedere il video) nonostante la lunghissima macerazione. Va bene che il Carricante è un uva con un basso potere "colorante", ma il colore me lo sarei aspettato più intenso. Saluti, Alessandro
Grazie! Sinceramente, è stata la prima volta che ho bevuto i vini di Pietradolce e sono rimasto davvero entusiasta. Il carricante, essendo vino da elevata acidità fissa, con pH basso e notevole contenuto in acido malico, correttamente (per come dettagliatamente spiegatomi dal superlativo head sommellier Curro) viene lasciato dall’enologo (Carlo Ferrini … chapeau!), nelle botti, sulle fecce in modo da favorire, poi, la cosiddetta fermentazione malolattica e smorzare così tale acidità. Il sommelier mi consigliava di aprire la 2016 (a suo sentire più pronta) ma ho insistito io a voler degustare la 2015 che, come hai correttamente osservato, è un tantino più scarica di colore e con l’acidità, di cui sopra, leggermente più alta. Comunque un vino buonissimo, da non bere molto freddo. Alla cieca dico “Borgogna … senza dubbi!”, risponde mia moglie “No, no … un ottimo riesling alsaziano!”. Ma la sorpresa vera è stato il Barbagalli 2016: profumato, fresco, “verticale” (… scrive Cernilli che dire “minerale” non è corretto per un vino … adeguiamoci!), petali di rosa, tabacco, spezie. Alla cieca dico “Un grande Barbaresco … senza dubbi!”, risponde mia moglie “Sono d’accordo!”. Non ho percepito il legno se non, a pensarci a posteriori, in una impercettibile e piacevole nota fumè-tostata. Il sommelier ci ha detto che le botti in cui invecchiano i due vini sono tutte di II o III passaggio e, forse, solo in alcune annate ve n’è una piccolissima percentuale di nuove. Inoltre, ci ha spiegato che, in verità, le due vigne sono molto più vecchie di quello che si pensa: la pianta più giovane del S. Andrea ha 110 anni … la pianta più giovane del Barbagalli ha 125 anni. Una bevuta davvero emozionante.
Complimenti per il video, come sempre bellissimo!
Adoro Pietradolce, ho giusto bevuto un Contrada Rampante 2014 (annata fortunatissima in zona Etna, contrariamente al resto d'Italia) giusto una settimana fa che era in gran forma. Barbagalli sfortunatamente sempre bevuto in grande gioventù e sempre trovato.... ehm, un po' troppo generoso in termini di dosaggio di legno, nonostante il tonneaux piuttosto che la barrique, come ha trovato lei la 2016?
Sant'Andrea mai assaggiato ma sono rimasto stupito dal colore più dorato che aranciato (almeno a vedere il video) nonostante la lunghissima macerazione. Va bene che il Carricante è un uva con un basso potere "colorante", ma il colore me lo sarei aspettato più intenso.
Saluti,
Alessandro
Grazie!
Sinceramente, è stata la prima volta che ho bevuto i vini di Pietradolce e sono rimasto davvero entusiasta.
Il carricante, essendo vino da elevata acidità fissa, con pH basso e notevole contenuto in acido malico, correttamente (per come dettagliatamente spiegatomi dal superlativo head sommellier Curro) viene lasciato dall’enologo (Carlo Ferrini … chapeau!), nelle botti, sulle fecce in modo da favorire, poi, la cosiddetta fermentazione malolattica e smorzare così tale acidità. Il sommelier mi consigliava di aprire la 2016 (a suo sentire più pronta) ma ho insistito io a voler degustare la 2015 che, come hai correttamente osservato, è un tantino più scarica di colore e con l’acidità, di cui sopra, leggermente più alta. Comunque un vino buonissimo, da non bere molto freddo. Alla cieca dico “Borgogna … senza dubbi!”, risponde mia moglie “No, no … un ottimo riesling alsaziano!”. Ma la sorpresa vera è stato il Barbagalli 2016: profumato, fresco, “verticale” (… scrive Cernilli che dire “minerale” non è corretto per un vino … adeguiamoci!), petali di rosa, tabacco, spezie. Alla cieca dico “Un grande Barbaresco … senza dubbi!”, risponde mia moglie “Sono d’accordo!”. Non ho percepito il legno se non, a pensarci a posteriori, in una impercettibile e piacevole nota fumè-tostata. Il sommelier ci ha detto che le botti in cui invecchiano i due vini sono tutte di II o III passaggio e, forse, solo in alcune annate ve n’è una piccolissima percentuale di nuove. Inoltre, ci ha spiegato che, in verità, le due vigne sono molto più vecchie di quello che si pensa: la pianta più giovane del S. Andrea ha 110 anni … la pianta più giovane del Barbagalli ha 125 anni. Una bevuta davvero emozionante.