Recitiamo insieme la Corona francescana _ in diretta alle ore 21

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  • เผยแพร่เมื่อ 5 ก.พ. 2025
  • Il Rosario francescano, o più esattamente la Corona francescana, è un Rosario “speciale”, tipico dei Frati Minori. Secondo lo storico francescano padre Luke Wadding (1588-1657), l’origine del Rosario francescano risale al XV secolo.
    Nel 1422, la beata Vergine Maria apparve a un novizio, Giacomo delle Corone da Portaria, nel convento di Cesi, vicino a Terni.
    Fin da bambino, Giacomo provava grande gioia spirituale nell’intrecciare corone di fiori per una bellissima statua della Madonna.
    Dopo essere entrato in convento, però, fu preso dalla tristezza, perché non aveva più tempo di raccogliere fiori per la sua devozione
    personale. Una sera, mentre si sentiva tentato di abbandonare la sua vocazione, ricevette una visione della Vergine Maria. La Madonna lo incoraggiò a perseverare, ricordandogli la letizia dello spirito francescano e gli confidò che avrebbe potuto continuare a omaggiarla in un modo diverso; invece di tessere una ghirlanda di fiori, avrebbe potuto recitare ogni giorno un Rosario di sette decine, meditando sulle sue “sette gioie”:
    1. L’annunciazione dell’angelo Gabriele.
    2. La visita a santa Elisabetta.
    3. La nascita di Gesù Cristo.
    4. L’adorazione dei Magi.
    5. Il ritrovamento di Gesù bambino nel tempio.
    6. L’incontro con Cristo dopo la risurrezione.
    7. L’assunzione al cielo e l’incoronazione.
    La Vergine concluse: «Se ogni giorno reciti questa preghiera e ricordi le mie sette gioie, puoi essere certo che mi regali una corona di
    fiori più gradita di tutte le altre».
    Giacomo iniziò a pregare questo Rosario e la tradizione tramanda che un giorno, mentre pregava, il Superiore dei novizi lo vide in
    compagnia di un angelo che tesseva una corona di rose mano a mano che il novizio pregava e, dopo ogni decina di rose, vi univa un
    giglio dorato. Terminata la preghiera, l’angelo pose la corona sulla testa del novizio.
    Il Superiore gli chiese il significato di questa visione e Giacomo raccontò allora della visione che aveva avuto; entusiasta, il maestro la raccontò a tutta la comunità e presto si diffuse questa devozione in tutta la famiglia francescana, che l’ha sempre praticata e custodita come un dono della Madre di Dio.
    La vicenda fu riportata dal beato Marco da Montegallo e venne più ampiamente diffusa attraverso l’opera di Perbalto de Temeswar,
    del XVI secolo, Stellarium coronae benedictae Virginis Mariae in laudem eius.
    Uno dei suoi maggiori divulgatori fu Bernardino da Siena: anche lui ebbe un’apparizione di Maria, mentre meditava le sue sette gioie, e cominciò a portare al cordone la corona con sette gaudi. In quest’abitudine, fu seguito da altri frati, come Bonaventura da Bagnoregio, il beato Cherubino da Spoleto, Pelbart de Temesvár, Giovanni da Capestrano.
    La Corona francescana fu approvata da papa Leone X il 14 settembre 1517 e arricchita di indulgenza plenaria, confermata da
    Paolo V nel giugno 1608 e da Pio IX il 29 agosto 1864. Tale indulgenza però poteva essere lucrata solo dai Frati Minori e dalle Clarisse, finché papa Leone XII, il 7 settembre 1901, estese l’indulgenza anche al Terz’Ordine, applicabile a modo di suffragio ai fedeli defunti.
    La devozione alle sette gioie della Vergine, sicuramente meno conosciuta rispetto a quella dei sette dolori, ci aiuta a ricordare che
    la nostra vita è piena di gioie, che meritano di essere celebrate e che ci permettono di godere della “perfetta letizia”, cuore della spiritualità francescana.

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