Non so quando sia occorso l'ultimo intervento di restauro del dipinto, ma personalmente lo reputo solo parziale. Il mancato intervento sui fori di sfarfallamento dei tarli, diffusi su tutta la superficie dipinta, arreca un notevolissimo disturbo alla fruizione, specialmente sulle zone più chiare. Stesso discorso per i margini della superficie pittorica: così come sono, con le loro importanti perdite di colore originale, danno quasi l'impressione di un oggetto "rosicchiato dai ratti". Per non parlare dell'ampio margine ligneo non dipinto e lasciato a vista, che mostra solamente i danni del tempo e le numerose gallerie e fori lasciati dai tarli. A mio modesto parere, i fori dei tarli (almeno nelle zone più chiare o visivamente cruciali) andrebbero stuccati e ripresi pittoricamente (magari con una selezione cromatica molto sottile); i margini della pittura, che mostrano cadute e perdite di colore importanti, andrebbero 'riordinati', ricostruendoli tramite astrazione geometrica (ad esempio, il pavimento e le parti architettoniche) e poi rifiniti con la selezione cromatica. Infine, il dipinto avrebbe bisogno di una cornice che ne ripristinasse finalmente i confini visivi: basterebbe un'astrazione volumetrica, magari tinta di nero o comunque molto scura, come era tipico delle cornici originali dei piccoli dipinti quattrocenteschi. L'esposizione del dipinto così com'è, sic et simpliciter, restituisce un'impressione di 'reliquia', e questo è sbagliato quando ciò interferisca e si sovrapponga alla corretta lettura, pittorica e simbolica, dell'opera. I margini lignei lasciati a vista non aggiungono nulla e non contribuiscono alla conoscenza e alla comprensione. Bene invece la protezione all'interno di una teca.
I waited ardently for this presentation. One of the world's most mysterious paintings (with the Storm of Giorgione, the Two monkeys of Pieter Bruegel the Elder or Mona Lisa of Leonardo da Vinci...) with an absolute mastery of perspective by one of the biggest geniuses in the history of western art, Piero della Francesca. Very interesting comment of the new director himself on this Piero della Francesca's great masterpiece (with the unique frescoes of San Francesco in Arezzo). Let see too the very fine documentary (1993) of Alain Jaubert in the serie " Palettes" on this work (60 mn) in french and another languages (english, german, italian and spanish).
Non so quando sia occorso l'ultimo intervento di restauro del dipinto, ma personalmente lo reputo solo parziale. Il mancato intervento sui fori di sfarfallamento dei tarli, diffusi su tutta la superficie dipinta, arreca un notevolissimo disturbo alla fruizione, specialmente sulle zone più chiare. Stesso discorso per i margini della superficie pittorica: così come sono, con le loro importanti perdite di colore originale, danno quasi l'impressione di un oggetto "rosicchiato dai ratti". Per non parlare dell'ampio margine ligneo non dipinto e lasciato a vista, che mostra solamente i danni del tempo e le numerose gallerie e fori lasciati dai tarli.
A mio modesto parere, i fori dei tarli (almeno nelle zone più chiare o visivamente cruciali) andrebbero stuccati e ripresi pittoricamente (magari con una selezione cromatica molto sottile); i margini della pittura, che mostrano cadute e perdite di colore importanti, andrebbero 'riordinati', ricostruendoli tramite astrazione geometrica (ad esempio, il pavimento e le parti architettoniche) e poi rifiniti con la selezione cromatica. Infine, il dipinto avrebbe bisogno di una cornice che ne ripristinasse finalmente i confini visivi: basterebbe un'astrazione volumetrica, magari tinta di nero o comunque molto scura, come era tipico delle cornici originali dei piccoli dipinti quattrocenteschi. L'esposizione del dipinto così com'è, sic et simpliciter, restituisce un'impressione di 'reliquia', e questo è sbagliato quando ciò interferisca e si sovrapponga alla corretta lettura, pittorica e simbolica, dell'opera. I margini lignei lasciati a vista non aggiungono nulla e non contribuiscono alla conoscenza e alla comprensione. Bene invece la protezione all'interno di una teca.
I waited ardently for this presentation. One of the world's most mysterious paintings (with the Storm of Giorgione, the Two monkeys of Pieter Bruegel the Elder or Mona Lisa of Leonardo da Vinci...) with an absolute mastery of perspective by one of the biggest geniuses in the history of western art, Piero della Francesca. Very interesting comment of the new director himself on this Piero della Francesca's great masterpiece (with the unique frescoes of San Francesco in Arezzo). Let see too the very fine documentary (1993) of Alain Jaubert in the serie " Palettes" on this work (60 mn) in french and another languages (english, german, italian and spanish).