Nel 2020 sono stati celebrati i 250 anni della nascita di Georg Wilhelm Friedrich Hegel, avvenuta il 27 agosto 1770. Più che rendere un ossequio commemorativo, in ogni caso dovuto, nei confronti di una personalità che giganteggia tra gli interpreti migliori dello spirito universale, mi preme rispolverare i temi da lui meditati con la forza penetrante di un genio. Hegel campeggia a pieno titolo nell’Olimpo dei pensatori più influenti e geniali della storia della filosofia. È stato un inarrivabile titano del pensiero, un punto di riferimento sia per gli epigoni e gli ammiratori (penso ai “giovani hegeliani”, tra cui altri titani quali Ludwig Feuerbach, Karl Marx e Max Stirner, rispettivamente il padre dell’ateismo moderno e del “materialismo naturalistico”, il fondatore del “materialismo storico” e uno dei massimi teorici dell’anarchismo), sia per gli avversari e i detrattori (da Schopenhauer a Nietzsche, da Kierkegaard ad Heidegger). Le riflessioni di Hegel si sono prestate ad interpretazioni ambigue. Tale ambiguità potrebbe riassumersi nell'asserzione: “tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale è razionale”. Come la “sinistra hegeliana” ha assunto quale punto di partenza per le proprie tesi il primo passaggio della frase (“tutto ciò che è razionale è reale”) per esaltare la spinta propulsiva e rivoluzionaria della “dialettica” insita nel divenire storico, così la “destra hegeliana” ha sposato, in un’ottica di conservazione, l’altro segmento della locuzione (“tutto ciò che è reale è razionale”) al fine di legittimare ed esaltare l’esistente, in particolare lo Stato prussiano. Tale ambiguità è forse all’origine di tutte le dispute sorte tra destra e sinistra hegeliana. Al di là di qualsiasi divergenza postuma sull’eredità spirituale di Hegel, ritengo che il più prezioso merito speculativo del grande pensatore tedesco, consista nel principio della “totalità del reale”: la realtà concepita in quanto processo storico in costante divenire. Qui Hegel recuperò la concezione del vecchio Eraclito, per aggiornarla in chiave metafisica idealistica. In tal senso la “realtà” è mutevole, oltre che razionale e storicizzabile. La lezione successiva impartita dalla visione materialistica di Feuerbach, avrà il merito di indurre il giovane Marx a “rimettere in piedi” la dialettica hegeliana, capovolgendola, in quanto si reggeva sulla testa. Il materialismo di Feuerbach sposato allo storicismo di Hegel, ha dato vita al materialismo storico marxiano, che è il retaggio più fecondo del pensiero di Hegel...
questi video mi hanno salvata dall'interrogazione di filosofia, ti amo
Ho visto tutti i video e ora le cose sono molto più chiare. Sei bravissima 🫶🏽🫶🏽🫶🏽🫶🏽
dallo spirito assoluto non ci ho più capito niente
La ringrazio per questa ordinata lezione riguardo ad un argomento assai complicato
Breve ma chiaro, illuminante!
Nel 2020 sono stati celebrati i 250 anni della nascita di Georg Wilhelm Friedrich Hegel, avvenuta il 27 agosto 1770. Più che rendere un ossequio commemorativo, in ogni caso dovuto, nei confronti di una personalità che giganteggia tra gli interpreti migliori dello spirito universale, mi preme rispolverare i temi da lui meditati con la forza penetrante di un genio. Hegel campeggia a pieno titolo nell’Olimpo dei pensatori più influenti e geniali della storia della filosofia. È stato un inarrivabile titano del pensiero, un punto di riferimento sia per gli epigoni e gli ammiratori (penso ai “giovani hegeliani”, tra cui altri titani quali Ludwig Feuerbach, Karl Marx e Max Stirner, rispettivamente il padre dell’ateismo moderno e del “materialismo naturalistico”, il fondatore del “materialismo storico” e uno dei massimi teorici dell’anarchismo), sia per gli avversari e i detrattori (da Schopenhauer a Nietzsche, da Kierkegaard ad Heidegger). Le riflessioni di Hegel si sono prestate ad interpretazioni ambigue. Tale ambiguità potrebbe riassumersi nell'asserzione: “tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale è razionale”. Come la “sinistra hegeliana” ha assunto quale punto di partenza per le proprie tesi il primo passaggio della frase (“tutto ciò che è razionale è reale”) per esaltare la spinta propulsiva e rivoluzionaria della “dialettica” insita nel divenire storico, così la “destra hegeliana” ha sposato, in un’ottica di conservazione, l’altro segmento della locuzione (“tutto ciò che è reale è razionale”) al fine di legittimare ed esaltare l’esistente, in particolare lo Stato prussiano. Tale ambiguità è forse all’origine di tutte le dispute sorte tra destra e sinistra hegeliana. Al di là di qualsiasi divergenza postuma sull’eredità spirituale di Hegel, ritengo che il più prezioso merito speculativo del grande pensatore tedesco, consista nel principio della “totalità del reale”: la realtà concepita in quanto processo storico in costante divenire. Qui Hegel recuperò la concezione del vecchio Eraclito, per aggiornarla in chiave metafisica idealistica. In tal senso la “realtà” è mutevole, oltre che razionale e storicizzabile. La lezione successiva impartita dalla visione materialistica di Feuerbach, avrà il merito di indurre il giovane Marx a “rimettere in piedi” la dialettica hegeliana, capovolgendola, in quanto si reggeva sulla testa. Il materialismo di Feuerbach sposato allo storicismo di Hegel, ha dato vita al materialismo storico marxiano, che è il retaggio più fecondo del pensiero di Hegel...
GRAZIE LUCIO!
Buongiorno, innanzitutto complimenti per la chiarezza. Le potrei chiedere di parlare di Croce e Gentile? Grazie mille e buona continuazione. :)
Non ho capito cosa è lo spirito in generale
Le potrei chiedere di trattare del filosofo Fauerbach?
arriverà è in programma
Grazie mille !
Iscritto, aspetto Nietzsche
Un filosofo importante