È tutto vero. Ho uno studio dove mi occupo di produzione e dove realizzo le mie colonne sonore. Però penso che il problema sia anche nei sistemi d'ascolto. Gli MP3 suonano malissimo, ma dagli speaker di un cellulare, o dagli auricolari , i brani suonano "male" comunque anche se prodotti a stato dell'arte.
Con questo video hai buttato l'equivalente di 2t di bombe a grappolo. Non basterebbe un ciclo di conferenze per sviscerare ogni aspetto di quello che hai detto. I miei two cents sono questi: non solo manca l'educazione alla composizione, all'arrangiamento, al mixaggio ecc... ma manca anche quella riferita all'ascolto. E rilancio: perché dovrei andare in uno studio di registrazione e fare una produzione di livello adeguato se poi la mia roba viene ascoltata in formato compresso con due cuffiette di livello citofonico e magari pure sull'autobus?
@@loiki_beatz9499ma che dite ragazzi ahahah mixare fa parte della produzione come scolpire suono, masterizzare ha sempre senso proprio perché da uno speaker piccolo più sei bravo nella psicoacustica più il tuo prodotto si tradurrà bene anche su casse di piccola dimensione. Ma poi parlate di cuffiette ma quali? Perché le AirPods suonano da paura e non mi sembra che non si possa fruire bene la musica li… dai
Io non so il budget medio dei vostri clienti, suppongo ragazzi, gruppi.. che vogliono "investire" nel fare "l'album", il singolo.. escludendo i lavori per studi di produzione che puntano all'artista X di turno da "proporre" sul mercato, o inserire.. Detto questo.. hai ragione sotto tutti gli aspetti.. il livello di ASCOLTO è sotto le scarpe, purtroppo il meglio non emerge in questo mare di produzioni eccellenti con contenuti artistici mediocri .. occorre tornare, il più presto possibile ad un educazione alla musica e quindi anche alla produzione Audio, essenso strumento necessario per l'artista.
Ciao! Noi ci occupiamo di consulenza strategica rivolta ad attività, liberi professionisti e aspiranti professionisti. Pur avendo un nostro spazio di lavoro, non ci occupiamo direttamente di produzione, ma seguiamo progetti nell'aspetto legato alla gestione della produzione (produzione esecutiva) o, laddove il progetto specifico lo richieda, abbiamo una fitta rete di professionisti in ambito produttivo e creiamo team appositi a seconda degli obiettivi del singolo progetto. Ad ognuno il proprio ruolo insomma! Un saluto e grazie per il commento!
Il vero grosso problema è che i nuovi artisti fanno una fatica enorme ad emmergere, perche in realta oggi la musica non viene più ricercata in base ai gusti ma quasi imposta . Pensate che si producce infinitamente piu musica oggi che in passato, è in radio si sentono gli stessi 10 branni in heavy rotation tra laltro quasi tutti uguali.. una volta le radio erano dei veri trampolini di lancio per nuovi artisti è nuovi stili musicali, è i soldi venivano reinvestiti in nuove produzioni, educazione. C'era molta più scelta, stili completamente diversi .. oggi e tutto appiatito, trapp e dance , una manciata di artisti strapagati e sopravvalutati è il resto che a malapena fanno qualche serata. Poi c'è il calderone delle piattaforme che non aiutano in nessun modo gli emergenti. Come fa uno a investire in educazione, persone , studi di registrazione professionale, quando poi non ha un ritorno?? Allora si arrangia con un microfono ed una focusrite , male che vada ha perso 200 euro. Il problema principale e che non esiste una vera spinta per gli artisti nuovi. Tutto l'introito dell'industria musicale di oggi è in mano ad una manciata di persone . Gli anni d'oro della musica sono stati gli 80 e 90 , come qualità, varieta di stili musicali e band , produzione, marketing, know how. Oggi e .. imbarazzante .
Gli artisti oggi fanno fatica ad emergere perché non conoscono i modelli di business in cui cercano di prendere posizione. I modelli attuali sono costruiti per trarre profitto dagli "artisti", non sono modelli in cui l' "artista" è partner. Il problema è questo, e quando una persona lo capisce, e costruisce il PROPRIO modello, tutto è molto più semplice. Discorsi che richiedono approfondimento, e che stiamo portando in giro per l'Italia proprio per fare capire che la soluzione c'è. Ma per implementarla serve fare un passo indietro e capire il meccanismo. Saluti.
@@musicbusinessitalia No. Gli artisti oggi fanno fatica ad emergere perché mancano gli strumenti e le persone adatte che possono promuoverli. L'agente è bombardata con gli stessi tre brani all'infinito ... Le case discografiche di medie e piccole dimensioni sono sparite , si è creato un vuoto tra gli artisti sconosciuti e i pochissimi che sono spinti all'esasperazione in radio e sulle piattaforme. Mancano le risorse per fare educazione , produzione e promozione. Purtroppo tutte le risorse sono in mano a pochi . Tutto suona male e uguale. Io sono del 72 , con una vita passata negli studi come cantante , producer sound engeneer e radio DJ e ti posso assicurare che negli anni 80/90 era tutt'altra musica.
@@mikifiorini Promuovere, promuovere, promuovere...promuovere cosa? La musica non è più un prodotto da 20 anni e se gli "artisti" nonsi svegliamo e capiscono che devono entrare in una logica di servizio, il fine è che continueranno ad essere schiavi dei modelli attuali, che sono pensati per il profitto degli azionisti, come qualsiasi attività a scopo di lucro! Sai qual è il customer segment di Spotify, o il modello di revenue share delle società in compartecipazione con il modello streaming? Se non sai rispondere stiamo parlando del nulla, e il mio non è un "cercare di avere ragione o torto", perchè non me ne frega nulla della ragione o del torto. Io guardo i dati, e non le mie assunzioni. C'è grande ignoranza imprenditoriale, non si conoscono i sistemi, è questa la realtà....con il massimo rispetto ma da ciò che scrivi penso possa esserti utile studiare i business model attuali. L'era di cui parli non esiste più, inutile tirarla in ballo perché era il mercato ad essere diverso. Tutto evolve. Quindi: non sono minimamente d'accordo con te, per circa un migliaio di ragioni,ma rispetto il tuo pensiero. Alla prossima!
@mikifiorini Perfettamente d'accordo. Da appassionato di musica ho notato un netto peggioramento non solo qualitativo ma anche artistici per quanto riguarda quella mainstream negli ultimi anni. È sempre peggio. Viene promossa e spinta sempre la stessa roba, viene prodotta e masterizzata alla stesso modo. Non c’è nessuna innovazione. Poco cambia se ci sono nuovi artisti se il livello medio è quello. I modelli di business oggi ruotano fissi sulle piattaforme di streaming, pessimi programmi tv, tik tok, instagram e TH-cam che alimentano solamente spazzatura. A questo si aggiunge i crescenti trend di tutorial di mastering e plug-in vari che stanno facendo danni enormi più di quelli che già c’erano da più di 20 anni. Le case discografiche di medie e piccole dimensioni ci sono ma sono ormai relegate al settore audiofilo che produce musica high end, ben lontane dalle logiche di mercato moderne. Molte non hanno nemmeno un singolo album sulle piattaforme.
Molto interessante. La questione educazione ha un enorme peso che però, ahimè, non so quanto sarà coperto di qui in avanti. Forse quella al business si, ma per il resto io penso andremo sempre di più a trovare un compromesso tra lo studio di registrazione "vecchia maniera" e la ormai non più nuova realtà dell'home recording.. Si andranno a formare dei luoghi di lavori "ibridi" che prendono il meglio da entrambe, e il mercato, quindi tutta la strategia di business e di marketing, andrà essa stessa in quella direzione sempre più. Spingere per ri-valorizzare il processo produttivo come è sempre stato è una mossa onorevole se appunto si tiene da conto la parte educativa, a mio parere essenziale, ma diventerà via via più sterile proporzionalmente all'inverso dell'incredibile offerta di software e AI varie alla portata di laptop. Lo studio vero e proprio come luogo di lavoro è competitivo oramai solamente quando offre partnership distributive e/o di promozione complete, come della cura dell'artista 360 gradi.
Che meraviglia di considerazioni che hai fatto!! Faccio audio da 35 anni e ho visto cambiare tutto sotto i miei occhi, trovo davvero difficile cambiare la rotta di quello che, musicalmente, artisticamente e creativamente sta succedendo da quando il solo Midi si è presentato … per mia fortuna frequento la world music da quasi subito, circa 26 anni e quindi si suonano e si realizzano progetti assolutamente outmainstream … ma continuo a soffrire molto di questa deriva … grazie comunque, mi sento meno solo, qualcuno che si accorge del disastro c’è e io sono felice che sia così … ti contatterò per parlarne ancora (o almeno ti seguirò qui … )
ti parlo da artista: ho sia girato diversi studio di registrazione sia mi sono creato il mio home studio a casa e ho dedotto determinate conclusioni; l'home studio l'ho creato come forma di studio intimo, in cui scrivere anche le prime bozze delle canzoni o banalmente sfogarmi al mic quando e come volevo, ma devo riconoscere il fatto che andare da professionisti seri con una struttura professionale e seria è essenziale pk assolutamente è un tipo di esperienza che oltre ad essere formativa per l'artista, ti garantisce anche molta qualità MA C'È UNA CONSIDERAZIONE NON TRASCURABILE DA FARE: sia andando negli studio che facendo musica con il mio home studio da casa, imparando concetti di mix master e produzione ho notato che banalmente a livello di numeri, fan e quant'altro È LA STESSA E IDENTICA COSA ! Ti dirò di piu: man mano che pubblicavo e la mia fanbase cresceva le persone che mi seguivano mi hanno particolarmente apprezzato quando pubblicavo pezzi anche un po' arronzati, pk in "quell'arronzamento" qualitativo per assurdo le persone si rappresentavano di più, è come se avessero capito che c'era molta umanità dietro. La conclusione che ho dedotto è che: ho speso 2-3k di euro nel mio home studio personale e le cose mi stanno andando a gonfie vele anche pk negli anni ho imparato nn solo le basi, ma anche vere e proprie nozioni avanzate di missaggio e mastering e produzione: ma se la gente preferisce tra virgolette il prodotto qualitativamente peggiore e più umano che vado a fare in studio? Ho dedotto che avrebbe senso andare in uno studio di registrazione serio nel momento in cui firmo un contratto discografico e me lo finanzia qualcun altro, pk per tutti i progetti che ho non è sostenibile andare sempre in studio. Ottimo spunto di riflessione però il tuo, anche perché penso di essere un po' l'eccezione in mezzo ad altri artisti che decidono di farsi l'home studio ma effettivamente nn hanno e nn avranno mai l'orecchio di un produttore o un mix engineer, cosa che io com un pizzico di superbia posso dire di aver sviluppato.
In pratica stai facendo tutto da solo. Il discorso non è studio pro o home studio, ma chi ci lavora, come si lavora, con chi si lavora, con che procedure...cosa si fa PRIMA di registrare (che sia home studio o quel che è). Se poi un "artista" (parola che mi va vomitare), crede di poter essere compositore, arrangiatore, autore, strumentista, recording engineer, mixing engineer e mastering engineer... è una sua scelta. Io non ci credo, per niente. Perché ? Ascolto, e il livello è basso. Ma non audio, il livello "artistico". E non è per via dell'home studio, ma perché non si coopera e lavora con chi sa fare UNA sola cosa bene, non c'è scambio: sono tutti nella loro cameretta senza confrontarsi con gli altri o, peggio, credendo di farlo con un PC e tre tutorial su YT, e la musica ne risente. Per quel che riguarda il discorso "vado in studio quando firmo con un'etichetta", mi spiace ma non commento perché è tre anni che educo su come funzionano questi meccanismi. Sai le etichette come si stanno comportando nel mercato attuale? Poi...numeri, visualizzazioni, gonfie vele, bello: quanto ci stai guadagnando? Ci riempi il frigo con i followers e le views? Sapresti spiegare, se te lo chiedessi, come funziona il sistema pro-rata utilizzato per le revenue share dalle piattaforme streaming? Stai semplificando estremamente un discorso complesso. In ogni caso, se ti trovi bene e hai "risultati": continua così! Allegria! Un saluto.
Tutto giusto...ma!!! La musica oggi viene inviata in piccolissimi altoparlanti da cellulare o a minuscole cuffiette con una banda passante direi ridicola, peggio ancora l utente finale skippa da un brano all altro senza nemmeno arrivare alla fine. Tutto aveva un gran senso quando noi ci compravano l impianto stereo con le casse a tre vie che facevano tanto figo, o quando avevamo l impianto in auto con il pannello fatto ad hoc, e quando la musica la coperavi in bottega ed ogni 10 bollini un 45 gratis, in quel tempo se il pezzo suonava male te ne accorgevi subito. Poi oggi se ti organizzi un po' si può fare un home studio che fa buone produzioni, i plug in si avvicinano molto al fisico, la differenza certo la fa chi sta dietro al mixer per quel che mi riguarda io ho impiegato 10 anni e oggi me la cavo, certo non ci si improvvisa.
La cosa che pochi hanno capito è che le persone che ascoltano musica non su un telefono, ma su un impianto e/o usando mezzi qualitativi, esistono eccome e sono TANTISSIME. Logicamente il discorso, chiuso in una domanda è: a CHI (target) vuoi che arrivi ciò che fai? A quello che ascolta la musica sul telefonino, o chi (target) invece ha un ascolto "attento"? E qui si apre il vaso di pandora: tutti che o fanno il discorso assurdo del "della qualità produttiva me ne sbatto tanto 'la gente' (CHI) ascolta musica dal telefonino", oppure "faccio musica di qualità e la faccio per me, tanto tutti ascoltano musica dal telefonino". Nessuno, e ripeto NESSUNO, si chiede: "COME faccio a fare arrivare il mio lavoro nelle mani di CHI voglio ESATTAMENTE colpire?"...last but not least: "quali azioni ESATTE voglio fare compiere al target che ho colpito, e con quale finalità PRECISA?". E qui si aprono scenari grotteschi. I tempi cambiano, e bisogna essere malleabili. Un saluto e grazie per il commento
C'è anche da dire che molte sale discografiche si servono degli home studio per risparmiare ed ottenere un ottimo risultato! Molti home studio lavorano con persone conosciute, ma il singolo home studio resta anonimo!
"Molti home studio lavorano con persone conosciute, ma il singolo home studio resta anonimo". Ricordiamoci che i "luoghi" sono scatole vuote: la differenza la fanno le persone, la loro testa, le loro expertise, il team...il resto è superfluo.
Secondo me..Nì. Condivido le considerazioni fatte e complimenti, ma il neofita inesperto e con la scheda audio nuova(!) al professionista nn toglie guadagno, in quanto il business del professionista è costruito su un livello superiore. Il neofita che ha talento sa invece che a un certo punto della catena produttiva dovrà ingaggiare un professionista e quindi nn toglie guadagno. Un altro punto da considerare poi secondo me, è anche il grande divario nel guadagno tra professionisti dovuto alla differenza nel numero di ingaggi, conseguenza proporzionata al talento, all'esperienza, al livello di preparazione etc etc
il principio è pienamente condiviso ma ... non mi è del tutto chiaro come possa stare in piedi cosi come ne hai parlato ... di fatto sono mestieri e due mondi separati ... il mondo della formazione ed il mondo della produzione
Se oggi chi svolge un certo tipo di professione, operando in uno specifico settore (in questo caso produttivo) all'interno di determinati spazi, non si preoccupa di capire qual è la traiettoria che il cliente vuole seguire nel tempo, i suoi obiettivi e il percorso che vuole intraprendere, ma si sofferma solamente sul "rispondere" ad una sua necessità manifesta senza aiutarlo in un processo più ampio, i problemi non tarderanno ad arrivare. Non è un caso infatti che già solo insegnando ai professionisti a fare un'accurata selezione e adottare criteri di qualifica seri, le situazioni lavorative si risollevano come "per magia". Discorsi complessi, che non possono essere semplificati su un video o in un commento. Un caro saluto
@@musicbusinessitalia ... forse intendi suggerire che nelle strutture di produzione si deve tendere ad integrare una figura di consulenza per gli artisti ... o forse ospitare abitualmente in studio produttori artistici / agenzie ... ... vabbè era solo per chiaccherare comunque credo di aver capito il tuo input 👍
È vero che il mercato della musica di massa è notevolmente cambiato, passando da una vendita di un prodotto a un offrire un servizio, per lo più gratuito o comunque cosi è come lo percepisce la maggior parte della gente. Molti studi di registrazione oggi sono senza senso, eccessivi, direi più esaltazione dell’ego personale che reale necessità. Non ti servono monitors da 20 mila euro, 3 sale di registrazione e miriade di strumentazione hardware quando gran parte del materiale oggi passa digitalmente da una DAW e plug-in, per un target che generalmente ascolta con AirPods e altri dispositivi a basse prestazioni. Spesso ottieni gli stessi pessimi risultati con qualche plug-in e una modesta scheda audio. Tuttavia, tutte queste argomentazioni valgono solo per la musica mainstream, quella high end è ancora come una volta, ed è l’unica che non solo investe in innovazione ma propone cose nuove e va sempre avanti anziché tornare indietro. C’è da dire che tanti artisti rinunciano a una produzione migliore perché semplicemente non ci rientra nei costi. A mio parere è una cosa molto complessa, che comunque tiene conto anche delle abitudini di ascolto purtroppo e del target a cui ti stai rivolgendo. Pensare di continuare a vendere un prodotto a un target che oggi non compra quasi più e ha tutto disponibile online, è da suicidio.
"C’è da dire che tanti artisti rinunciano a una produzione migliore perché semplicemente non ci rientra nei costi.". E' questo il nocciolo. Fino a che gli "artisti" non capiscono che la loro musica è un servizio e non un prodotto, si troveranno ad utilizzare servizi per tentare di posizionare il loro "prodotto", che prodotto non è. Bisogna cambiare modelli e mentalità. Non semplice. Un saluto
Permettimi di dirti che se hai questo problema significa che non hai un sistema di qualifica del cliente: se ti interfacci o vieni contattato da persone che vogliono i lavori gratis il problema è tuo, non loro. Pensa che noi abbiamo il problema inverso. Saluti
I tempi sono cambiati. chi lavora bene, lavora ,sia home studio sia in studi Figi .non ce' niente da criticare mi dispiace ,la gente ascolta quello che piace, sia fatto in un buco, sia fatto in un studio pieno di ferri che solo fa volume.
La mia non è una critica, ma una constatazione. E comunque si, sono d'accordo con te: come dico da tre anni la differenza la fanno le persone ed i processi. Non i pezzi di ferro o i processori. Saluti
beh la self production è una realtà. Fino a ieri un tizio vendeva patate al mercato, oggi con l'intervento dell'AI e delle tecnologie non serve saper cantare, c'è l'autotune, non serve conoscere la tecnica, ci sono i mixer che correggono qualsiasi incompetenza, quindi sì, i tecnici audio, gli ingegneri del suono, i registi, i direttori della fotografia, sono obsoleti. Il prossimo Avatar, Mr. Cameron se lo farà in una camera d'hotel, senza nemmeno usare una telecamera. Tu pensa che mi ha chiamato un cliente che vuole un video stile B-roll, pensa te dove siamo arrivati.
È tutto vero. Ho uno studio dove mi occupo di produzione e dove realizzo le mie colonne sonore.
Però penso che il problema sia anche nei sistemi d'ascolto.
Gli MP3 suonano malissimo, ma dagli speaker di un cellulare, o dagli auricolari , i brani suonano "male" comunque anche se prodotti a stato dell'arte.
Con questo video hai buttato l'equivalente di 2t di bombe a grappolo. Non basterebbe un ciclo di conferenze per sviscerare ogni aspetto di quello che hai detto. I miei two cents sono questi: non solo manca l'educazione alla composizione, all'arrangiamento, al mixaggio ecc... ma manca anche quella riferita all'ascolto. E rilancio: perché dovrei andare in uno studio di registrazione e fare una produzione di livello adeguato se poi la mia roba viene ascoltata in formato compresso con due cuffiette di livello citofonico e magari pure sull'autobus?
Esatto, è una questione di educazione all'ascolto. Chissà, magari...piano piano ... Un caro saluto!
Hai aperto un libro qua! perché devo mixare e masterizzare che poi l ascolto finale è fatto su un telefonino?
@@loiki_beatz9499 Michele, questo potrebbe essere un ottimo argomento per un tuo prossimo video, che ne pensi?
@@loiki_beatz9499ma che dite ragazzi ahahah mixare fa parte della produzione come scolpire suono, masterizzare ha sempre senso proprio perché da uno speaker piccolo più sei bravo nella psicoacustica più il tuo prodotto si tradurrà bene anche su casse di piccola dimensione. Ma poi parlate di cuffiette ma quali? Perché le AirPods suonano da paura e non mi sembra che non si possa fruire bene la musica li… dai
@@furnariim non ho mica parlato di cuffiette io,solo che mi arrabbio sapere che ad oggi molti ascolti vengono fatti da telefonino
Io non so il budget medio dei vostri clienti, suppongo ragazzi, gruppi.. che vogliono "investire" nel fare "l'album", il singolo.. escludendo i lavori per studi di produzione che puntano all'artista X di turno da "proporre" sul mercato, o inserire..
Detto questo.. hai ragione sotto tutti gli aspetti.. il livello di ASCOLTO è sotto le scarpe, purtroppo il meglio non emerge in questo mare di produzioni eccellenti con contenuti artistici mediocri .. occorre tornare, il più presto possibile ad un educazione alla musica e quindi anche alla produzione Audio, essenso strumento necessario per l'artista.
Ciao! Noi ci occupiamo di consulenza strategica rivolta ad attività, liberi professionisti e aspiranti professionisti. Pur avendo un nostro spazio di lavoro, non ci occupiamo direttamente di produzione, ma seguiamo progetti nell'aspetto legato alla gestione della produzione (produzione esecutiva) o, laddove il progetto specifico lo richieda, abbiamo una fitta rete di professionisti in ambito produttivo e creiamo team appositi a seconda degli obiettivi del singolo progetto. Ad ognuno il proprio ruolo insomma! Un saluto e grazie per il commento!
Ciao,una curiosita', che mixer e' quello alle tue spalle? Grazie
Era (poiché l'abbiamo venduto) un soundtracs 16-8-16. Piccolino ma molto ben fatto.
Il vero grosso problema è che i nuovi artisti fanno una fatica enorme ad emmergere, perche in realta oggi la musica non viene più ricercata in base ai gusti ma quasi imposta . Pensate che si producce infinitamente piu musica oggi che in passato, è in radio si sentono gli stessi 10 branni in heavy rotation tra laltro quasi tutti uguali.. una volta le radio erano dei veri trampolini di lancio per nuovi artisti è nuovi stili musicali, è i soldi venivano reinvestiti in nuove produzioni, educazione. C'era molta più scelta, stili completamente diversi .. oggi e tutto appiatito, trapp e dance , una manciata di artisti strapagati e sopravvalutati è il resto che a malapena fanno qualche serata. Poi c'è il calderone delle piattaforme che non aiutano in nessun modo gli emergenti. Come fa uno a investire in educazione, persone , studi di registrazione professionale, quando poi non ha un ritorno?? Allora si arrangia con un microfono ed una focusrite , male che vada ha perso 200 euro. Il problema principale e che non esiste una vera spinta per gli artisti nuovi. Tutto l'introito dell'industria musicale di oggi è in mano ad una manciata di persone . Gli anni d'oro della musica sono stati gli 80 e 90 , come qualità, varieta di stili musicali e band , produzione, marketing, know how. Oggi e .. imbarazzante .
Gli artisti oggi fanno fatica ad emergere perché non conoscono i modelli di business in cui cercano di prendere posizione. I modelli attuali sono costruiti per trarre profitto dagli "artisti", non sono modelli in cui l' "artista" è partner. Il problema è questo, e quando una persona lo capisce, e costruisce il PROPRIO modello, tutto è molto più semplice.
Discorsi che richiedono approfondimento, e che stiamo portando in giro per l'Italia proprio per fare capire che la soluzione c'è.
Ma per implementarla serve fare un passo indietro e capire il meccanismo.
Saluti.
@@musicbusinessitalia No. Gli artisti oggi fanno fatica ad emergere perché mancano gli strumenti e le persone adatte che possono promuoverli. L'agente è bombardata con gli stessi tre brani all'infinito ... Le case discografiche di medie e piccole dimensioni sono sparite , si è creato un vuoto tra gli artisti sconosciuti e i pochissimi che sono spinti all'esasperazione in radio e sulle piattaforme. Mancano le risorse per fare educazione , produzione e promozione. Purtroppo tutte le risorse sono in mano a pochi . Tutto suona male e uguale. Io sono del 72 , con una vita passata negli studi come cantante , producer sound engeneer e radio DJ e ti posso assicurare che negli anni 80/90 era tutt'altra musica.
@@mikifiorini Promuovere, promuovere, promuovere...promuovere cosa? La musica non è più un prodotto da 20 anni e se gli "artisti" nonsi svegliamo e capiscono che devono entrare in una logica di servizio, il fine è che continueranno ad essere schiavi dei modelli attuali, che sono pensati per il profitto degli azionisti, come qualsiasi attività a scopo di lucro! Sai qual è il customer segment di Spotify, o il modello di revenue share delle società in compartecipazione con il modello streaming? Se non sai rispondere stiamo parlando del nulla, e il mio non è un "cercare di avere ragione o torto", perchè non me ne frega nulla della ragione o del torto. Io guardo i dati, e non le mie assunzioni. C'è grande ignoranza imprenditoriale, non si conoscono i sistemi, è questa la realtà....con il massimo rispetto ma da ciò che scrivi penso possa esserti utile studiare i business model attuali. L'era di cui parli non esiste più, inutile tirarla in ballo perché era il mercato ad essere diverso. Tutto evolve. Quindi: non sono minimamente d'accordo con te, per circa un migliaio di ragioni,ma rispetto il tuo pensiero. Alla prossima!
@mikifiorini Perfettamente d'accordo. Da appassionato di musica ho notato un netto peggioramento non solo qualitativo ma anche artistici per quanto riguarda quella mainstream negli ultimi anni. È sempre peggio. Viene promossa e spinta sempre la stessa roba, viene prodotta e masterizzata alla stesso modo. Non c’è nessuna innovazione.
Poco cambia se ci sono nuovi artisti se il livello medio è quello.
I modelli di business oggi ruotano fissi sulle piattaforme di streaming, pessimi programmi tv, tik tok, instagram e TH-cam che alimentano solamente spazzatura. A questo si aggiunge i crescenti trend di tutorial di mastering e plug-in vari che stanno facendo danni enormi più di quelli che già c’erano da più di 20 anni.
Le case discografiche di medie e piccole dimensioni ci sono ma sono ormai relegate al settore audiofilo che produce musica high end, ben lontane dalle logiche di mercato moderne. Molte non hanno nemmeno un singolo album sulle piattaforme.
Molto interessante. La questione educazione ha un enorme peso che però, ahimè, non so quanto sarà coperto di qui in avanti. Forse quella al business si, ma per il resto io penso andremo sempre di più a trovare un compromesso tra lo studio di registrazione "vecchia maniera" e la ormai non più nuova realtà dell'home recording.. Si andranno a formare dei luoghi di lavori "ibridi" che prendono il meglio da entrambe, e il mercato, quindi tutta la strategia di business e di marketing, andrà essa stessa in quella direzione sempre più. Spingere per ri-valorizzare il processo produttivo come è sempre stato è una mossa onorevole se appunto si tiene da conto la parte educativa, a mio parere essenziale, ma diventerà via via più sterile proporzionalmente all'inverso dell'incredibile offerta di software e AI varie alla portata di laptop. Lo studio vero e proprio come luogo di lavoro è competitivo oramai solamente quando offre partnership distributive e/o di promozione complete, come della cura dell'artista 360 gradi.
Che meraviglia di considerazioni che hai fatto!! Faccio audio da 35 anni e ho visto cambiare tutto sotto i miei occhi, trovo davvero difficile cambiare la rotta di quello che, musicalmente, artisticamente e creativamente sta succedendo da quando il solo Midi si è presentato … per mia fortuna frequento la world music da quasi subito, circa 26 anni e quindi si suonano e si realizzano progetti assolutamente outmainstream … ma continuo a soffrire molto di questa deriva … grazie comunque, mi sento meno solo, qualcuno che si accorge del disastro c’è e io sono felice che sia così … ti contatterò per parlarne ancora (o almeno ti seguirò qui … )
Grazie per il commento! Alla prossima!
Il midi con la creatività cosa c'entra? Quindi la colpa è dei synth ?
@@emilianocrescioli9215 no ma il midi ha permesso la creazione delle daw come le conosciamo
ti parlo da artista: ho sia girato diversi studio di registrazione sia mi sono creato il mio home studio a casa e ho dedotto determinate conclusioni; l'home studio l'ho creato come forma di studio intimo, in cui scrivere anche le prime bozze delle canzoni o banalmente sfogarmi al mic quando e come volevo, ma devo riconoscere il fatto che andare da professionisti seri con una struttura professionale e seria è essenziale pk assolutamente è un tipo di esperienza che oltre ad essere formativa per l'artista, ti garantisce anche molta qualità MA C'È UNA CONSIDERAZIONE NON TRASCURABILE DA FARE: sia andando negli studio che facendo musica con il mio home studio da casa, imparando concetti di mix master e produzione ho notato che banalmente a livello di numeri, fan e quant'altro È LA STESSA E IDENTICA COSA ! Ti dirò di piu: man mano che pubblicavo e la mia fanbase cresceva le persone che mi seguivano mi hanno particolarmente apprezzato quando pubblicavo pezzi anche un po' arronzati, pk in "quell'arronzamento" qualitativo per assurdo le persone si rappresentavano di più, è come se avessero capito che c'era molta umanità dietro. La conclusione che ho dedotto è che: ho speso 2-3k di euro nel mio home studio personale e le cose mi stanno andando a gonfie vele anche pk negli anni ho imparato nn solo le basi, ma anche vere e proprie nozioni avanzate di missaggio e mastering e produzione: ma se la gente preferisce tra virgolette il prodotto qualitativamente peggiore e più umano che vado a fare in studio? Ho dedotto che avrebbe senso andare in uno studio di registrazione serio nel momento in cui firmo un contratto discografico e me lo finanzia qualcun altro, pk per tutti i progetti che ho non è sostenibile andare sempre in studio. Ottimo spunto di riflessione però il tuo, anche perché penso di essere un po' l'eccezione in mezzo ad altri artisti che decidono di farsi l'home studio ma effettivamente nn hanno e nn avranno mai l'orecchio di un produttore o un mix engineer, cosa che io com un pizzico di superbia posso dire di aver sviluppato.
In pratica stai facendo tutto da solo. Il discorso non è studio pro o home studio, ma chi ci lavora, come si lavora, con chi si lavora, con che procedure...cosa si fa PRIMA di registrare (che sia home studio o quel che è). Se poi un "artista" (parola che mi va vomitare), crede di poter essere compositore, arrangiatore, autore, strumentista, recording engineer, mixing engineer e mastering engineer... è una sua scelta. Io non ci credo, per niente. Perché ? Ascolto, e il livello è basso. Ma non audio, il livello "artistico". E non è per via dell'home studio, ma perché non si coopera e lavora con chi sa fare UNA sola cosa bene, non c'è scambio: sono tutti nella loro cameretta senza confrontarsi con gli altri o, peggio, credendo di farlo con un PC e tre tutorial su YT, e la musica ne risente. Per quel che riguarda il discorso "vado in studio quando firmo con un'etichetta", mi spiace ma non commento perché è tre anni che educo su come funzionano questi meccanismi. Sai le etichette come si stanno comportando nel mercato attuale? Poi...numeri, visualizzazioni, gonfie vele, bello: quanto ci stai guadagnando? Ci riempi il frigo con i followers e le views? Sapresti spiegare, se te lo chiedessi, come funziona il sistema pro-rata utilizzato per le revenue share dalle piattaforme streaming? Stai semplificando estremamente un discorso complesso. In ogni caso, se ti trovi bene e hai "risultati": continua così! Allegria! Un saluto.
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“Senza le virgole, senza i punti!” Cit.
Tutto giusto...ma!!!
La musica oggi viene inviata in piccolissimi altoparlanti da cellulare o a minuscole cuffiette con una banda passante direi ridicola, peggio ancora l utente finale skippa da un brano all altro senza nemmeno arrivare alla fine.
Tutto aveva un gran senso quando noi ci compravano l impianto stereo con le casse a tre vie che facevano tanto figo, o quando avevamo l impianto in auto con il pannello fatto ad hoc, e quando la musica la coperavi in bottega ed ogni 10 bollini un 45 gratis, in quel tempo se il pezzo suonava male te ne accorgevi subito.
Poi oggi se ti organizzi un po' si può fare un home studio che fa buone produzioni, i plug in si avvicinano molto al fisico, la differenza certo la fa chi sta dietro al mixer per quel che mi riguarda io ho impiegato 10 anni e oggi me la cavo, certo non ci si improvvisa.
La cosa che pochi hanno capito è che le persone che ascoltano musica non su un telefono, ma su un impianto e/o usando mezzi qualitativi, esistono eccome e sono TANTISSIME.
Logicamente il discorso, chiuso in una domanda è: a CHI (target) vuoi che arrivi ciò che fai? A quello che ascolta la musica sul telefonino, o chi (target) invece ha un ascolto "attento"? E qui si apre il vaso di pandora: tutti che o fanno il discorso assurdo del "della qualità produttiva me ne sbatto tanto 'la gente' (CHI) ascolta musica dal telefonino", oppure "faccio musica di qualità e la faccio per me, tanto tutti ascoltano musica dal telefonino". Nessuno, e ripeto NESSUNO, si chiede: "COME faccio a fare arrivare il mio lavoro nelle mani di CHI voglio ESATTAMENTE colpire?"...last but not least: "quali azioni ESATTE voglio fare compiere al target che ho colpito, e con quale finalità PRECISA?". E qui si aprono scenari grotteschi. I tempi cambiano, e bisogna essere malleabili. Un saluto e grazie per il commento
C'è anche da dire che molte sale discografiche si servono degli home studio per risparmiare ed ottenere un ottimo risultato! Molti home studio lavorano con persone conosciute, ma il singolo home studio resta anonimo!
"Molti home studio lavorano con persone conosciute, ma il singolo home studio resta anonimo". Ricordiamoci che i "luoghi" sono scatole vuote: la differenza la fanno le persone, la loro testa, le loro expertise, il team...il resto è superfluo.
@@musicbusinessitalia in che senso scusa? Ho toccato qualche tasto dolente?
Tasto dolente?
Secondo me..Nì.
Condivido le considerazioni fatte e complimenti, ma il neofita inesperto e con la scheda audio nuova(!) al professionista nn toglie guadagno, in quanto il business del professionista è costruito su un livello superiore.
Il neofita che ha talento sa invece che a un certo punto della catena produttiva dovrà ingaggiare un professionista e quindi nn toglie guadagno.
Un altro punto da considerare poi secondo me, è anche il grande divario nel guadagno tra professionisti dovuto alla differenza nel numero di ingaggi, conseguenza proporzionata al talento, all'esperienza, al livello di preparazione etc etc
Porta pazienza ma... chi ha detto che il neofita inesperto con la scheda audio toglie guadagno al professionista?
Si peccato che ultimamente si sentono cose fatte in home che suonano meglio e piu ricche di skills di quellle fatte in studi pro
Non stento a crederlo! Come tutte le cose: dipende dalle competenze di chi ci mette mano, non dal Gear a disposizione. Saluti
Bellissimo video
Grazie.
Bella Michele!
il principio è pienamente condiviso ma ... non mi è del tutto chiaro come possa stare in piedi cosi come ne hai parlato ... di fatto sono mestieri e due mondi separati ... il mondo della formazione ed il mondo della produzione
Se oggi chi svolge un certo tipo di professione, operando in uno specifico settore (in questo caso produttivo) all'interno di determinati spazi, non si preoccupa di capire qual è la traiettoria che il cliente vuole seguire nel tempo, i suoi obiettivi e il percorso che vuole intraprendere, ma si sofferma solamente sul "rispondere" ad una sua necessità manifesta senza aiutarlo in un processo più ampio, i problemi non tarderanno ad arrivare. Non è un caso infatti che già solo insegnando ai professionisti a fare un'accurata selezione e adottare criteri di qualifica seri, le situazioni lavorative si risollevano come "per magia". Discorsi complessi, che non possono essere semplificati su un video o in un commento. Un caro saluto
@@musicbusinessitalia ... forse intendi suggerire che nelle strutture di produzione si deve tendere ad integrare una figura di consulenza per gli artisti ... o forse ospitare abitualmente in studio produttori artistici / agenzie ... ... vabbè era solo per chiaccherare comunque credo di aver capito il tuo input 👍
È vero che il mercato della musica di massa è notevolmente cambiato, passando da una vendita di un prodotto a un offrire un servizio, per lo più gratuito o comunque cosi è come lo percepisce la maggior parte della gente. Molti studi di registrazione oggi sono senza senso, eccessivi, direi più esaltazione dell’ego personale che reale necessità. Non ti servono monitors da 20 mila euro, 3 sale di registrazione e miriade di strumentazione hardware quando gran parte del materiale oggi passa digitalmente da una DAW e plug-in, per un target che generalmente ascolta con AirPods e altri dispositivi a basse prestazioni. Spesso ottieni gli stessi pessimi risultati con qualche plug-in e una modesta scheda audio.
Tuttavia, tutte queste argomentazioni valgono solo per la musica mainstream, quella high end è ancora come una volta, ed è l’unica che non solo investe in innovazione ma propone cose nuove e va sempre avanti anziché tornare indietro.
C’è da dire che tanti artisti rinunciano a una produzione migliore perché semplicemente non ci rientra nei costi.
A mio parere è una cosa molto complessa, che comunque tiene conto anche delle abitudini di ascolto purtroppo e del target a cui ti stai rivolgendo. Pensare di continuare a vendere un prodotto a un target che oggi non compra quasi più e ha tutto disponibile online, è da suicidio.
"C’è da dire che tanti artisti rinunciano a una produzione migliore perché semplicemente non ci rientra nei costi.". E' questo il nocciolo. Fino a che gli "artisti" non capiscono che la loro musica è un servizio e non un prodotto, si troveranno ad utilizzare servizi per tentare di posizionare il loro "prodotto", che prodotto non è. Bisogna cambiare modelli e mentalità. Non semplice. Un saluto
Il problema è tutto Italiano. Tutti vogliono i lavori gratis
Permettimi di dirti che se hai questo problema significa che non hai un sistema di qualifica del cliente: se ti interfacci o vieni contattato da persone che vogliono i lavori gratis il problema è tuo, non loro. Pensa che noi abbiamo il problema inverso. Saluti
I miei video:
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I tempi sono cambiati. chi lavora bene, lavora ,sia home studio sia in studi Figi .non ce' niente da criticare mi dispiace ,la gente ascolta quello che piace, sia fatto in un buco, sia fatto in un studio pieno di ferri che solo fa volume.
La mia non è una critica, ma una constatazione. E comunque si, sono d'accordo con te: come dico da tre anni la differenza la fanno le persone ed i processi. Non i pezzi di ferro o i processori. Saluti
beh la self production è una realtà. Fino a ieri un tizio vendeva patate al mercato, oggi con l'intervento dell'AI e delle tecnologie non serve saper cantare, c'è l'autotune, non serve conoscere la tecnica, ci sono i mixer che correggono qualsiasi incompetenza, quindi sì, i tecnici audio, gli ingegneri del suono, i registi, i direttori della fotografia, sono obsoleti. Il prossimo Avatar, Mr. Cameron se lo farà in una camera d'hotel, senza nemmeno usare una telecamera. Tu pensa che mi ha chiamato un cliente che vuole un video stile B-roll, pensa te dove siamo arrivati.