Non è vero ma ci credo | Commedia teatrale

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  • เผยแพร่เมื่อ 29 ธ.ค. 2024
  • Non è vero, ma ci credo | Commedia teatrale
    Tre atti comici di Peppino De Filippo
    Dalla Compagnia di Teatro di Fabio Gravina presso il Teatro Prati di Roma
    Regia: Fabio Gravina
    con Fabio Gravina, Lelia Mangano De Filippo, Paolo Perinelli, Paola Riolo, Enzo Casertano, Giulia Cesareo, Dodo Gagliarde, Ferdinando Puglia e Antonia Esposito
    Scene: Francesco De Summa
    Costumi: Susanna Proietti
    Musiche originali: Mariano Perrella
    commedia in 2 atti di Peppino De Filippo con Dodo Gagliarde, Paolo Perinelli, Paola Riolo, Enzo Casertano, Antonia Esposito, Ferdinando Puglia e Giulia Cesareo.
    “Non è vero, ma ci credo!” E’ una frase ormai da molti anni di uso comune.
    Ogni qual volta si vuole ironizzare sulla superstizione, la jettatura, ma anche sull’astrologia, la magia, ecc: per indicare un finto distacco si dice: non è vero… ma ci credo.
    Assistiamo, in questa nostra strana epoca, a magnifiche rivoluzioni tecnologiche; conquiste della scienza e della medicina impensabili solo fino a pochi decenni addietro.
    Eppure nella nostra avanzatissima società vi sono pericolosi rigurgiti di epoche lontane, di un passato buio fatto di superstizione, ignoranza, crudeltà. Forse Peppino De Filippo quando scrisse questa sua bellissima commedia, immaginava che “Non è vero, ma ci credo!” sarebbe stata di grande attualità anche dopo 50 anni, e che parlare di iettatura e superstizione significava parlare delle nostre paure più remote e profonde.
    Attraverso la sua irresistibile comicità, Peppino ci racconta una vicenda che cela una intensa drammaticità.
    Il protagonista è supertizioso, prigioniero delle sue manie e delle sue paure.
    I tanti rituali che accompagnano la sua giornata, le “condotte magiche” a cui si attiene scrupolosamente per sentirsi al sicuro, testimoniano un comportamento ossessivo e compulsivo al limite del patologico.
    Egli è vittima di se stesso, ma è anche causa di sofferenze altrui: licenzia un suo impiegato perchè lo considera “malaugurio”, assume al suo posto un ragazzo cifotico perchè “Il gobbo porta bene”… Ed è perfino disposto a dargli in moglie la sua unica figlia!
    Peppino sapeva bene che queste false credenze sono ancora molto radicate nella nostra società

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