Quanto mi è sempre piaciuta l’etimologia delle parole. Questo convegno del professore mette il non plus ultra sul soggetto. Sono molto sodisfatto. Se fossi nato con intelligenza più spiccata questo sarebbe stato il mio studio.
Grazie Prof. Dedola. Lei contribuisce a dissipare la nebbia delle incoerenze e gli obbrobbi storici dove la cultura "tradizionale" ci ha tenuto per decenni. Anche cultura andrebbe tra virgolette. Una sola delucidazione, in altre circostanze Lei traduce Pheleset, spero di aver scritto bene, come guerrieri distruttori provenienti dal mare. Grazie per la risposta e soprattutto per la sua opera.
Gentile Giuseppe, per quanto la tecnica etimologica, se adoperata con saldo criterio interpretativo, riesca a risolvere la maggior parte delle etimologie, apportando solide basi, c’è una minoranza di vocaboli antichi che ai fini della loro traduzione suscitano dubbi, paradossalmente a causa dell’abbondanza di opzioni. Ciò è dovuto quasi sempre ad un aspetto universale vigente in ogni lingua, quello della polisemia, in virtù della quale parecchie idee sono espresse con fonemi uguali: vedi l’it. foro, che indica un ‘buco’ ed anche la ‘piazza dove i magistrati romani esercitavano la giustizia’. Esempi dal sumerico: am esprime l’idea di ‘uccello’ ed anche quella del ‘toro selvaggio’; ama significa ‘camera’ e ‘madre’; gu significa ‘banco’, ed anche ‘collo’, ‘fagiolo’, ‘corda’, ‘interezza’, ‘forza’, ‘mangiare’, ‘voce’. Se la lingua più antica individuata per ricercare le basi di una lingua seriore fosse, putacaso, quella italiana, c’è da chiedersi come deciderebbe un etimologo tra 5000 anni, trovandosi a ponderare vocaboli con minime opposizioni foniche come papa-papà, rene, Irene, arena; oppure fato-fatto; o topo-dopo; o pasto-pesto-peste; o pasta-pista-posta ; o dotto-detto; o reo-rio; o faro-baro; o pappa-pippa-poppa; o pupa-upupa. L’identità antico-moderno tra vocaboli diventa più problematica se le lingue da cui attingere il vocabolo-base sono più di una: esempio, se io tra 5000 anni dovessi scegliere tra il vocabolo it. reo ‘colpevole’ ed il gr. reō ‘scorro’, avrei tentennamenti, e potrei fallire. Da tutto ciò si evince che molte opzioni etimologiche rimangono dubbie sia quando si dispone di identità grafiche sia per il solo variare di una sola vocale, come nel sum. pel 'deturpare' e pil ‘guerriero’. Poiché dopo 5000 anni è spesso arduo stabilire a priori quale voce originaria possa agganciarsi a un termine apparso millenni dopo, è ovvio che stabilire con certezza la reale base etimologica di Filisteo non è facile, anche perché ogni nazione diede a quell’etnico un nome suo proprio: gli Ebrei li chiamarono Philištim; gli Egizi li chiamarono Peleset (e già sorge il dubbio, poiché la -e- delle parole egizie, le quali non esprimono le vocali, non è altro che una convenzione dei moderni orientalisti); e così via. In questa situazione, è possibile dare al vocabolo egizio Peleset due soluzioni etimologiche differenti. La prima dal sumerico pil ‘guerriero’ + eš ‘acqua’ + ed ‘distruttore, demolitore’, dove il composto pil-eš-ed significò ‘guerrieri distruttori che vengono dal mare’. La seconda soluzione dal sum. pēl-i-šita ‘i deturpati che producono armi’. Saluti, Salvatore Dedola
Grazie professore. Non volevo essere polemico, solo avere un chiarimento e come sempre, lei e' stato molto esaustivo. Apprezzo molto i suoi lavori, io lo chiamerei la sua missione. Iimmaginavo che una lingua cosi lingua antica e ricca di parole - sillabe, potesse portare a piu interpretazioni di una stessa parola o frase. L' importante che le traduzioni, e le sue, a differenza di altre, lo sono, abbiano un senso compiuto e attinente alla realta'. P.S.: a quando una versione digitale delle sue opere, per esempio per noi residenti all'estero. Di nuovo Grazie. Salvatore Dedola Santo subito.
Grazie prof. Dedola per il suo lavoro immenso sulla lingua sarda. La seguo con molto interesse, ho già acquistato diversi suoi lavori, e li trovo non solo molto interessanti e anche molto ben documentati. Vorrei acquistare il primo volume dell'Enciclopedia del Popolo Shardana a cui si accenna in questo video, ma non riesco a reperirlo sugli store: come devo fare per ordinarlo? grazie mille per le informazioni
Buongiorno Federica, sono lieto della tua curiosità e dell'interesse in merito a temi così importanti e profondi. Il primo volume della mia nuova pubblicazione: "Enciclopedia della civiltà shardana. La civiltà della Sardegna prima dell'invasione romana (trattato etimologico)" lo puoi trovare qui www.amazon.it/Enciclopedia-shardana-Sardegna-dellinvasione-etimologico/dp/886791152X Colgo l'occasione per augurare buone feste! Salvatore.
@@salvatorededolalinguista o ded..............non dici cavolate........tu non sai mancu tradurre il tuo cognome dal tuo sardu................c e solo una lingua ......che si chiama la lingua degli dei..e quella albanese..!!........per quella ha scritto il mondo nei secoli..!!
Non sono un esperto. Ho letto un paio di libri di Paolo Melis che si collegano a questi argomenti. Comunque ho seguito con molta attenzione il filmato e mi è piaciuto molto. Anche Primo Levi in un suo libro parla di girovaghi che lavorano i metalli, il piombo in particolare. Sono deciso ad approfondire le osservazioni di Salvatore Dedola.
Ci si gira sempre intorno, si fanno grandissimi girotondi come se si avesse timore nel caso migliore e onesto di pronunciare il benedetto termine: PELASGO!!!!
Io vengo dalla Repubblica Ceca, ho studiato la mia lingua che mi piace veramente molto . Ma dopo che ho vissuto in Sardegna, ho notato questa strana "assomiglianza" con le lettere č , š, x [ž] etc . Manca solo il nostro ř :-) . Cmq ciclope secondo un altro professore Walter Burkert ,era un fabbro che si proteggeva dal fuoco un occhio (come dei pirati ) e non che erano dei mostri . Forse non tutti presenti alla conferenza sono informati abbastanza per seguire sig.Dedola
Argomentazione puramente fantascientifica: le sue personali convinzioni per lei sono come prosciutto sugli occhi. Sicuramente non tutti quelli che ascoltano o comprano i suoi libri hanno studiato sumero, ma ad esempio le posso dire con certezza che il nome “is paras” vuol dire esattamente “i frati”. Non è un opinione personale; a Isili sanno bene che il nuraghe su idili prese il nome di is paras dai frati scolopi che fino all’800 possedevano la proprietà. Per il resto durante la trattazione ha ingarbugliato cose che non appiccicano nulla al GERGO dei ramai.
Bisognetebbe trovare documenti più antichi dell scrittura sumera per avvallare un'ipotesi del genere.. E per ora non esistono. Quindi bisogna avere un approccio scientifico e vedere i dati di fatto.
Quanto mi è sempre piaciuta l’etimologia delle parole. Questo convegno del professore mette il non plus ultra sul soggetto. Sono molto sodisfatto. Se fossi nato con intelligenza più spiccata questo sarebbe stato il mio studio.
Grazie Prof. Dedola. Lei contribuisce a dissipare la nebbia delle incoerenze e gli obbrobbi storici dove la cultura "tradizionale" ci ha tenuto per decenni. Anche cultura andrebbe tra virgolette. Una sola delucidazione, in altre circostanze Lei traduce Pheleset, spero di aver scritto bene, come guerrieri distruttori provenienti dal mare. Grazie per la risposta e soprattutto per la sua opera.
Gentile Giuseppe,
per quanto la tecnica etimologica, se adoperata con saldo criterio interpretativo, riesca a risolvere la maggior parte delle etimologie, apportando solide basi, c’è una minoranza di vocaboli antichi che ai fini della loro traduzione suscitano dubbi, paradossalmente a causa dell’abbondanza di opzioni. Ciò è dovuto quasi sempre ad un aspetto universale vigente in ogni lingua, quello della polisemia, in virtù della quale parecchie idee sono espresse con fonemi uguali: vedi l’it. foro, che indica un ‘buco’ ed anche la ‘piazza dove i magistrati romani esercitavano la giustizia’. Esempi dal sumerico: am esprime l’idea di ‘uccello’ ed anche quella del ‘toro selvaggio’; ama significa ‘camera’ e ‘madre’; gu significa ‘banco’, ed anche ‘collo’, ‘fagiolo’, ‘corda’, ‘interezza’, ‘forza’, ‘mangiare’, ‘voce’. Se la lingua più antica individuata per ricercare le basi di una lingua seriore fosse, putacaso, quella italiana, c’è da chiedersi come deciderebbe un etimologo tra 5000 anni, trovandosi a ponderare vocaboli con minime opposizioni foniche come papa-papà, rene, Irene, arena; oppure fato-fatto; o topo-dopo; o pasto-pesto-peste; o pasta-pista-posta ; o dotto-detto; o reo-rio; o faro-baro; o pappa-pippa-poppa; o pupa-upupa. L’identità antico-moderno tra vocaboli diventa più problematica se le lingue da cui attingere il vocabolo-base sono più di una: esempio, se io tra 5000 anni dovessi scegliere tra il vocabolo it. reo ‘colpevole’ ed il gr. reō ‘scorro’, avrei tentennamenti, e potrei fallire. Da tutto ciò si evince che molte opzioni etimologiche rimangono dubbie sia quando si dispone di identità grafiche sia per il solo variare di una sola vocale, come nel sum. pel 'deturpare' e pil ‘guerriero’. Poiché dopo 5000 anni è spesso arduo stabilire a priori quale voce originaria possa agganciarsi a un termine apparso millenni dopo, è ovvio che stabilire con certezza la reale base etimologica di Filisteo non è facile, anche perché ogni nazione diede a quell’etnico un nome suo proprio: gli Ebrei li chiamarono Philištim; gli Egizi li chiamarono Peleset (e già sorge il dubbio, poiché la -e- delle parole egizie, le quali non esprimono le vocali, non è altro che una convenzione dei moderni orientalisti); e così via. In questa situazione, è possibile dare al vocabolo egizio Peleset due soluzioni etimologiche differenti. La prima dal sumerico pil ‘guerriero’ + eš ‘acqua’ + ed ‘distruttore, demolitore’, dove il composto pil-eš-ed significò ‘guerrieri distruttori che vengono dal mare’. La seconda soluzione dal sum. pēl-i-šita ‘i deturpati che producono armi’.
Saluti, Salvatore Dedola
Grazie professore. Non volevo essere polemico, solo avere un chiarimento e come sempre, lei e' stato molto esaustivo. Apprezzo molto i suoi lavori, io lo chiamerei la sua missione. Iimmaginavo che una lingua cosi lingua antica e ricca di parole - sillabe, potesse portare a piu interpretazioni di una stessa parola o frase. L' importante che le traduzioni, e le sue, a differenza di altre, lo sono, abbiano un senso compiuto e attinente alla realta'. P.S.: a quando una versione digitale delle sue opere, per esempio per noi residenti all'estero.
Di nuovo Grazie.
Salvatore Dedola Santo subito.
Grazie prof. Dedola per il suo lavoro immenso sulla lingua sarda. La seguo con molto interesse, ho già acquistato diversi suoi lavori, e li trovo non solo molto interessanti e anche molto ben documentati. Vorrei acquistare il primo volume dell'Enciclopedia del Popolo Shardana a cui si accenna in questo video, ma non riesco a reperirlo sugli store: come devo fare per ordinarlo?
grazie mille per le informazioni
Buongiorno Federica, sono lieto della tua curiosità e dell'interesse in merito a temi così importanti e profondi.
Il primo volume della mia nuova pubblicazione: "Enciclopedia della civiltà shardana. La civiltà della Sardegna prima dell'invasione romana (trattato etimologico)" lo puoi trovare qui
www.amazon.it/Enciclopedia-shardana-Sardegna-dellinvasione-etimologico/dp/886791152X
Colgo l'occasione per augurare buone feste!
Salvatore.
grazie!!!!!
@@salvatorededolalinguista o ded..............non dici cavolate........tu non sai mancu tradurre il tuo cognome dal tuo sardu................c e solo una lingua ......che si chiama la lingua degli dei..e quella albanese..!!........per quella ha scritto il mondo nei secoli..!!
Profesore Dedola, Devi communicare con Etimologjo Albanese Agron Dalipaj
Non sono un esperto. Ho letto un paio di libri di Paolo Melis che si collegano a questi argomenti. Comunque ho seguito con molta attenzione il filmato e mi è piaciuto molto. Anche Primo Levi in un suo libro parla di girovaghi che lavorano i metalli, il piombo in particolare. Sono deciso ad approfondire le osservazioni di Salvatore Dedola.
Ci si gira sempre intorno, si fanno grandissimi girotondi come se si avesse timore nel caso migliore e onesto di pronunciare il benedetto termine: PELASGO!!!!
Ma di cosa sta parlando esattamente? Non doveva parlare del gergo dei ramai?
Io vengo dalla Repubblica Ceca, ho studiato la mia lingua che mi piace veramente molto . Ma dopo che ho vissuto in Sardegna, ho notato questa strana "assomiglianza" con le lettere č , š, x [ž] etc . Manca solo il nostro ř :-) .
Cmq ciclope secondo un altro professore Walter Burkert ,era un fabbro che si proteggeva dal fuoco un occhio (come dei pirati ) e non che erano dei mostri . Forse non tutti presenti alla conferenza sono informati abbastanza per seguire sig.Dedola
Argomentazione puramente fantascientifica: le sue personali convinzioni per lei sono come prosciutto sugli occhi. Sicuramente non tutti quelli che ascoltano o comprano i suoi libri hanno studiato sumero, ma ad esempio le posso dire con certezza che il nome “is paras” vuol dire esattamente “i frati”. Non è un opinione personale; a Isili sanno bene che il nuraghe su idili prese il nome di is paras dai frati scolopi che fino all’800 possedevano la proprietà. Per il resto durante la trattazione ha ingarbugliato cose che non appiccicano nulla al GERGO dei ramai.
Il sumero è lingua pelasgica.I pelasgi sono i protohelleni!!!!
Bisognetebbe trovare documenti più antichi dell scrittura sumera per avvallare un'ipotesi del genere.. E per ora non esistono. Quindi bisogna avere un approccio scientifico e vedere i dati di fatto.