“Fa i Cocci. Le parole e i suoni della ceramica”
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- เผยแพร่เมื่อ 11 ม.ค. 2025
- Un documentario etnolinguistico sulle terrecotte e le ceramiche dell’Umbria
| Lingua: ITA | Formato: mp4 | Durata: 44:16 |
Perugia, 12 dicembre 2024 - “Fa i Cocci. Le parole e i suoni della ceramica” è un documentario di Antonello Lamanna (giornalista, Ph. D) che esplora l’arte della terracotta e della ceramica umbra attraverso una prospettiva etnolinguistica e antropologica. Il progetto prende vita nell'ambito della ricerca scientifica “Voxteca dell'Unistrapg” e si sviluppa attraverso un’indagine sul campo, profondamente radicata nelle tradizioni locali e nelle storie dei maestri artigiani. Esplora e racconta le connessioni tra linguaggio, gesti e suoni, elementi che accompagnano e caratterizzano questo antico mestiere. Integrando aspetti linguistici e antropologici, il documentario si concentra su alcuni momenti etnografici inediti del processo di lavorazione, con particolare attenzione ai passaggi delle cotture delle terrecotte e delle decorazioni.
Nel documentario, girato tra le principali fabbriche umbre, sono state analizzate sotto il profilo etnolinguistico tutte le fasi del ciclo produttivo della lavorazione dell’argilla (selezione, preparazione e lavorazione dei materiali, modellazione al tornio, a stampo, e a colaccio ‘a colaggio’, essiccazione, smaltatura, decorazione e cottura). L’attenzione è stata rivolta alla terminologia tecnica utilizzata dai tornianti, dagli stampatori, dai vasai e dalle decoratrici, in particolare al lessico ceramologico contemporaneo, e al linguaggio di bottega acquisito dagli artigiani che continuano in parte l’uso di alcuni termini presenti già nei glossari del Cinquecento.
Il documentario è stato presentato in un Convegno Internazionale organizzato e promosso dall’Università di Padova (Sappada) ed è stata anche l’occasione per fare il punto della ricerca scientifica in Italia sulle discipline linguistiche. Il meeting alle Dolomiti è un appuntamento che vede riunirsi da 15 anni, oltre 200 studiosi del gotha internazionale della ricerca scientifica provenienti da ogni parte d’Italia e da molte altre sedi universitarie internazionali per approfondire e confrontarsi sulle tematiche relative ai dialetti, e all’oralità contemporanea.
“Centro di attenzione di queste ricerche - ha sottolineato Antonello Lamanna - sono costantemente state quelle varietà linguistiche di tradizione orale che l’abitudine ci induce a definire “dialetti”. Dal punto di vista linguistico si tratta di lingue “naturali”, affidate alla competenza dei parlanti, e non a grammatiche ed apparati normativi codificati dall’esterno. La trafila dell’oralità su cui si basa la loro trasmissione, e che per secoli è stata la loro forza, col mutare dei modelli sociali e culturali e l’avvento di tecnologie che rivoluzionano i sistemi di comunicazione, rischia di farsi ora motivo di debolezza. Se, nel mondo della globalizzazione, all’utilitaristica previsione di un non più verosimile guadagno immediato nell’uso delle “piccole” lingue locali non si accompagna la consapevolezza del loro valore, la loro deriva può diventare irreversibile. È oggi perciò importante - continua Lamanna - riflettere sull’importanza di varietà linguistiche che sono state un forte strumento di coesione, inscindibilmente legate all’interpersonalità dei rapporti e al gruppo, ma soprattutto stretto legame col territorio, insomma con una quotidianità che si è fatta filosofia della vita, e che merita di essere conosciuta. Ora che l’oralità sembra non più in grado di custodire e difendere da sola la sua memoria - conclude Lamanna - sottrarre alla distruzione del tempo i segni dell’antica cultura pare diventata un’impresa non più rinviabile: raccogliendo le testimonianze dei protagonisti, rifiutandosi di interrompere la continuità generazionale, si potranno forse consentire nuovi protagonismi a parlate altrimenti condannate all’oblio”.
Questo approccio audiovisivo testimonia e documenta la maestria tecnica e la ritualità del lavoro, offrendo uno sguardo ravvicinato alle “mani maestre” degli artigiani, agli strumenti utilizzati, e ai dialoghi che si intrecciano nei laboratori, e soprattutto al lessico.
Attraverso un intreccio di immagini, voci, e suoni registrati sul campo, “Fa i Cocci” restituisce il fascino di un sapere tradizionale che continua a vivere e a trasformarsi, rendendo omaggio alla ricchezza culturale e al valore umano di una delle pratiche artistiche più emblematiche dell’Umbria.
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Per Gentile Concessione di Radar | Egea| [Liberatorie]
Dal Cd "Urbane Take" di Cristiano Arcelli, 2009, Radar
“Broken dance” durata: 2,24 sec.
“Distanza e cose” durata 2,50sec.
"Bar sole” durata 2,60 sec.
“Derrick in love” durata 1,19 sec.
Dal Cd "Lo stortino"di Gabriele Mirabassi, 2000 Egea
"Lo stortino", durata 2,40sec.
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