L'imponenza del Forte di Gavi

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  • เผยแพร่เมื่อ 12 ต.ค. 2023
  • L’esistenza di un castello a Gavi è attestata fin dal 973. Con un diploma imperiale datato 30 maggio 1191, Enrico VI, figlio di Federico I Barbarossa, donò in feudo alla repubblica di Genova il castello e il borgo. Il feudo passò poi sotto la signoria dei Visconti di Milano; dopo altri passaggi di proprietà, nel 1528 tornò alla repubblica di Genova, che lo detenne fino al 1815, anno in cui l’antica repubblica fu annessa al regno sabaudo.
    Nel corso dei secoli il castello assunse l’aspetto di una possente fortezza. I primi interventi radicali furono eseguiti nel 1540 da Giovanni Maria Olgiati, ingegnere militare al servizio della repubblica di Genova, mentre nel secolo successivo il forte fu ulteriormente ampliato dal frate domenicano Vincenzo da Fiorenzuola, al secolo Gaspare Maculan, noto per essere stato l’inquisitore al processo contro Galileo Galilei.
    Nel 1859 l’antica fortezza genovese fu privata della sua identità storica per essere trasformata in reclusorio civile e durante il primo conflitto mondiale diventò un carcere militare. Nell’interludio fra le due guerre, in alcuni terrapieni della fortezza, furono impiantati vitigni sperimentali dal Consorzio Antifilosserico, ma con la seconda guerra mondiale il forte tornò ad essere luogo di detenzione e fu scenario di rocambolesche fughe da parte dei prigionieri angloamericani.
    Fu poi consegnato alla Soprintendenza per i Beni Architettonici del Piemonte ed ebbe inizio una costante e progressiva opera di restauro e salvaguardia che prosegue ancora oggi e ha permesso di restituire alla fruizione pubblica questo raro esempio di architettura militare.

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