Forse non ho del tutto colto, ma credo che la mia amata Berlino negli anni 90 ha aggiunto un sacco di belli edifici ma creando tanti non luoghi. Come sempre brava. Grazie
Molto interessante come spunto di riflessione e dibattito, anche se non condivido appieno il pensiero di Augè. A mio modesto parere, aggiungerei anche una riflessione a livello "relativo/assoluto" nel riconoscere un luogo o un non luogo come tale; uno spazio pubblico urbano o un'opera architettonica di grande valore, ad esempio, possono essere riconosciuti come luoghi in assoluto in quanto hanno un valore storico, estetico e sociale intrinseco, in cui si sviluppano diversi tipi di relazioni, come allo stesso tempo un semplice parco urbano o addirittura, allacciandomi al discorso di The Terminal, un aeroporto può risultare solamente per Viktor un luogo, col passare del tempo, ma per altri rimane comunque un non luogo (nonostante poi risulta essere comunque uno scambio intermodale per potenziali relazioni quindi non sarei proprio d'accordo nel definirlo non luogo, è sempre un discorso più soggettivo secondo me). Al di là di questo, ti volevo fare veramente i complimenti per i contenuti che porti perchè, da studente di architettura in procinto di elaborare la tesi, ti ho scoperta da poco e devo dire che sto seguendo tutti i tuoi video passo passo con molto interesse, quindi brava brava brava! :) Ti vorrei suggerire, laddove non lo avessi già letto, un libro che ho trovato molto interessante e riprende anche alcuni concetti che hai trattato come l'autenticità, l'analisi sul "fenomeno" Las Vegas, il "mondo a disposizione", soprattutto il turismo che è il concetto chiave del libro, e molti altri spunti veramente curiosi e attuali. Il libro in questione è "Il selfie del mondo" di Marco D'Eramo. Come ultima cosa, poi tolgo il disturbo, avrei piacere di consigliarti di fare magari un video su Luigi Moretti, ne sarei veramente lieto ed entusiasta! Complimenti ancora, continua così! :D
Secondo te le tipologie edilizie à la unité d’habitation, in virtù della loro standardizzazione dell’unità abitativa, possono essere considerate dei non-luoghi (contrariamente alla concezione utopica con cui sono state concepite)? Bel video, come sempre ❤️
No, non è che tutto ciò che è frutto di una standardizzazione sia da considerare non luogo. Un non luogo è un luogo che non ha identità, che può essere frutto di qualunque mente in qualsiasi posto del mondo e che, soprattutto, vede al suo interno solamente il passaggio dell'utenza che, di conseguenza, non si cura di renderlo particolarmente "proprio". L'unitè d'habitation (e architetture simili), hanno una marcata identità e, in più, sono macchine dell'abitare, perciò questa identità ce l'hanno per forza, dato che prevedono una permanenza duratura al loro interno, una sorta di contaminazione dello spazio. Oltre al fatto che, più che di standardizzazione, nel caso che hai detto, io parlerei di modulo, il che è molto diverso: non è uno standard applicabile alla tipologia, ma un modulo ripetuto nella medesima architettura. Non so se sono stata abbastanza chiara, ma spero che si sia capito cosa intendo. Comunque grazie per aver guardato e apprezzato questo video!
Grazie per il chiarimento. Avrei dovuto specificare gli esempi nostrani (Zen, Vele et similia), che hanno avuto una sorte molto più triste rispetto al caso felice dell’UDH. Per questo mi era sorto il dubbio. Vedrò comunque di recuperare il volumetto di Augé. Ciao 😊
Perdonami questo commento a un video un po’ datato, ma spero lo leggerai. Sto iniziando a pensare a un percorso di ricerca sul rapporto tra architettura e il nuovo mondo digitale, al quale tu hai fatto riferimento a fine video. Hai presente qualche testo che tratti questo argomento? Ti ringrazio in anticipo e ti faccio i miei complimenti💪🏻
Più che alle stazioni mi viene da pensare a luoghi come sottopassaggi periferici, strade di campagna, zone di attesa dei mezzi pubblici (treno, pullman, metropolitana, aereo), distaccate dagli edifici in sé, le cabine dei bancomat, le autostrade, parcheggi, discariche. Insomma, luoghi in cui non avviene alcun rapporto, neanche di tipo lavorativo, e che trasmettano l'idea di alienazione.
Intendi la stazione spaziale? Beh, è un po’ difficile da definire, essendo un caso così particolare. In linea di massima, avendo tutti i “requisiti” potrebbe effettivamente esserlo ma, in realtà è talmente unica che non saprei se includerla tra i non luoghi...
Ciao! Sicuramente in settimana (voglio provare a farlo diventare un appuntamento regolare), ma per giorno e ora ti consiglio di seguirmi su Instagram, perché lo comunicherò sicuramente lì.
Ederake parlando di case con un forte carattere e soprattutto immaginarie cosa ne pensi di quella che si vede nel film jumanji ? . E quale delle tante fantarchitetture mostrate nei film abiteresti ? 😉
È una costruzione interessante in stile neocoloniale, sicuramente in linea con la narrazione fantastica del film. Sinceramente non ho pensato mai a che architettura fantastica abiterei, ma ti dico che ho un debole assurdo per casa Goldstein, un’abitazione reale che appare in diversi film. Probabilmente abiterei quella o il palazzo dove troviamo Niander Wallace in Blade Runner 2049. Sì, mi accontento di poco...😂
@@ederake forse casa goldstein potrebbe essere più alla portata ........ per il palazzo di wallace ho i miei dubbi . Ma sono entrambe strutture con un loro fascino . La prima nonostante forma e materiale e la casa ideale che ogni naufrago vorrebbe . La seconda ha una grande teatralità nonostante le forme essenziali e taglienti . Cmnq non li vedo come progetti irraggiungibili . Penso che la casa dei sogni qualunque sia lo stile si possa realizzare in qualche modo .......
Argh! Volevo creare un format chiamato "Supposte d'arte" e, solo per scrupolo (non credevo ci fosse un altro scemo capace di inventarsi un titolo del genere), ho cercato la frase su youtube... uff, dovrò inventarmi qualcosa di peggio! Però mi ha fatto scoprire questo canale, che sembra essere estremamente interessante!
Non condivido assolutamente nulla di questo ragionamento. Nemmeno la visione distopica e Huxleyana che dai alla fine del video, anzi, analizzando la storia dell'architettura più prossima e la critica contemporanea, la tendenza odierna è quella dell'autoreferenzialismo che ben si collega alle riflessioni individualistiche, fatte in tempi non sospetti da Bauman e Senneth. Già dagli anni 70 si nota questa tendenza che oggi è esplosa nell'architettura. Lungi da me dal generalizzare, si può notare come negli ultimi anni l'evidente uso dei software di modellazione parametrica negli studi di alcuni architetti determini una certa perdita d'identita nelle opere ed una certa standardizzazione (Schumacher, Fuksas, Cucinella, BIG ecc.) del processo, ma mai del risultato finale. Oggi più che mai le architetture sono differenti tra loro, altrimenti ci troveremmo ancora una volta nell'epoca moderna. Risolta la questione distopica, commento il ragionamento di Augè che trovo estremamente semplificatorio ed "etichettante", tanto da mostrarsi contraddittorio. Innanzitutto dal punto di vista sociale non condivido assolutamente che tutti i luoghi che hai citato siano "non luoghi" in quanto non producano relazioni tra individui. Ammesso che ogni luogo debba asservire a questo obbligo (e anche qui avrei delle riserve), anche il più recondito di quelli da te descritti è sempre memore di relazioni a partire dalla sua costruzione sino al suo uso. Anche le autostrade sono memori di avvenimenti e di relazioni molto più di quanto noi possiamo pensare. Su aereoporti, ferrovie e centri commerciali non credo ci sia bisogno di commentare. Sono luoghi di scambi, di relazioni e anche di identità, che sia quella dell'architetto che li progetti o sia semplicemente composta dalle persone che occupano lo spazio ma soprattutto dagli accadimenti. Sono nuove identità che fondano la loro base sulla mutevolevolezza e transitorietà, ma Augè dovrebbe sapere che ormai la permanenza non è più di questo mondo. Ergo trovo estremamente inconsistente e superficiale questa definizione di non luogo. Tutti i luoghi sono luoghi in quanto tali, basterebbe approfondirli un po per comprenderne la loro essenza. Ovviamente non è una critica a te ma ai contenuti del video, che invece trovo coinvolgente molto ben fatto.
Ciao! Ti ringrazio per questo commento che, per quanto non condivida pienamente, trovo sia molto ben articolato e terreno fertile per un dibattito che può risultare molto interessante. In realtà quella dei "non luoghi" è una teoria e, come tale, non è una verità assoluta, perciò ci sta che tu non la condivida. Io, però, vorrei invitarti a pensare in maniera più "spicciola", passami il termine: quello che tu dici può essere veritiero, in effetti, ma è inevitabile rapportarlo ad un certo tipo di architetture, ovvero quelle "d'autore", quelle pensate, progettate e realizzate in un certo modo. Prova a pensare alle architetture anonime, quelle mediocri, costruite solo per rispondere ad un'esigenza o ad una funzione e basta. Ecco, se pensi a quelle, probabilmente potresti, non dico cambiare idea, ma ammorbidire la tua posizione sulla questione non luoghi. Comunque, a parte tutto, ti ringrazio per i complimenti, per aver guardato il video e, soprattutto, per aver dato spunto per un nuovo dibattito. Spero tornerai a trovarmi. :)
Io non sono d accordo, i non luoghi possono mutare in luoghi, certo, soltanto peró a condizione che vi sia volontà da parte degli individui che li compongono, e non è sempre facile, anzi, soprattutto in una società come la nostra plasmata secondo l ideologia neoliberista, per cui lo spazio dove si agisce diventa soltanto un mezzo da utilizzare per i propri fini, e non un luogo di relazione, certo puó esistere una possibilità, ma non è la regola.
Forse non ho del tutto colto, ma credo che la mia amata Berlino negli anni 90 ha aggiunto un sacco di belli edifici ma creando tanti non luoghi.
Come sempre brava. Grazie
Grazie i tuoi video mi stanno salvando la quarantena
Ciao 😊 visto, mi è piaciuto molto, originale commedia e con un romantico risvolto
Grande!!
Molto interessante come spunto di riflessione e dibattito, anche se non condivido appieno il pensiero di Augè. A mio modesto parere, aggiungerei anche una riflessione a livello "relativo/assoluto" nel riconoscere un luogo o un non luogo come tale; uno spazio pubblico urbano o un'opera architettonica di grande valore, ad esempio, possono essere riconosciuti come luoghi in assoluto in quanto hanno un valore storico, estetico e sociale intrinseco, in cui si sviluppano diversi tipi di relazioni, come allo stesso tempo un semplice parco urbano o addirittura, allacciandomi al discorso di The Terminal, un aeroporto può risultare solamente per Viktor un luogo, col passare del tempo, ma per altri rimane comunque un non luogo (nonostante poi risulta essere comunque uno scambio intermodale per potenziali relazioni quindi non sarei proprio d'accordo nel definirlo non luogo, è sempre un discorso più soggettivo secondo me).
Al di là di questo, ti volevo fare veramente i complimenti per i contenuti che porti perchè, da studente di architettura in procinto di elaborare la tesi, ti ho scoperta da poco e devo dire che sto seguendo tutti i tuoi video passo passo con molto interesse, quindi brava brava brava! :)
Ti vorrei suggerire, laddove non lo avessi già letto, un libro che ho trovato molto interessante e riprende anche alcuni concetti che hai trattato come l'autenticità, l'analisi sul "fenomeno" Las Vegas, il "mondo a disposizione", soprattutto il turismo che è il concetto chiave del libro, e molti altri spunti veramente curiosi e attuali. Il libro in questione è "Il selfie del mondo" di Marco D'Eramo.
Come ultima cosa, poi tolgo il disturbo, avrei piacere di consigliarti di fare magari un video su Luigi Moretti, ne sarei veramente lieto ed entusiasta! Complimenti ancora, continua così! :D
Secondo te le tipologie edilizie à la unité d’habitation, in virtù della loro standardizzazione dell’unità abitativa, possono essere considerate dei non-luoghi (contrariamente alla concezione utopica con cui sono state concepite)?
Bel video, come sempre ❤️
No, non è che tutto ciò che è frutto di una standardizzazione sia da considerare non luogo. Un non luogo è un luogo che non ha identità, che può essere frutto di qualunque mente in qualsiasi posto del mondo e che, soprattutto, vede al suo interno solamente il passaggio dell'utenza che, di conseguenza, non si cura di renderlo particolarmente "proprio". L'unitè d'habitation (e architetture simili), hanno una marcata identità e, in più, sono macchine dell'abitare, perciò questa identità ce l'hanno per forza, dato che prevedono una permanenza duratura al loro interno, una sorta di contaminazione dello spazio. Oltre al fatto che, più che di standardizzazione, nel caso che hai detto, io parlerei di modulo, il che è molto diverso: non è uno standard applicabile alla tipologia, ma un modulo ripetuto nella medesima architettura. Non so se sono stata abbastanza chiara, ma spero che si sia capito cosa intendo. Comunque grazie per aver guardato e apprezzato questo video!
Grazie per il chiarimento. Avrei dovuto specificare gli esempi nostrani (Zen, Vele et similia), che hanno avuto una sorte molto più triste rispetto al caso felice dell’UDH.
Per questo mi era sorto il dubbio.
Vedrò comunque di recuperare il volumetto di Augé.
Ciao 😊
Perdonami questo commento a un video un po’ datato, ma spero lo leggerai. Sto iniziando a pensare a un percorso di ricerca sul rapporto tra architettura e il nuovo mondo digitale, al quale tu hai fatto riferimento a fine video. Hai presente qualche testo che tratti questo argomento? Ti ringrazio in anticipo e ti faccio i miei complimenti💪🏻
Ciao! Così, su due piedi, ti consiglierei sicuramente di approfondire la questione della Datacity o Metatown di MVRDV.
Purtroppo sono quasi completamente d accordo con te! Ottimi spunti di riflessione
Wow! Ti ringrazio
Grazie a te per il tuo tempo! 😊
Interessante Marc Auge
Studiato in psicologia al liceo, argomento interessante. Ne siamo stracolmi di questi luoghi, purtroppo.
Ti amooooo
Ahahahah! Addirittura! Grazie! 😊
Più che alle stazioni mi viene da pensare a luoghi come sottopassaggi periferici, strade di campagna, zone di attesa dei mezzi pubblici (treno, pullman, metropolitana, aereo), distaccate dagli edifici in sé, le cabine dei bancomat, le autostrade, parcheggi, discariche. Insomma, luoghi in cui non avviene alcun rapporto, neanche di tipo lavorativo, e che trasmettano l'idea di alienazione.
Sono non luoghi anche quelli, in realtà...prevedono interazioni e flussi diversi, ma li possiamo sicuramente considerare dei non luoghi.
Per esempio anche l’ISS è un non luogo? È il primo di tanti del suo genere?
Intendi la stazione spaziale? Beh, è un po’ difficile da definire, essendo un caso così particolare. In linea di massima, avendo tutti i “requisiti” potrebbe effettivamente esserlo ma, in realtà è talmente unica che non saprei se includerla tra i non luoghi...
La prossima live quando?
Ciao! Sicuramente in settimana (voglio provare a farlo diventare un appuntamento regolare), ma per giorno e ora ti consiglio di seguirmi su Instagram, perché lo comunicherò sicuramente lì.
Ederake parlando di case con un forte carattere e soprattutto immaginarie cosa ne pensi di quella che si vede nel film jumanji ? . E quale delle tante fantarchitetture mostrate nei film abiteresti ? 😉
È una costruzione interessante in stile neocoloniale, sicuramente in linea con la narrazione fantastica del film. Sinceramente non ho pensato mai a che architettura fantastica abiterei, ma ti dico che ho un debole assurdo per casa Goldstein, un’abitazione reale che appare in diversi film. Probabilmente abiterei quella o il palazzo dove troviamo Niander Wallace in Blade Runner 2049. Sì, mi accontento di poco...😂
@@ederake forse casa goldstein potrebbe essere più alla portata ........ per il palazzo di wallace ho i miei dubbi . Ma sono entrambe strutture con un loro fascino . La prima nonostante forma e materiale e la casa ideale che ogni naufrago vorrebbe . La seconda ha una grande teatralità nonostante le forme essenziali e taglienti . Cmnq non li vedo come progetti irraggiungibili . Penso che la casa dei sogni qualunque sia lo stile si possa realizzare in qualche modo .......
Argh! Volevo creare un format chiamato "Supposte d'arte" e, solo per scrupolo (non credevo ci fosse un altro scemo capace di inventarsi un titolo del genere), ho cercato la frase su youtube... uff, dovrò inventarmi qualcosa di peggio! Però mi ha fatto scoprire questo canale, che sembra essere estremamente interessante!
Non condivido assolutamente nulla di questo ragionamento.
Nemmeno la visione distopica e Huxleyana che dai alla fine del video, anzi, analizzando la storia dell'architettura più prossima e la critica contemporanea, la tendenza odierna è quella dell'autoreferenzialismo che ben si collega alle riflessioni individualistiche, fatte in tempi non sospetti da Bauman e Senneth. Già dagli anni 70 si nota questa tendenza che oggi è esplosa nell'architettura. Lungi da me dal generalizzare, si può notare come negli ultimi anni l'evidente uso dei software di modellazione parametrica negli studi di alcuni architetti determini una certa perdita d'identita nelle opere ed una certa standardizzazione (Schumacher, Fuksas, Cucinella, BIG ecc.) del processo, ma mai del risultato finale. Oggi più che mai le architetture sono differenti tra loro, altrimenti ci troveremmo ancora una volta nell'epoca moderna.
Risolta la questione distopica, commento il ragionamento di Augè che trovo estremamente semplificatorio ed "etichettante", tanto da mostrarsi contraddittorio. Innanzitutto dal punto di vista sociale non condivido assolutamente che tutti i luoghi che hai citato siano "non luoghi" in quanto non producano relazioni tra individui. Ammesso che ogni luogo debba asservire a questo obbligo (e anche qui avrei delle riserve), anche il più recondito di quelli da te descritti è sempre memore di relazioni a partire dalla sua costruzione sino al suo uso.
Anche le autostrade sono memori di avvenimenti e di relazioni molto più di quanto noi possiamo pensare. Su aereoporti, ferrovie e centri commerciali non credo ci sia bisogno di commentare. Sono luoghi di scambi, di relazioni e anche di identità, che sia quella dell'architetto che li progetti o sia semplicemente composta dalle persone che occupano lo spazio ma soprattutto dagli accadimenti. Sono nuove identità che fondano la loro base sulla mutevolevolezza e transitorietà, ma Augè dovrebbe sapere che ormai la permanenza non è più di questo mondo. Ergo trovo estremamente inconsistente e superficiale questa definizione di non luogo. Tutti i luoghi sono luoghi in quanto tali, basterebbe approfondirli un po per comprenderne la loro essenza.
Ovviamente non è una critica a te ma ai contenuti del video, che invece trovo coinvolgente molto ben fatto.
Ciao! Ti ringrazio per questo commento che, per quanto non condivida pienamente, trovo sia molto ben articolato e terreno fertile per un dibattito che può risultare molto interessante. In realtà quella dei "non luoghi" è una teoria e, come tale, non è una verità assoluta, perciò ci sta che tu non la condivida. Io, però, vorrei invitarti a pensare in maniera più "spicciola", passami il termine: quello che tu dici può essere veritiero, in effetti, ma è inevitabile rapportarlo ad un certo tipo di architetture, ovvero quelle "d'autore", quelle pensate, progettate e realizzate in un certo modo. Prova a pensare alle architetture anonime, quelle mediocri, costruite solo per rispondere ad un'esigenza o ad una funzione e basta. Ecco, se pensi a quelle, probabilmente potresti, non dico cambiare idea, ma ammorbidire la tua posizione sulla questione non luoghi. Comunque, a parte tutto, ti ringrazio per i complimenti, per aver guardato il video e, soprattutto, per aver dato spunto per un nuovo dibattito. Spero tornerai a trovarmi. :)
Io non sono d accordo, i non luoghi possono mutare in luoghi, certo, soltanto peró a condizione che vi sia volontà da parte degli individui che li compongono, e non è sempre facile, anzi, soprattutto in una società come la nostra plasmata secondo l ideologia neoliberista, per cui lo spazio dove si agisce diventa soltanto un mezzo da utilizzare per i propri fini, e non un luogo di relazione, certo puó esistere una possibilità, ma non è la regola.
Comunque il termine supposte non si può sentire.
Il supermercato o l'aereo porto sono facili ....
però quelle quel colore delle labbra mi fa sentire male... Perché sentirsi dark e non dei colori vivi!