Dopo un’esperienza ottima di anni di audiolibri, che danno un senso alle azioni banali e ripetitive, ascoltati in ogni situazione: guidare, fare lavori domestici (anche aspirare il pavimento, con gli auricolari), lavarsi, truccarsi, allenarsi… dopo tutti questi anni di esperienza positiva, dicevo, mi sento soprattutto di condividere con voi questa chicca, augurandovi che non vi serva mai: ogni volta che vi svegliate la notte e non riuscite a riprendere sonno, fate così: infilate un unico auricolare, giratevi sul fianco dell’orecchio libero, mettete il volume bassissimo, mettete un segnalibro e puntate lo spegnimento a quanti minuti volete. Succede una magia: dopo pochissimi minuti di concentrazione sul libro, anche amatissimo, arriva il sonno, come quello di un bimbo…anche più volte durante la notte! Ovviamente al mattino si recupera, tramite il segnalibro, tornando all’ultimo punto in cui si è stati “coscienti”. Me ne sarete grati😊
Se ne avrò bisogno proverò, grazie 💜 (Sono ancora in quella fase madre-di-un-figlio-di-quattro-anni per cui appena tocco il cuscino perdo conoscenza istantaneamente ahah)
A mio avviso, la dialettica Bertha Mason/Edward Rochester, più che per passare lo scettro di mostro (a seconda del secolo in cui "Jane Eyre" viene letto) da Bertha a Edward e viceversa, é utile a comprendere come il sistema patriarcale sia nocivo e deleterio non solo per le donne, ma anche per gli uomini. Ciò che spinge i due personaggi al matrimonio sono necessitá delle rispettive famiglie di origine legate all'economia e al potere. Il giovane Rochester viene gabbato e sacrificato dal suo stesso padre, che pretende di lasciare tutta la sua ereditá al primogenito e al contempo di mantenere il buon nome della famiglia, rendendo il secondogenito Edward parimenti ricco attraverso il contratto matrimoniale. La famiglia di Bertha la dá in moglie per ottenere il prestigio di un nome inglese di antica stirpe. Entrambi i ragazzi vengono visti dalle loro famiglie come mezzi e non come fini. Quello che finiscono per avere in comune quei due é l'infelicitá. Quello che urla questo romanzo, secondo me, (e che "Il gran mare dei sargassi" echeggia perfettamente) non é quanto sia cattivo l'uomo di turno. Piuttosto, sia "Jane Eyre" che il romanzo di Rhys intonano, loro malgrado, un devastante ritratto dell'infelicitá coniugale e un potente inno al diritto al divorzio. Un mezzo antipatriarcale per ridurre la possibilitá che la coppia diventi un carcere (in modo assai diverso certo in base al potere sociale differente accordato ai due generi - ma non indolore per nessuno) da cui solo la morte può concedere di evadere.
C'è da aggiungere che, rispetto alla situazione dei manicomi dell'epoca, Rochester ha scelto il male minore per Bertha: non sarebbe sicuramente sopravvissuta in uno di quegli istituti fatti per liberarsi di una persona malata di mente. La lettura che ne facciamo rispecchia la sensibilità del nostro secolo, ma quali strumenti aveva Rochester per fronteggiare una situazione del genere? Non lo sto scrivendo perché sia contraria a un'analisi femminista della situazione, tutt'altro, ma è anche vero che le opere non vanno decontestualizzate dalla storia.
Hai ASSOLUTAMENTE ragione, e al di là delle battute e del rancore verso il personaggio, il punto non è la "cattiveria" di uno dei due rispetto all'altro (si tratta di una relazione infelice e non voluta per entrambi, tossica per entrambi). La dinamica di potere non mi sembra però da sottovalutare: in un sistema sbagliato e storto in cui entrambi i giovani vengono usati come strumento e condannati a un matrimonio infelice, uno dei due ha il potere di condurre la sua vita tutto sommato come meglio ritiene. L'altra viene segregata in una stanza, deumanizzata, privata della sua identità. "Fa male a entrambi", certo: ma a Bertha, in quel contesto sociale, direi decisamente di più.
Anche questo è verissimo. Ma infatti secondo me "Il grande mare dei sargassi" non decontestualizza affatto: leggere qualcosa con occhi diversi non significa ignorare il contesto in cui è stato scritto il libro (né la sua "modernità", né mettere in discussione le intenzioni dell'autrice). "Jane Eyre" è perfetto, per il suo tempo (tra l'altro è un libro che amo molto). Le riflessioni che pone oggi il personaggio sono un capitolo "nuovo", che infatti merita di essere esplorato anche attraverso nuove opere d'arte.
….ma brava!!! Ho appena ascoltato diverse recensioni su Il grande mare dei Sargassi, ma te hai espresso pienamente e di più quelle che erano le mie impressioni. Condivido tutto: non potevi essere più chiara di così! Complimenti per l’analisi. Per quanto riguarda gli audiolibri, io non ce la faccio a seguirli, mi distraggo e mi manca il contatto materiale, l’odore della carta e poter sottolineare e mettere i segna pagina…ma io ho una certa età.
Jane Eyre è stato uno dei primi romanzi "adulti" letti, attorno ai 13 anni. La protagonista l'ho trovata interessante e riesce a suscitare immedesimazione, mentre Lui l'ho trovato palesemente problematico, controllnte, dispotico, tossico,e piangina: un malessere. Su questo non ci sono dubbi, l'autrice è stata chiara ed alla fine è Jane che lo redime ed è messa nella condizione di fargli pat pat sul testolino
Che ricordo mi hai sbloccato.Io ho visto,quando andavo alle superiori,il film tratto da questo libro,che si intitola "Fiamme di passione",ma allora non sapevo che si trattava di un antefatto di Jane Eyre,l'ho scoperto in seguito proprio cercando su Internet delle informazioni sul film.Il tuo video è molto interessante,anch'io ho sempre pensato che Jane Eyre non è un semplice romanzo d'amore,come non lo sono,secondo me,i romanzi di Jane Austen.Un saluto
Ciao, Sara! Mi hai fatto venire voglia di leggere Il Grande Mare dei Sargassi! Concordo anche sul fatto che la copertina di Adelphi è deliziosa. Jane Eyre è uno dei miei romanzi del cuore e ho scoperto dell'esistenza delle riletture del personaggio di Bertha grazie a The Madwoman in the Attic di Gilbert e Gubar :)
Da bambina adoravo il film di Zeffirelli; quando poi da "adulta" ho trovato nella mia libreria il romanzo l'ho divorato. A fine lettura però ho provato un grande senso di delusione del tutto nuovo. Dopo anni la tua analisi mi aiuta a capire il perché! Grazie mille per i tuoi contenuti, aria fresca sulla piattaforma❤
Da amante delle autopunizioni ogni tanto mi leggo dei romance e alcuni protagonisti maschili in quanto a tossicità prendono quell'enorme panetto di concime di Rochester e gli insegnano come sventolare red flag. Una parte di me piacerebbe sentirti parlare di uno di questi romanzi e analizzare la retorica dietro una romanticizzazione simile, ma tengo di più ai tuoi neuroni. Finisco per dirti che per me l'esperienza audiolibri è diametralmente opposta alla tua, ho provato a leggere saggistica e riuscivo ad addormentarmi/distrarmi con una facilità assoluta e preferisco la narrativa. Ascoltare la lettura di un romanzo mi fa tornare bambina e paradossalmente mi concentro di più. Ancora grazie per il consiglio di lettura "Il mare dei sargassi" finirà nella mia anche fin troppo lunga lista di letture. 💜
Il dramma è che quei libri sono maledettamente LUNGHI! Fossero roba da cento pagine lo farei volentieri ma 800, 1000, saghe, volumoni... mi sembra una cattiveria verso me stessa ahah
@@boerosara infatti io generalmente parlo di autopunizione, la stessa che fa appassionare persone ai B movie. Lascerò l'esclusiva di eviscerare alcuni di questi "capolavori" a Matteo Fumagalli.
Sono estremamente felice di questo video perché Il grande mare dei sargassi è nella mia reading list dell’estate e spero che darà soddisfazione alla mia idea di Rochester che è sempre stata più o meno questa 16:44 🤣❤️
@@boerosara ottimo, ottimo, sono pronta 😁 Maaaa invece un video su Bianca Pitzorno?! Penso che sia stata la prima scrittrice preferita di tante persone. La butto lì!
Mi sono data agli audiolibri da quando sono su una lavorazione lunga, arrivo a sera bollita e non riesco a leggere nemmeno due pagine. Sui romanzi faccio ancora fatica, ma ho recuperato varie raccolte di racconti di King, alcuni racconti di Doyle che mi erano sfuggiti (ma ho anche riascoltato tutto Sherlock, perché sì), un bel po' di Poe, che avevo già letto, ma è in linea con il mio umore recente. Ho provato anche Lovecraft (sempre per affinità con il mio momento di oscurità), ma come ricordavo, non ci troviamo. Con gli audiolibri ho sempre l'impressione di perdermi qualcosa, soprattutto da un punto di vista di struttura. E faccio più fatica a "essere attenta". Però almeno posso leggere di più, se no leggerei due libri l'anno. Che brutto! Però sfogliare le pagine o scorrerle, continua a piacermi di più, lo trovo molto più immersivo. Sono ferrata sul dark romance-trash e compagnia perché altro diletto del mio momento devasto sono le recensioni trashine di vari TH-camr. Così mi tengo aggiornata, sempre in affinità con il mio malessere esistenziale attuale. E voglio troppissimo scriverne uno, ma a modo mio, con una sventagliata di briosa emancipazione e delirio. XD Prima o poi...
Grazie per i video! Ascolto audiolibri da anni, spesso mentre disegno o cammino. A volte mi è capitato di ascoltare e leggere uno stesso libro contemporaneamente (nel senso che ho preso in prestito una copia in biblioteca e a casa leggevo il cartaceo, mentre fuori casa ascoltavo l'audio, l'ho fatto proprio con Jane Eyre). L'audiolibro è effettivamente un'opera a sé, quasi un adattamento, ma non proprio. Il lettore è estremamente importante, infatti non ascolto libri con una lettura che trovo sgradevole o poco adatta. Su Storytel mi è piaciuto tanto La vegetariana di Han Kang..
Sperando che questo commento non venga interpretato come mansplaining... Mi ha fatto molto piacere sentire i commenti finali sugli audiolibri. Personalmente ho testato varie tecniche e formati d'ascolto, da quelli ben confezionati e musicati (tipo audible/storytel con un narratore interprete), a quelli più alla buona (pubblicati su youtube) fino al non plus ultra della poracciaggine (ovvero il text to speech di android). Posso dire che trasformare i libri in audiolibri mi ha aiutato a leggere in momenti in cui non riuscivo a concentrarmi sulla pagina stampata (magari dopo ore di studio o di letture di manuali più didascalici o per semplice stanchezza/voglia di fare altro). Inoltre ti do piena ragione: ascoltare gli audio velocizzati non smorza minimamente la potenza originale delle parole. Nei miei esperimenti ho avuto come l'impressione che il mio cervello fosse più portato ad accettare 20 ore di audiolibro (da dilazionare nel tempo) rispetto a 800 pagine di un romanzo. Questo trasformando "il mattone" che vuoi leggere in una sorta di serie televisiva a puntate da poterti godere senza problemi. L'unico discrimine credo sia il tipo di scrittura adottato. Probabilmente i romanzi che ne escono di più con le ossa rotte sono quelli comici o comunque che necessitano di determinate pause. Per dire, dopo 50 pagine di Good Omens, lette in quel modo, ho dovuto switchare al cartaceo perché stavo capendo un decimo delle cose. Però per il resto l'ho trovato un ottimo veicolo per leggere romanzi gialli (Sherlock e Agatha Christie), narrativa classica (Oliver Twist/I tre Moschettieri/Robin Hood/L'Isola del Tesoro) e in certi casi la sinergia tra voce e parole era talmente forte che mi sono trovato a mangiare, per la prima volta in vita mia, 350 pagine in un pomeriggio (se vi interessa mi è successo con Dalla Russia Con Amore di Ian Fleming). Spero in futuro di vedere molti più audiolibri in giro. Davvero un'invenzione geniale.
Grazie! Non avevo pensato al discorso libri comici, in effetti lì per non perdersi credo ci voglia un attore davvero preparato... (Ma perché dovevo interpretarlo come mansplaining? Ahah)
@@boerosara Saprai meglio di me che al giorno d'oggi basta un non nulla per accendere una diatriba o una polemica feroce. E l'impressione è che molti abbiano un'idea molto ampia di cosa sia il mansplaining, anche se fatto con completa assenza di malizia o cattiveria. Diciamo che il mio era un mettere le mani avanti. Ma mi fa molto piacere che il mio messaggio ti sia arrivato. Come dicevo l'ho trovato un ottimo modo per trasformare i classici in serie a puntate, questo a prescindere dalla qualità del narratore/trice. Sicuramente ci sono romanzi e generi che si prestano di più ad essere "raccontati" e interpretati. Magari prose molto vivide e descrittive e in cui saltuariamente si ricorda al lettore chi sta parlando o di è il pov. Sulla questione che hai citato, cioè che si tratti a prescindere di un'altra esperienza, diversa dalla lettura canonica e più "incanalata" dall'interpretazione del narratore, non so quanto abbia visto questo effetto su di me. Forse perché a prescindere so che anche una stessa lettura, compiuta in diversi momenti della vita, può essere vissuta in modo diverso, dando nuove chiavi di lettura o visioni fresche di qualcosa che credevi di sapere (come d'altronde molti classici sono noti fare). Capisco la preoccupazione di non aver "letto per davvero" il libro, se ti trovi a sfruzzare una via traversa come l'audiolibro, ma se vuoi il mio parere è probabilmente si tratti di una semplice suggestione. Esistono ovviamente gli ottimi narratori che ti fanno sentire di più, con la giusta enfasi (quasi come dei registi "invisibili"), il potere della vicenda che stai ascoltando senza imporsi troppo. Nello specifico non ho letto purtroppo il libro della Murgia o l'altro romanzo che hai citato, ma così su due piedi mi verrebbe da dire che, non per forza l'autore originale sia il migliore "cantore" della propria opera. Ma non ho alcuna base solida per affermare questo. Personalmente, quando trovo il giusto audiolibro accoppiato alla giusta opera, mi viene davvero facile chiudere gli occhi e vedere la vicenda dipanarsi davanti ai miei occhi con la stessa magia che accadrebbe con il semplice libro, con l'unica differenza di avere gli auricolari addosso. Se poi i dubbi che citavi sono comunque presenti, puoi provare una tecnica extra. In quelle situazioni mi ritrovo ad ascoltare l'audiolibro leggendo comunque dal kindle tra le mie mani. In quel caso è uno spasso vedere quanto differisca il testo originale dall'interpretazione (o dalla traduzione adoperata). Tanto, come detto, non esistono proprio delle regole standard per questo medium.
Visto che hai pagato già l'abbonamento a storytel ti dico quelli conclusi nella mia libreria che ho più apprezzato: La camera Azzurra di Simenon letto da Santamaria, L'avversario di Carrere, Ragazza donna altro della Evaristo (e questo secondo me ne guadagna in audiolibro perché ha una formattazione terribile su carta che mi avrebbe portato ad abbandonarlo a pagina 2), E l'Incubo di Hill House letto da Loredana lipperini che con questa bella voce roca è una narratrice perfetta.
Io gli audiolibri li ascolto raramente per due motivi: è un libro già letto che voglio ascoltare, oppure è un libro abbastanza easy che, anche se mi perdo qualcosa che il cervello va e torna, ciccia capisco lo stesso.
Non saprei se definirlo così! Nel libro, Antoinette è palesemente una persona sofferente, ansiosa, con dei traumi e anche delle forme di "pensiero magico", ma non ha mai dei veri episodi psicotici (né da bambina né da grande). La vediamo "alienata" e delirante solo sul finale in Inghilterra (e, considerando l'isolamento, non è sorprendente). Negli ultimi periodi in Giamaica, il comportamento del marito, il cambio di nome imposto ecc., "peggiorano" i suoi sintomi rendendola più passiva, ma comunque non delirante, fino a quel momento. Secondo me nel "Grande mare dei sargassi" si vuole far capire che il suo esordio psicotico pesante avvenga proprio in seguito all'isolamento imposto. Quindi, più ancora che a causa della manipolazione, a causa della reclusione. Ma è la mia lettura!
Dopo un’esperienza ottima di anni di audiolibri, che danno un senso alle azioni banali e ripetitive, ascoltati in ogni situazione: guidare, fare lavori domestici (anche aspirare il pavimento, con gli auricolari), lavarsi, truccarsi, allenarsi… dopo tutti questi anni di esperienza positiva, dicevo, mi sento soprattutto di condividere con voi questa chicca, augurandovi che non vi serva mai: ogni volta che vi svegliate la notte e non riuscite a riprendere sonno, fate così: infilate un unico auricolare, giratevi sul fianco dell’orecchio libero, mettete il volume bassissimo, mettete un segnalibro e puntate lo spegnimento a quanti minuti volete.
Succede una magia: dopo pochissimi minuti di concentrazione sul libro, anche amatissimo, arriva il sonno, come quello di un bimbo…anche più volte durante la notte! Ovviamente al mattino si recupera, tramite il segnalibro, tornando all’ultimo punto in cui si è stati “coscienti”. Me ne sarete grati😊
Se ne avrò bisogno proverò, grazie 💜 (Sono ancora in quella fase madre-di-un-figlio-di-quattro-anni per cui appena tocco il cuscino perdo conoscenza istantaneamente ahah)
A mio avviso, la dialettica Bertha Mason/Edward Rochester, più che per passare lo scettro di mostro (a seconda del secolo in cui "Jane Eyre" viene letto) da Bertha a Edward e viceversa, é utile a comprendere come il sistema patriarcale sia nocivo e deleterio non solo per le donne, ma anche per gli uomini. Ciò che spinge i due personaggi al matrimonio sono necessitá delle rispettive famiglie di origine legate all'economia e al potere. Il giovane Rochester viene gabbato e sacrificato dal suo stesso padre, che pretende di lasciare tutta la sua ereditá al primogenito e al contempo di mantenere il buon nome della famiglia, rendendo il secondogenito Edward parimenti ricco attraverso il contratto matrimoniale. La famiglia di Bertha la dá in moglie per ottenere il prestigio di un nome inglese di antica stirpe. Entrambi i ragazzi vengono visti dalle loro famiglie come mezzi e non come fini. Quello che finiscono per avere in comune quei due é l'infelicitá. Quello che urla questo romanzo, secondo me, (e che "Il gran mare dei sargassi" echeggia perfettamente) non é quanto sia cattivo l'uomo di turno. Piuttosto, sia "Jane Eyre" che il romanzo di Rhys intonano, loro malgrado, un devastante ritratto dell'infelicitá coniugale e un potente inno al diritto al divorzio. Un mezzo antipatriarcale per ridurre la possibilitá che la coppia diventi un carcere (in modo assai diverso certo in base al potere sociale differente accordato ai due generi - ma non indolore per nessuno) da cui solo la morte può concedere di evadere.
C'è da aggiungere che, rispetto alla situazione dei manicomi dell'epoca, Rochester ha scelto il male minore per Bertha: non sarebbe sicuramente sopravvissuta in uno di quegli istituti fatti per liberarsi di una persona malata di mente. La lettura che ne facciamo rispecchia la sensibilità del nostro secolo, ma quali strumenti aveva Rochester per fronteggiare una situazione del genere? Non lo sto scrivendo perché sia contraria a un'analisi femminista della situazione, tutt'altro, ma è anche vero che le opere non vanno decontestualizzate dalla storia.
Hai ASSOLUTAMENTE ragione, e al di là delle battute e del rancore verso il personaggio, il punto non è la "cattiveria" di uno dei due rispetto all'altro (si tratta di una relazione infelice e non voluta per entrambi, tossica per entrambi).
La dinamica di potere non mi sembra però da sottovalutare: in un sistema sbagliato e storto in cui entrambi i giovani vengono usati come strumento e condannati a un matrimonio infelice, uno dei due ha il potere di condurre la sua vita tutto sommato come meglio ritiene. L'altra viene segregata in una stanza, deumanizzata, privata della sua identità. "Fa male a entrambi", certo: ma a Bertha, in quel contesto sociale, direi decisamente di più.
Anche questo è verissimo. Ma infatti secondo me "Il grande mare dei sargassi" non decontestualizza affatto: leggere qualcosa con occhi diversi non significa ignorare il contesto in cui è stato scritto il libro (né la sua "modernità", né mettere in discussione le intenzioni dell'autrice).
"Jane Eyre" è perfetto, per il suo tempo (tra l'altro è un libro che amo molto). Le riflessioni che pone oggi il personaggio sono un capitolo "nuovo", che infatti merita di essere esplorato anche attraverso nuove opere d'arte.
….ma brava!!! Ho appena ascoltato diverse recensioni su Il grande mare dei Sargassi, ma te hai espresso pienamente e di più quelle che erano le mie impressioni. Condivido tutto: non potevi essere più chiara di così! Complimenti per l’analisi.
Per quanto riguarda gli audiolibri, io non ce la faccio a seguirli, mi distraggo e mi manca il contatto materiale, l’odore della carta e poter sottolineare e mettere i segna pagina…ma io ho una certa età.
Ho amato tantissimo il mare dei sargassi, perché ho sempre pensato che lui fosse un gran stronzo.
Mi sembra un pensiero legittimo :D
Non conoscevo questi due romanzi, sembrano entrambi molto interessanti, grazie!
Jane Eyre è stato uno dei primi romanzi "adulti" letti, attorno ai 13 anni. La protagonista l'ho trovata interessante e riesce a suscitare immedesimazione, mentre Lui l'ho trovato palesemente problematico, controllnte, dispotico, tossico,e piangina: un malessere. Su questo non ci sono dubbi, l'autrice è stata chiara ed alla fine è Jane che lo redime ed è messa nella condizione di fargli pat pat sul testolino
Che ricordo mi hai sbloccato.Io ho visto,quando andavo alle superiori,il film tratto da questo libro,che si intitola "Fiamme di passione",ma allora non sapevo che si trattava di un antefatto di Jane Eyre,l'ho scoperto in seguito proprio cercando su Internet delle informazioni sul film.Il tuo video è molto interessante,anch'io ho sempre pensato che Jane Eyre non è un semplice romanzo d'amore,come non lo sono,secondo me,i romanzi di Jane Austen.Un saluto
Ciao, Sara!
Mi hai fatto venire voglia di leggere Il Grande Mare dei Sargassi!
Concordo anche sul fatto che la copertina di Adelphi è deliziosa.
Jane Eyre è uno dei miei romanzi del cuore e ho scoperto dell'esistenza delle riletture del personaggio di Bertha grazie a The Madwoman in the Attic di Gilbert e Gubar :)
Non l'ho mai letto, lo cerco!
@@boerosara È un saggio che analizza la letteratura vittoriana in chiave femminista. Prova a dargli una possibilità se ti interessa il tema :)
Da bambina adoravo il film di Zeffirelli; quando poi da "adulta" ho trovato nella mia libreria il romanzo l'ho divorato. A fine lettura però ho provato un grande senso di delusione del tutto nuovo. Dopo anni la tua analisi mi aiuta a capire il perché! Grazie mille per i tuoi contenuti, aria fresca sulla piattaforma❤
Da amante delle autopunizioni ogni tanto mi leggo dei romance e alcuni protagonisti maschili in quanto a tossicità prendono quell'enorme panetto di concime di Rochester e gli insegnano come sventolare red flag. Una parte di me piacerebbe sentirti parlare di uno di questi romanzi e analizzare la retorica dietro una romanticizzazione simile, ma tengo di più ai tuoi neuroni. Finisco per dirti che per me l'esperienza audiolibri è diametralmente opposta alla tua, ho provato a leggere saggistica e riuscivo ad addormentarmi/distrarmi con una facilità assoluta e preferisco la narrativa. Ascoltare la lettura di un romanzo mi fa tornare bambina e paradossalmente mi concentro di più. Ancora grazie per il consiglio di lettura "Il mare dei sargassi" finirà nella mia anche fin troppo lunga lista di letture. 💜
Il dramma è che quei libri sono maledettamente LUNGHI! Fossero roba da cento pagine lo farei volentieri ma 800, 1000, saghe, volumoni... mi sembra una cattiveria verso me stessa ahah
@@boerosara infatti io generalmente parlo di autopunizione, la stessa che fa appassionare persone ai B movie. Lascerò l'esclusiva di eviscerare alcuni di questi "capolavori" a Matteo Fumagalli.
Sono estremamente felice di questo video perché Il grande mare dei sargassi è nella mia reading list dell’estate e spero che darà soddisfazione alla mia idea di Rochester che è sempre stata più o meno questa 16:44 🤣❤️
La soddisfazione in quel senso è garantita :D
@@boerosara ottimo, ottimo, sono pronta 😁 Maaaa invece un video su Bianca Pitzorno?! Penso che sia stata la prima scrittrice preferita di tante persone. La butto lì!
Ho dedicato qualche video ai suoi romanzi per adulti degli ultimi anni ma un monografico ci starebbe 💜
@@boerosara ❤️
Mi sono data agli audiolibri da quando sono su una lavorazione lunga, arrivo a sera bollita e non riesco a leggere nemmeno due pagine. Sui romanzi faccio ancora fatica, ma ho recuperato varie raccolte di racconti di King, alcuni racconti di Doyle che mi erano sfuggiti (ma ho anche riascoltato tutto Sherlock, perché sì), un bel po' di Poe, che avevo già letto, ma è in linea con il mio umore recente. Ho provato anche Lovecraft (sempre per affinità con il mio momento di oscurità), ma come ricordavo, non ci troviamo.
Con gli audiolibri ho sempre l'impressione di perdermi qualcosa, soprattutto da un punto di vista di struttura. E faccio più fatica a "essere attenta". Però almeno posso leggere di più, se no leggerei due libri l'anno. Che brutto! Però sfogliare le pagine o scorrerle, continua a piacermi di più, lo trovo molto più immersivo.
Sono ferrata sul dark romance-trash e compagnia perché altro diletto del mio momento devasto sono le recensioni trashine di vari TH-camr. Così mi tengo aggiornata, sempre in affinità con il mio malessere esistenziale attuale. E voglio troppissimo scriverne uno, ma a modo mio, con una sventagliata di briosa emancipazione e delirio. XD Prima o poi...
Grazie per i video! Ascolto audiolibri da anni, spesso mentre disegno o cammino. A volte mi è capitato di ascoltare e leggere uno stesso libro contemporaneamente (nel senso che ho preso in prestito una copia in biblioteca e a casa leggevo il cartaceo, mentre fuori casa ascoltavo l'audio, l'ho fatto proprio con Jane Eyre). L'audiolibro è effettivamente un'opera a sé, quasi un adattamento, ma non proprio. Il lettore è estremamente importante, infatti non ascolto libri con una lettura che trovo sgradevole o poco adatta. Su Storytel mi è piaciuto tanto La vegetariana di Han Kang..
Sperando che questo commento non venga interpretato come mansplaining...
Mi ha fatto molto piacere sentire i commenti finali sugli audiolibri.
Personalmente ho testato varie tecniche e formati d'ascolto, da quelli ben confezionati e musicati (tipo audible/storytel con un narratore interprete), a quelli più alla buona (pubblicati su youtube) fino al non plus ultra della poracciaggine (ovvero il text to speech di android).
Posso dire che trasformare i libri in audiolibri mi ha aiutato a leggere in momenti in cui non riuscivo a concentrarmi sulla pagina stampata (magari dopo ore di studio o di letture di manuali più didascalici o per semplice stanchezza/voglia di fare altro).
Inoltre ti do piena ragione: ascoltare gli audio velocizzati non smorza minimamente la potenza originale delle parole.
Nei miei esperimenti ho avuto come l'impressione che il mio cervello fosse più portato ad accettare 20 ore di audiolibro (da dilazionare nel tempo) rispetto a 800 pagine di un romanzo. Questo trasformando "il mattone" che vuoi leggere in una sorta di serie televisiva a puntate da poterti godere senza problemi.
L'unico discrimine credo sia il tipo di scrittura adottato. Probabilmente i romanzi che ne escono di più con le ossa rotte sono quelli comici o comunque che necessitano di determinate pause. Per dire, dopo 50 pagine di Good Omens, lette in quel modo, ho dovuto switchare al cartaceo perché stavo capendo un decimo delle cose.
Però per il resto l'ho trovato un ottimo veicolo per leggere romanzi gialli (Sherlock e Agatha Christie), narrativa classica (Oliver Twist/I tre Moschettieri/Robin Hood/L'Isola del Tesoro) e in certi casi la sinergia tra voce e parole era talmente forte che mi sono trovato a mangiare, per la prima volta in vita mia, 350 pagine in un pomeriggio (se vi interessa mi è successo con Dalla Russia Con Amore di Ian Fleming).
Spero in futuro di vedere molti più audiolibri in giro.
Davvero un'invenzione geniale.
Grazie! Non avevo pensato al discorso libri comici, in effetti lì per non perdersi credo ci voglia un attore davvero preparato... (Ma perché dovevo interpretarlo come mansplaining? Ahah)
@@boerosara Saprai meglio di me che al giorno d'oggi basta un non nulla per accendere una diatriba o una polemica feroce. E l'impressione è che molti abbiano un'idea molto ampia di cosa sia il mansplaining, anche se fatto con completa assenza di malizia o cattiveria. Diciamo che il mio era un mettere le mani avanti. Ma mi fa molto piacere che il mio messaggio ti sia arrivato.
Come dicevo l'ho trovato un ottimo modo per trasformare i classici in serie a puntate, questo a prescindere dalla qualità del narratore/trice.
Sicuramente ci sono romanzi e generi che si prestano di più ad essere "raccontati" e interpretati. Magari prose molto vivide e descrittive e in cui saltuariamente si ricorda al lettore chi sta parlando o di è il pov.
Sulla questione che hai citato, cioè che si tratti a prescindere di un'altra esperienza, diversa dalla lettura canonica e più "incanalata" dall'interpretazione del narratore, non so quanto abbia visto questo effetto su di me.
Forse perché a prescindere so che anche una stessa lettura, compiuta in diversi momenti della vita, può essere vissuta in modo diverso, dando nuove chiavi di lettura o visioni fresche di qualcosa che credevi di sapere (come d'altronde molti classici sono noti fare). Capisco la preoccupazione di non aver "letto per davvero" il libro, se ti trovi a sfruzzare una via traversa come l'audiolibro, ma se vuoi il mio parere è probabilmente si tratti di una semplice suggestione.
Esistono ovviamente gli ottimi narratori che ti fanno sentire di più, con la giusta enfasi (quasi come dei registi "invisibili"), il potere della vicenda che stai ascoltando senza imporsi troppo.
Nello specifico non ho letto purtroppo il libro della Murgia o l'altro romanzo che hai citato, ma così su due piedi mi verrebbe da dire che, non per forza l'autore originale sia il migliore "cantore" della propria opera.
Ma non ho alcuna base solida per affermare questo.
Personalmente, quando trovo il giusto audiolibro accoppiato alla giusta opera, mi viene davvero facile chiudere gli occhi e vedere la vicenda dipanarsi davanti ai miei occhi con la stessa magia che accadrebbe con il semplice libro, con l'unica differenza di avere gli auricolari addosso.
Se poi i dubbi che citavi sono comunque presenti, puoi provare una tecnica extra. In quelle situazioni mi ritrovo ad ascoltare l'audiolibro leggendo comunque dal kindle tra le mie mani.
In quel caso è uno spasso vedere quanto differisca il testo originale dall'interpretazione (o dalla traduzione adoperata).
Tanto, come detto, non esistono proprio delle regole standard per questo medium.
Visto che hai pagato già l'abbonamento a storytel ti dico quelli conclusi nella mia libreria che ho più apprezzato:
La camera Azzurra di Simenon letto da Santamaria,
L'avversario di Carrere,
Ragazza donna altro della Evaristo (e questo secondo me ne guadagna in audiolibro perché ha una formattazione terribile su carta che mi avrebbe portato ad abbandonarlo a pagina 2),
E l'Incubo di Hill House letto da Loredana lipperini che con questa bella voce roca è una narratrice perfetta.
Bel video Sara, brava
Oddio la Bambinaia francese, che ricordo mi hai sbloccato (ma l'ho letto a 12 anni e non avevo minimamente colto il riferimento)
Io gli audiolibri li ascolto raramente per due motivi: è un libro già letto che voglio ascoltare, oppure è un libro abbastanza easy che, anche se mi perdo qualcosa che il cervello va e torna, ciccia capisco lo stesso.
Tipo Harry Potter letto da... Ferretti 😂
Rocester le fa una variante di gas lighting alla moglie, secondo questa lettura, secondo te?
Non saprei se definirlo così! Nel libro, Antoinette è palesemente una persona sofferente, ansiosa, con dei traumi e anche delle forme di "pensiero magico", ma non ha mai dei veri episodi psicotici (né da bambina né da grande). La vediamo "alienata" e delirante solo sul finale in Inghilterra (e, considerando l'isolamento, non è sorprendente). Negli ultimi periodi in Giamaica, il comportamento del marito, il cambio di nome imposto ecc., "peggiorano" i suoi sintomi rendendola più passiva, ma comunque non delirante, fino a quel momento.
Secondo me nel "Grande mare dei sargassi" si vuole far capire che il suo esordio psicotico pesante avvenga proprio in seguito all'isolamento imposto. Quindi, più ancora che a causa della manipolazione, a causa della reclusione. Ma è la mia lettura!
@@boerosara capito, buona serata Sara 😘
Jane Eyre non mi è piaciuto e l'ho dovuto leggere per scuola. La fine però è interessante.