Premetto col dire che il film mi è piaciuto moltissimo, nella scena dei laci mi sono commosso. Inoltre, secondo me, il significato delle "uova" contenenti embrioni vogliono riportarci ai lampioni del centro di Firenze. Questo ci ricorda ancora la Divina Commedia, la quale era adorata se non ammmmmirata dal regista. Questo perché Mahito Mia Zaky é stato esiliato per aver creato l'aereo del purtroppo famoso pilota di Heroscema proprio come nella Divina Commedia. Il regista ha deciso di introdurre anche i parrocchetti, i funzionari della parrocchia di Firenze, luogo di nascita del poeta. Questa decisione può essere interpretata anche in un altro modo: infatti, come in vita, essendo lui pelato, proteggono il suo cranio, nel regno fantastico proteggono il reame. Ed ecco che torna il poema di Dante Alighieri con la legge del contrappasso. Credo quindi che il libro a cui é ispirato l'incredibile film, non sia "e tu come vivi", ma la Divina Commedia
In fisica la teoria del tutto, conosciuta anche come TOE (acronimo dell'inglese theory of everything), è un'ipotetica teoria fisica in grado di spiegare e riunire in un unico quadro tutti i fenomeni fisici conosciuti. Presupposto minimo di tale teoria è l'unificazione di tutte le interazioni fondamentali.
La tua analisi/spiegazione è molto bella. In modo meno lucido penso di avere percepito alcune delle cose che hai evidenziato. Ora però mi piacerebbe sapere se ti è piaciuto o meno, o per meglio dire cosa ne pensi come prodotto cinematografico. Io l’ho trovato troppo autocompiaciuto nel proprio ermetismo, poche scene che suscitino empatia (splendide le sequenze delle corse nel fuoco con le deformazioni date da movimento, calore e dolore), nessuna realmente poetica. Non mi ha disturbato tanto la lunghezza, quanto il turbinio di “creazioni fantastiche”, talmente tanto ravvicinate (se non sovrapposte) da diventare impossibili da seguire. Insomma un film freddo che diventa sempre più tale, man mano che si sviluppa. Comunque da ri-vedere (forse ho sbagliato a non voler leggere e vedere nulla, nemmeno il trailer … tanta era l’aspettativa)
È un prodotto complesso, non accessibile a tutti nella sua poetica. Il linguaggio usato è oscuro in più occasioni e ti mette in condizione di doverti domandare cos'è che sta dicendo realmente. Dall'altro lato, però, è anche vero che il film è godibile per quello che è, senza dietrologie e annesse. L'aspetto incredibile è l'averci rispedito a casa con tantissime domande e curiosità sui perché e sui come: poi questo potrebbe aver in qualche modo offuscato quella che è la qualità del prodotto, spingendoci a esaltarlo sotto ogni suo aspetto. A me è piaciuto, comunque, e lo ritengo insieme a Spider-Man il miglior prodotto d'animazione del 2023.
Il prozio l'ho interpretato anche come un rimando a Lafcadio Hearn. La foto che viene mostrata, forse anche inutilmente, ricorda molto il noto studioso, noto anche come Koizumi Yakumo, isolatosi dal mondo occidentale per costruirsi una nuova vita in Giappone immerso nelle sue ricerche. Aggiungo anche la visione del figlio nel re dei parrocchetti, allegoria del nazifascismo ma anche di un figlio amato dal padre che nonostante tutto non è stato in grado di essere all'altezza, distruggendo quel mondo che ha cercato di preservare con un film pessimo. Altre visioni sono il mondo esterno che rimanda al Giappone e la dimensione della torre che rimanda a tutto ciò che è occidentale delle esperienze e della vita dell'autore. Spero di ricevere risposta
Ti rispondo più che volentieri, anche perché siamo qui per confrontarci! E grazie per aver guardato il video. Molto sottile come riferimento, quello a Hearn! È una chiave di lettura che non avevo considerato, ma ti giro una domanda: perché inserirlo in una figura del genere? Come se potesse essere, secondo te, una sorta di guida spirituale per Miyazaki, che ha provato a prendere il più possibile ispirazione da lui? Il che renderebbe Hayao a questo punto Mahito. Sul re dei parrocchetti ci può stare la metafora con Goro: è quella che più gli si addice!
@@BaldosGate3 ieri sera in diretta avevo come ospite l'adattatrice del film e mi ha confermato che i 13 pezzi del Prozio sono i 13 film di Miyazaki (12 + quello che sta preparando adesso), quindi siamo dinanzi di nuovo al dubbio della figura del Prozio, che potrebbe essere Hayao stesso!
Volevo un modo semplice per far capire il film alla mia fidanzata, le tue spiegazioni sono molto migliori delle mie. Grazie mille!
Grazie a te per aver guardato il video! Spero che alla tua fidanzata sia piaciuto il film, a prescindere dalle spiegazioni.
Premetto col dire che il film mi è piaciuto moltissimo, nella scena dei laci mi sono commosso. Inoltre, secondo me, il significato delle "uova" contenenti embrioni vogliono riportarci ai lampioni del centro di Firenze. Questo ci ricorda ancora la Divina Commedia, la quale era adorata se non ammmmmirata dal regista. Questo perché Mahito Mia Zaky é stato esiliato per aver creato l'aereo del purtroppo famoso pilota di Heroscema proprio come nella Divina Commedia. Il regista ha deciso di introdurre anche i parrocchetti, i funzionari della parrocchia di Firenze, luogo di nascita del poeta. Questa decisione può essere interpretata anche in un altro modo: infatti, come in vita, essendo lui pelato, proteggono il suo cranio, nel regno fantastico proteggono il reame. Ed ecco che torna il poema di Dante Alighieri con la legge del contrappasso. Credo quindi che il libro a cui é ispirato l'incredibile film, non sia "e tu come vivi", ma la Divina Commedia
Non credo che tu abbia visto il film, almeno prova a capirlo prima di parlare di qualcosa che non conosci
creo sia un commento troll, soprattutto per come ha scritto Miyazaki" 😅
In fisica la teoria del tutto, conosciuta anche come TOE (acronimo dell'inglese theory of everything), è un'ipotetica teoria fisica in grado di spiegare e riunire in un unico quadro tutti i fenomeni fisici conosciuti. Presupposto minimo di tale teoria è l'unificazione di tutte le interazioni fondamentali.
Era anche un bellissimo film con Redmayne!
Adoro i film di Miyazaky ❤❤❤
Ho un ricordo speciale per La città incantata, che per me è stato il primo dello Studio Ghibli. Da lì in poi tutto in discesa.
@@mariopetillo1 Oddio anche x me, il primo che ho visto e il mio preferito 😍😍😍
@@mariopetillo1anche questo giro siamo d’accordo.
La tua analisi/spiegazione è molto bella.
In modo meno lucido penso di avere percepito alcune delle cose che hai evidenziato.
Ora però mi piacerebbe sapere se ti è piaciuto o meno, o per meglio dire cosa ne pensi come prodotto cinematografico.
Io l’ho trovato troppo autocompiaciuto nel proprio ermetismo, poche scene che suscitino empatia (splendide le sequenze delle corse nel fuoco con le deformazioni date da movimento, calore e dolore), nessuna realmente poetica.
Non mi ha disturbato tanto la lunghezza, quanto il turbinio di “creazioni fantastiche”, talmente tanto ravvicinate (se non sovrapposte) da diventare impossibili da seguire.
Insomma un film freddo che diventa sempre più tale, man mano che si sviluppa.
Comunque da ri-vedere (forse ho sbagliato a non voler leggere e vedere nulla, nemmeno il trailer … tanta era l’aspettativa)
È un prodotto complesso, non accessibile a tutti nella sua poetica. Il linguaggio usato è oscuro in più occasioni e ti mette in condizione di doverti domandare cos'è che sta dicendo realmente. Dall'altro lato, però, è anche vero che il film è godibile per quello che è, senza dietrologie e annesse. L'aspetto incredibile è l'averci rispedito a casa con tantissime domande e curiosità sui perché e sui come: poi questo potrebbe aver in qualche modo offuscato quella che è la qualità del prodotto, spingendoci a esaltarlo sotto ogni suo aspetto.
A me è piaciuto, comunque, e lo ritengo insieme a Spider-Man il miglior prodotto d'animazione del 2023.
Il prozio l'ho interpretato anche come un rimando a Lafcadio Hearn. La foto che viene mostrata, forse anche inutilmente, ricorda molto il noto studioso, noto anche come Koizumi Yakumo, isolatosi dal mondo occidentale per costruirsi una nuova vita in Giappone immerso nelle sue ricerche. Aggiungo anche la visione del figlio nel re dei parrocchetti, allegoria del nazifascismo ma anche di un figlio amato dal padre che nonostante tutto non è stato in grado di essere all'altezza, distruggendo quel mondo che ha cercato di preservare con un film pessimo. Altre visioni sono il mondo esterno che rimanda al Giappone e la dimensione della torre che rimanda a tutto ciò che è occidentale delle esperienze e della vita dell'autore. Spero di ricevere risposta
Ti rispondo più che volentieri, anche perché siamo qui per confrontarci! E grazie per aver guardato il video.
Molto sottile come riferimento, quello a Hearn! È una chiave di lettura che non avevo considerato, ma ti giro una domanda: perché inserirlo in una figura del genere? Come se potesse essere, secondo te, una sorta di guida spirituale per Miyazaki, che ha provato a prendere il più possibile ispirazione da lui? Il che renderebbe Hayao a questo punto Mahito.
Sul re dei parrocchetti ci può stare la metafora con Goro: è quella che più gli si addice!
Plausibilmente si, comunque anche per lo stesso Giappone, oltre alle opere classiche, è una delle massime fonti di storie di spiriti
@@BaldosGate3 ieri sera in diretta avevo come ospite l'adattatrice del film e mi ha confermato che i 13 pezzi del Prozio sono i 13 film di Miyazaki (12 + quello che sta preparando adesso), quindi siamo dinanzi di nuovo al dubbio della figura del Prozio, che potrebbe essere Hayao stesso!