Finalmente una voce competente in questo canale che esprime un punto di vista diverso. In un vecchio commento, scritto qualche giorno fa, mi esprimevo sul fatto che tanti non hanno ancora capito che essere un consulente è molto di più che inserire 4 etf in portafoglio. La matematica e la statistica in finanza sono uno strumento, mentre tanti lo utilizzano come un "risolutore finale". Estremizzo il concetto: posso riunire in una stanza Dalio, Markovitz, Fama e Buffet e farmi costruire un portafoglio da queste menti eccelse, ma se la mia mente ed i miei comportamenti non saranno adeguati al processo di investimente e non sarò adeguatamente accompagnato lungo il percorso chiuderò il portafogli in perdita. Sotto questo punto di vista Alessandro ha finalmente messo in luce cosa significa essere un professionista che costruisce portafogli per gli altri, che ha delle responsabilità ,che si confronta con la psiche delle persone ancor prima che con i mercati finanziari, e chi è un amatore della finanza "da bar" che non svolge questa professione. Complimenti Alessandro!!!
Le sue strategie sulla protezione del rischio azionario non mi hanno convinto: se ti vuoi proteggere da un rischio non noto, l unica cosa certa e' limitare la percentuale massima sul tuo portafoglio. Un approccio misto potrebbe essere avere una parte azionaria in parte market weighted ed in parte dividend, per limitare drawdown massimi. il modo piu "scientifico" e' fare una allocation market neutral con un piccolo gruppo di etf.
onestamente non capisco come si possa fare "pianificazione' basando le scelte sul dito per aria. Se oggi ho come obiettivo di raggiungere 500k tra 20 anni e tiro fuori il dito e mi dice "20% EM" e poi buco l'obiettivo....sicuro dal punto di vista career risk (del consulente) tutti questi ragionamenti funzionano meglio. e' vero che dall'altra parte non posso vendere la matematica come certezza ma nessuno con la testa sulle spalle lo fa. Ma non mi serve Markowitz per dire che ERP e long-vol hanno correlazione inversa nei momenti di risk-on. O che TF ha dei ritorni convessi. Nessuna di queste cose e' sicura ma preferisco queste al dito per aria. Altrimenti vale tutto, no?
Quando dice che la statistica in finanza non funziona, mi sono cadute le braccia: praticamente tutta l'economia si basa su questo, esempi plateali sono le assicurazioni. Dire che un modello come Markowitz non funziona e' una sciocchezza: e' una buona approssimazione, tenendo conto che le distribuzioni di probabilita sono misurazioni del passato sulle quali facciamo inferenza sul futuro. Negare questo vuol dire negare la scienza, dalla fisica alla biologia alla AI. Altra cosa e' dire che un markowitz o altri modelli sono perfetti, ma certo molto meglio che tirare a caso. Prova a staccare il filtro di kalman dal tuo gps e provare a guidare a caso, vediamo chi sbaglia di piu.
Finalmente una voce competente in questo canale che esprime un punto di vista diverso. In un vecchio commento, scritto qualche giorno fa, mi esprimevo sul fatto che tanti non hanno ancora capito che essere un consulente è molto di più che inserire 4 etf in portafoglio. La matematica e la statistica in finanza sono uno strumento, mentre tanti lo utilizzano come un "risolutore finale". Estremizzo il concetto: posso riunire in una stanza Dalio, Markovitz, Fama e Buffet e farmi costruire un portafoglio da queste menti eccelse, ma se la mia mente ed i miei comportamenti non saranno adeguati al processo di investimente e non sarò adeguatamente accompagnato lungo il percorso chiuderò il portafogli in perdita. Sotto questo punto di vista Alessandro ha finalmente messo in luce cosa significa essere un professionista che costruisce portafogli per gli altri, che ha delle responsabilità ,che si confronta con la psiche delle persone ancor prima che con i mercati finanziari, e chi è un amatore della finanza "da bar" che non svolge questa professione.
Complimenti Alessandro!!!
Le sue strategie sulla protezione del rischio azionario non mi hanno convinto: se ti vuoi proteggere da un rischio non noto, l unica cosa certa e' limitare la percentuale massima sul tuo portafoglio. Un approccio misto potrebbe essere avere una parte azionaria in parte market weighted ed in parte dividend, per limitare drawdown massimi. il modo piu "scientifico" e' fare una allocation market neutral con un piccolo gruppo di etf.
Chiacchierata piena di spunti interessanti
Purtroppo i mercati possono rimanere irrazionali più a lungo di quanto tu puoi restare solvibile.
onestamente non capisco come si possa fare "pianificazione' basando le scelte sul dito per aria. Se oggi ho come obiettivo di raggiungere 500k tra 20 anni e tiro fuori il dito e mi dice "20% EM" e poi buco l'obiettivo....sicuro dal punto di vista career risk (del consulente) tutti questi ragionamenti funzionano meglio.
e' vero che dall'altra parte non posso vendere la matematica come certezza ma nessuno con la testa sulle spalle lo fa. Ma non mi serve Markowitz per dire che ERP e long-vol hanno correlazione inversa nei momenti di risk-on. O che TF ha dei ritorni convessi. Nessuna di queste cose e' sicura ma preferisco queste al dito per aria. Altrimenti vale tutto, no?
Non sono un investitore esperto - ma il commento è "mah..."
Quando dice che la statistica in finanza non funziona, mi sono cadute le braccia: praticamente tutta l'economia si basa su questo, esempi plateali sono le assicurazioni. Dire che un modello come Markowitz non funziona e' una sciocchezza: e' una buona approssimazione, tenendo conto che le distribuzioni di probabilita sono misurazioni del passato sulle quali facciamo inferenza sul futuro. Negare questo vuol dire negare la scienza, dalla fisica alla biologia alla AI. Altra cosa e' dire che un markowitz o altri modelli sono perfetti, ma certo molto meglio che tirare a caso. Prova a staccare il filtro di kalman dal tuo gps e provare a guidare a caso, vediamo chi sbaglia di piu.
❤
0,75% piú iva per i portafogli sotto i 200000 euro cioè 0,95%.