Nietzsche e l'eterno ritorno

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  • เผยแพร่เมื่อ 12 ธ.ค. 2024

ความคิดเห็น • 14

  • @agev2098
    @agev2098 8 หลายเดือนก่อน +1

    Grazie Nietzsche... Haaa l'eterno ritorno ... Sono già qui quo qua . A questo punto andiamo oltre ... Andiamo al di là ( non nell' aldilà) ... Al di là dove nessun piede umano ha camminato e dove tutta l'umanità che oggi lo comprenda o meno che lo voglia o meno ... È diretta .... --- Tutto scorre e diviene in un eterno presente . Questo è il luogo dove vive il non tempo il senza tempo e dove il micro macro cosmo è diviene Uno Unità Totalità . Il sotto come il sopra e viceversa . Lasciamo andare lasciamo scorrere lasciamo divenire lasciamo che sia quel che sia ed il tutto ci condurrà in quei luoghi dove Ciò Che È è veramente Tutto Ciò Che C'è divenendo i Vecchi Nuovi Meravigliosi infiniti dalle infinite inimmaginabili possibilità creatività Gioiosi Festanti Danzanti e potentissimi Creatori della Realtà Mondo . Questo Io Sono/Noi Siamo . Il Vecchio Nuovo Rinascimento che i nostri padri hanno iniziato e che noi portiamo a termine nel qui ed ora quale realtà vivente per la prima volta sulla meravigliosa Terra . Voi l'avete semplicemente dimenticato e rimosso. Io sono nel qui ed ora a ricordarvelo perché possiate nuovamente divenirne consapevoli e ... Vivendo e passando attraverso il processo evolutivo o salto quantico di essere vivere divenire delle Sovranità Integrali ... Tutti insieme con Unità Unicità Totalità di intenti intenzioni azioni sciogliere per sempre il velo muro dell'illusione della realtà mondo che tutti voi inconsciamente creare e mantenere vivo ed in essere . Così è già ... Così sarà. Con affetto ... Gaetano

  • @bartabasso
    @bartabasso 2 ปีที่แล้ว +3

    Molto interessante. Tra i vari contributi credo che quello di Cacciari, risolva la contraddizione che secondo taluni sussisterebbe tra il pensiero dell'oltre uomo e quello dell'eterno ritorno. Tuttavia su questa interpretazione di Cacciari, Emanuele Severino, avrebbe avuto molto a ridire...

    • @robfum
      @robfum  2 ปีที่แล้ว +2

      Sicuramente, è netta la contrapposizione di Severino all'idea di un'interpretazione della dottrina nietzcheana dell'eterno ritorno come "compito etico". (Nel filmato, tale posizione è espressa chiaramente dal Prof. Stern - nell'intervista di Bryan Magee). Per Severino è presente in Nietzsche un'analogia diretta tra la dottrina della morte di Dio e quella dell'eterno ritorno. Cioè, il Dio immutabile, che renderebbe impossibile il divenire creativo (inteso da Nietzsche come l'evidenza originaria), è equiparato al passato (che, in una visione lineare del tempo, assumerebbe necessariamente il carettere di un Dio), essendo allo stesso modo intoccabile e immutabile; e quindi imponendosi sulla volontà diveniente (limitandone la creatività). Ma ciò, per Nietzsche, sarebbe contraddittorio perché l'evidenza originaria è il carattere diveniente-creativo della volontà stessa, e quindi l'eterno ritorno diviene necessariamente un'implicazione ontologica, e non un mero "esperimento" etico. A me sembra altrettanto netta, come giustamente lei fa notare (dicendo che Severino avrebbe avuto qualcosa da ridire), la contrapposizione rispetto all'interpretazione di Cacciari, che assimila, logicamente, la visione temporale lineare con quella circolare, tenendo in considerazione solo il concetto di durata, ma esclusivamente riguardo alla dottrina dell'eterno ritorno.

    • @bartabasso
      @bartabasso 2 ปีที่แล้ว +1

      @@robfum L’esatta interpretazione dell’eterno ritorno nel pensiero di Nietzsche, credo costituisca il dilemma dei dilemmi, l’interrogativo più alto nella storia della filosofia. Detto ciò, mi pare di capire che la versione di Cacciari possa aprirci una prospettiva molto interessante. Se è vero come è vero, che nello Zarathustra il pastore viene invitato a recidere il corpo del serpente, e al contempo nello stesso capitolo il nano viene invitato a non banalizzare l’immagine dei due binari che si ricongiungono nell’istante presente, ciò a mio avviso può solo voler dire che occorre recidere e superare la spirale dell’eterno ritorno (simboleggiato dal serpente). D’altronde, se così non fosse, e se N. volesse dirci che dobbiamo accettare l’eterno ritorno come condizione ontologica invalicabile, questo significherebbe erigere una nuova divinità, aggiungere un idolo ad altri idoli, e questo sarebbe inaccettabile per lo stesso N. Il fatto dunque che Cacciari ci inviti a considerare l’idea che N. avesse voluto in realtà solamente proporre una nuova interpretazione del Tempo, e che cioè il Tempo debba essere inteso non come ‘durata’ (sia nella concezione lineare, sia in quella ciclica, il Tempo era stato infatti sempre considerato come ‘durata’) ci apre una prospettiva inedita ed interessantissima. Si tratterebbe dunque ora solo di capire come si possa concepire il tempo non in termini di ‘durata’…
      Per riassumere: l’eterno ritorno è un dato di fatto, ma per riuscire a sottrarsi a questo ennesimo idolo che minaccia la nostra stessa libertà e creatività, c’è una via d’uscita, e questa via d’uscita consiste nell’interpretare il Tempo non come ‘durata’ (forse si vuole dire qui che il passato ed il presente non esistono, se non nella nostra mente? Può darsi…). Se le cose stanno così, ciò vorrebbe dire che il pensiero di Nietzsche sull’eterno ritorno viene ad essere molto vicino ad alcune riflessioni buddiste ed induiste, laddove si insegna ad uscire dal ciclo delle rinascite.

    • @robfum
      @robfum  2 ปีที่แล้ว +1

      @@bartabasso Senza ripetere quello che lei ha detto (che mi trova d'accordo), a mio parere, il parlare di interpretazione sarà comunque sempre in qualche misura riduttivo, perché Nietzsche (lui stesso è il grande malato che vorrebbe la salute, o vorrebbe quantomeno tentare di essere un "ponte") non è l'oltreuomo, non potendo esserlo e sapendo perfettamente e tragicamente tutto ciò. Egli mira certamente a qualcosa che non c'è - e che non può definire -, ma che potrà comunque un giorno fondersi con la vita. Ad esempio, non è forse nel coraggio e nella forza, che permette al pastore di mordere il serpente, che si nasconde il senso autentico dell'eterno ritorno? E non, invece, nella visione ""teoretica"" del Nano, che riproporrebbe una tragica mancanza di senso, un regredire sempre di nuovo (trattandosi di circolarità, un regredire che infinitamente si ripeterà, e infinitamente darà nausea...) "al piccolo uomo", che per Nietzsche è qualcosa di insopportabile: il ritornare di quell'anima malriuscita che, in "Genealogia della Morale", definiva come ciò di cui assolutamente non riusciva a venirne a capo. (Ma, su questo punto, Martin Heidegger sembra sostenere il contrario). Quel che voglio dire è che, per Nietzsche, la vita reale vale di più della teoria (e della logica), ed essa non si può insegnare letteramente (ma vale anche, invertendo i termini, che non si può letteralmente insegnare). Come si può insegnare il coraggio? Non è la vita che si fonde nella teoria, ma semmai è vero il contrario. Si veda, a titolo d'esempio, la parte in cui Zarathustra si rivolge ai marinai, che, grazie al coraggio (sono dei temerari che conoscono e sanno affrontare il pericolo della vita), sono in grado di capire al di là della logica, indovinando attraverso una sorta di "intuizione soprannaturale". E qui, fuor di metafora, a mio parere, non è azzardato parlare di mistica, la cui essenza sta appunto in quell'intuizione (illuminazione) noetica intimamente vissuta - che non si può trasmettere direttamente ad altri ed insegnare teoreticamente. Il grande mistico ci attira a sè, ma resta ineffabilmente lontano ed enigmatico se cerchiamo la chiave che apra lo scrigno del suo pensiero. Egli è prassi e teoria fuse insieme. Non ci può guidare con indicazioni o mostrandoci una strada da percorrere, ma sembra voglia dirci, parafrasando Carlo Michelstaedter, che la strada te la devi creare da solo. E proprio il ricordare Michelstaedter mi dà lo spunto per accennare brevemente delle considerazioni riguardo alla seconda parte della sua risposta, in cui rimarcava come Cacciari stesso apra una nuova via: intendendo il tempo non più come durata. Michelstaedter definiva il suo "ideale" di uomo (l'uomo persuaso) come colui che sa vivere il "Presente Eterno". Cacciari ritiene (o almeno, diversi anni fa, asseriva in un suo scritto su Michelstaedter) che il Nietzsche "postumo" si incontri con Michelstaedter non nel cerchio dell'eterno ritorno ma nell''attimo, nell'Augenblick, che "annulla" il dominio di Chronos. Il "tempo senza durata" (senza più una misura quantitativa, ma "qualitativamente" incommensurabile) si potrebbe quindi intendere (ma non definire) proprio come il "Presente Eterno" di Michelstaedter.

    • @bartabasso
      @bartabasso 2 ปีที่แล้ว +1

      @@robfum sono molto d'accordo con lei e la ringrazio per l'osservazione su Michelstaedter, figura che approfondirò con la dovuta attenzione.

    • @robfum
      @robfum  2 ปีที่แล้ว +1

      @@bartabasso Prego. Saluti

  • @leonard8897
    @leonard8897 2 ปีที่แล้ว +1

    L'eterno ritorno può essere visto come una continuazione ciclica di pattern che si ripetono nella vita fino a che non si fa un salto di consapevolezza e si arriva ad un altro livello ciclico fino a che non si raggiunge una sempre maggiore consapevolezza e così all'infinito (che poi ha un termine con l'esistenza materiale)

  • @lucianocrisanti1398
    @lucianocrisanti1398 2 ปีที่แล้ว +1

    Non ho mai considetato il grande Nietsche un filosofo.Certamente un grandissimo filologo ma un filosofo proprio no. Cordiali saluti.

  • @lorenzomarini5112
    @lorenzomarini5112 2 ปีที่แล้ว +1

    INIZIO DELLA MORTE ORGANICA IN VECCHIAIA
    Inizia col precipitare dell'Energia vitale (della veglia organica o anche spirituale lobo frontale) di norma associata ad una caduta rovinosa o a qualche patologia seria in cui la Scienza ufficiale si confonde scambiando la caduta energetica con la patologia o la psicopatologia.
    Così come di prassi si associa la frattura di un anziano ad una caduta, nel mentre è la frattura ossea che determina la caduta.
    Stessa inganno si commette, per mancanza di paragone col Paradiso perduto della fanciullezza (Marco 4.12), nel definire la salute di un anziano discreta, nel mentre è comunque infernale, mentre il bene benessere sarebbe a tutto campo se si perseguisse l'amore indistinto.
    Insomma così come i fanciulli vivono l'Eden (che gli adulti non ricordano), gli anziani vivono l'Inferno ma nessuno lo sa

  • @CamataEmanuele
    @CamataEmanuele 2 ปีที่แล้ว

    2022.10.21 V

  • @ermannoconti3492
    @ermannoconti3492 2 ปีที่แล้ว

    ascoltarecerchio firenze77 capiretetutto

  • @mariodevito7770
    @mariodevito7770 2 ปีที่แล้ว

    Tutt falso