Antonio l'ho incontrato per la prima volta nel 2009-2010 ed era un ragazzo fenomenale sia nel parkour che nella vita. Penso che è una delle poche persone che ha vissuto per strada e l'ha fatto con occhi diversi. Ha abbattuto barriere architettoniche e preconcetti, mostrando sempre una vibrazione positiva. La sua evoluzione è impressionante. Qui davvero non ci sono limiti. Spero di vederti presto.
Sono stato per qualche anno nella stessa classe all'ITIS con Antonio, ricordo com'era in classe, come si comportava e l'ambiente che si veniva a creare in una classe (o forse sarebbe meglio dire in una scuola) dove c'erano ragazzi che venivano dai contesti più diversi, molti come lui da contesti non facili... ragazzi spesso carichi di rabbia. Quando Antonio dice che il parkour l'ha salvato, non ho dubbi a credergli perché ho visto con i miei occhi l'inizio di questo percorso avere degli effetti su di lui. Ricordo le volte in cui tornò nella palestra della scuola a mostrarci cosa aveva imparato. Ricordo quelle poche volte che decisi di cimentarmi anche io col parkour seguendolo al centro direzionale, ovviamente non ero bravo come lui né portato per la disciplina, ma ricordo di essermi divertito tanto. Poi ognuno ha fatto il suo percorso ed io l'ho continuato a seguire un po' tramite i social, vedendo dove questa sua passione l'ha portato e tutti i traguardi che ha raggiunto. Antonio è l'esempio vivente di una storia di riscatto, la dimostrazione di come l'impegno e la passione per qualcosa ti porta ad ottenere grandi risultati nonostante il punto di partenza problematico e non privilegiato in cui ti trovi. Sono anche molto d'accordo sulla riflessione che ha fatto sulle scuole, ricordo bene nella nostra scuola le finestre scassate nelle aule dove faceva freddo d'inverno, i cavi elettrici che pendevano dal soffitto, i buchi sui banchi, la difficoltà della preside e dei professori a convincere i ragazzi ad entrare a scuola ecc... purtroppo questi istituti sono lasciati un po' a sé stessi e se non fosse per la caparbietà della preside e di alcuni docenti che nelle loro possibilità provavano a stare dietro ai ragazzi, sarebbe stato ancora di più il delirio e probabilmente molti ragazzi avrebbero preso altre strade peggiori.
Antonio l'ho incontrato per la prima volta nel 2009-2010 ed era un ragazzo fenomenale sia nel parkour che nella vita. Penso che è una delle poche persone che ha vissuto per strada e l'ha fatto con occhi diversi. Ha abbattuto barriere architettoniche e preconcetti, mostrando sempre una vibrazione positiva. La sua evoluzione è impressionante. Qui davvero non ci sono limiti. Spero di vederti presto.
Sono stato per qualche anno nella stessa classe all'ITIS con Antonio, ricordo com'era in classe, come si comportava e l'ambiente che si veniva a creare in una classe (o forse sarebbe meglio dire in una scuola) dove c'erano ragazzi che venivano dai contesti più diversi, molti come lui da contesti non facili... ragazzi spesso carichi di rabbia.
Quando Antonio dice che il parkour l'ha salvato, non ho dubbi a credergli perché ho visto con i miei occhi l'inizio di questo percorso avere degli effetti su di lui. Ricordo le volte in cui tornò nella palestra della scuola a mostrarci cosa aveva imparato. Ricordo quelle poche volte che decisi di cimentarmi anche io col parkour seguendolo al centro direzionale, ovviamente non ero bravo come lui né portato per la disciplina, ma ricordo di essermi divertito tanto.
Poi ognuno ha fatto il suo percorso ed io l'ho continuato a seguire un po' tramite i social, vedendo dove questa sua passione l'ha portato e tutti i traguardi che ha raggiunto. Antonio è l'esempio vivente di una storia di riscatto, la dimostrazione di come l'impegno e la passione per qualcosa ti porta ad ottenere grandi risultati nonostante il punto di partenza problematico e non privilegiato in cui ti trovi.
Sono anche molto d'accordo sulla riflessione che ha fatto sulle scuole, ricordo bene nella nostra scuola le finestre scassate nelle aule dove faceva freddo d'inverno, i cavi elettrici che pendevano dal soffitto, i buchi sui banchi, la difficoltà della preside e dei professori a convincere i ragazzi ad entrare a scuola ecc... purtroppo questi istituti sono lasciati un po' a sé stessi e se non fosse per la caparbietà della preside e di alcuni docenti che nelle loro possibilità provavano a stare dietro ai ragazzi, sarebbe stato ancora di più il delirio e probabilmente molti ragazzi avrebbero preso altre strade peggiori.
Una puntata stupenda ❤️
Amo quello che amoremio❤
Antonio Bosso orgoglio della Zona EST ❤️
Il mio coach di parkuor che mi a salvato❤