วีดีโอ

buon giorno professore bellissima spiegazione molto affascinante grazie di cuore professore

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Ma sto qui dove lo avete trovato? Sarà stato raccattato dalla strada e mandato qui senza manco dargli l'attrezzatura minima.

ammazza che schifo di spiegazione

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Tanta confusione. Davvero tanta.

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“Come lei ha detto, le ipotesi affinché l’equazione abbia senso sono molti forti e quindi non sempre il modello rispecchia la realtà. Tali ipotesi sono state migliorate nel corso degli anni o si fa ancora riferimento al modello originale?” (Pietro Campochiaro, Allievo SSC, Studente del 3° anno del CdL in Matematica) “Le ipotesi sono state molto migliorate e il modello si complica sempre di più, divenendo più utile nello studio del mercato”

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"Possiamo considerare l’interpretazione che Gould fa della musica di Bach come un tentativo di abrogare l’idea di Bach che avevano i contemporanei di Gould ed i suoi immediati predecessori? Infatti, da alcuni punti di vista, l’esecuzione tecnica di Gould della musica bachiana si avvicina probabilmente di più, rispetto alle altre interpretazioni, a come Bach stesso concepiva la sua musica. Difatti, dobbiamo considerare che, innanzitutto, Bach compone la propria musica per clavicembalo, mentre le esecuzioni moderne avvengono al pianoforte, strumenti dalle diverse caratteristiche tecnico-esecutive. Ma oltre a questo, intervengono, probabilmente, nelle interpretazioni bachiane del tardo Ottocento e del Novecento, influssi stilistici ereditati dal romanticismo musicale, all’interno proprio del quale avvenne la riscoperta di Bach per opera di Mendelssohn. Gould, con il suo peculiare tocco, con i rinnovati tempi e dinamiche, non si riavvicina, forse, in parte, a come Bach stesso pensò la sua musica, abrogando l’idea che i posteri di Bach si erano fatti di Bach stesso?" (Nino Greco, Allievo SSC, iscritto al 2° anno del Corso di laurea in Fisica) "Sì, condivido questo punto di vista eccetto un passaggio. Infatti credo che Gould tentò, sì, di riavvicinarsi allo stile esecutivo proprio di Bach; d’altro canto, invece, non credo che Gould volesse imitare un qualche tipo di tecnica esecutiva tipicamente cembalistica. D’altronde per Bach stesso lo strumento riveste un ruolo del tutto marginale rispetto alla musica, come si può vedere, ad esempio, nell’ “Offerta musicale”."

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"È possibile, secondo lei, che un domani si arrivi al punto in cui i deepfake risultino indistinguibili da immagini e video reali, non solo ad occhio nudo, ma anche con l’ausilio di programmi atti allo scovare i falsi? Se sì, si potrebbe fare una previsione temporale?" (Carlo Uccellatore, Allievo SSC, 2° anno CdL Medicina e Chirurgia). "Penso che per ancora molto tempo si possano “battere” le macchine. C’è stato un momento storico in cui si è pensato che dell’algoritmica non ci fosse più necessità, che bastasse analizzare tanti dati per risolvere tutto. Oggi sappiamo che non è così. Avere la possibilità di disporre di sistemi con moltissimi parametri o avere più potenza di calcolo non è garanzia dell’ottenimento di un buon risultato. Non possiamo sapere cosa succederà da qui ai prossimi 10 anni, è anche vero che abbiamo assistito a una crescita esponenziale negli ultimi anni in ambito tecnologico, ma da un punto di vista tecnico mi sento confidente del fatto che ancora possiamo batterci contro le macchine."

"Com’è possibile che una frontiera di ricerca che logisticamente è molto difficile da sviluppare e applicare è utilizzata in modo così capillare tale da essere utilizzata anche dai non addetti ai lavori?" (Alessandro Abbate, Allievo SSC, 1° anno CdL in Fisica) "Sostanzialmente perché funziona. Nel 2012 in occasione di un concorso di computer vision è stata elaborata una tecnologia basata sul deep learning che costituì un vero e proprio spartiacque in questo campo di ricerca. Ciò provocò un interesse multidisciplinare in questo campo, anche perché era una tecnologia piuttosto compatta. Quindi un po’ tutti hanno sviluppato interesse."

"È possibile modificare una foto o un video reale in maniera tale che sembri un deep fake?" (Pietro Campochiaro, Allievo SSC, 3° anno CdL in Matematica) "La questione è di interesse principalmente teorico. È una cosa che penso sia difficilissima da fare praticamente. Penso che l’unico modo sia creare un fake il più possibile simile alla foto iniziale."

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“Per quanto riguarda un possibile utilizzo della tecnologia a pinzette ottiche su un rover potrebbe essere necessario tenere in conto di alcuni fattori. Le dimensioni occupate da un eventuale strumento che sfrutti questa tecnologia e l’energia richiesta possono essere sostenibili da, ad esempio, un rover marziano alimentato da pannelli solari?” Sì; il vantaggio di questa tecnologia è proprio la sua versatilità. L’energia richiesta è molto bassa, assolutamente sostenibile per un rover alimentato da pannelli solari. Del resto è importante il gradiente di potenziale creato, non, invece, la mera potenza del nostro laser. (Domanda posta da Nino Greco, Allievo SSC, II anno, Fisica)

"Quindi è possibile spostare un oggetto senza turbare ciò che gli sta intorno?" Le pinzette ottiche sono uno strumento capace di sollevare oggetti dell'ordine di grandezza del picometro, mediante l'utilizzo di un fascio laser concentrato su un punto da una lente. È facile intuire la versatilità di questa tecnologia, poiché la possibilità di muovere un oggetto da noi selezionato senza per questo turbare la quiete di tutto ciò che gli sta intorno e senza doverlo toccare, rischiando così di deformarlo o contaminarlo, è qualcosa che può aiutare dai biologi ai fisici. Alcuni esempi possono essere nel caso biologico, la possibilità di muovere oggetti all'interno di amebe o batteri senza però doverli aprire, andando a condizionare così l'esito dell'esperienza di laboratorio, oppure nell'ambito dell'esplorazione spaziale, si può utilizzare una pinzetta ottica per raccogliere il materiale presente sugli asteroidi senza però contaminarlo con le molecole presenti sul rove. Insomma, questa innovazione dai plurimi usi ha rivoluzionato il mondo della ricerca del nostro presente ed il suo enorme potenziale ci permette di sognare in grande per il futuro. (Domanda posta da Vittorio Turco, Allievo SSC, I anno, Fisica)

“Sarebbe stato possibile applicare questa tecnologia in una missione di sample return quale “Stardust”, nella quale venne usato l’aerogel per catturare le particelle provenienti da una cometa; o, ad esempio, potrà essere applicabile in una futura missione su Encelado, nella quale si voglia tentare di catturare le particelle emesse nello spazio dai pennacchi polari durante un fly-by? In entrambi i casi, le particelle si trovano a grandissima velocità: può una pinzetta ottica catturarle?” Questa tecnologia ha in potenziale grandissime possibilità. Nel caso della missione Stardust, bisogna appunto considerare che le particelle viaggiavano ad altissima velocità, e lo scopo dell’aerogel era proprio quello di arrestarle. È chiaro che una pinzetta ottica, a differenza dell’aerogel, ci dà il vantaggio che il nostro campione non venga a contatto con un materiale “terrestre”, quale in quel caso l’aerogel. Dunque viene fortemente limitato il rischio di contaminazioni. D’altro canto, però, per arrestare particelle a grandissima velocità, come anche nel caso di un fly-by su Encelado, il gradiente di potenziale creato dovrà essere sufficientemente alto: da questo punto di vista la strada è ancora lunga, anche se le possibilità sono molteplici. (Domanda posta da Nino Greco, Allievo SSC, II anno, Fisica)

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