Il borgo di Sarnico sorge in un'area pianeggiante della sponda Ovest del Lago d'Iseo. Nel XII secolo fu dotata di una cinta muraria a forma semicircolare aperta verso il Sebino.
Dentro il borgo, in Piazza San Paolo, è situata la Torre dell'orologio, la cui base su cui si eregge, sono i resti di una delle torri in pietre bugnate dell'antico castello demolito nel 1521.
Strutturalmente è possibile dedurre che la costruzione dell'attuale cella campanaria e dell'orologio, siano successive alla demolizione del castello, poiché stilisticamente diverse rispetto alla base.
All'interno della cella campanaria sono presenti due campane: la prima, di nota Reb4, è la campana delle ore, fu fusa da Io Mariæ Carallini di Clvsono Opvs (Giovanni Maria Carallini - Clusone), e datata MDCXXXV (1635); la seconda, di nota Sol4, è la campana delle mezz'ore, non riporta né fonditore né anno di fusione.
Una particolarità della Torre dell'orologio è anche la sua funzione da campanile per la Chiesa dell'Addolorata, conosciuta come Chiesa di San Paolo.
Situata a pochi passi dalla torre, l'origine dell'edificio è militare, ed è rilevato da una stretta feritoia, situata a sinistra dell'altare maggiore, che poteva essere utilizzata per contrastare gli avversari che si avventuravano contro il castello.
La costruzione della chiesa risale al 1428, e risultava essere citata in una pergamena del 1461.
L'esterno offre una facciata larga e bassa, con un portale barocco del 1724 in pietra di Sarnico e due finestre si lati. Entrando, è possibile notare che è presente una sola navata disposta in modo trasversale, scandita da tre campate da archi a ogiva in muratura.
L'opera più importante custodita, è la pala dell'altare maggiore raffigurante la Vergine Addolorata. Risalente al XV secolo, rappresenta la Vergine che sorregge il figlio morto mentre nell'altra mano tiene la corona di spine; alle spalle la Croce con l'iscrizione di Gesù il Nazareno Re dei Giudei (INRI). Sotto la mano di Cristo trafitta dai chiodi della croce, un cartiglio con la dicitura "Proprio filio non pepercit Deus": Dio non risparmiò neanche suo figlio. Ai lati della Vergine Maria, i Santi Cosma e Damiano, inseriti in un'architettura che imita un trittico ligneo.
È probabile che l'affresco della Vergine Addolorata e dei Santi Cosma e Damiano, sia stato visto da San Carlo Borromeo durante la visita pastorale del 1575, in quanto il cardinale citava l'Oratorium Sancti Pauli con un solo altare "cum aliquibus imaginibus loco anche". Nel 1638 parte dei Santi medici fu distrutta a seguito dell'inserimento dei due reliquiari dei Santi martiri e papi Callisto e Ponziano, incassati a muro e contornati da cornici su cui poggiano due statue dei Santi Pietro e Paolo.
Un altro affresco di rilievo è situato a destra rispetto all'entrata della chiesa; risalente ai primi anni del Cinquecento, raffigura i Santi Pietro e Paolo: essi sono riconoscibili dalla tiara pontificia, dalle chiavi, e dalla spada impugnata in ricordo della morte per decapitazione. L'ultimo affresco cinquecentesco visibile ancora oggi, poco distante dai Santi Pietro e Paolo, è una Madonna seduta in trono che regge il Bambino, ed è contornata da una cornice realizzata nel 1862 disegnata da Vincenzo Busti su commissione di Antonio Faccanoni, la quale presenta alcuni elementi insoliti per una datazione ottocentesca, come la presenza del timpano di Dio Padre a braccia aperte.
Capitoli:
[00:00]: Chiesa e affreschi
[01:17]: Torre
[01:50]: Cella campanaria
[03:15]: Rintocchi