Moggessa di qua e Moggessa di là sono due frazioni sorelle di Moggio Udinese (Friuli Venezia Giulia).
I segni del terremoto del Friuli Venezia Giulia del 1976 sono ancora tutti lì, ma il tempo è tutt'altro che fermo a quella data: qui il degrado del tempo non è più contrastato dal lavoro costante della comunità; perché la comunità non esiste più.
A fatica pochi coraggiosi tengono in piedi la manciata di case che rimane, ma le loro forze non bastano a far vivere un paese.
Sono gli anni 50 del novecento a segnare l'iniziò del declino, i giovani se ne vanno: vanno a fare i gessisti a Milano dicono loro. E intanto i prati non vengono falciati e il legno dei travi non viene impregnato.
Poi la terra trema, e nel 1976 le case crollano assieme ad ogni speranza di rinascita.
Non ci sono strade, ma solo sentieri: ricostruire costa troppo; e se anche costasse meno ormai le proprietà hanno troppi proprietari, troppi ereditieri, impossibile mettersi d'accordo.
Così le Moggesse stanno lì, ricordo delebile di una comunità ché non c'è più.
"Se accendi il fuoco l'umidità se ne va e la casa si mantiene" questo ci insegnano Adriano e Rita.
Tra gli edifici dilapidati del borgo abbandonato la loro casa vive, sorretta con la pazienza della fatica, col calore delle loro passioni e con l'amore dei nipoti. Attorno a quel fuoco nipoti e altri giovani uomini e donne si stringono, pronti a sorreggere il peso di quelle antiche mura.
Le Moggesse non torneranno certo i paesi che erano prima del terremoto ma si intravede una piccola gemma di vita. In fondo: dove c'è fuoco la corrosione dell'umidità non fa più paura.